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Le escursioni in programma

Il calendario



  ESCURSIONI ED ORGANIZZATI DA

Tutte  le iniziative sono riservate agli associati che (Euro 13 annui singolo,17 familiare, associazione   U.I.S.P. consigliata )   in questo modo, vengono a rendersi partecipi delle spese di gestione....... francobolli, stampati, canone internet, c/c postale, spese varie in occasioni di manifestazioni, etc.etc.............. l'iscrizione è possibile o in occasione di un'iniziativa oppure con versamento sul c/c postale n° 28804508 intestato a: Agire Verde, via A. Frank 17, 57100 Livorno).

Vedere comunque il regolamento escursioni.

questo il programma 2006 da gennaio a fine maggio, + una a luglio e prime iniziative del nuovo programma, in fase di studio:

Agireverde: la nostra associazione si pone come occasione di incontro, di riflessione e di partecipazione civile e sociale, utilizzando l’escursionismo ambientale ed etico, quale catalizzatore della voglia di esserci, qui ed ora , degli associati. Vi ricordiamo anche che è attivo il Gruppo Acquisti Solidali:

L'idea base è quella di effettuare gli acquisti presso gruppi di produttori in aree economicamente svantaggiate, aiutando questi gruppi a divenire sempre più forti ed indipendenti e favorendo contemporaneamente l’occupazione a livello locale. Una forma di cooperazione molto rispettosa e che si tenterà di estendere anche a cooperative sociali, nella nostra regione. Chi volesse partecipare alla iniziativa, potrà contattare il gruppo, non solo per collaborare o per nuove proposte, ma anche per sole informazioni tramite e mail ad agireverde@tin.it o telefonando al numeri 0685/ 861138  

calendario:

22 gennaio 2006:  itinerario ciclabile alla scoperta di antichi monumenti  

12 febbraio: a Montelupo F.no, luoghi e ceramica

26 febbraio: il Parco delle Biancane 

12 marzo: l'anello di Casoli

26 marzo: da Farnocchia, traversata di mezza montagna  

9 aprile: "na tazzurella e cafè"

17 aprile, Pasquetta in Liguria: Levanto/Monterosso (in treno)

25 aprile, a Genova per Euroflora 2006

28 aprile, corso di ceramica in sede

30 aprile, erbe commestibili e curative delle nostre colline

1 maggio, Sassetta e le antiche carbonaie

6/7 maggio, il Lago Maggiore e il treno delle Centovalli  

14 maggio, l'anello di Farnocchia intorno al m.Lieto

21 maggio, sgambata nella macchia di Quercianella

28 maggio, al Parco dell'Orecchiella

2/4 giugno, Foligno e le fonti del Clitunno

4 giugno, erbe e dintorni......nuova cucina

24 giugno, cena sociale e fotografia d'autore (sabato sera)

x nota aggiuntiva a programma cena 24.06

2 luglio: in barca a vela nel Santuario dei Cetacei

8/9/10 settembre :Agireverde, ecologia e diritti da liberare. Una tre giorni a Quercianella con mostre, esposizioni di prodotti di artigianato, fotoproiezioni e dibattiti.

nuovo programma, prime idee ( a mano a mano che verranno definite, saranno poi visualizzate nei collegamenti di seguito, almeno fino a tutto dicembre).

domenica 24 settembre: il formaggio biologico e la selezione naturale nell’allevamento animale nella campagna di Terricciola.  

nota: ( a causa di imprevisti e non rinviabili impegni per la vendemmia dell'azienda contattata, questa iniziativa è stata sostituita con l'Ecofesta a Santa Maria a Monte e la visita al Padule di Fucecchio).Visto però l'interesse suscitato, verrà riprogrammata il 29 ottobre.Chi fosse interessato, oltre ai già prenotati, può telefonare a Antonio Careddu 3383261176.

domenica 8 ottobre: in carrozza nella tenuta di San Rossore)

domenica 22 ottobre: castagnata a Capriglia  

domenica 29 ottobre: il formaggio biologico e l'allevamento naturale (rimandata il 24.09))

domenica 5 novembre. intorno al rifugio Carrara a Campocecina  

domenica 12 novembre: La Rocca di San Silvestro e la miniera del Temperino

fine settimana micologico al monte Amiata 10/12 novembre

fine settimana per mercatini natalizi: a Napoli e Sorrento 24/25/26 novembre

domenica 26 novembre: fumarole e terme etrusche a Sasso Pisano

16 Dicembre, sabato:  cena sociale e degli Auguri

14 gennaio: a Santa Maria di Mirteto, passeggiata disintossicante  

28 gennaio : alla ricerca “dell’olio bono”, per i frantoi di Montaione.

22 gennaio, itinerario ciclabile alla ricerca di antichi monumenti 

Agire Verde continua la serie di “Conoscere il territorio per adottare un progetto”: questa volta saremo alla “Villa di Monterotondo”, che versa in grave stato di abbandono e degrado. Ci farà da guida come esperto l’arch. F. Cavallini che ha fra l’altro restaurato, a livello privato e con propri fondi, la cappella gentilizia.

Ritrovo davanti a Villa Corridi alle ore 14.30, muniti di bicicletta per i più sportivi, a piedi gli altri (cmq.informarsi c/o Salvatore Picardi 0586 861138).

Salita verso Villa Mauro Gordato  a  Monterotondo, passando per lo Stillo, visita al Parco e spiegazione della villa, della sua storia, del sua recupero funzionale e del perché, se non si interviene, la struttura è destinata a morire. Portare la macchina fotografica .

Nota storica

La villa, conosciuta anche come la "Villa di Monterotondo", fu acquistata nel 1771 da Giuseppe Calamai e utilizzata come residenza di campagna.Già precedentemente era appartenuta agli Ottonelli. La famiglia Calamai detenne la villa fino al 1821, quando fu venduta al conte Giraud. Nel 1869 Pandely Maurogordato, d'origine greca, ne risulta proprietario. I Maurogordato tesero a dare alla villa un aspetto signorile arricchendola di un ampio giardino romantico, che occupava i due terzi della proprietà e la cui superficie era di circa otto ettari. All'epoca risale il tracciamento dei viali curvilinei che definendo uno slargo centrale tenuto a prato, tagliano il preesistente percorso colonnato in due punti. Questo venne ricostruito con colonne in muratura, sormontate da una struttura di ferro e prolungato nel tratto del giardino ad est della villa. Ad ovest, una porzione del muro di cinta fu sostituita con una ringhiera di ferro che permetteva la vista sulla città. Due elementi d'arredo, una vasca e un berceaux, furono posti nel giardino. Entrambi di forma ovale e costruiti con gli stessi materiali, furono posizionati rispettivamente uno sul retro e l'altro sul fronte in corrispondenza della sala da pranzo. Davanti alla villa, su un prato leggermente inclinato vennero disposte delle palme. Altre piante quali cedri del Libano, pini d'Aleppo, eucalipti, tigli, platani, lecci, cipressi e querce costituirono le essenze principali del parco. Facevano parte della proprietà, anche vari annessi sparsi per la maggior parte addossati al muro di cinta. Durante l'ultimo conflitto mondiale la famiglia dovette abbandonare la villa e nel 1949 gli eredi Maurogordato cedettero il complesso al Consorzio Provinciale Antitubercolare. Nel 1973 il consorzio concesse in locazione il parco e gli edifici alla Provincia di Livorno, che a sua volta cedette l'uso del giardino al Comune. Nel 1974, la villa divenne sede del Museo Provinciale di Storia Naturale e nel 1975 il giardino è stato aperto al pubblico. Attualmente l'impianto del giardino è rimasto immutato rispetto quello risalente ai Maurogordato.

Domenica 12 febbraio: in treno a Montelupo F.no, “regina della ceramica”.

Visiteremo il “Castello” (Prioria di San Lorenzo) e il Museo della Ceramica, scoprendo i segreti delle antiche botteghe artigiane, sperimentandoci in un laboratorio di manipolazione della creta. Portare la macchina fotografica .

Ritrovo alla stazione alle 7,45 con arrivo a Montelupo alle ore 9,13.

Costo  ( per un gruppo di almeno 20 persone)

iscritti: euro 9 + biglietto del treno

non iscritti: euro 11 + biglietto del treno

E’ necessario prenotare entro il 2 febbraio. Per info: Fiorigia 0586 801235  

Note descrittive:  il borgo, il castello e il museo della ceramica

Montelupo Fiorentino

Nel territorio di Montelupo Fiorentino si ritrovano importanti tracce di molte culture antiche, ad iniziare da epoche preistoriche. Scavi e ricerche iniziate alla metà degli anni ’70 hanno infatti documentato l’esistenza di numerose stazioni all’aperto databili entro l’intero arco cronologico del paleolitico e del Mesolitico, con presenze neolitiche e dell’Età dei Metalli, tra le quali hanno particolare importanza quelle preetrusche (protovilloniane).
Il popolamento etrusco fu poi assai rilevante, incentrandosi su numerosi centri di altura collocati sulla riva sinistra dell’Arno e nella Val di Pesa. Ad epoca romana risalgono le testimoniane di importanti trasformazioni viarie e i resti di ville rustiche che esercitarono un decisivo ruolo di riferimento territoriale sino alla fine dell’età antica. La fondazione di Montelupo avvenne probabilmente alla fine dell’alto Medioevo con la costruzione di un castello.
La Repubblica fiorentina, conquistando questo territorio nel 1204, ricostruì, ampliandolo, l’antico insediamento militare. Sono questi gli anni del consistente ampliamento dell’abitato montelupino, dove viene sviluppata la lavorazione della ceramica smaltata che diverrà in poco tempo l’attività di gran lunga predominante.
In questa terra si è prodotto ceramica da che mondo è mondo, ma si dovrà aspettare la fine del 1300, il periodo della maiolica arcaica con i boccali dalla bellezza semplice e rustica, perché Montelupo inizi quel meraviglioso sviluppo che lo porterà, tra il 1490 e il 1540, a divenire uno dei luoghi più fecondi nell'ambito dell'Europa Mediterranea.

Con l’Età Moderna, si assiste ad una trasformazione del paese con la costruzione della Villa medicea dell’Ambrogiana (1589 – 1591) e con lo spostamento della pieve, da quella che è oggi la Prioria di San Lorenzo, nell’area del castello, all’attuale edificio, la Pieve di San Giovanni Evangelista nel 1785, operazione favorita dalla politica ecclesiastica di Pietro Leopoldo, per incontrare novità sostanziali nel tessuto urbano di Montelupo e nel suo territorio.

Il 1600 è caratterizzato dalla diversa produzione ceramica: ci sono le splendide produzioni colte per le commesse fiorentine, come i vasi per Santa Maria Novella o i pavimenti per Maria de’Medici e le produzioni popolari alla ricerca di una committenza sempre più bassa, ma certo presente e in grado di dare sbocco all’attività dei vasai. E’ questo anche il periodo degli "arlecchini": i maestri ceramisti fanno di una ricetta estetica colta, gli istoriati, un genere popolare, fresco e genuino. Con il XVII secolo la crisi di Montelupo, giunge fino alla interruzione della produzione della maiolica. Tuttavia il mestiere di ceramista e il rapporto con la lavorazione della terra non viene mai abbandonato.

Del secolo scorso notevoli sono le quantità di pentolame da cucina, catini per il bucato, scaldini e orci realizzati interamente in terracotta. Ed è grazie ai nomi di alcune famiglie locali che riescono a tenere le redini della lavorazione ceramica, a mantenere inalterato nel tempo il peso economico di Montelupo.

“Il Castello” (Prioria di San Lorenzo) : Le origini di questo edificio che sorge sulla sommità di una rocca, caratterizza in modo profondo il paesaggio cittadino, tanto da esserne considerato il simbolo principale. Nel 1203 la Repubblica fiorentina decise, per fronteggiare le milizie di guido Borgognone nella vicina Capraia alleata dei Pistoiesi, di edificare in questo punto, un "cassero fortificato". Esaurita l’iniziale funzione militare, nel 1270 si procedette alla costruzione di una chiesa da dedicare a San Giovanni Evangelista, patrono del paese. Se questo primo insediamento – una semplice aula absidata in laterizio, secondo la tipologia valdelsana, ricavata nell’ambiente terreno del cassero - è scomparso a causa dei successivi ampliamenti e dei gravi danni provocati al monumento durante l’ultimo conflitto, resta la torre, utilizzata come campanile, con la muratura di base a ciottoli.

