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ESCURSIONI ED
ORGANIZZATI DA
Tutte le iniziative sono riservate agli associati che (Euro 13 annui singolo,17 familiare, associazione U.I.S.P. consigliata ) in questo modo, vengono a rendersi partecipi delle spese di gestione....... francobolli, stampati, canone internet, c/c postale, spese varie in occasioni di manifestazioni, etc.etc.............. l'iscrizione è possibile o in occasione di un'iniziativa oppure con versamento sul c/c postale n° 28804508 intestato a: Agire Verde, via A. Frank 17, 57100 Livorno).
Vedere comunque il regolamento escursioni.
questo il programma 2006 da gennaio a fine
maggio, + una a luglio e prime iniziative del nuovo programma, in fase di studio:
Agireverde: la
nostra associazione si pone come occasione di incontro, di riflessione e di partecipazione
civile e sociale, utilizzando lescursionismo ambientale ed etico, quale
catalizzatore della voglia di esserci, qui ed ora , degli associati.
L'idea base è quella
di effettuare gli acquisti presso gruppi di produttori in aree economicamente
svantaggiate, aiutando questi gruppi a divenire sempre più forti ed indipendenti e
favorendo contemporaneamente loccupazione a livello locale. Una forma di
cooperazione molto rispettosa e che si tenterà di estendere anche a cooperative sociali,
nella nostra regione. Chi volesse partecipare alla iniziativa,
potrà contattare il gruppo, non solo per collaborare o per nuove proposte, ma anche per
sole informazioni tramite e mail ad agireverde@tin.it o telefonando al numeri
0685/ 861138
calendario:
22 gennaio 2006: itinerario ciclabile alla scoperta di antichi
monumenti
12 febbraio: a Montelupo F.no, luoghi e ceramica
26 febbraio: il Parco delle Biancane
26 marzo: da Farnocchia, traversata di mezza montagna
9 aprile: "na tazzurella e cafè"
17 aprile, Pasquetta in Liguria: Levanto/Monterosso (in treno)
25 aprile, a Genova per Euroflora 2006
28 aprile, corso di ceramica in sede
30 aprile, erbe commestibili e curative delle nostre colline
1 maggio, Sassetta e le antiche carbonaie
6/7 maggio, il Lago Maggiore e il treno delle Centovalli
14 maggio, l'anello di Farnocchia intorno al m.Lieto
21 maggio, sgambata nella macchia di Quercianella
28 maggio, al Parco dell'Orecchiella
2/4 giugno, Foligno e le fonti del Clitunno
4 giugno, erbe e dintorni......nuova cucina
24 giugno, cena sociale e fotografia d'autore (sabato sera)
x nota aggiuntiva a programma cena 24.06
2 luglio: in barca a vela nel Santuario dei Cetacei
nuovo programma, prime idee ( a mano a mano che verranno definite, saranno poi visualizzate nei collegamenti di seguito, almeno fino a tutto dicembre).
nota: ( a causa di imprevisti e non rinviabili impegni per la vendemmia dell'azienda contattata, questa iniziativa è stata sostituita con l'Ecofesta a Santa Maria a Monte e la visita al Padule di Fucecchio).Visto però l'interesse suscitato, verrà riprogrammata il 29 ottobre.Chi fosse interessato, oltre ai già prenotati, può telefonare a Antonio Careddu 3383261176.
22 gennaio, itinerario ciclabile alla ricerca di antichi monumenti
Agire Verde continua
la serie di Conoscere il territorio per adottare un progetto: questa volta
saremo alla Villa di Monterotondo, che versa in grave stato di abbandono e
degrado. Ci farà da guida come esperto larch. F. Cavallini che ha fra laltro
restaurato, a livello privato e con propri fondi, la cappella gentilizia.
Ritrovo davanti a
Villa Corridi alle ore 14.30, muniti di bicicletta per i più sportivi, a piedi gli altri
(cmq.informarsi c/o Salvatore Picardi 0586 861138).
Salita verso Villa
Mauro Gordato a Monterotondo, passando per lo
Stillo, visita al Parco e spiegazione della villa, della sua storia, del sua recupero
funzionale e del perché, se non si interviene, la struttura è destinata a morire. Portare la macchina fotografica
.
Nota storica
La villa, conosciuta
anche come la "Villa di Monterotondo", fu acquistata nel 1771 da Giuseppe
Calamai e utilizzata come residenza di campagna.Già precedentemente era appartenuta agli
Ottonelli. La famiglia Calamai detenne la villa fino al 1821, quando fu venduta al conte
Giraud. Nel 1869 Pandely Maurogordato, d'origine greca, ne risulta proprietario. I
Maurogordato tesero a dare alla villa un aspetto signorile arricchendola di un ampio
giardino romantico, che occupava i due terzi della proprietà e la cui superficie era di
circa otto ettari. All'epoca risale il tracciamento dei viali curvilinei che definendo uno
slargo centrale tenuto a prato, tagliano il preesistente percorso colonnato in due punti.
Questo venne ricostruito con colonne in muratura, sormontate da una struttura di ferro e
prolungato nel tratto del giardino ad est della villa. Ad ovest, una porzione del muro di
cinta fu sostituita con una ringhiera di ferro che permetteva la vista sulla città. Due
elementi d'arredo, una vasca e un berceaux, furono posti nel giardino. Entrambi di forma
ovale e costruiti con gli stessi materiali, furono posizionati rispettivamente uno sul
retro e l'altro sul fronte in corrispondenza della sala da pranzo. Davanti alla villa, su
un prato leggermente inclinato vennero disposte delle palme. Altre piante quali cedri del
Libano, pini d'Aleppo, eucalipti, tigli, platani, lecci, cipressi e querce costituirono le
essenze principali del parco. Facevano parte della proprietà, anche vari annessi sparsi
per la maggior parte addossati al muro di cinta. Durante l'ultimo conflitto mondiale la
famiglia dovette abbandonare la villa e nel 1949 gli eredi Maurogordato cedettero il
complesso al Consorzio Provinciale Antitubercolare. Nel 1973 il consorzio concesse in
locazione il parco e gli edifici alla Provincia di Livorno, che a sua volta cedette l'uso
del giardino al Comune. Nel 1974, la villa divenne sede del Museo Provinciale di Storia
Naturale e nel 1975 il giardino è stato aperto al pubblico. Attualmente l'impianto del
giardino è rimasto immutato rispetto quello risalente ai Maurogordato.
Domenica
12 febbraio: in treno a Montelupo F.no, regina della ceramica.
Visiteremo il Castello
(Prioria di San Lorenzo) e il Museo della Ceramica, scoprendo i segreti delle antiche
botteghe artigiane, sperimentandoci in un laboratorio di manipolazione della creta. Portare la macchina fotografica .
Ritrovo alla stazione alle 7,45 con
arrivo a Montelupo alle ore 9,13.
Costo
( per un gruppo di almeno 20 persone)
iscritti: euro 9 + biglietto del treno
non iscritti: euro 11 + biglietto del
treno
E necessario prenotare entro il
2 febbraio. Per info: Fiorigia 0586 801235
Nel territorio di
Montelupo Fiorentino si ritrovano importanti tracce di molte culture antiche, ad iniziare
da epoche preistoriche. Scavi e ricerche iniziate alla metà degli anni 70 hanno
infatti documentato lesistenza di numerose stazioni allaperto databili entro
lintero arco cronologico del paleolitico e del Mesolitico, con presenze neolitiche e
dellEtà dei Metalli, tra le quali hanno particolare importanza quelle preetrusche
(protovilloniane).
Il popolamento etrusco fu poi assai rilevante, incentrandosi su numerosi centri di altura
collocati sulla riva sinistra dellArno e nella Val di Pesa. Ad epoca romana
risalgono le testimoniane di importanti trasformazioni viarie e i resti di ville rustiche
che esercitarono un decisivo ruolo di riferimento territoriale sino alla fine
delletà antica. La fondazione di Montelupo avvenne probabilmente alla fine
dellalto Medioevo con la costruzione di un castello.
La Repubblica fiorentina, conquistando questo territorio nel 1204, ricostruì,
ampliandolo, lantico insediamento militare. Sono questi gli anni del consistente
ampliamento dellabitato montelupino, dove viene sviluppata la lavorazione della
ceramica smaltata che diverrà in poco tempo lattività di gran lunga predominante.
In questa terra si è prodotto ceramica da che mondo è mondo, ma si dovrà aspettare la
fine del 1300, il periodo della maiolica arcaica con i boccali dalla bellezza semplice e
rustica, perché Montelupo inizi quel meraviglioso sviluppo che lo porterà, tra il 1490 e
il 1540, a divenire uno dei luoghi più fecondi nell'ambito dell'Europa Mediterranea.
Con lEtà
Moderna, si assiste ad una trasformazione del paese con la costruzione della Villa medicea
dellAmbrogiana (1589 1591) e con lo spostamento della pieve, da quella che è
oggi la Prioria di San Lorenzo, nellarea del castello, allattuale edificio, la
Pieve di San Giovanni Evangelista nel 1785, operazione favorita dalla politica
ecclesiastica di Pietro Leopoldo, per incontrare novità sostanziali nel tessuto urbano di
Montelupo e nel suo territorio.
Il 1600 è
caratterizzato dalla diversa produzione ceramica: ci sono le splendide produzioni colte
per le commesse fiorentine, come i vasi per Santa Maria Novella o i pavimenti per Maria
deMedici e le produzioni popolari alla ricerca di una committenza sempre più bassa,
ma certo presente e in grado di dare sbocco allattività dei vasai. E questo
anche il periodo degli "arlecchini": i maestri ceramisti fanno di una ricetta
estetica colta, gli istoriati, un genere popolare, fresco e genuino. Con il XVII secolo la
crisi di Montelupo, giunge fino alla interruzione della produzione della maiolica.
Tuttavia il mestiere di ceramista e il rapporto con la lavorazione della terra non viene
mai abbandonato.
Del secolo scorso
notevoli sono le quantità di pentolame da cucina, catini per il bucato, scaldini e orci
realizzati interamente in terracotta. Ed è grazie ai nomi di alcune famiglie locali che
riescono a tenere le redini della lavorazione ceramica, a mantenere inalterato nel tempo
il peso economico di Montelupo.
Il
Castello (Prioria di San Lorenzo) : Le origini di questo edificio che sorge sulla sommità di una
rocca, caratterizza in modo profondo il paesaggio cittadino, tanto da esserne considerato
il simbolo principale. Nel 1203 la Repubblica fiorentina decise, per fronteggiare le
milizie di guido Borgognone nella vicina Capraia alleata dei Pistoiesi, di edificare in
questo punto, un "cassero fortificato". Esaurita liniziale funzione
militare, nel 1270 si procedette alla costruzione di una chiesa da dedicare a San Giovanni
Evangelista, patrono del paese. Se questo primo insediamento una semplice aula
absidata in laterizio, secondo la tipologia valdelsana, ricavata nellambiente
terreno del cassero - è scomparso a causa dei successivi ampliamenti e dei gravi danni
provocati al monumento durante lultimo conflitto, resta la torre, utilizzata come
campanile, con la muratura di base a ciottoli.
A questo primo edificio se ne aggiunse, nei secoli seguenti ma entro il
Cinquecento, uno maggiore in altezza, e provvisto di due cappelle laterali che fungono da
breve transetto.
Linterno, coperto da capriate lignee e completamente intonacato, si
presenta nella redazione rinascimentale preferita nei restauri del dopoguerra, ma riflette
delle trasformazioni due-trecentesche.
Nella scarsella ricavata allinterno della torre restano gli affreschi
firmati dal pittore fiorentino Corso di Buono (Cristo tra i Cherubini e il
miracolo di San Giovanni Evangelista), mentre allingresso si notano due
tempietti gotici con affreschi di Piero di Chellino (Storie di San Nicola) sovrapposti
ad una precedente decorazione parietale (coordinata con quella di Corso).
Sulla parete sinistra si apriva un portalino centinato con ghiera in laterizio
scolpito (a crudo) a triangoli inseguiti, inserito in quella che doveva essere la faccia
esterna di un altro edificio, inglobato nel prolungamento occidentale della chiesa.
Il degrado delledificio iniziò nel 1785, quando sia Pietro Leopoldo, che
larcivescovo Martini, ne intimarono labbandono per motivi di sicurezza,
trasferendo il titolo priorale e tutti gli arredi nella chiesa cittadina di San Nicolò
appositamente ceduta dai frati domenicani di Santa Maria Novella.
Ledificio, rinnovato, assommò, nel 1789, anche i titoli della soppressa
pieve dei santi Ippolito e Cassiano ormai troppo distaccata dal centro cittadino. La
vecchia pieve pervenne ad una confraternita dedicata a San Lorenzo, da cui lattuale
denominazione a cui seguì il patronato della Famiglia Frescobaldi.
Museo Archeologico e della
Ceramica di Montelupo
Inaugurato nel 1983 nell'ex Palazzo
Pretorio, il Museo Montelupo Archeologico raccoglie la produzione locale di maiolica dal
XIV secolo alla fine del XVIII, oltre ad unampia collezione di ceramiche italiche e
di area mediterranea. Nel Museo sono esposti e descritti i reperti archeologici del
territorio, dalla Preistoria alla fine del Medioevo.
Il Museo Montelupo è un importante
centro di ricerca per le ceramiche classiche. Offre una vasta gamma di iniziative rivolte
alla scuola, attività di manipolazione, documentazione e audiovisivi.
La sezione ceramica è allestita su due
piani. Gli oltre 3000 reperti restaurati esposti in 14 sale sono in grado di documentare,
lattività delle botteghe locali dal Medioevo allEtà moderna, e la storia del
centro di produzione ceramica del Rinascimento Fiorentino.
La sezione del territorio presenta
reperti trovati nellarea della Toscana centrale dal Paleolitico alla colonizzazione
romana, tra cui oggetti di origine cipriota, etrusca, greca, romana e di altre civiltà
italiche e mediterranee.
Il Museo Montelupo svolge una intensa e
continua attività didattica che si compone dei seguenti servizi: visite guidate,
programmi di studio anche personalizzati su tematiche della storia, dellarte, della
ceramica e della archeologia, attraverso luso di unampia documentazione
bibliografica e filmata; corsi per gli insegnanti; laboratorio di manipolazione.
Il Museo Montelupo è primariamente un
istituto di ricerca che si occupa di storia e di archeologia della ceramica.
Nellambito del Museo operano il Centro studi sulla ceramica postclassica italiana,
il Laboratorio di restauro per le ceramiche postclassiche, il Laboratorio di ricerche
archeometriche sulla ceramica antica, il Centro di documentazione per l'arte e la ceramica
contemporanea di Montelupo.
Domenica 26 febbraio: Monterotondo Marittimo e Il Parco delle Biancane.
Sperduto nelle Colline Metallifere e
nascosto tra boschi di castagni,
esiste un piccolo angolo di paradiso, molto poco conosciuto: Monterotondo Marittimo.