A questo primo edificio se ne aggiunse, nei secoli seguenti ma entro il Cinquecento, uno maggiore in altezza, e provvisto di due cappelle laterali che fungono da breve transetto.

L’interno, coperto da capriate lignee e completamente intonacato, si presenta nella redazione rinascimentale preferita nei restauri del dopoguerra, ma riflette delle trasformazioni due-trecentesche.

Nella scarsella ricavata all’interno della torre restano gli affreschi firmati dal pittore fiorentino Corso di Buono (Cristo tra i Cherubini e il miracolo di San Giovanni Evangelista), mentre all’ingresso si notano due tempietti gotici con affreschi di Piero di Chellino (Storie di San Nicola) sovrapposti ad una precedente decorazione parietale (coordinata con quella di Corso).

Sulla parete sinistra si apriva un portalino centinato con ghiera in laterizio scolpito (a crudo) a triangoli inseguiti, inserito in quella che doveva essere la faccia esterna di un altro edificio, inglobato nel prolungamento occidentale della chiesa.

Il degrado dell’edificio iniziò nel 1785, quando sia Pietro Leopoldo, che l’arcivescovo Martini, ne intimarono l’abbandono per motivi di sicurezza, trasferendo il titolo priorale e tutti gli arredi nella chiesa cittadina di San Nicolò appositamente ceduta dai frati domenicani di Santa Maria Novella.

L’edificio, rinnovato, assommò, nel 1789, anche i titoli della soppressa pieve dei santi Ippolito e Cassiano ormai troppo distaccata dal centro cittadino. La vecchia pieve pervenne ad una confraternita dedicata a San Lorenzo, da cui l’attuale denominazione – a cui seguì il patronato della Famiglia Frescobaldi.

Museo Archeologico e della Ceramica di Montelupo

Inaugurato nel 1983 nell'ex Palazzo Pretorio, il Museo Montelupo Archeologico raccoglie la produzione locale di maiolica dal XIV secolo alla fine del XVIII, oltre ad un’ampia collezione di ceramiche italiche e di area mediterranea. Nel Museo sono esposti e descritti i reperti archeologici del territorio, dalla Preistoria alla fine del Medioevo.

Il Museo Montelupo è un importante centro di ricerca per le ceramiche classiche. Offre una vasta gamma di iniziative rivolte alla scuola, attività di manipolazione, documentazione e audiovisivi.

La sezione ceramica è allestita su due piani. Gli oltre 3000 reperti restaurati esposti in 14 sale sono in grado di documentare, l’attività delle botteghe locali dal Medioevo all’Età moderna, e la storia del centro di produzione ceramica del Rinascimento Fiorentino.

La sezione del territorio presenta reperti trovati nell’area della Toscana centrale dal Paleolitico alla colonizzazione romana, tra cui oggetti di origine cipriota, etrusca, greca, romana e di altre civiltà italiche e mediterranee.

Il Museo Montelupo svolge una intensa e continua attività didattica che si compone dei seguenti servizi: visite guidate, programmi di studio anche personalizzati su tematiche della storia, dell’arte, della ceramica e della archeologia, attraverso l’uso di un’ampia documentazione bibliografica e filmata; corsi per gli insegnanti; laboratorio di manipolazione.

Il Museo Montelupo è primariamente un istituto di ricerca che si occupa di storia e di archeologia della ceramica. Nell’ambito del Museo operano il Centro studi sulla ceramica postclassica italiana, il Laboratorio di restauro per le ceramiche postclassiche, il Laboratorio di ricerche archeometriche sulla ceramica antica, il Centro di documentazione per l'arte e la ceramica contemporanea di Montelupo.

Domenica 26 febbraio: Monterotondo Marittimo e Il Parco delle Biancane.


Sperduto  nelle  Colline  Metallifere  e nascosto  tra boschi  di castagni,  esiste  un  piccolo angolo di paradiso, molto poco conosciuto: Monterotondo Marittimo.

Le case in pietra di questo piccolo borgo medioevale, arroccato su un colle, si vedono da lontano ma, più che per l’antica rocca, di cui del resto esistono oggi solo dei ruderi, questa zona è famosa per un paesaggio unico al mondo, che esercita sul visitatore un fascino particolare, sorprendendolo con uno spettacolo di rara bellezza: Il Parco delle Biancane.
Il terreno qui emana calore, l’aria è impregnata di zolfo e colonne di vapore si dissolvono nell’aria mentre lo sguardo è attratto dai colori insoliti delle rocce e della vegetazione con fenomeni stupefacenti di solfatare e fumarole, di geyser e mofete e soffioni boraciferi. Il calore del luogo, favorisce poi la presenza di specie vegetali inconsuete a questa altitudine come la sughera e l’erica ed Il silenzio con i colori caldi del paesaggio ed il lento susseguirsi di emissioni di vapore sulfureo che rendono questo luogo estremamente rilassante. Molto bella anche la passeggiata di avvicinamento, lungo un sentiero che si inoltra in lussureggianti boschi di castagno e cerro.

Escursione soft, per tutti. Notazioni storiche:questa zona, conosciuta già dai Romani e dagli Etruschi, che avevano imparato a sfruttare le sue peculiarità geologiche, costruendo rifugi scaldati per l’inverno e bagni termali, preparando medicinali e smalti, commerciando lo zolfo e l’allume, conobbe un periodo di grande sviluppo nel diciannovesimo secolo, con la nascita dell’industria borica a opera di Francesco de Larderel.  Portare la macchina fotografica. Info: Luciano Suggi 0586 406468 o 339 8700530  

la geotermia, come e perche, genesi, storia, utilizzo (con un clic)

Inoltre, alcune informazioni sulla geotermia della zona, prendendo come spunto Larderello, proprio a due passi e che magari potremo visitare in altra occasione:

Larderello e lo sfruttamento del calore geotermico

La cittadina toscana del Larderello è considerata la culla del geotermico perché è qui che nel 1913 entrò in funzione la prima centrale geotermoelettrica al mondo. Grazie alle ricerche condotte al Larderello, l'Italia è stata leader mondiale del settore geotermico fino agli anni '50 e per dimostrare l'importanza che questa fonte energetica ha rivestito per il nostro paese, proprio al Larderello è stato creato il Museo della Geotermia, dedicato alla storia dello sfruttamento del calore terrestre dalle sue origini fino ai giorni nostri.
Larderello si trova al centro di una valle un tempo detta "valle del diavolo" e la sua storia è strettamente intrecciata con quella dell'utilizzo dei fenomeni geotermici della zona. Il nome Larderello deriva infatti da Francesco De Larderel, un francese emigrato all'inizio del 1800 in Italia e che per primo utilizzò il vapore geotermico ad alta temperatura e pressione per ottenere l'acido borico di cui era ricca l'acqua dei lagoni bollenti della valle.

L'invenzione del De Larderel aumentò l'efficienza di estrazione dell'acido borico, sostanza che era utilizzata per la saldatura, in farmacia e la invetriatura delle ceramiche e che veniva importata in Europa unicamente dal Tibet. All'inizio del '900 iniziarono poi i primi esperimenti di produzione dell'elettricità tramite il calore terrestre e nel 1913, dopo solo 9 anni di sperimentazioni, fu messa in funzione la prima centrale geotermoelettrica del mondo (vedi utilizzi dell'energia geotermica).

Il museo e la storia del geotermico
Necessariamente il museo dedica molto spazio alle vicende della valle del diavolo: due plastici, uno del 1860 l'altro degli anni '90, mostrano la trasformazione avvenuta in 150 anni di sviluppo dell'industria chimica al Larderello. Ma poiché proprio al Larderello sono state condotte le prime ricerche sull'energia geotermica, la visita al museo permette di comprendere l'origine della geotermia, la sua crescita tecnico-industriale e l'evoluzione della ricerca in questo settore. Il percorso storico si snoda attraverso l'esposizione di attrezzature originali, una serie di modellini e fotografie che descrivono in che modo i metodi di ricerca e di perforazione si sono evoluti nel tempo e i differenti sistemi di utilizzazione del fluido geotermico per la produzione di elettricità. Per apprezzare meglio la visita è consigliabile partire dal bel video (nella "sala video") dedicato alla storia delle perforazione e ai fenomeni geofisici che rendono un territorio un'area geotermica.

La visita alle installazioni geotermiche

Oltre al museo della geotermia, è possibile visitare alcune installazioni situate nella zona. A poche centinaia di metri dal museo c'è un soffione artificiale che pesca il vapore geotermico a circa 750 metri sottoterra: la temperatura del vapore è di circa 220 °C, la velocità di uscita di circa 400 m/sec e il suo rumore raggiunge i 130 dB. E' anche possibile visitare un vecchio lagone coperto, risalente al 1830, e una delle 14 centrali geotermoelettriche in funzione.

 

Centrale geotermoelettrica
Una centrale geotermoelettrica è un impianto che sfrutta il calore geotermico per produrre energia elettrica. Il calore o fluido geotermico è il vapore dell’acqua fusa dal calore terrestre e trattenuta da strati impermeabili di roccia.
I principali componenti di una centrale geotermoelettrica sono:
· Vapordotti: sono tubi in acciaio inox che trasportano il fluido caldo dal pozzo di estrazione alla centrale.
· Centrale: qui le turbine a vapore trasformano l'energia del vapore in energia meccanica e poi in energia elettrica; dalla centrale escono le tubazioni che riportano i fluidi al sistema di reiniezione ed i conduttori elettrici che portano l'elettricità alla stazione di trasformazione.
· Torre di raffreddamento: è una torre di cemento alta fino a 100 metri che serve a raffreddare l’acqua calda proveniente dal condensatore.
· Pozzi di reiezione: i fluidi estratti sono iniettati di nuovo nel sottosuolo per prevenire eventuali dissesti geologici e per non impoverire i giacimenti.

La valle del diavolo del Larderello
Un tempo la zona del Larderello era detta la “valle del diavolo” per il pesante odore di zolfo e i suggestivi fenomeni naturali: geyser, fumarole, lagoni bollenti. Molti ritengono che Dante si sia immaginato l’Inferno visitando proprio questi luoghi. Oggi l’odore di zolfo e qualche geysers sparso qua e là ricordano le diavolerie del passato, ma le manifestazioni geotermiche si sono progressivamente ridotte in numero e importanza a causa dell’intensa perforazione. Le manifestazioni naturali più rilevanti sono osservabili sulla strada tra Sasso e Monterotondo, dove si trovano ancora alcuni lagoni, sorgenti di acqua calda e fumarole.

 

Utilizzi dell’energia geotermica
L’energia geotermica è stata una delle prime fonti energetiche sfruttate dall’uomo. Già Etruschi e Romani riscaldavano le abitazioni e costruivano complessi termali adoperando l’energia geotermica. Oggi utilizziamo il calore terrestre principalmente per produrre energia elettrica. Si tratta di una fonte energetica pulita perché dal suo sfruttamento non vengono emessi gas inquinanti. L’energia geotermica fornisce circa l’1,7% di tutta l’energia elettrica prodotta in Italia; nel mondo la potenza elettrica da fonte geotermica è attualmente confrontabile con quella ottenuta da biomasse e ben superiore a quella da energia solare ed eolica, rappresentando circa lo 0.3 % della potenza elettrica mondiale.
Il geotermico è sfruttato anche per produrre calore in reti di teleriscaldamento, come Ferrara e Reggio Emilia, dove vengono usati fluidi geotermici a bassa temperatura (80-100 °C). Inoltre l’energia geotermica fornisce calore a un impianto di piscicoltura a Castelnuovo Val di Cecina (Pisa) e a numerose serre in Toscana e Lazio, la più grande delle quali si trova nell’area del Monte Amiata e copre una superficie complessiva di 23 ha.

Lagone coperto
Un lagone coperto, invenzione del De Larderel, era una cupola in muratura costruita sopra un lagone naturale, allo scopo di captare il vapore che fuoriusciva dal lagone stesso a una temperatura di circa 100°-110°C per utilizzarne il calore. Il vapore veniva trasportato tramite una serie tubazioni al di sotto delle caldaie dove il suo calore era usato per far evaporare le acque boriche e far così precipitare i sali borici. Il vecchio e costoso metodo che consisteva nell'alimentare le caldaie con la legna fu abbandonato, con notevole riduzione dei costi dei prodotti borici. Il lagone coperto è stato per molti anni il simbolo dell'industria boracifera e il marchio di fabbrica dei prodotti borici della società “Larderello”.

Le fonti energetiche alternative al petrolio: il calore della terra, genesi, storia e brevi cenni sul suo concreto utilizzo

L'energia pulita
La risorsa geotermica è una fonte naturale di energia pulita. Il calore della terra, insieme al vento, all'acqua e al sole costituisce una delle fonti di energia rinnovabile.
Si tratta quindi di energia inesauribile nel tempo e in grado di contribuire ai nostri crescenti bisogni energetici senza compromettere l'ambiente e le risorse per le generazioni future.
Oggi, in Toscana, la geotermia copre il 25% del fabbisogno energetico ed il centro nevralgico dello sfruttamento è nella zona boracifera di Larderello, dove l'utilizzo della fonte geotermica si è dimostrato praticabile ed efficiente: le centrali geotermiche producono circa 5 miliardi di kWh di energia elettrica, pari al fabbisogno energetico di circa 2 milioni di famiglie italiane. In questo modo vengono risparmiate 1.100.000 tonnellate equivalenti di petrolio ed è possibile evitare l'emissione di 3,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

 

Come nasce la geotermia?
Durante lo sviluppo del nostro pianeta, particolari fenomeni magmatici fecero risalire i magmi fusi in superficie, in determinate zone della Terra, come Larderello. Oggi, in questi luoghi la crosta terrestre è più sottile ed il calore delle rocce del sottosuolo è dieci volte superiore alla media terrestre e difatti, a circa 2Km di profondità, si possono incontrare temperature di 300°C, che solitamente si trovano a 7-8Km.

È questa l'energia geotermica, contenuta sotto forma di calore nelle rocce del sottosuolo.
Per poter utilizzare questo calore del sottosuolo, è necessario un mezzo "di trasporto" che solitamente è l'acqua che circola sotto terra. A contatto con il calore delle rocce, l'acqua  si riscalda e formai serbatoi geotermici, dove l'alta temperatura è mantenuta da uno spesso strato di rocce impermeabili.
Per ottenere energia, vengono prodotte artificialmente - o esistono già naturalmente - delle aperture - "fratture" nel caso siano state create dalla natura - come i pozzi. Nelle manifestazioni naturali una diminuzione di pressione e un'immediata fuoriuscita di acqua calda, sotto forma di vapore dà luogo ai famosi soffioni boraciferi.

 

La storia
Già nel paleolitico fumarole, lagoni, geygers, getti di vapore, sorgenti d'acqua calda ed esalazioni di gas erano noti. Fenomeni suggestivi, attribuiti forse a divinità sotterranee che successivamente vennero utilizzate da Etruschi e Romani soprattutto per le cure termali: vicino Larderello si trovavano due importanti stabilimenti, le Aquas Volaternas e le Aque Populanie.
Il Medioevo rappresentò un periodo di stasi  ma, con l'arrivo dell'anno Mille, anche l'estrazione e l'uso dei prodotti associati alle manifestazioni geotermiche ripresero. Un mercato che divenne fiorente nel Rinascimento, tanto da generare continue dispute tra le varie città toscane per il possesso delle aree termali. All'epoca venivano studiate e applicate le proprietà terapeutiche dell'acido borico - acque, fanghi ed esalazioni gassose - nella cura delle più varie malattie.
Nel 1799 poi, Paolo Mascagni, celebre anatomico, fisiologo e chimico, descriveva il metodo, da lui brevettato, per l'utilizzazione del calore naturale a mezzo di caldaie metalliche interrate in aree di "manifestazioni fumaroliche", e suggeriva la possibilità di utilizzare il calore naturale per l'evaporazione delle acque dei lagoni.
Si dovette però attendere il 1812 per la costituzione di una società che per prima tentasse l'utilizzo industriale dei sali borici delle manifestazioni di Larderello con i metodi proposti da Mascagni, che purtroppo fallì l'esperimento per ragioni organizzative ed economiche.


L'elettricità dal vapore
In seguito, fu Francesco De Larderel ad avviare l'utilizzo industriale dell'acido borico e a fondare l'attuale area industriale e lo stesso paese che ha preso il suo nome: Larderello.
La fabbrica e la vita sociale furono organizzate in funzione dell'attività industriale e nel 1849 De Larderel elaborò il Regolamento Generale nel quale si stabiliva l'organizzazione delle attività lavorative e tutte le altre attività sociali.
Finalmente, nel 1904, il Principe Ginori-Conti riuscì a trasformare la forza del vapore in energia elettrica accendendo cinque lampadine. Undici anni dopo, nel 1915, entrò in esercizio la prima centrale geotermica, la N° 1, con due gruppi da 2570 KW di potenza, con torri di raffreddamento in legno.Da allora la produzione di energia elettrica da vapore endogeno ha avuto un grande sviluppo mettendo in esercizio molte centrali geotermiche e oggi Enel, grazie alla ricerca e all'applicazione di nuove tecniche di esplorazione del sottosuolo ed all'acquisizione di nuovi impianti di perforazione, gestisce in Italia 34 centrali geotermiche (26 delle quali nell'area boracifera tradizionale) per un totale di 700 MW di potenza installata.


Come funziona

Le centrali geotermiche utilizzano il calore delle profondità terrestri. La temperatura interna del nostro pianeta aumenta a mano a mano che si scende verso il centro. Questo aumento della temperatura è detto gradiente geotermico ed è di circa 3°C per ogni cento metri di profondità.
La prima fase consiste nell'individuazione del serbatoio geotermico: il sottosuolo viene investigato mediante apposite prospezioni per valutarne le caratteristiche. Una volta individuato un sito, con un serbatoio geotermico promettente, si passa alla fase di esplorazione profonda. Se i pozzi esplorativi confermano le indicazioni degli studi geoscientifici, si può passare alla fase di utilizzo, mediante i pozzi di produzione/reiniezione e le centrali geotermoelettriche. I limiti di profondità che attualmente è possibile ed economicamente conveniente raggiungere con la perforazione sono di circa 5000 metri. Dai pozzi, il vapore, tramite vapordotti (tubazioni in acciaio coibentato), viene trasportato alla centrale geotermoelettrica per essere immesso nella turbina (una macchina ruotante che trasforma parte del contenuto energetico del vapore in energia meccanica). È poi compito del generatore di corrente, o alternatore, trasformare l'energia meccanica di rotazione della turbina in energia elettrica.
All'uscita della turbina il vapore passa nel condensatore, dove una pioggia di acqua fredda proveniente dalle torri di refrigerazione lo raffredda condensandolo. Una frazione del fluido così ottenuto viene reintrodotta nel sottosuolo mediante appositi pozzi di reiniezione. Il rimanente evapora nelle torri di refrigerazione ed è immesso nell'atmosfera.
La reiniezione permette di mantenere in equilibrio l'ecosistema grazie alla restituzione di parte delle sostanze estratte; inoltre, restituendo parte del fluido, si riesce a prolungare l'efficienza del serbatoio. Dalla centrale geotermoelettrica escono quindi gli acquedotti che portano i fluidi al sistema di reiniezione ed i conduttori elettrici che portano l'elettricità alla stazione di trasformazione.

Itinerario tra i soffioni
"Una raffica repente schiacciava il vapore contro il suolo, lo ricacciava nelle pozze, lo addensava negli anfratti del monte. Tutto si confondeva nella nebbia crassa…".
La frase è tratta dal romanzo "Forse che sì, forse che no" di Gabriele D'Annunzio (1910). Il suo nome, presente sul registro dei visitatori conservato nel Museo, attesta che il Vate visitò Larderello e i suoi lagoni il 29 ottobre 1909.
Il paesaggio in un secolo è cambiato, ma non completamente. L'area conosciuta come la "Valle del diavolo" è ancora caratterizzata dalla presenza di lagoni, piccoli crateri contenenti acqua calda, e di soffioni boraciferi che si sprigionano dal sottosuolo, dando vita a uno scenario lunare, unico in tutta la Penisola.

Un paesaggio "infernale"
ll fascino di questi luoghi è legato all'attività geotermica e alla sue manifestazioni naturali, che hanno caratterizzato  e caratterizzano tuttora, l'intera area boracifera con fumarole, lagoni, geysers. L'attività geotermica ha segnato per secoli quella dell'uomo: qui sorsero le varie fabbriche per l'estrazione dell'acido borico. Con la perforazione di pozzi sempre più profondi, questi sono divenuti le vie preferenziali di risalita dei fluidi: per questo motivo le manifestazioni si sono progressivamente ridotte come numero e come importanza. Rimangono attive solo lungo il fascio di faglie che, nell'area tra Sasso e Monterotondo, mettono a contatto i terreni della copertura impermeabile con quelli del serbatoio. Dal suolo bianco e crepato, quando i soffioni non sono incanalati, si vedono levarsi alla temperatura di 100-200 gradi centigradi, bianchi pennacchi di vapore. In questa zona tra lagoni, sorgenti di acqua calda e fumarole, si trova una rigogliosa vegetazione costituita da arbusti, castagni e sugheri.

La centrale Valle Secolo
I vapordotti attraversano il paesaggio, si inseriscono nel fitto della boscaglia o risplendono al sole circondando campi coltivati, fino ad arrivare ai vari impianti presenti nei pressi di Larderello. Tra questi è possibile visitare la centrale di Valle Secolo, entrata in esercizio nel 1991, ed equipaggiata con due gruppi della potenza nominale di 60 MW ciascuno. Come tutti gli altri impianti geotermici della zona, la centrale di Valle Secolo è ad altissima automazione: infatti non è necessaria la presenza di operatori. Qui, per ridurre l'impatto paesaggistico dell'impianto, sono stati piantati, intorno e all'interno del recinto della centrale, alberi e cespugli da fiore caratteristici del paesaggio toscano: cipressi, pini domestici e lecci.

Il pozzo dimostrativo
Durante il viaggio in questa terra "dantesca" si può anche assistere all'apertura di un soffione del pozzo n.120, non più utilizzato a scopo produttivo. Il vapore che fuoriesce emette un sibilo che aumenta sempre più fino a diventare un rumore assordante, come quello di un motore d'aereo in fase di decollo. Il pozzo, perforato nel 1956 e profondo 740 metri, è rivestito da un tubo in acciaio di diametro 9"5/8 sino alla profondità di 600 metri, ed ha una portata di circa 15 tonnellate l'ora di vapore a 180°C.

Se poi vi interessa la Geotermia ed avete necessità o voglia di approfondire l'argomento, cliccate qui e ...........buona navigazione.

Domenica 12 marzo: sopra la piana di Camaiore, l’anello di Casoli

Una via verde, particolarmente remunerativa dal punto paesaggistico e percorso soft.

Prendendo la strada per Lombrici e Casoli, lasciataci alle spalle la piana di Camaiore, iniziamo a salire e, mano a mano che ci allontaniamo dalla Versilia, la vista inizia a spaziare sulle cime che precedono le Apuane: i monti Prana e Piglione.

La passeggiata inizia proprio fuori le ultima case di Casoli, per un viottolo di campagna che percorreremo fino in fondo, con lo sguardo che va a perdersi sulla sottostante valle, sul mare non lontano e sulle vette dei monti, che lentamente si avvicinano.Tra pascoli verdi e  vegetazione bassa, oltrepassiamo un camminamento artificiale, superiamo uno sperone di roccia e, continuiamo a costeggiare le pendici orientali del m.Matanna, saliamo infine dolcemente nella macchia, tra roccette affioranti e  piante di carpino e leccio. Alla fine, il paesaggio cambia e dinanzi a noi, si aprirà la zona delle grotte, antichi insediamenti del neolitico, avvertiti di questo dallo scroscio di cascatelle d’acqua, estremamente suggestive, che sgorgano dal monte.