Le case in pietra di questo piccolo borgo
medioevale, arroccato su un colle, si vedono da lontano ma, più che per lantica
rocca, di cui del resto esistono oggi solo dei ruderi, questa zona è famosa per un
paesaggio unico al mondo, che esercita sul visitatore un fascino particolare,
sorprendendolo con uno spettacolo di rara bellezza: Il Parco delle Biancane.
Il terreno qui emana calore, laria è impregnata di zolfo e colonne di vapore si
dissolvono nellaria mentre lo sguardo è attratto dai colori insoliti delle rocce e
della vegetazione con fenomeni stupefacenti di solfatare e fumarole, di geyser e mofete e
soffioni boraciferi. Il calore del luogo, favorisce poi la presenza di specie vegetali
inconsuete a questa altitudine come la sughera e lerica ed Il silenzio con i colori
caldi del paesaggio ed il lento susseguirsi di emissioni di vapore sulfureo che rendono
questo luogo estremamente rilassante. Molto bella anche la passeggiata di avvicinamento,
lungo un sentiero che si inoltra in lussureggianti boschi di castagno e cerro.
Escursione soft, per tutti. Notazioni
storiche:questa zona, conosciuta già dai Romani e dagli Etruschi, che avevano imparato a
sfruttare le sue peculiarità geologiche, costruendo rifugi scaldati per linverno e
bagni termali, preparando medicinali e smalti, commerciando lo zolfo e lallume,
conobbe un periodo di grande sviluppo nel diciannovesimo secolo, con la nascita
dellindustria borica a opera di Francesco de Larderel. Portare la macchina fotografica. Info:
Luciano Suggi 0586 406468 o 339 8700530
la geotermia, come e perche, genesi, storia, utilizzo (con un clic)
Inoltre, alcune informazioni sulla geotermia della zona, prendendo come spunto Larderello, proprio a due passi e che magari potremo visitare in altra occasione:
Larderello e lo sfruttamento del calore geotermico
La cittadina toscana
del Larderello è considerata la culla del geotermico perché è qui che nel 1913 entrò
in funzione la prima centrale
geotermoelettrica al mondo. Grazie alle ricerche condotte al Larderello, l'Italia è
stata leader mondiale del settore geotermico fino agli anni '50 e per dimostrare
l'importanza che questa fonte energetica ha rivestito per il nostro paese, proprio al
Larderello è stato creato il Museo della Geotermia, dedicato alla storia dello
sfruttamento del calore terrestre dalle sue origini fino ai giorni nostri.
Larderello si trova
al centro di una valle un tempo detta "valle
del diavolo" e la sua storia è strettamente intrecciata con quella dell'utilizzo
dei fenomeni geotermici della zona. Il nome Larderello deriva infatti da Francesco De
Larderel, un francese emigrato all'inizio del 1800 in Italia e che per primo utilizzò il
vapore geotermico ad alta temperatura e pressione per ottenere l'acido borico di cui era
ricca l'acqua dei lagoni bollenti della valle.
L'invenzione del De
Larderel aumentò l'efficienza di estrazione dell'acido borico, sostanza che era
utilizzata per la saldatura, in farmacia e la invetriatura delle ceramiche e che veniva
importata in Europa unicamente dal Tibet. All'inizio del '900 iniziarono poi i primi
esperimenti di produzione dell'elettricità tramite il calore terrestre e nel 1913, dopo
solo 9 anni di sperimentazioni, fu messa in funzione la prima centrale geotermoelettrica
del mondo (vedi utilizzi
dell'energia geotermica).
Il museo e la storia del
geotermico
Necessariamente
il museo dedica molto spazio alle vicende della valle del diavolo: due plastici, uno del
1860 l'altro degli anni '90, mostrano la trasformazione avvenuta in 150 anni di sviluppo
dell'industria chimica al Larderello. Ma poiché proprio al Larderello sono state condotte
le prime ricerche sull'energia geotermica, la visita al museo permette di comprendere
l'origine della geotermia, la sua crescita tecnico-industriale e l'evoluzione della
ricerca in questo settore. Il percorso storico si snoda attraverso l'esposizione di
attrezzature originali, una serie di modellini e fotografie che descrivono in che modo i
metodi di ricerca e di perforazione si sono evoluti nel tempo e i differenti sistemi di
utilizzazione del fluido geotermico per la produzione di elettricità. Per apprezzare
meglio la visita è consigliabile partire dal bel video (nella "sala video")
dedicato alla storia delle perforazione e ai fenomeni geofisici che rendono un territorio
un'area geotermica.
La visita alle installazioni geotermiche
Oltre al museo
della geotermia, è possibile visitare alcune installazioni situate nella zona. A poche
centinaia di metri dal museo c'è un soffione artificiale che pesca il vapore geotermico a
circa 750 metri sottoterra: la temperatura del vapore è di circa 220 °C, la velocità di
uscita di circa 400 m/sec e il suo rumore raggiunge i 130 dB. E' anche possibile visitare
un vecchio lagone
coperto, risalente al 1830, e una delle 14 centrali geotermoelettriche in funzione.
Centrale
geotermoelettrica
Una centrale
geotermoelettrica è un impianto che sfrutta il calore geotermico per produrre energia
elettrica. Il calore o fluido geotermico è il vapore dellacqua fusa dal calore
terrestre e trattenuta da strati impermeabili di roccia.
I principali componenti di una centrale geotermoelettrica sono:
· Vapordotti: sono tubi in acciaio inox che trasportano il fluido caldo dal pozzo di
estrazione alla centrale.
· Centrale: qui le turbine a vapore trasformano l'energia del vapore in energia meccanica
e poi in energia elettrica; dalla centrale escono le tubazioni che riportano i fluidi al
sistema di reiniezione ed i conduttori elettrici che portano l'elettricità alla stazione
di trasformazione.
· Torre di raffreddamento: è una torre di cemento alta fino a 100 metri che serve a
raffreddare lacqua calda proveniente dal condensatore.
· Pozzi di reiezione: i fluidi estratti sono iniettati di nuovo nel sottosuolo per
prevenire eventuali dissesti geologici e per non impoverire i giacimenti.
La valle del diavolo del Larderello
Un tempo la
zona del Larderello era detta la valle del diavolo per il pesante odore di
zolfo e i suggestivi fenomeni naturali: geyser, fumarole, lagoni bollenti. Molti ritengono
che Dante si sia immaginato lInferno visitando proprio questi luoghi. Oggi
lodore di zolfo e qualche geysers sparso qua e là ricordano le diavolerie del
passato, ma le manifestazioni geotermiche si sono progressivamente ridotte in numero e
importanza a causa dellintensa perforazione. Le manifestazioni naturali più
rilevanti sono osservabili sulla strada tra Sasso e Monterotondo, dove si trovano ancora
alcuni lagoni, sorgenti di acqua calda e fumarole.
Utilizzi dellenergia geotermica
Lenergia geotermica è stata una delle prime fonti energetiche sfruttate
dalluomo. Già Etruschi e Romani riscaldavano le abitazioni e costruivano complessi
termali adoperando lenergia geotermica. Oggi utilizziamo il calore terrestre
principalmente per produrre energia elettrica. Si tratta di una fonte energetica pulita
perché dal suo sfruttamento non vengono emessi gas inquinanti. Lenergia geotermica
fornisce circa l1,7% di tutta lenergia elettrica prodotta in Italia; nel mondo
la potenza elettrica da fonte geotermica è attualmente confrontabile con quella ottenuta
da biomasse e ben superiore a quella da energia solare ed eolica, rappresentando circa lo
0.3 % della potenza elettrica mondiale.