Sosta pranzo e quindi ritorno a Casoli per un sentiero interamente in discesa, che accompagna il corso del rio Lombricese, il cui argentino gorgoglio  accompagnerà noi, fino a ritrovare il paese da cui siamo partiti. Durata complessiva itinerario h. 3/3.30, sostanzialmente soft. Portare la macchina fotografica . Info: Luciano Suggi 0586 406468 o 339 8700530

Domenica 26 marzo:  traversata da Farnocchia al rifugio Forte dei Marmi, per la foce di San Rocchino (non effettuata a novembre, per maltempo).

Dal paese di Farnocchia (m.646), il cui abitato risale a prima dell'anno 1000 ed è molto apprezzato per l'aria fresca e pulita derivante dalle ampie vallate di castagneti che lo circondano, ci incamminiamo verso la sella di San Rocchino (m. 801), da cui degradano verso Casoli pendii coltivati, punteggiati di abitazioni.

Stupendi I panorami (con un sol colpo d'occhio, possono essere ammirati i monti più belli delle Apuane - Matanna, Procinto, Forato, Pania Secca, Pania della Croce, Corchia -).

Da San Rocchino poi, risaliremo verso il rifugio Forte dei Marmi, per castagneti e dolci saliscendi, dove faremo sosta, per ritornare in seguito lungo la stessa via dell’andata. Info: 0586 404786 Giovanna Massidda.  

Domenica 9 Aprile: “na tazzurella e cafè!” 

Pomeriggio di studi e piaceri, dedicato all’approfondimento della qualità del caffè ed al suo assaggio, alla conoscenza della filiera del prodotto dalla piantagione alla commercializzazione.

Si parlerà dell’importanza del commercio equo e del perché è necessario comprare nelle botteghe dove si può diventare soggetti di cambiamento e sensibilizzazione delle problematiche nord-sud e non nei supermercati dove si è puri consumatori passivi.

A meta’ pomeriggio e’  prevista una gustosa merenda a base di dolci e  assaggi di caffe’,  con miscele di diverse provenienze poi, a fine serata, sara’ proiettato un video sul commercio equo. Per informazioni e prenotazioni S.Picardi  0586/861138 ore serali  

 RITROVO  DOMENICA 9 APRILE ALLE ORE 15, alla SALA VALDESE  C/O ex cinema ODEON. Interverranno per introdurre il dibattito

Il dott. Renzo Gambaccini, che tratterà  fra l’altro della qualità delle miscele, della pianta del caffè e dei suoi frutti, delle fasi di lavorazioni ed il presidente dell’Ass. ITA-NICA Mauro Rubichi che parlerà della storia del prodotto e delle problematiche della sua commercializzazione con le implicazioni per i paesi produttori ….. A meta’ pomeriggio, come detto prima, e’  prevista una degustazione di dolci e  assaggi di caffe’  diversamente miscelati....... a fine incontro poi, sara’ proiettato un video sul commercio equo. Info e prenotazioni (la sala non è a capienza illimitata): Salvatore Picardi, con diverse opzioni: casa 0586/861138 dopo le 21.00, uff. 0586/867563  o cell 347 3637538.

Domenica 17 Aprile. Pasquetta sulla riviera ligure: Levanto / Monterosso (in treno).

La passeggiata parte da Levanto, ci conduce all'estremità orientale del lungomare e sale verso Punta Mesto e il Semaforo, dove, fatti i primi metri salendo una scalinata, ci  immergeremo nell'ombra della macchia mediterranea.

Il primo tratto è moderatamente impegnativo, ma breve, poi la salita si fa meno sensibile e agevolmente arriviamo ai 313 metri della località detta «Semaforo», per la presenza di un'antica torretta di segnalazione. Dal Semaforo si aprirà un bellissimo panorama su Monterosso e Vernazza, da dove, dopo una sosta ed in discesa, ci porteremo a Monterosso e alla sua spiaggia (il tempo richiesto è di due ore per il primo tratto e di una per il secondo. Note di viaggio: appuntamento alle ore 7.45, davanti alla stazione.

L’orario del treno è: partenza da Livorno alle 8.11 e ritorno da Monterosso alle 17.43…….il biglietto però è meglio farlo qualche giorno prima, essendone già provvisti quando ci ritroviamo. Info 0586 406468 o 339 8700530. 

Martedì 25 aprile: a Genova per Euroflora 2006.

“Fiori simbolo di pace”. E’ il messaggio di Euroflora 2006”, la nona edizione della rassegna quinquennale di piante e fiori che si terrà a Genova dal 21 aprile al 1° maggio prossimi.

Nella Loggia degli Abati dello splendido Palazzo Ducale, saranno esposte composizioni artistiche realizzate utilizzando vari materiali vegetali usati come linee, spazi, colori, per dare vita ad immagini astratte e singolari. Arte floreale allo stato puro, uno spettacolo di grande suggestione, realizzato grazie al concorso di artisti provenienti da tutta l'Italia e che avremo occasione di ammirare, accompagnati da una botanica, esperta erborista.

Info: 0586 404786 Giovanna (ore serali). Nota: è necessario prenotare i biglietti d’ingresso in anticipo e quindi, chi intendesse venire dovrà comunicarlo entro il 15 aprile.

Venerdi 28 aprile: Corso di ceramica. 

Dopo la nostra visita al Museo della Ceramica di Montelupo F.no, ci sono state molte richieste per  sperimentare un laboratorio di manipolazione della creta, imparando a realizzare la propria creatività nel dare vita a vasi e scolpiti, come nelle antiche botteghe artigiane della Montelupo medioevale.

Ci siamo dunque attivati per tenere un corso nella sede di via A.Frank 17, nel mesi di aprile (orario pomeridiano), a partire la 28 e per i quattro venerdi successivi.

Per ogni informazione, contattare Gabriella Morini 0586 424761 o 347 1868767, prenotandosi entro il 15 aprile, poiché la disponibilità di posti è limitata.

Domenica 30 Aprile: erbe, che passione!

Sotto la guida di una botanica, esperta  erborista, la stessa che ci avrà accompagnato a Genova, escursionando in mezzo alle  Colline Livornesi (dal Cisternino fino a Villa Cristina), impareremo a riconoscere e raccogliere le erbe commestibili e curative del nostro territorio. Una scampagnata all’aria aperta che potrà rivelarsi interessante e utile, anche per arricchire ed impreziosire le nostre abilità in cucina.

Info: 0586 404786 Giovanna (ore serali).  

Lunedì 1 Maggio: Sulla via del carbone.

Passeggiata ecologica lungo i sentieri del patrimonio boschivo che circonda il borgo medievale di Sassetta, allestito da vere carbonaie e carbonai che “in diretta” sono impegnati nelle varie fasi di lavorazione: dal trasporto delle legna con i muli, all’allestimento e poi funzionamento delle carbonaie, fino alla spettacolare estrazione del carbone ardente. Il percorso dura circa un’ora e mezza ed inizia un mt.500 dopo Sassetta, all’altezza dell’area pic.nic, sulla sinistra della strada, descrivendo un anello. Precedentemente, un poco prima di quest’area, viene segnalato un altro percorso della stessa durata, intorno al monte Bufalaio, botanico e panoramico, anche questo ad anello.

Possibilità di ristoro anche in loco, nel bosco, aperto dalle ore 12,00: menù del carbonaio a prezzi popolari. Passeggiata soft, per tutti.

Info 0586 406468 o 339 8700530.

6/7 Maggio (in collaborazione con il centro culturale Quercianella): 2 giorni e una notte al Lago Maggiore, con escursione in battello a Isola Bella, visita guidata dell’isola e  alla dimora del Conte Vitaliano Borromeo, monumentale palazzo barocco (1632) con maestosa scenografia dei giardini, che diedero fama all’isola e che ancor oggi documentano gli splendori di un’epoca.Il giorno seguente, altro battello e sosta a Locarno. Nota: il programma completo e dettagliato è visibile sul sito www.silvanamalevolti.it e in ogni caso per informazioni il numero di riferimento è: Silvana Malevolti 339 5440233.

Domenica 14 Maggio : Il monte Lieto per l’anello di Farnocchia, i colori della primavera. Il M.Lieto è una cima delle Apuane meridionali vicinissima al mare, un punto panoramico di prim’ordine, non solo sulla conca di Camaiore e la Versilia ma anche sulle altre vette delle Apuane. In più, se la giornata è tersa, lo sguardo spazia tranquillamente fino al golfo di La Spezia e oltre, distinguendosi molto bene sia la Palmaria che il Tino. L’itinerario, ad anello, parte da Farnocchia, devia verso il Lieto e ridiscende a Farnocchia, con un percorso sul monte Lieto (da decidere sul momento perché è un’oretta di salita impegnativa), oppure girando intorno al monte, finendo proprio sotto il M.Gabberi e quasi interamente nei boschi. Info 0586 406468 o 339 8700530. 

Domenica 21 Maggio: Quercianella walk.

Sgambata lungo la rete dei sentieri intorno a Quercianella, tra la macchia verde di lecci, eriche, corbezzoli e pini  da una parte e l’azzurro del mare in lontananza, ma neanche tanto.

Scoiattoli e  merli e cinciallegre e assioli ci faranno compagnia, oltre naturalmente a moltissime persone, trattandosi di una marcia non competitiva che viene organizzata ogni anno: una semplice e bella passeggiata alla portata di tutti e per la lunghezza che si preferisce.

Per le adesioni: Salvatore Picardi 0586 861138 ore serali.

per le iscrizioni, visto che Agireverde parteciperà come gruppo, vedere sopra: Salvatore Picardi.

Domenica 28 Maggio: Orecchiella.Il Parco occupa l’area appenninica alla sinistra orografica del fiume Serchio, ad una quota compresa tra i 1.000 ed i 2.054 metri s.l.m. del monte Prado, la vetta più elevata della Toscana. Nato spontaneamente per convinzione e partecipazione della popolazione locale, il territorio del Parco è rivestito in buona parte da boschi rigogliosi di faggio, frammisti ad altre latifoglie e conifere, interrotti da radure, praterie e luoghi umidi dove sgorgano abbondanti sorgenti.

L’ escursione attraverserà la parte nord, nella zona di Lamarossa: un esempio significativo di recupero ambientale dove la ricchezza di sorgenti e di pascoli ha creato un ambiente umido eccezionale, sia dal punto di vista delle caratteristiche botaniche, sia per l’acclimatamento e la riproduzione di cervi e caprioli, frequentemente avvistabili in queste zone, rigorosamente protette. La passeggiata è per tutti in quanto chi non volesse fare tutto il percorso, potrà accompagnarci per un tratto e quindi tornare indietro con i bimbi, fermandosi a visitare i recinti con gli orsi ed i cervi, indicati nei percorsi natura.

Info 0586 406468 o 339 8700530. 

2/4  Giugno (in collaborazione con il centro culturale Quercianella): 3 giorni e 2 notti a Foligno e alle Fonti del Clitunno. . All’andata, sosta a Spello, graziosa città dove il tempo pare essersi fermato e visita con guida; nel pomeriggio invece a Foligno, situata in pianura, sulla sinistra del fiume Topino, al centro della valle Umbra. Secondo giorno  a Bevagna, l’antica Mevania che nel corso dei secoli divenne fiorente municipio romano e prospero borgo medievale, di cui conserva ancora il suggestivo aspetto antico. Nel pomeriggio a Montefalco, cittadina della Valle Umbra che domina la piana solcata dal Clitunno e dal Topino e per questo chiamata “la ringhiera dell’Umbria”. Nota: il programma completo e dettagliato è visibile sul sito www.silvanamalevolti.it e in ogni caso, per informazioni, il numero di riferimento è: Silvana Malevolti 339 5440233.  

Domenica 4 Giugno: erbe, che passione!

Riproponiamo l’iniziativa del 30 aprile, rinviata per pioggia

Sotto la guida di una botanica, esperta  erborista, la stessa che ci ha accompagnato a Genova ad Euroflora 2006, camminando per le  Colline Livornesi (dal Cisternino fino a Villa Cristina), andremo a riconoscere e raccogliere le erbe commestibili e curative del nostro territorio. Una scampagnata all’aria aperta (sperando finalmente nel sole) che potrà rivelarsi interessante e utile, anche per arricchire ed impreziosire le nostre abilità in cucina………che magari poi farà comodo, anche per la cena del 24.

Info: 0586 404786 Giovanna (ore serali).

Sabato 24 giugno: cena autogestita, alla Valle Benedetta (alla scuolina).

ritrovo alle ore  18 o giù di lì.

Come consuetudine, ciascuno porta qualcosa e si mette tutto in comune……..e chi non porta nulla, generalmente una cena la rimedia comunque……..però, magari un panino di sicurezza ………portiamocelo, non si sa mai.

E’ un’occasione comunque per stare insieme, per fare il punto della situazione e dirci cosa va, cosa non va nell’ Associazione, come la si vorrebbe, etc.etc.etc………in particolare, essendoci da quest’anno un settore fotografico ben strutturato, verrà proiettato un video con un lavoro sulla fabbrica Delphi, recentemente chiusa a Livorno ed alcuni ex lavoratori della stessa, ci faranno partecipi degli sviluppi della situazione, con particolare riguardo alle prospettive di una ricollocazione lavorativa sul territorio . Coordinatrice della serata sarà Fiorigia (0586 801235  ore serali ) ed a lei dovremo fare riferimento, confermando la nostra presenza.  

 

informativa:

L' assemblea e la cena del 24/06 costituiscono un appuntamento annuale costante di fine stagione, quest'anno però esso assume un valore particolare, in quanto l'Associazione è cresciuta in termini sia di immagine che di qualità delle iniziative, mettendo in campo oltre all'escursionismo ambientale, la ricerca di pratiche di vita come il commercio equo e lo studio della filiera dei prodotti, la conoscenza del territorio antropizzato, per individuarne le emergenze di valore architettonico e naturale ed eliminarle ( vedi l'iniziativa "conoscere per adottare un progetto"), la partecipazione ad alcuni comitati di lotta per una gestione del territorio basata sui principi della sostenibilità e della pace (no al gas off-shore, no a camp-darby, acqua bene essenziale) etc.etc.etc.

URGE però una crescita anche  in termini di organizzazione e di collegialità di gestione ed ecco allora che nella nostra assemblea si vorrà varare e sottoporre a tutti i soci un programma annuale di iniziative, che saranno poi concretizzate e dettagliate nel periodo di attuazione.

Per la prima volta tuttavia, vorremmo associare l'iniziativa e la sua proposta con la persona che la gestirà, in modo da favorire nel contempo una collaborazione attiva di altri soci, che vorrebbero esserlo ma non sanno come……. In linea di massima i membri del direttivo saranno sempre a proporre e coordinare ma chi vuole, potrà trovare ampio ed interessante spazio.

Per finire, resta ancora da dire che, durante l'assemblea, si potranno anche portare idee nuove e programmarle e stabilire quale quota del programma sarà destinata alle escursioni ambientali, quale ad iniziative di informazione sui comitati e quale infine alle pratiche e alle iniziative di carattere etico (-fa la cosa giusta-).

Durante la cena verrà inoltre estratta a sorte una lotteria, con il pacco dono vinto e messo a disposizione dai 15 marciatori della Quercianella walk di A.V. del 21 maggio.

 

Un cordiale arrivederci al 24, allora!

Domenica 2 luglio: in barca a vela, per avvistare delfini e balene

 

CE.TU.S. con sede a Viareggio è il primo Centro in Toscana per l'osservazione e lo studio di delfini e balene e nasce con lo scopo di attivare un programma di didattica e ricerca sui mammiferi marini, per realizzarne il censimento e divulgare materiale loro inerente. Si avvale di figure professionali eterogenee, specialiste in settori quali la biologia marina, l’ingegneria acustica e l’informatica e collabora attivamente con I.C.R.A.M ( l'Istituto che dal Ministero dell'Ambiente ha ottenuto la regolamentazione per le attività del Santuario), fornendo informazioni per la banca dati dell'ONG, che si occupa delle specie marine protette. Pensando di fare cosa gradita agli associati, nel proporre un itinerario escursionistico/culturale insolito, abbiamo preso contatto con il Centro e ci siamo fatti dettagliare il programma dell’iniziativa:  Partenza da Viareggio, rotta verso il Santuario dei Cetacei su imbarcazioni a vela da 18 mt , in compagnia di Biologi marini, uscita di avvistamento per imparare a conoscere stenelle, globicefali, balenottere e capodogli.

Avvertenza: il costo dell’iniziativa, richiestoci da Centro, è di €.60 a persona (bambini €.50) e sarà necessario avere prenotazioni e saldo entro domenica 18 giugno, per un massimo di 10 adesioni.

Chi fosse interessato, dovrà contattare Gabriella Morini ( 0586 424761 o 347 1868767).   0586 424761 o 347 1868767).  

Agireverde, ecologia e diritti da liberare:                                                

una tre giorni di fotoproiezioni naturalistiche, mostra fotografica, esposizione di artigianato equo e solidale e documentari conoscitivi sul “mercato della banana”, con particolare attenzione alle condizioni di lavoro ed ambientali nelle piantagioni dell’Equador, come allo sfruttamento ed all’assenza di futuro per “i bananeros”.

Agire Verde nell’ambito di un programma annuale, scaturito dalla decisione dell’assemblea degli iscritti, condiviso  e che tenga conto anche e soprattutto delle proposte degli associati, ha inteso mettere in calendario tutta una serie di iniziative, che si basino su una stretta collaborazione con altre Associazioni o gruppi, sempre rimanendo entro le proprie linee guida:

Questa la prima di tali iniziative :

8/9/10 settembre: c/o il Centro Socio culturale di Quercianella, via Nardini 8,  nella piazzetta. Esposizioni e mostre dalle h.18.30, proiezioni h.21.15.

Programma:

Venerdi 8 settembre: fotoproiezione (h.21.15) di Sergio Casini su “La farfalla Zerynthia Polyxena, un gioiello della natura”, preceduta da una breve introduzione sul delicato equilibrio  necessario all’ambiente per sopravvivere, visto attraverso il mondo degli insetti.  

Per vedere se già la conoscete: un clic!

Sabato 9 settembre: documentario dell’Associazione Italia Nicaragua (h.21.15) sulle piantagioni di banane, con informazione sulla situazione del mercato internazionale e sull'alternativa offerta dal commercio equo e solidale. (vedere articolo sulla questione: cliccare qui)

Domenica 10 settembre: mostra mercato dei prodotti “equo e solidale”, dell’artigianato etnico, mostra fotografica del circolo Delphi e dei soci Agireverde, su  paesaggio e ambiente ed ecologia, presentazione del programma annuale dell’Associazione Agireverde.

All’iniziativa “Ecologia e Diritti da liberare”, hanno collaborato il Centro  Socio Culturale di Quercianella (v.Nardini 8), l’Associazione Italia Nicaragua,  il circolo fotografico Delphi e i soci Agireverde, oltre a Sergio Casini.

info: 0586 461138 Salvatore Picardi (ore serali)

importante: se siete interessati ad approfondire i temi del mercato alternativo  possibile, invece di quello creato dallo strapotere ed dallo sfruttamente delle multinazionali dei più differenti settori, alimentari e non...........vi indirizziamo a www.altromercato.it

Banana, bananeros e multinazionali

La banana è il frutto tropicale più diffuso in Europa e nel resto del mondo. Le banane, per il contenuto di sali minerali, sono consigliate nell’alimentazione di bambini ed anziani, e anche degli sportivi. In generale fanno bene a tutti. Questo abbiamo imparato perché questo ci hanno insegnato. Quello che forse non tutti sappiamo è cosa accade al giallo frutto dalla sua nascita lungo il tragitto che lo porta sulle nostre tavole.

La piantagione

Condizioni di lavoro ed ambientali nella piantagione di banane: sfruttamento e assenza di futuro

Nelle piantagioni di banane le condizioni ambientali e di lavoro sono generalmente molto difficili.
Il frutto è molto vulnerabile, esposto a ogni sorta di malattia e viene trattato con largo uso di prodotti chimici.

Non appena il futuro casco di banane accenna a svilupparsi sulla pianta viene rinchiuso in un sacco di plastica generalmente impregnato di pesticidi. E’ lì dentro che cresce il frutto.
I sacchi utilizzati vengono spesso lasciati a terra o ammucchiati e dispersi nell’ambiente.
L’azione e i residui di queste sostanze inquinano le falde acquifere e degradano drasticamente il terreno.
Dopo alcuni anni le piantagioni vengono abbandonate perché il terreno è diventato infruttifero.

Le piantagioni vengono regolarmente irrorate da piccoli aeroplani che spargono i disinfestanti.
E’ molto dannoso per la salute dei lavoratori che vengono quotidianamente in contatto con sostanze nocive. Gli insetticidi e i pesticidi impiegati sono talmente potenti che il più delle volte si tratta di prodotti vietati nei paesi importatori di banane.

I lavoratori nella stragrande maggioranza dei casi non conoscono i rischi che corrono oppure tacciono per non perdere il pur precario posto di lavoro.
Nelle imprese bananiere nella maggioranza dei casi non esiste alcuna tutela dei diritti dei lavoratori.
Si lavora a giornata, senza contratto, senza assicurazioni di infortunio o di malattia, senza ferie e senza diritti pensionistici. La precarietà è il metro per misurare il lavoro.

Quasi sempre le donne, a parità di orario, ricevono un salario inferiore poiché il lavoro è considerato meno faticoso di quello svolto dagli uomini.
Le condizioni di lavoro sono mediamente queste: 10 ore lavorative al giorno con brevissime pause;  nessuna o scarsissime tutele a favore della maternità.
Impegnate tutto il giorno con il lavaggio, la cernita, l’applicazione di adesivi e il confezionamento delle banane, la loro pelle a lungo termine viene intaccata dalle sostanze nocive presenti nelle bucce dei frutti.

Negli ultimi 40 anni è accaduto spesso che i tentativi di autorganizzazione sindacale siano stati repressi: licenziamenti improvvisi, minacce. E anche morti. A volte è successo che la multinazionale abbia compiuto l’atto estremo di rappresaglia verso i lavoratori: l’abbandono della piantagione che lasciava centinaia e centinaia di persone in mezzo ad una strada, da un giorno all’altro.

Il sindacato dei lavoratori bananieri ora esiste, ne esiste più d’uno ma la fatica a penetrare tra i lavoratori capillarmente è immensa. Non c’è disponibilità da parte delle aziende.
Le imprese realizzano quindi enormi guadagni a discapito dei lavoratori e dell'ambiente.
I sindacati dei lavoratori rivendicano il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Le cifre d'affari di alcune imprese possono superare il budget di molti stati di paesi in via di sviluppo nei quali sono impiantate.

Il mercato mondiale

Chi controlla la banana (e chi ci guadagna)

La gran parte del commercio mondiale della banana è controllato da cinque imprese multinazionali:
CHIQUITA 26% (USA)
DOLE 25% (USA)
DEL MONTE 15% (USA-Mexico)
FYFFES 8% (Irlanda)  
NOBOA 8% (Ecuador)

Chiquita, Dole e Del Monte controllano più del 50% del mercato europeo.
Possiedono grandi piantagioni, la cui superficie può arrivare a 500.000 ettari in America Latina.

L'80% delle esportazioni mondiali delle banane provengono proprio dall'America Latina: Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama, Venezuela.
Per gli storici rapporti di questi gruppi multinazionali con gli Stati uniti, le banane provenienti dall’America latina si chiamano in gergo dollar banana.