Il geotermico è sfruttato anche per produrre calore in reti di teleriscaldamento, come
Ferrara e Reggio Emilia, dove vengono usati fluidi geotermici a bassa temperatura (80-100
°C). Inoltre lenergia geotermica fornisce calore a un impianto di piscicoltura a
Castelnuovo Val di Cecina (Pisa) e a numerose serre in Toscana e Lazio, la più grande
delle quali si trova nellarea del Monte Amiata e copre una superficie complessiva di
23 ha.
Lagone
coperto
Un lagone
coperto, invenzione del De Larderel, era una cupola in muratura costruita sopra un lagone
naturale, allo scopo di captare il vapore che fuoriusciva dal lagone stesso a una
temperatura di circa 100°-110°C per utilizzarne il calore. Il vapore veniva trasportato
tramite una serie tubazioni al di sotto delle caldaie dove il suo calore era usato per far
evaporare le acque boriche e far così precipitare i sali borici. Il vecchio e costoso
metodo che consisteva nell'alimentare le caldaie con la legna fu abbandonato, con notevole
riduzione dei costi dei prodotti borici. Il lagone coperto è stato per molti anni il
simbolo dell'industria boracifera e il marchio di fabbrica dei prodotti borici della
società Larderello.
L'energia pulita
La risorsa geotermica è una fonte naturale di energia pulita.
Il calore della terra, insieme al vento, all'acqua e al sole costituisce una delle fonti
di energia rinnovabile.
Si tratta quindi di energia inesauribile nel tempo e in grado di contribuire ai nostri
crescenti bisogni energetici senza compromettere l'ambiente e le risorse per le
generazioni future.
Oggi, in Toscana, la geotermia copre il 25% del fabbisogno energetico ed il centro
nevralgico dello sfruttamento è nella zona boracifera di Larderello, dove l'utilizzo
della fonte geotermica si è dimostrato praticabile ed efficiente: le centrali geotermiche
producono circa 5 miliardi di kWh di energia elettrica, pari al fabbisogno energetico di
circa 2 milioni di famiglie italiane. In questo modo vengono risparmiate 1.100.000
tonnellate equivalenti di petrolio ed è possibile evitare l'emissione di 3,8 milioni di
tonnellate di anidride carbonica.
Come nasce la geotermia?
Durante lo sviluppo del nostro pianeta, particolari fenomeni magmatici fecero risalire i
magmi fusi in superficie, in determinate zone della Terra, come Larderello. Oggi, in
questi luoghi la crosta terrestre è più sottile ed il calore delle rocce del sottosuolo
è dieci volte superiore alla media terrestre e difatti, a circa 2Km di profondità, si
possono incontrare temperature di 300°C, che solitamente si trovano a 7-8Km.
È questa l'energia geotermica, contenuta sotto forma di calore
nelle rocce del sottosuolo.
Per poter utilizzare questo calore del sottosuolo, è necessario un mezzo "di
trasporto" che solitamente è l'acqua che circola sotto terra. A contatto con il
calore delle rocce, l'acqua si riscalda e
formai serbatoi geotermici, dove l'alta temperatura è mantenuta da uno spesso strato di
rocce impermeabili.
Per ottenere energia, vengono prodotte artificialmente - o esistono già naturalmente -
delle aperture - "fratture" nel caso siano state create dalla natura - come i
pozzi. Nelle manifestazioni naturali una diminuzione di pressione e un'immediata
fuoriuscita di acqua calda, sotto forma di vapore dà luogo ai famosi soffioni boraciferi.
La storia
Già nel paleolitico fumarole, lagoni, geygers, getti di
vapore, sorgenti d'acqua calda ed esalazioni di gas erano noti. Fenomeni suggestivi,
attribuiti forse a divinità sotterranee che successivamente vennero utilizzate da
Etruschi e Romani soprattutto per le cure termali: vicino Larderello si trovavano due
importanti stabilimenti, le Aquas Volaternas e le Aque Populanie.
Il Medioevo rappresentò un periodo di stasi ma,
con l'arrivo dell'anno Mille, anche l'estrazione e l'uso dei prodotti associati alle
manifestazioni geotermiche ripresero. Un mercato che divenne fiorente nel Rinascimento,
tanto da generare continue dispute tra le varie città toscane per il possesso delle aree
termali. All'epoca venivano studiate e applicate le proprietà terapeutiche dell'acido
borico - acque, fanghi ed esalazioni gassose - nella cura delle più varie malattie.
Nel 1799 poi, Paolo Mascagni, celebre anatomico, fisiologo e chimico, descriveva il
metodo, da lui brevettato, per l'utilizzazione del calore naturale a mezzo di caldaie
metalliche interrate in aree di "manifestazioni fumaroliche", e suggeriva la
possibilità di utilizzare il calore naturale per l'evaporazione delle acque dei lagoni.
Si dovette però attendere il 1812 per la costituzione di una società che per prima
tentasse l'utilizzo industriale dei sali borici delle manifestazioni di Larderello con i
metodi proposti da Mascagni, che purtroppo fallì l'esperimento per ragioni organizzative
ed economiche.
L'elettricità dal vapore
In seguito, fu Francesco De Larderel ad avviare l'utilizzo industriale dell'acido borico e
a fondare l'attuale area industriale e lo stesso paese che ha preso il suo nome:
Larderello.
La fabbrica e la vita sociale furono organizzate in funzione dell'attività industriale e
nel 1849 De Larderel elaborò il Regolamento Generale nel quale si stabiliva
l'organizzazione delle attività lavorative e tutte le altre attività sociali.
Finalmente, nel 1904, il Principe Ginori-Conti riuscì a trasformare la forza del vapore
in energia elettrica accendendo cinque lampadine. Undici anni dopo, nel 1915, entrò in
esercizio la prima centrale geotermica, la N° 1, con due gruppi da 2570 KW di potenza,
con torri di raffreddamento in legno.Da allora la produzione di energia elettrica da
vapore endogeno ha avuto un grande sviluppo mettendo in esercizio molte centrali
geotermiche e oggi Enel, grazie alla ricerca e all'applicazione di nuove tecniche di
esplorazione del sottosuolo ed all'acquisizione di nuovi impianti di perforazione,
gestisce in Italia 34 centrali geotermiche (26 delle quali nell'area boracifera
tradizionale) per un totale di 700 MW di potenza installata.
Come funziona
Le centrali geotermiche utilizzano il calore delle profondità
terrestri. La temperatura interna del nostro pianeta aumenta a mano a mano che si scende
verso il centro. Questo aumento della temperatura è detto gradiente geotermico ed è di
circa 3°C per ogni cento metri di profondità.
La prima fase consiste nell'individuazione del serbatoio geotermico: il sottosuolo viene
investigato mediante apposite prospezioni per valutarne le caratteristiche. Una volta
individuato un sito, con un serbatoio geotermico promettente, si passa alla fase di
esplorazione profonda. Se i pozzi esplorativi confermano le indicazioni degli studi
geoscientifici, si può passare alla fase di utilizzo, mediante i pozzi di
produzione/reiniezione e le centrali geotermoelettriche. I limiti di profondità che
attualmente è possibile ed economicamente conveniente raggiungere con la perforazione
sono di circa 5000 metri. Dai pozzi, il vapore, tramite vapordotti (tubazioni in acciaio
coibentato), viene trasportato alla centrale geotermoelettrica per essere immesso nella
turbina (una macchina ruotante che trasforma parte del contenuto energetico del vapore in
energia meccanica). È poi compito del generatore di corrente, o alternatore, trasformare
l'energia meccanica di rotazione della turbina in energia elettrica.