 

La banana equa e solidale

Da alcuni anni il commercio equo e solidale sta sperimentando una filiera in cui siano i diritti - di chi lavora e dell'ambiente- il centro della produzione e della dsitribuzione.

Nel 1996 è nata in Olanda Agrofair con l’obiettivo di importare e distribuire le banane equo solidali in Europa.
Agrofair, per la prima volta nella storia economica della banana, coinvolgeva direttamente i produttori al 50%, proprietari della società stessa. Il resto è affidato a Organizzazioni Non Governative e operanti nel campo della solidarietà internazionale e del commercio equo e solidale. Ctm altromercato è tra i soci di Agrofair.  

Negli anni precedenti alla costituzione di Agrofair i gruppi che poi le diedero vita avevano costruito insieme il progetto: offrire una banana che rispettasse l’ambiente, i lavoratori, i consumatori operando attraverso la gestione di tutta la filiera, sganciandosi dalle regole imposte dal mercato che penalizzavano soprattutto i piccoli produttori negandogli di fatto l’accesso al mercato

I principali criteri di commercio equo per le banane sono:

il pagamento di un prezzo equo ai piccoli produttori
questo prezzo può arrivare fino a 6 volte quanto pagato dagli intermediari locali e non può comunque mai scendere sotto un minimo prefissato;

la garanzia di salari equi e buone condizioni di lavoro per i lavoratori nelle piantagioni (i luoghi, i macchinari e le dotazioni degli strumenti di lavoro devono essere sicuri e non comportare alcun rischio per la salute del lavoratore);

la tutela del diritto dei lavoratori ad aderire o formare organizzazioni sindacali e a redigere proprie costituzioni e regole, eleggere propri rappresentanti e formulare propri programmi;

la pratica di un’agricoltura sostenibile che limiti l’uso di pesticidi chimici e che contribuisca a proteggere e rispettare l’ambiente naturale;

il non utilizzo di manodopera infantile nella misura in cui il lavoro metta a rischio l’educazione del minore e comunque in ogni caso in cui la funzione possa rivelarsi pericolosa per la sua salute in relazione all’età;

il pagamento del fair trade premium (di 1,75 dollari a cartone di 18,14kg) che sostiene lo sviluppo delle comunità attraverso il finanziamento di strutture quali scuole e assistenza medica di base, così come programmi per il miglioramento della qualità e la conversione al biologico;

la costruzione tra importatori e produttori di relazioni stabili e di lungo termine nelle quali gli interessi e i diritti di entrambi siano garantiti.

Il prezzo

Le banane altromercato del commercio equo e solidale garantiscono piena trasparenza: nella filiera produttiva e nel prezzo

A fine 2003 il prezzo ufficiale fissato dal governo in Ecuador per un cartone di banane, che pesa 18 chilogrammi,  era di 2,6 dollari.
Ma i produttori nel corso del 2003 ricevevano un prezzo che variava da 1 a 3 dollari. Si può quindi dire che nel 2003 il prezzo di mercato di un cartone di banane in Ecuador era in media di 2 dollari.
I costi sostenuti dal produttore per un cartone di banane sono di circa 3 dollari, quindi il produttore rischia di perderci parecchio. E altrettanto toccherà al bracciante che lavora nella piantagione.
Nello stesso periodo in Italia una banana proveniente da quelle zone costava di media in un negozio di frutta e verdura circa 50 centesimi di euro che corrispondo a circa mezzo dollaro!

Cosa cambia con il commercio equo?
Ctm paga alla cooperativa di piccoli produttori El Guabo in Ecuador il prezzo equo di 7 dollari a cartone per le banane a lotta integrata e 9 dollari per quelle provenienti da agricoltura biologica. A sua volta El Guabo paga i produttori soci una settimana dopo l’imbarco della nave dal porto di Machala.
Di questo prezzo, il piccolo produttore socio di El Guabo, riceve direttamente 4 dollari a cartone per banane di lotta integrata e 6 dollari per quelle bio, escluso il costo del cartone ed altri materiali d´imballaggio (sacchetto di plastica, bollini, ecc.), che invece viene sostenuto da El Guabo direttamente. Inoltre il singolo socio beneficia, come tutta la comunità, di altri investimenti sociali ed ambientali.
Inoltre il consumatore può leggere tra le righe del prezzo che paga quando acquista la banana poiché Ctm altromercato pratica il prezzo trasparente

In allegato lo schema del prezzo trasparente delle banane altromercato

                    

Le proposte concrete della campagna

Le proposte della campagna Diritti che parlano: la petizione, la cartolina, l'informazione

Ognuno di noi può fare da subito qualcosa per contribuire a liberare i diritti, a regolare i mercati.
La campagna Diritti che parlano propone alle cittadine e ai cittadini di:

a) firmare la petizione che chiede agli enti pubblici, alle università, alle amministrazioni comunali di promuovere momenti di informazione sulla situazione del mercato internazionale e sull'alternativa offerta dal commercio equo e solidale. Si chiede inoltre di inserire le banane eque e solidali nelle mense gestite dagli enti citati. (in allegato fac simile petizione, per consulatarne i contenuti)

b) compilare la cartolina rivolta alle scuole, che chiede la realizzazione di momenti di sensibilizzazione  inseriti nei percorsi didattici  e di inserire le banane e altri prodotti del commercio equo nelle mense scolastiche. (in allegato fac simile cartolina per consultazione)

c) approfondire l'informazione sulle tematiche legate al complesso mondo delle banane Ctm altromercato ha curato la pubblicazione (disponibile nelle Botteghe del Mondo):
"Casco bene. Scenari attuali e percorsi solidali per liberare i diritti, per regolare i mercati" ed. altromercato, 2005 (a cura di d. marani e s. lorigliola)

Troverete la petizione, la cartolina, le informazioni  in ogni Bottega del Mondo aderente alla campagna  

La polissena è una delle nostre specie più belle e localizzate. La livrea delle ali si presenta di colore avorio screziata di nero mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il margine inferiore delle ali posteriori. Vola tra aprile e maggio nelle praterie e negli ambienti rocciosi dalla pianura fino a circa 900 metri di quota.

Ovviamente è solo per darvi un’indicazione sul tema della serata…… per ogni informazione e curiosità……..a venerdi sera, vi aspettiamo!

 

nuovo programma, in fase di studio:

Quest’anno Agire Verde ha voluto un programma annuale, scaturito dalla decisione dell’assemblea degli iscritti, tenutasi in giugno, che fosse condiviso  e tenesse conto anche e soprattutto delle proposte degli associati.

Un programma insomma, che potesse permettere un aumento di partecipazione attiva degli associati e che potesse anche responsabilizzarli  in “un’ottica di gestione dalla base”.

Le iniziative verranno inquadrate secondo il seguente schema di riferimento:

·        1- Attività escursionistiche-ambientali e di conoscenza dell’ambiente naturale;

·        2- Emergenze architettoniche : “conoscere il territorio per adottare un progetto”;

·        3- Contributo e partecipazione ai comitati ed alle lotte sul territorio livornese;

·        4- Alimentazione corretta:visite ad aziende biologiche di prodotti locali;

·        5- Fa la cosa giusta: il commercio equo, le reti g.a.s., le prassi alternative.

A Campocecina, Intorno al rifugio Carrara.

per un comodo sentiero, in boschi di faggio, tra panorami marini che si aprono sul mar Ligure e cime rocciose e cave di marmo tutto intorno. 

L'antico borgo di Castelvecchio: il medioevo in Toscana.

Su una rupe isolata, delimitata da due torrenti, nel territorio di San Gemignano, alla ricerca di un insediamento fortificato medioevale, solo recentemente sottratto alla selva e tutt'ora oggetto di scavi e studio.

Da Ameglia a Barbazzano, tra antiche memorie e panorami marini.

Nel Parco di Montemarcello Magra, una passeggiata verso le antiche memorie di un borgo fortificato dell'anno mille e le spiagge di Fiascherino, incantevole fonte di ispirazione per i poeti romantici inglesi di fine '800.

La Cinta Senese: il maiale d.o.p.

Escursione naturalistica, con visita ad un allevamento di questa razza di maiali, originaria del contado di Siena, nota a tutti come " il maiale dal colletto" e che vive, cibandosi di ghiande, radici, tuberi e tartufi, allo stato semibrado in ampi spazi boscosi.

In canoa sull'Ombrone, nel Parco della Maremma.

Una visita inconsueta nel cuore del Parco Naturale della Maremma , percorrendo una via fluviale di particolare suggestione, dove, pagaiando dolcemente e scendendo verso la foce, potremo ammirare le famose "vacche maremmane" al pascolo, i cavalli allo stato brado e una quantità infinita di uccelli marini, tra cui l'airone, il martin pescatore.….

Parco dell’Uccellina: le zone all’interno.

Una catena di colline, impervia e selvaggia, che discende verso il mare, con spiagge sabbiose e scogliere e circondata da paludi, pinete, campi coltivati e pascoli. Questo il territorio del Parco dell’Uccellina  che andremo ad esplorare nella parte più interna, dopo aver già disceso l’Ombrone con l’escursione fluviale: da Alberese a San Rabano, una passeggiata tra pinete e boschi di macchia mediterranea.

Padule Orti Bottegone.

Paludi salmastre e uno stagno d’acqua dolce, lungo la fascia costiera della Val di Cornia. Visita e birdwatching.

In carrozza nella tenuta di San Rossore.
Un  modo  diverso di  scoprire il  Parco  Naturale di  San Rossore per itinerari non visitabili altrimenti,  alla scoperta  di  ambienti e  habitat naturali per daini,  cinghiali,  volpi,  uccelli marini,  cormorani, etc,etc, attraverso aree agricole, allevamenti bradi, boschi di latifoglie e di conifere.

Visita ad un’azienda biologica, produttrice di passata di pomodoro.

L’azienda, nel comprensorio cecinese, ci permetterà di conoscere la filiera produttiva del pomodoro ed un esperto ci illustrerà le caratteristiche del pomodoro, sia in termini di qualità che di degustazione, particolare attenzione sarà anche riservata al sistema di produzione e di raccolta.

Gita all’ isola di Pianosa .

Una due giorni, con pernottamento all’Elba ed escursione sull’isola, insieme ad accompagnatori del parco dell’arcipelago toscano. Un esempio di turismo sostenibile.

Acqua risorsa non rinnovabile e patrimonio comune: una giornata di iniziativa sulle lotte intorno all’acqua, sia a livello mondiale che locale, insieme al comitato per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Per comprendere pienamente l’importanza di non abbandonare al privato una risorsa talmente importante e strategica..

Camp Darby: una risorsa per il territorio.

Una giornata di iniziativa, di studio e ricerca, con presentazione di fotografie sul tema “ tra Livorno e Pisa”, insieme al comitato cui abbiamo aderito. La riflessione verrà sviluppata a partire da un punto di vista urbanistico-geografico ( le potenzialità del territorio, occupato dalla base americana, in ipotesi di riconversione civile).

Oasi di Massaciuccoli, visita guidata in barchino , all’interno dei canneti.

Andremo alla ricerca dell’avifauna dell’Oasi, con osservazioni ornitologiche, guidate da esperti, da sopra dei barchini e all’interno dei canneti del lago.

In barca a vela nel Santuario dei cetacei.

Coordinandoci con CE.TU.S., il primo Centro in Toscana per l'osservazione e lo studio di delfini e balene, proporremo una giornata di insolito escursionismo marino: insieme ai biologi marini del centro ad avvistare e conoscere stenelle, globicefali, balenottere e capodogli.

Il formaggio biologico e la selezione naturale nell’allevamento animale:

Un allevamento di mucche nella campagna di Terricciola. Visita guidata della fattoria e dell'annesso caseificio, con particolare riguardo sia alle metodiche di allevamento che ai processi di lavorazione dei formaggi.

Il Mugello , un territorio da scoprire: il Lago di Bilancino.

Grazie ad una buona diversificazione di habitat e alla posizione geografica particolarmente favorevole, l’Oasi manifesta le caratteristiche ideali per divenire un ambiente di grande importanza naturalistica e punto di passo per l’avifauna migratrice. Un’occasione per conoscere gli ambienti umidi e apprezzarne le bellezze botaniche e faunistiche,

Il lago di Santa Luce.

Immerso fra brulle colline e coltivi, luccica come una gemma preziosa, incorniciata dal verde lussureggiante dei boschetti di salice, tamerice, robinia ed olmo ed è punto importante di sosta, nel periodo migratorio, per uccelli rapaci stanziali o di passo come il Gheppio, la Poiana, il Falco pellegrino, il Falco pescatore, il Falco di palude e l’Albanella reale. La visita sarà accompagnata da un’esperta erborista e sarà anche un’ottima occasione per il birdwatching.

Castagnata a Capriglia.

Un facile trekking nei castagneti sopra Pietrasanta, tra il mare della Versilia ad ovest e le cime dei monti apuani ad est.  Pranzo alla brace e castagne raccolte nei boschi intorno.

Dal passo Fordazzani a Campanice.

Campanice era l’alpeggio del paese di Terrinca, posto su un importante ed antico percorso di transumanza, è caratterizzato dalla smisurata disponibilità di legname e di praterie adibite a pascolo. Oggi il paese è abbandonato ed in rovina, ma ben visibili sono i ruderi di un antico convento. Ci arriveremo nel periodo della fioritura delle giunchiglie, risalendo il corso di un ruscello in una rigogliosa faggeta. 

ps: le date saranno comunicate con i notiziari informativi bimestrali o su questo stesso link, appena sarà definita nei dettagli ogni iniziativa, comunque anche in questo caso bimestralmente. 

date e referenti delle nostre prossime iniziative:

Domenica 24 settembre: rimandata al 29.10 

IL FORMAGGIO BIOLOGICO E LA SELEZIONE NATURALE NELL’ALLEVAMENTO ANIMALE. VISITA AD UN ALLEVAMENTO BOVINO NELLA CAMPAGNA DI TERRICCIOLA.

Tra Selvatelle e Terricciola, andremo a visitare un'azienda agricola che si pregia di produrre ottimi formaggi con metodo biologico. Alimentate con  foraggi propri dell'azienda e allevate allo stato semi brado, quindi non sottoposte a stress psico-fisici particolari, le mucche della fattoria  sono selezionate per fornire buonissimo latte, proprio perché cresciute in modo sano e secondo i criteri della selezione naturale. La giornata sarà dedicata alla visita della fattoria e dell'annesso caseificio, con particolare riguardo sia alle metodiche di allevamento che ai processi di lavorazione per la produzione dei formaggi (chi lo desidera potrà prenotare un pranzetto rustico in loco - quota €.5-, però, essendoci stato raccomandato di non essere più di 30, vi preghiamo di comunicare per tempo la vostra partecipazione.

Info: Maria Luisa Bonanno, Antonio Careddu, Gabriella Morini (0586 424761 ore serali, oppure 347 1868767) oppure 338 3261176 oppure 338 3261176

Domenica 8 ottobre: IN CARROZZA NELLA TENUTA DI SAN ROSSORE

Un  modo  diverso di  scoprire il  Parco  Naturale di  San Rossore per itinerari non visitabili altrimenti,  alla scoperta  di  ambienti e  habitat naturali per daini,  cinghiali,  volpi,  uccelli marini,  cormorani, etc,etc, attraverso aree agricole, allevamenti bradi, boschi di latifoglie e di conifere. L’andare in carrozza è l’idea, tuttavia, essendo stata pensata come iniziativa adatta anche ai bambini e alle famiglie, per limitarne il costo effettueremo una contrattazione sull’ingresso al Parco, soprattutto per non far pagare i bambini, sarà però necessario essere almeno 20 e quindi prenotare come gruppo. Se venite dunque, prenotatevi a Fiorigia almeno una settimana prima.

Info: Fiorigia Beverelli 0586 801235 (ore serali)  

Domenica 22 ottobre: CASTAGNATA A CAPRIGLIA

Un facile trekking nei castagneti sopra Pietrasanta, tra il mare della Versilia ad ovest e le cime dei monti apuani ad est.  Pranzo alla brace e castagne raccolte nei boschi intorno. Non occorre altro per descrivere una tranquilla e bella giornata, indaffarati in attività piacevoli. Anche questa iniziativa, adattissima alle famiglie.

Info: Giovanna Massidda (ore serali) 0586 404786  

Domenica 29 ottobre: riproposizione della iniziativa del 24 settembre

Domenica 5 novembre. INTORNO AL RIFUGIO CARRARA A CAMPOCECINA: NEI BOSCHI DI FAGGIO TRA SPLENDIDI PANORAMI MARINI E MONTANI

Un percorso che si sviluppa quasi per intero all'ombra dei faggi su un comodo sentiero che si affaccia sulle ben più scoscese e ripide cime Apuane della zona. Enormi pareti a strapiombo, cime rocciose e cave di marmo si susseguono attorno a noi ( Pizzo d'Uccello, Pisanino, Sagro, Borla, Cresta Nattapiana, Cavallo etc.etc.), dandoci l'idea della forza selvaggia di questi luoghi ma, "appena voltato l'angolo".........ecco invece gli affascinanti paesaggi marini della Liguria, che spaziano sul promontorio di Punta  Corvo a Montemarcello prima, su quello di Portovenere poi ed ancora oltre, almeno fin dove lo sguardo può arrivare nelle giornate terse. L’intero percorso richiederà 3 / 4 ore ed è abbastanza semplice. 

Info: Luciano Suggi 0586 406468 ore serali oppure 339 8700530

12 novembre: la rocca di San Silvestro e la miniera del Temperino

Dal periodo etrusco e fino ad un recente passato, l’uomo ha perforato le rocce del Campigliese per l’estrazione dei minerali pregiati, l’inizio di un ciclo produttivo che si concludeva con la trasformazione del minerale in metallo. Il Parco di San Silvestro è nato proprio per proteggere e far conoscere uno straordinario archivio archeologico all’aperto: un suggestivo itinerario sotterraneo all’interno di una galleria mineraria ed un villaggio medioevale di minatori, perfettamente conservato. Prenotazione necessaria fino ad esaurimento disponibilità, nella settimana precedente l’evento.

La giornata, in linea di massima, prevede la visita alla rocca medioevale la mattina e alle miniere (con il trenino), nel pomeriggio Info: Fiorigia Beverelli 0586 801235 (ore serali) . 

10/12 novembre: Fine settimana micologico sull’Amiata

Questa iniziativa non è gestita da noi e però, conoscendo bene l’amabilità e la competenza della Cooperativa che gestisce la struttura (rivolgetevi a Renato Scapigliati), essendoci già stati ed essendo la riserva naturale del Pigelleto un luogo incantevole, non abbiamo incertezze nel consigliarla. Si tratta di una proposta aperta a gruppi micologici o a singoli appassionati, interessati a trascorrere un fine settimana sull’Amiata alla scoperta dei suoi boschi e delle diverse specie di funghi presenti.

I partecipanti saranno accompagnati, durante le loro uscite, da personale qualificato con esperienza nel campo della micologia. 

questo il programma:

Periodo 10-12 Novembre
Località: Riserva Naturale del Pigelleto

La proposta è aperta a gruppi micologici o a singoli appassionati interessati a trascorrere un fine settimana sull’Amiata alla scoperta dei suoi boschi e delle diverse specie di funghi presenti.

I partecipanti saranno accompagnati, durante le loro uscite, da personale qualificato con esperienza nel campo della micologia.

La struttura di appoggio è il Centro Visite e Rifugio Escursionistico “La Direzione” (www.abiesalba.com), immerso nel verde di una meravigliosa Riserva Naturale, attrezzato con aule e laboratori dove poter classificare il materiale raccolto.  

Venerdì 10 Novembre

.arrivo dei partecipanti presso il Rifugio nel tardo pomeriggio

.cena

.presentazione delle uscite che si andranno ad affrontare nelle giornate successive

Sabato 11 Novembre

. colazione

. eventuale presenza dei partecipanti che non sono potuti arrivare la sera prima, e partenza per il bosco accompagnati da esperti della

zona.

. pranzo al sacco preparato dalla struttura

. ritorno nel pomeriggio

.cena

.classificazione delle specie raccolte

  Domenica 12 Novembre

.colazione

.partenza per il bosco accompagnati da esperti della zona.

.rientro per il pranzo

.nel pomeriggio classificazione delle specie raccolte, incontro con gli appassionati del posto

.partenza

costi:

€ 100,00 a persona per tutto il programma

€ 65,00 a persona per chi partecipa dal sabato mattina

€ 40 per chi non usufruisce dei servizi della struttura

Per coloro che non vogliono alloggiare presso il Rifugio, possiamo proporre altre alternative, modulando i prezzi del pacchetto.

Per ogni informazione, rivolgetevi a Renato Scapigliati a nome di Agireverde Livorno, anche se ci andate singolarmente.

 E-mail info@abiesalba.com - http://www.abiesalba.com

 Tel.0577-78.80.04 – Fax.0577-78.82.14

Abies Alba Soc. Coop. arl Vicolo del Castello 14, 53025 Piancastagnaio (Si )

Riserva Naturale del Pigelleto – Monte Amiata - Rifugio Escursionistico

24/25/26 novembre: mercatini di Natale a Napoli e Sorrento

Anche per questa iniziativa non siamo referenti e tuttavia, essendoci sembrata interessante ed essendo stata organizzata dalla socia Silvana Malevolti (339 5440233), ve la mettiamo in visione: 

1° giorno -  venerdì 24 novembre – ritrovo a Quercianella (Chiesa di Sant’Anna) e a Livorno (Coop La Rosa in Via Settembrini)  partenza in pullman g.t. per Sorrento.

Pranzo libero lungo il percorso. Nel pomeriggio arrivo a Sorrento visita libera del centro. In serata rientro a Vico Equense per sistemazione in hotel, cena e pernottamento.

2° giorno – prima colazione in hotel. Partenza per Napoli visita della città (la mattina) con guida . Pranzo libero. Tempo a disposizione per le visite individuali, shopping e passeggiata in Via San Gregorio Armeno, famosa strada dei presepi.

In serata rientro in hotel per la cena.

Dopo cena, facoltativo, spettacolo di tarantella e musiche napoletane a Sorrento: €. 25,00 a persona (comprende: 1 bottiglia di spumante ogni 2 persone o un drink a scelta) oppure Sorrento di notte.

3° giorno -  colazione in hotel. Incontro con la guida e giro panoramico di Napoli in pullman. Arrivo alla Certosa di San Martino sulla sommità della collina del Vomero. Tempo a disposizione. Consigliata la visita al Museo Nazionale dove la sezione più tipica e celebre è quella dedicata ai presepi, famoso quello settecentesco “Cuciniello” unico al mondo per le sue caratteristiche.

Pranzo libero.

Partenza per il rientro con arrivo previsto in tarda serata nella località di provenienza.

 

Quota individuale

€. 200,00

                                                   Per i soci €. 195,00

Camera singola €. 44,00

Facoltativa Assicurazione rischio annullamento viaggio €. 15,00

 

La quota comprendente:

- viaggio in pullman GT compreso l'escursione a Sorrento per la 2^ sera per lo spettacolo facoltativo

- sistemazione in hotel 3stelle a Vico Equense  con trattamento di 1/2 pensione con bevande incluse e 1^ colazione a buffet

- assicurazione medico/bagaglio EUROP ASSISTANCE 

la quota non comprende:

i pranzi e la cena dell'ultimo giorno, le spese di carattere personale, le mance, e tutto quanto non espressamente indicato alla voce "la quota comprende"

26 novembre : le terme etrusche di Sasso Pisano

Antica rocca medioevale, importante in epoca medicea per le miniere di allume (prodotto essenziale per fissare i colori sulla stoffa), il borgo si erge sopra fitti boschi di castagno e cerro, in prossimità delle sorgenti del fiume Cornia. In epoca ancora più remota tuttavia e fino al III sec.d.c., queste zone furono famose piuttosto per essere  un vasto sito termale, etrusco prima e romano poi. Abbandonato nel IV secolo e solo recentemente riportato alla luce, anche se molto parzialmente, rimane tuttavia evidente e fruibile la sorgente d’acqua calda che forma una grande vasca naturale a 40 °c , immersa nella macchia e vicinissima al sito (chi vuole, portandosi un asciugameno, potrà anche bagnarvisi ).