All'uscita della turbina il vapore passa nel condensatore, dove una pioggia di acqua
fredda proveniente dalle torri di refrigerazione lo raffredda condensandolo. Una frazione
del fluido così ottenuto viene reintrodotta nel sottosuolo mediante appositi pozzi di
reiniezione. Il rimanente evapora nelle torri di refrigerazione ed è immesso
nell'atmosfera.
La reiniezione permette di mantenere in equilibrio l'ecosistema grazie alla restituzione
di parte delle sostanze estratte; inoltre, restituendo parte del fluido, si riesce a
prolungare l'efficienza del serbatoio. Dalla centrale geotermoelettrica escono quindi gli
acquedotti che portano i fluidi al sistema di reiniezione ed i conduttori elettrici che
portano l'elettricità alla stazione di trasformazione.
Itinerario tra i soffioni
"Una raffica repente schiacciava il vapore contro il suolo, lo ricacciava nelle
pozze, lo addensava negli anfratti del monte. Tutto si confondeva nella nebbia
crassa
".
La frase è tratta dal romanzo "Forse che sì, forse che no" di Gabriele
D'Annunzio (1910). Il suo nome, presente sul registro dei visitatori conservato nel Museo,
attesta che il Vate visitò Larderello e i suoi lagoni il 29 ottobre 1909.
Il paesaggio in un secolo è cambiato, ma non completamente. L'area conosciuta come la
"Valle del diavolo" è ancora caratterizzata dalla presenza di lagoni, piccoli
crateri contenenti acqua calda, e di soffioni boraciferi che si sprigionano dal
sottosuolo, dando vita a uno scenario lunare, unico in tutta la Penisola.
Un paesaggio "infernale"
ll fascino di questi luoghi è legato all'attività geotermica e alla sue manifestazioni
naturali, che hanno caratterizzato e
caratterizzano tuttora, l'intera area boracifera con fumarole, lagoni, geysers.
L'attività geotermica ha segnato per secoli quella dell'uomo: qui sorsero le varie
fabbriche per l'estrazione dell'acido borico. Con la perforazione di pozzi sempre più
profondi, questi sono divenuti le vie preferenziali di risalita dei fluidi: per questo
motivo le manifestazioni si sono progressivamente ridotte come numero e come importanza.
Rimangono attive solo lungo il fascio di faglie che, nell'area tra Sasso e Monterotondo,
mettono a contatto i terreni della copertura impermeabile con quelli del serbatoio. Dal
suolo bianco e crepato, quando i soffioni non sono incanalati, si vedono levarsi alla
temperatura di 100-200 gradi centigradi, bianchi pennacchi di vapore. In questa zona tra
lagoni, sorgenti di acqua calda e fumarole, si trova una rigogliosa vegetazione costituita
da arbusti, castagni e sugheri.
La centrale Valle Secolo
I vapordotti attraversano il paesaggio, si inseriscono nel fitto della boscaglia o
risplendono al sole circondando campi coltivati, fino ad arrivare ai vari impianti
presenti nei pressi di Larderello. Tra questi è possibile visitare la centrale di Valle
Secolo, entrata in esercizio nel 1991, ed equipaggiata con due gruppi della potenza
nominale di 60 MW ciascuno. Come tutti gli altri impianti geotermici della zona, la
centrale di Valle Secolo è ad altissima automazione: infatti non è necessaria la
presenza di operatori. Qui, per ridurre l'impatto paesaggistico dell'impianto, sono stati
piantati, intorno e all'interno del recinto della centrale, alberi e cespugli da fiore
caratteristici del paesaggio toscano: cipressi, pini domestici e lecci.
Il pozzo dimostrativo
Durante il viaggio in questa terra "dantesca" si può anche assistere
all'apertura di un soffione del pozzo n.120, non più utilizzato a scopo produttivo. Il
vapore che fuoriesce emette un sibilo che aumenta sempre più fino a diventare un rumore
assordante, come quello di un motore d'aereo in fase di decollo. Il pozzo, perforato nel
1956 e profondo 740 metri, è rivestito da un tubo in acciaio di diametro 9"5/8 sino
alla profondità di 600 metri, ed ha una portata di circa 15 tonnellate l'ora di vapore a
180°C.
Domenica 12
marzo: sopra la piana di Camaiore, lanello di Casoli
Una via verde, particolarmente remunerativa dal
punto paesaggistico e percorso soft.
Prendendo la strada per Lombrici e Casoli,
lasciataci alle spalle la piana di Camaiore, iniziamo a salire e, mano a mano che ci
allontaniamo dalla Versilia, la vista inizia a spaziare sulle cime che precedono le
Apuane: i monti Prana e Piglione.
La passeggiata inizia proprio fuori le ultima case
di Casoli, per un viottolo di campagna che percorreremo fino in fondo, con lo sguardo che
va a perdersi sulla sottostante valle, sul mare non lontano e sulle vette dei monti, che
lentamente si avvicinano.Tra pascoli verdi e vegetazione
bassa, oltrepassiamo un camminamento artificiale, superiamo uno sperone di roccia e,
continuiamo a costeggiare le pendici orientali del m.Matanna, saliamo infine dolcemente
nella macchia, tra roccette affioranti e piante
di carpino e leccio. Alla fine, il paesaggio cambia e dinanzi a noi, si aprirà la zona
delle grotte, antichi insediamenti del neolitico, avvertiti di questo dallo scroscio di
cascatelle dacqua, estremamente suggestive, che sgorgano dal monte.
Sosta pranzo e quindi ritorno a Casoli per un
sentiero interamente in discesa, che accompagna il corso del rio Lombricese, il cui
argentino gorgoglio accompagnerà noi, fino a
ritrovare il paese da cui siamo partiti. Durata complessiva itinerario h. 3/3.30,
sostanzialmente soft. Portare la macchina fotografica . Info: Luciano Suggi
0586 406468 o 339 8700530
Dal paese di Farnocchia (m.646), il cui
abitato risale a prima dell'anno 1000 ed è molto apprezzato per l'aria fresca e pulita
derivante dalle ampie vallate di castagneti che lo circondano, ci incamminiamo verso la
sella di San Rocchino (m. 801), da cui degradano verso Casoli pendii coltivati,
punteggiati di abitazioni.
Stupendi I panorami (con un sol colpo
d'occhio, possono essere ammirati i monti più belli delle Apuane - Matanna, Procinto,
Forato, Pania Secca, Pania della Croce, Corchia -).
Da San Rocchino poi, risaliremo verso il rifugio Forte dei Marmi, per castagneti e dolci saliscendi, dove faremo sosta, per ritornare in seguito lungo la stessa via dellandata. Info: 0586 404786 Giovanna Massidda.
Domenica 9 Aprile: na tazzurella e cafè!
Pomeriggio di studi e piaceri,
dedicato allapprofondimento della qualità del caffè ed al suo assaggio, alla
conoscenza della filiera del prodotto dalla piantagione alla commercializzazione.
Si parlerà
dellimportanza del commercio equo e del perché è necessario comprare nelle
botteghe dove si può diventare soggetti di cambiamento e sensibilizzazione delle
problematiche nord-sud e non nei supermercati dove si è puri consumatori passivi.