Per comprendere bene come mai gli etruschi e i romani vi avessero costruito le terme, andremo quindi anche a vedere le putizze e le fumarole, manifestazioni geotermiche, simili a quelle delle Biancane, visitate in gennaio che, con molteplici fumacchi di vapore, fonti e rivoli di acqua bollente ed il tipico odore sulfureo , ci mostrano perchè, prima dell’era industriale, questa valle fosse chiamata “la valle del diavolo”.

Info: Luciano Suggi 0586 406468 ore serali oppure 339 8700530  

Note storiche e geomorfologiche sul’iniziativa odierna:

Sasso Pisano si trova nel comune di Castelnuovo val di Cecina (PI), nel complesso delle colline metallifere, in una zona nota come "aia del diavolo" per le manifestazioni geotermiche che la caratterizzano. Il paesaggio infernale, simile a quello visto alle Biancane di Monerotondo, in febbraio, si sussegue tra sbuffi di vapore e fumacchi e ci mostra come si presentavano questi luoghi fino al settecento: una valle dall'aspetto infernale, costellata di sorgenti calde, sbuffi di vapore affioramenti di zolfo, con l'aria dal classico sentore di uova marce. Un luogo insomma, che  le superstizioni del passato collegavano facilmente al diavolo, tant'è che alcuni storici attribuiscono a questa zona l'ispirazione per l'ingresso degli inferi descritto nella divina commedia di Dante.

A pochi passi da Sasso Pisano, in località Lagoni del Sasso, è possibile, salendo sulla collina che sovrasta il paese, “toccare con mano” soffioni, putizze, fumarole, sorgenti calde, lagoni.  A poca distanza poi, sulla strada che porta a La Leccia, nei pressi del podere "il Bagno", recentemente è stato poi scoperto un imponente stabilimento termale etrusco-romano con annesso villaggio. Particolare importanza viene attribuita a questo sito, associato alle "Aque Populanie" citate dallo storico romano Plinio e riportate dalla "Tavola Peutingeriana", una mappa stradale dell'impero romano giunta fino a noi grazie a riproduzioni medioevali. Ad oggi gli scavi sono ancora in corso, ma sono state riportate alla luce vaste porzioni dell'impianto termale: sono visibili le vasche, i canali che le alimentavano, colonnati e mura blocchi di arenaria……..e la polla sorgiva, in cui sarà possibile bagnarsi.

Più recentemente: La prima notizia sulla località e il suo castello risale al 1058. Nel 1066 vi fu redatto un affitto concesso da Ermanno, Vescovo di Volterra. Il papa Alessandro III confermò i diritti al vescovado e nel 1179 perfino il possesso del castello stesso. Anche in questo caso i diritti vescovili furono fieramente avversati dal Comune di Volterra, che ottenne nel 1204 la sottomissione degli uomini del castello. Nel 1253 appare sottoposto a Volterra, ma nel 1259 il Vescovo eletto Panieri vi pretendeva la tassa del fodro, finché nel 1264 si addivenne ad una sorta di condominio tra i Vescovo e il Comune di Volterra, riconfermato nel 1277.

Nel 1472, per il controllo delle miniere di allume di Sasso Pisano, Lorenzo il Magnifico muove guerra a Volterra, una guerra che viene definita "la guerra delle allumiere". L'allume era molto richiesto in quanto consentiva di t'issare il colore sulla stoffa mediante un procedimento in cui i laboratori fiorentini eccellevano ma di cui si è perduto il segreto. Era un minerale che veniva importato dall'Asia fino a quando, nel 1461, se ne scoprì un giacimento a Tolta, vicino Roma. I Medici riescono ad assicurarsene lo sfruttamento ma, nel 1476, il diritto viene acquisito dalla famiglia Pazzi. Un minerale tanto importante da spingere nel 1472 Lorenzo il Magnifico a muovere guerra a Volterra.

Per comprendere ed apprezzare la visita:

note di geotermia:

Durante lo sviluppo del nostro pianeta, particolari fenomeni magmatici fecero risalire i magmi fusi in superficie, in determinate zone della Terra, come Larderello o Monterotondo M.mo o Sasso Pisano. Oggi, in questi luoghi la crosta terrestre è più sottile ed il calore delle rocce del sottosuolo è dieci volte superiore alla media terrestre e difatti, a circa 2Km di profondità, si possono incontrare temperature di 300°C, che solitamente si trovano a 7-8Km.

È questa l'energia geotermica, contenuta sotto forma di calore nelle rocce del sottosuolo.
Per poter utilizzare questo calore del sottosuolo, è necessario un mezzo "di trasporto" che solitamente è l'acqua che circola sotto terra. A contatto con il calore delle rocce, l'acqua  si riscalda e formai serbatoi geotermici, dove l'alta temperatura è mantenuta da uno spesso strato di rocce impermeabili.
Per ottenere energia, vengono prodotte artificialmente - o esistono già naturalmente - delle aperture - "fratture" nel caso siano state create dalla natura - come i pozzi. Nelle manifestazioni naturali una diminuzione di pressione e un'immediata fuoriuscita di acqua calda, sotto forma di vapore dà luogo ai famosi soffioni boraciferi o alle fumarole o alle putizze, che vedremo oggi.

Il sito archeologico:

Dal 1985 la Sopraintendenza per i beni Archeologici della Toscana sta riportando alla luce, nelle vicinanze di Sasso Pisano, nel Podere il Bagno, un complesso architettonico di eccezionale interesse storico e archeologico. L'area si trova sulla strada tra Volterra e Populonia, alla confluenza della valli del Cecina e del Cornia, in un ambiente naturale di grande suggestione,
caratterizzato da una intensa attività geotermica, in cui ben si spiega la presenza di un complesso architettonico sacro-termale legato a divinità salutari.
Le prime notizie risalgono a una trentina di anni fa, quando fu rinvenuta una tegola con bollo in caratteri etruschi che, sciolto in spumi huflunas (Spural =
"della città" ), faceva supporre l'esistenza di un edificio di carattere pubblico.

Gli scavi hanno messo in luce, anche se parzialmente, un complesso architettonico unico fino ad oggi nell'Etruria Settentrionale, articolato in diversi settori e con diverse fasi di vita. Ad una prima fase, con monumentale sloà (grande porticato) a tre braccia, si aggiunge, nella prima metà del II scc. a.C., un impianto termale che sfrutta in parte le murature del portico per appoggiarvisi. Successivamente l'area viene sconvolta da un grande movimento franoso che trascina a valle parte delle strutture.

Dopo un abbandono di quasi un secolo gli edifici rimangono in uso sino alla fine del III sec. d.C. Un gruppo di 64 monete in bronzo, riferibili al II sec. d.C. e rinvenute allo sbocco di una canaletta di deflusso delle vasche, testimonia l'intensa frequentazione dell'edificio nell'ultima fase di vita, Tra la fine del II e l'inizio del IV secolo d.C. il sito viene completamente abbandonato.

in particolare:

Se poi vi interessa la Geotermia ed avete necessità o voglia di approfondire l'argomento, cliccate qui e ...........buona navigazione.

16 Dicembre, sabato:  cena sociale

Quest’anno cuciniamo noi e per questo abbiamo già allertato i migliori chef dell’Associazione, addirittura con ipotesi di menù vegetariano alternativo.

Naturalmente lo scopo è soprattutto quello di trovarci a fare due chiacchiere, per discutere su come va l’Associazione, su come migliorare , su cosa va e non va e per conoscerci meglio tra di noi………… insomma, vediamo di essere numerosi che l’iniziativa va anche vista come occasione di autofinanziamento per le iniziative extra notiziario dell’anno prossimo.

Il costo preventivato è intorno ai 10 euro (gli adulti) poi, detratte le spese, quello che avanza, come detto, verrà  accantonato. Ps: per fare la spesa in maniera ottimale, prenotiamoci entro il 30 novembre, specificando per l’opzione vegetariana, a Fiorigia (che per organizzare cene è unica) al 0586 801235 ore serali. Durante la serata è anche in programma la classica tombolata per il cesto equo e solidale.

14 gennaio: passeggiata disintossicante a S.Maria di Mirteto

Una passeggiata per le colline pisane, ricche di rocce di natura calcarea ed in posizione ideale per la crescita di molte piante officinali ed aromatiche (la ruta, il mirto, l' issopo, la santoreggia, la lavanda, l' euforbia). Bello il paesaggio, interessanti le emergenze architettoniche, come l’acquedotto mediceo di Asciano e Il monastero di S. Maria di Mirteto, risalente all'anno 1000, attualmente in uno stato di forte degrado ma,  ancora oggi, mèta di un continuo escursionismo interessato.…………in più è prevista la presenza di una botanica, a spiegarci la flora incontrata e “la bottega dell’erborista” preparerà delle tisane  particolari e disintossicanti, con pregiate erbe di propria selezione.

Info: Giovanna Massidda 0586 404786.

28 gennaio : per frantoi, alla ricerca “dell’olio bono”, a Montaione.

La Toscana vanta una grande quantità di prodotti tipici di alta qualità, molti dei quali legati alle antiche tradizioni contadine ed ancora oggi prodotti con la stessa cura e lo stesso amore di una volta. Oliveti e vigneti, in particolare, occupano gran parte delle colline intorno a Montatone e questa località fa parte, insieme ad altre città della Toscana e d'Italia, dell'Associazione Città dell'Olio, che ha lo scopo di promuovere la cultura dell'Olio extravergine nel mondo.

L’iniziativa odierna prevede una visita ad un’azienda produttrice di olio, con spiegazione delle caratteristiche delle diverse piante di olivo e dei processi di raccolta e spremitura a freddo delle olive.  Info: Gabriella Morini 0586 424761  o 347 1868767

Regolamento escursioni:

al fine di razionalizzare la partecipazione alle iniziative, siete pregati di informarvi sempre sullo svolgimento delle medesime (possono intercorrere contrattempi o maltempo, che le rendono non fattibili), il  venerdi e il sabato, antecedenti il giorno stabilito, contattando i numeri telefonici specificati in agenda, lasciando anche nome, numero partecipanti ed eventuale recapito telefonico per essere comunque avvertiti, anche all’ultimo momento. Si ricorda inoltre che per partecipare occorre essere in regola con il tesseramento, controllate quindi la data di scadenza sul tesserino o anche sull'indirizzo in busta (il tesseramento serve a coprire le spese di gestione....... francobolli, stampati, canone internet, c/c postale, spese varie in occasioni di manifestazioni, etc.etc ).il tesseramento serve a coprire le spese di gestione....... francobolli, stampati, canone internet, c/c postale, spese varie in occasioni di manifestazioni, etc.etc ). In ultimo, si ricorda anche che, non essendoci un fine di lucro, né l’Associazione né i referenti occasionali - del resto anch'essi soci e non accompagnatori professionali -  saranno mai da considerarsi responsabili per eventuali incidenti che possano verificarsi in occasione delle iniziative, essendo le medesime come un fatto tra amici e che la tacita accettazione di questa norma è condizione indispensabile, per poter partecipare alle diverse attività.

ps: si raccomanda in ogni caso di verificare in precedenza le proprie condizioni fisiche, evitando di partecipare se ci si considera a rischio, benchè le singole iniziative siano comunque verificate per essere alla portata di tutti, quando non comunicato diversamente.

AGIREVERDE Associazione per l'Ambiente,  

via Anna Frank 17  57124 Livorno

www.agireverde.it    mail: agireverde@tin.it

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Per riassociarsi o associarsi (la quota è annuale), versare 13 euro o 17 familiare, sul c.c.p. n 28804508 intestato ad Agire Verde / via A. Frank 17 /  57100 Livorno o al referente delle iniziative, quando vengono svolte.

Info: 0586 861138/404786/424761/ 801235/ 406468/  

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