A meta pomeriggio e prevista una gustosa merenda a base di dolci e assaggi di caffe, con miscele di diverse provenienze poi, a fine serata, sara proiettato un video sul commercio equo. Per informazioni e prenotazioni S.Picardi 0586/861138 ore serali
RITROVO DOMENICA 9 APRILE ALLE ORE 15, alla SALA VALDESE C/O ex cinema ODEON. Interverranno per introdurre il dibattito
Il dott. Renzo
Gambaccini, che tratterà fra laltro
della qualità delle miscele, della pianta del caffè e dei suoi frutti, delle fasi di
lavorazioni ed
Domenica
17 Aprile. Pasquetta sulla riviera ligure: Levanto / Monterosso (in treno).
La passeggiata
parte da Levanto, ci conduce all'estremità orientale del lungomare e sale verso Punta
Mesto e il Semaforo, dove, fatti i primi metri salendo una scalinata, ci immergeremo nell'ombra della macchia
mediterranea.
Il primo tratto
è moderatamente impegnativo, ma breve, poi la salita si fa meno sensibile e agevolmente
arriviamo ai 313 metri della località detta «Semaforo», per la presenza di un'antica
torretta di segnalazione. Dal Semaforo si aprirà un bellissimo panorama su Monterosso e
Vernazza, da dove, dopo una sosta ed in discesa, ci porteremo a Monterosso e alla sua
spiaggia (il tempo richiesto è di due ore per il primo tratto e di una per il secondo.
Note di viaggio: appuntamento alle ore 7.45, davanti alla stazione.
Lorario
del treno è: partenza da Livorno alle 8.11 e ritorno da Monterosso alle 17.43
.il
biglietto però è meglio farlo qualche giorno prima, essendone già provvisti quando
ci ritroviamo. Info 0586 406468 o 339 8700530.
Martedì 25 aprile: a Genova per Euroflora 2006.
Fiori simbolo di pace. E il messaggio di Euroflora 2006,
la nona edizione della rassegna quinquennale di piante e fiori che si terrà a Genova dal
21 aprile al 1° maggio prossimi.
Nella Loggia degli Abati dello splendido Palazzo Ducale, saranno esposte
composizioni artistiche realizzate utilizzando vari materiali vegetali usati come linee,
spazi, colori, per dare vita ad immagini astratte e singolari. Arte floreale allo stato
puro, uno spettacolo di grande suggestione, realizzato grazie al concorso di artisti
provenienti da tutta l'Italia e che avremo occasione di ammirare, accompagnati da una
botanica, esperta erborista.
Info: 0586 404786 Giovanna
(ore serali). Nota: è necessario prenotare i biglietti dingresso in
anticipo e quindi, chi intendesse venire dovrà comunicarlo entro il 15 aprile.
Venerdi 28 aprile: Corso di ceramica.
Dopo la nostra visita al Museo della Ceramica di
Montelupo F.no, ci sono state molte richieste per sperimentare
un laboratorio di manipolazione della creta, imparando a realizzare la propria creatività
nel dare vita a vasi e scolpiti, come nelle antiche botteghe artigiane della Montelupo medioevale.
Ci siamo
dunque attivati per tenere un corso nella sede di via A.Frank 17, nel mesi di aprile
(orario pomeridiano), a partire la 28 e per i quattro venerdi successivi.
Per ogni
informazione, contattare Gabriella Morini 0586 424761 o 347 1868767, prenotandosi
entro il 15 aprile, poiché la disponibilità di posti è limitata.
Domenica 30 Aprile: erbe, che passione!
Sotto la
guida di una botanica, esperta erborista, la
stessa che ci avrà accompagnato a Genova, escursionando in mezzo alle Colline Livornesi (dal Cisternino fino a Villa
Cristina), impareremo a riconoscere e raccogliere le erbe commestibili e curative del
nostro territorio. Una scampagnata allaria aperta che potrà rivelarsi interessante
e utile, anche per arricchire ed impreziosire le nostre abilità in cucina.
Info: 0586 404786 Giovanna (ore serali).
Lunedì 1 Maggio: Sulla
via del carbone.
Passeggiata ecologica lungo i
sentieri del patrimonio boschivo che circonda il borgo medievale di Sassetta, allestito da
vere carbonaie e carbonai che in diretta sono impegnati nelle varie fasi di
lavorazione: dal trasporto delle legna con i muli, allallestimento e poi
funzionamento delle carbonaie, fino alla spettacolare estrazione del carbone ardente. Il
percorso dura circa unora e mezza ed inizia un mt.500 dopo Sassetta,
allaltezza dellarea pic.nic, sulla sinistra della strada, descrivendo un
anello. Precedentemente, un poco prima di questarea, viene segnalato un altro
percorso della stessa durata, intorno al monte Bufalaio, botanico e panoramico, anche
questo ad anello.
Possibilità di ristoro anche
in loco, nel bosco, aperto dalle ore 12,00: menù del
carbonaio a prezzi popolari. Passeggiata soft, per tutti.
Info 0586 406468
o 339 8700530.
6/7 Maggio (in
collaborazione con il centro culturale Quercianella): 2 giorni e una notte al
Lago Maggiore, con escursione in battello a Isola
Bella, visita guidata dellisola e alla dimora del Conte
Vitaliano Borromeo, monumentale palazzo barocco (1632) con maestosa scenografia dei
giardini, che diedero fama allisola e che ancor oggi documentano gli splendori di
unepoca.Il giorno seguente, altro battello e sosta a Locarno. Nota: il
programma completo e dettagliato è visibile sul sito www.silvanamalevolti.it e in ogni caso per
informazioni il numero di riferimento è: Silvana Malevolti 339 5440233.
Domenica 14 Maggio : Il monte Lieto per lanello di Farnocchia,
i colori della primavera. Il M.Lieto è una cima delle Apuane meridionali vicinissima
al mare, un punto panoramico di primordine, non solo sulla conca di Camaiore e la
Versilia ma anche sulle altre vette delle Apuane. In più, se la giornata è tersa, lo
sguardo spazia tranquillamente fino al golfo di La Spezia e oltre, distinguendosi molto
bene sia la Palmaria che il Tino. Litinerario, ad anello, parte da Farnocchia, devia
verso il Lieto e ridiscende a Farnocchia, con un percorso sul monte Lieto (da decidere sul
momento perché è unoretta di salita impegnativa), oppure girando intorno al monte,
finendo proprio sotto il M.Gabberi e quasi interamente nei boschi. Info 0586 406468 o 339
8700530.
Domenica 21 Maggio: Quercianella walk.
Sgambata lungo la rete dei sentieri intorno a Quercianella,
tra la macchia verde di lecci, eriche, corbezzoli e pini da una parte e lazzurro
del mare in lontananza, ma neanche tanto.
Scoiattoli e merli e cinciallegre e assioli
ci faranno compagnia, oltre naturalmente a moltissime persone, trattandosi di una marcia
non competitiva che viene organizzata ogni anno: una semplice e bella passeggiata alla
portata di tutti e per la lunghezza che si preferisce.
Per le adesioni: Salvatore Picardi 0586 861138 ore serali.
per le iscrizioni, visto che Agireverde parteciperà come gruppo, vedere sopra: Salvatore Picardi.
Domenica 28 Maggio: Orecchiella.Il Parco occupa
larea appenninica alla sinistra orografica del fiume Serchio, ad una quota compresa
tra i 1.000 ed i 2.054 metri s.l.m. del monte Prado, la vetta più elevata della Toscana.
Nato spontaneamente per convinzione e partecipazione della popolazione locale, il
territorio del Parco è rivestito in buona parte da boschi rigogliosi di faggio, frammisti
ad altre latifoglie e conifere, interrotti da radure, praterie e luoghi umidi dove
sgorgano abbondanti sorgenti.
L
escursione attraverserà la parte nord, nella zona di Lamarossa: un esempio significativo
di recupero ambientale dove la ricchezza di sorgenti e di pascoli ha creato un ambiente
umido eccezionale, sia dal punto di vista delle caratteristiche botaniche, sia per
lacclimatamento e la riproduzione di cervi e caprioli, frequentemente avvistabili in
queste zone, rigorosamente protette. La passeggiata è per tutti in quanto chi non volesse
fare tutto il percorso, potrà accompagnarci per un tratto e quindi tornare indietro con i
bimbi, fermandosi a visitare i recinti con gli orsi ed i cervi, indicati nei percorsi
natura.
Info
0586 406468 o 339 8700530.
2/4 Giugno (in collaborazione con il centro culturale
Quercianella): 3 giorni e 2 notti a Foligno e alle Fonti del Clitunno. .
Allandata,
sosta a Spello, graziosa città dove il tempo
pare essersi fermato e visita con guida; nel pomeriggio invece a Foligno, situata in
pianura, sulla sinistra del fiume Topino, al centro della valle Umbra. Secondo
giorno a Bevagna, lantica Mevania che nel corso dei secoli divenne fiorente
municipio romano e prospero borgo medievale, di cui conserva ancora il suggestivo aspetto
antico. Nel pomeriggio a Montefalco, cittadina della Valle Umbra che domina la piana
solcata dal Clitunno e dal Topino e per questo chiamata la ringhiera
dellUmbria. Nota: il programma completo e dettagliato è visibile sul
sito www.silvanamalevolti.it e in ogni caso,
per informazioni, il numero di riferimento è: Silvana Malevolti 339 5440233.
Domenica 4 Giugno: erbe, che
passione!
Sotto la guida di una
botanica, esperta erborista, la stessa che ci
ha accompagnato a Genova ad Euroflora 2006, camminando per le Colline Livornesi (dal Cisternino fino a Villa
Cristina), andremo a riconoscere e raccogliere le erbe commestibili e curative del nostro
territorio. Una scampagnata allaria aperta (sperando finalmente nel sole) che potrà
rivelarsi interessante e utile, anche per arricchire ed impreziosire le nostre abilità in
cucina
che magari poi farà comodo, anche per la cena del 24.
Info: 0586 404786
Giovanna (ore serali).
Sabato 24
giugno: cena autogestita, alla Valle Benedetta (alla scuolina).
ritrovo alle ore 18 o giù di lì.
Come
consuetudine, ciascuno porta qualcosa e si mette tutto in comune
..e chi non
porta nulla, generalmente una cena la rimedia comunque
..però, magari un
panino di sicurezza
portiamocelo, non si sa mai.
E unoccasione comunque per
stare insieme, per fare il punto della situazione e dirci cosa va, cosa non va nell
Associazione, come la si vorrebbe, etc.etc.etc
in particolare, essendoci
da questanno un settore fotografico ben strutturato, verrà proiettato un video
con un lavoro sulla fabbrica Delphi, recentemente chiusa a Livorno ed alcuni ex
lavoratori della stessa, ci faranno partecipi degli sviluppi della situazione, con
particolare riguardo alle prospettive di una ricollocazione lavorativa sul territorio . Coordinatrice della serata sarà
Fiorigia (0586 801235 ore serali ) ed a lei dovremo fare riferimento,
confermando la nostra presenza.
L' assemblea e la
cena del 24/06 costituiscono un appuntamento annuale costante di fine stagione,
quest'anno però esso assume un valore particolare, in quanto l'Associazione è cresciuta
in termini sia di immagine che di qualità delle iniziative, mettendo in campo oltre
all'escursionismo ambientale, la ricerca di pratiche di vita come il commercio
equo e lo studio della filiera dei prodotti, la conoscenza del territorio antropizzato,
per individuarne le emergenze di valore architettonico e naturale ed eliminarle
( vedi l'iniziativa "conoscere per adottare un progetto"), la partecipazione ad
alcuni comitati di lotta per una gestione del territorio basata sui principi della
sostenibilità e della pace (no al gas off-shore, no a camp-darby, acqua bene essenziale)
etc.etc.etc.
URGE però una
crescita anche in termini di organizzazione e
di collegialità di gestione ed ecco allora che nella nostra assemblea si vorrà varare e
sottoporre a tutti i soci un programma annuale di iniziative, che saranno poi
concretizzate e dettagliate nel periodo di attuazione.
Per la prima volta
tuttavia, vorremmo associare l'iniziativa e la sua proposta con la persona che la
gestirà, in modo da favorire nel contempo una collaborazione attiva di altri soci, che
vorrebbero esserlo ma non sanno come
. In linea di massima i membri del
direttivo saranno sempre a proporre e coordinare ma chi vuole, potrà trovare ampio ed
interessante spazio.
Per finire, resta
ancora da dire che, durante l'assemblea, si potranno anche portare idee nuove e
programmarle e stabilire quale quota del programma sarà destinata alle escursioni
ambientali, quale ad iniziative di informazione sui comitati e quale infine alle pratiche
e alle iniziative di carattere etico (-fa la cosa giusta-).
Durante la cena
verrà inoltre estratta a sorte una lotteria, con il pacco dono vinto e messo a
disposizione dai 15 marciatori della Quercianella walk di A.V. del 21 maggio.
Un cordiale
arrivederci al 24, allora!
Domenica 2 luglio: in barca
a vela, per avvistare delfini e balene
CE.TU.S. con sede a Viareggio è il primo Centro in Toscana per l'osservazione e
lo studio di delfini e balene e nasce con lo scopo di attivare un programma di didattica e
ricerca sui mammiferi marini, per realizzarne il censimento e divulgare materiale loro
inerente. Si avvale di figure professionali eterogenee, specialiste in settori quali la
biologia marina, lingegneria acustica e linformatica e collabora attivamente
con I.C.R.A.M ( l'Istituto che dal Ministero dell'Ambiente ha ottenuto la regolamentazione
per le attività del Santuario), fornendo informazioni per la banca dati dell'ONG, che si
occupa delle specie marine protette. Pensando di fare cosa gradita agli associati, nel
proporre un itinerario escursionistico/culturale insolito, abbiamo preso contatto con il
Centro e ci siamo fatti dettagliare il programma delliniziativa: Partenza da Viareggio, rotta verso il Santuario dei Cetacei su imbarcazioni a vela da 18 mt , in
compagnia di Biologi marini, uscita di avvistamento per imparare a conoscere stenelle,
globicefali, balenottere e capodogli.
Avvertenza: il costo delliniziativa, richiestoci da Centro, è di
.60 a persona (bambini .50) e sarà necessario avere prenotazioni e saldo
entro domenica 18 giugno, per un massimo di 10 adesioni.
Chi fosse interessato, dovrà contattare Gabriella Morini ( 0586
424761 o 347 1868767).
Agireverde,
ecologia e diritti da liberare:
una tre giorni di
fotoproiezioni naturalistiche, mostra fotografica, esposizione di artigianato equo e
solidale e documentari conoscitivi sul mercato della banana, con particolare
attenzione alle condizioni di lavoro ed ambientali nelle piantagioni dellEquador,
come allo sfruttamento ed allassenza di futuro per i bananeros.
Agire Verde
nellambito di un programma annuale, scaturito dalla decisione dellassemblea
degli iscritti, condiviso e che tenga conto
anche e soprattutto delle proposte degli associati, ha inteso mettere in calendario tutta
una serie di iniziative, che si basino su una stretta collaborazione con altre
Associazioni o gruppi, sempre rimanendo entro le proprie linee guida:
Questa la prima di
tali iniziative :
8/9/10 settembre:
c/o il Centro Socio culturale di Quercianella, via Nardini 8, nella piazzetta.
Esposizioni e mostre dalle h.18.30, proiezioni h.21.15.
Programma:
Venerdi 8
settembre: fotoproiezione (h.21.15) di Sergio Casini su La farfalla Zerynthia
Polyxena, un gioiello della natura, preceduta da una breve introduzione sul delicato
equilibrio necessario allambiente per
sopravvivere, visto attraverso il mondo degli insetti.
Per vedere se già la conoscete: un clic!
Sabato 9
settembre: documentario dellAssociazione Italia Nicaragua (h.21.15) sulle
piantagioni di banane, con informazione sulla situazione del mercato internazionale e
sull'alternativa offerta dal commercio equo e solidale.
Domenica 10 settembre:
mostra mercato dei prodotti equo e solidale, dellartigianato etnico,
mostra fotografica del circolo Delphi e dei soci Agireverde, su paesaggio e ambiente ed ecologia, presentazione
del programma annuale dellAssociazione Agireverde.
Alliniziativa Ecologia e Diritti da liberare, hanno collaborato il Centro Socio Culturale di Quercianella (v.Nardini 8), lAssociazione Italia Nicaragua, il circolo fotografico Delphi e i soci Agireverde, oltre a Sergio Casini.
info: 0586 461138
Salvatore Picardi (ore serali)
importante: se siete interessati ad approfondire i temi del mercato alternativo possibile, invece di quello creato dallo strapotere ed dallo sfruttamente delle multinazionali dei più differenti settori, alimentari e non...........vi indirizziamo a www.altromercato.it
Banana, bananeros e multinazionali
La banana è il frutto tropicale più diffuso in
Europa e nel resto del mondo. Le banane, per il contenuto di sali minerali, sono
consigliate nellalimentazione di bambini ed anziani, e anche degli sportivi. In
generale fanno bene a tutti. Questo abbiamo imparato perché questo ci hanno insegnato.
Quello che forse non tutti sappiamo è cosa accade al giallo frutto dalla sua nascita
lungo il tragitto che lo porta sulle nostre tavole.
La piantagione
Condizioni di lavoro ed ambientali nella piantagione
di banane: sfruttamento e assenza di futuro
Nelle piantagioni di banane le condizioni ambientali e
di lavoro sono generalmente molto difficili.
Il frutto è molto vulnerabile, esposto a ogni sorta di malattia e viene trattato con
largo uso di prodotti chimici.
Non appena il futuro casco di banane accenna a svilupparsi sulla pianta viene rinchiuso in
un sacco di plastica generalmente impregnato di pesticidi. E lì dentro che cresce
il frutto.
I sacchi utilizzati vengono spesso lasciati a terra o ammucchiati e dispersi
nellambiente.
Lazione e i residui di queste sostanze inquinano le falde acquifere e degradano
drasticamente il terreno.
Dopo alcuni anni le piantagioni vengono abbandonate perché il terreno è diventato
infruttifero.
Le piantagioni vengono regolarmente irrorate da piccoli aeroplani che spargono i
disinfestanti.
E molto dannoso per la salute dei lavoratori che vengono quotidianamente in contatto
con sostanze nocive. Gli insetticidi e i pesticidi impiegati sono talmente potenti che il
più delle volte si tratta di prodotti vietati nei paesi importatori di banane.
I lavoratori nella stragrande maggioranza dei casi non conoscono i rischi che corrono
oppure tacciono per non perdere il pur precario posto di lavoro.
Nelle imprese bananiere nella maggioranza dei casi non esiste alcuna tutela dei diritti
dei lavoratori.
Si lavora a giornata, senza contratto, senza assicurazioni di infortunio o di malattia,
senza ferie e senza diritti pensionistici. La precarietà è il metro per misurare il
lavoro.
Quasi sempre le donne, a parità di orario, ricevono un salario inferiore poiché il
lavoro è considerato meno faticoso di quello svolto dagli uomini.
Le condizioni di lavoro sono mediamente queste: 10 ore lavorative al giorno con brevissime
pause; nessuna o scarsissime tutele a favore della maternità.
Impegnate tutto il giorno con il lavaggio, la cernita, lapplicazione di adesivi e il
confezionamento delle banane, la loro pelle a lungo termine viene intaccata dalle sostanze
nocive presenti nelle bucce dei frutti.
Negli ultimi 40 anni è accaduto spesso che i tentativi di autorganizzazione sindacale
siano stati repressi: licenziamenti improvvisi, minacce. E anche morti. A volte è
successo che la multinazionale abbia compiuto latto estremo di rappresaglia verso i
lavoratori: labbandono della piantagione che lasciava centinaia e centinaia di
persone in mezzo ad una strada, da un giorno allaltro.
Il sindacato dei lavoratori bananieri ora esiste, ne esiste più duno ma la fatica a
penetrare tra i lavoratori capillarmente è immensa. Non cè disponibilità da parte
delle aziende.
Le imprese realizzano quindi enormi guadagni a discapito dei lavoratori e dell'ambiente.
I sindacati dei lavoratori rivendicano il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Le cifre d'affari di alcune imprese possono superare il budget di molti stati di paesi in
via di sviluppo nei quali sono impiantate.
Chi controlla la banana (e chi ci guadagna)
La gran parte del commercio mondiale della banana è
controllato da cinque imprese multinazionali:
CHIQUITA 26% (USA)
DOLE 25% (USA)
DEL MONTE 15% (USA-Mexico)
FYFFES 8% (Irlanda)
NOBOA 8% (Ecuador)
Chiquita, Dole e Del Monte controllano più del 50% del mercato europeo.
Possiedono grandi piantagioni, la cui superficie può arrivare a 500.000 ettari in America
Latina.
L'80% delle esportazioni mondiali delle banane provengono proprio dall'America Latina:
Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama, Venezuela.
Per gli storici rapporti di questi gruppi multinazionali con gli Stati uniti, le banane
provenienti dallAmerica latina si chiamano in gergo dollar banana.
Da alcuni anni il commercio equo e solidale sta
sperimentando una filiera in cui siano i diritti - di chi lavora e dell'ambiente- il
centro della produzione e della dsitribuzione.
Nel 1996 è nata in Olanda Agrofair con
lobiettivo di importare e distribuire le banane equo solidali in Europa.
Agrofair, per la prima volta nella storia economica della banana, coinvolgeva direttamente
i produttori al 50%, proprietari della società stessa. Il resto è affidato a
Organizzazioni Non Governative e operanti nel campo della solidarietà internazionale e
del commercio equo e solidale. Ctm altromercato è tra i soci di Agrofair.
Negli anni precedenti alla costituzione di Agrofair i gruppi che poi le diedero vita
avevano costruito insieme il progetto: offrire una banana che rispettasse lambiente,
i lavoratori, i consumatori operando attraverso la gestione di tutta la filiera,
sganciandosi dalle regole imposte dal mercato che penalizzavano soprattutto i piccoli
produttori negandogli di fatto laccesso al mercato
I principali criteri di commercio equo per le banane sono:
il pagamento di un prezzo equo ai piccoli produttori
questo prezzo può arrivare fino a 6 volte quanto pagato dagli intermediari locali e non
può comunque mai scendere sotto un minimo prefissato;
la garanzia di salari equi e buone condizioni di lavoro per i lavoratori nelle piantagioni
(i luoghi, i macchinari e le dotazioni degli strumenti di lavoro devono essere sicuri e
non comportare alcun rischio per la salute del lavoratore);
la tutela del diritto dei lavoratori ad aderire o formare organizzazioni sindacali e a
redigere proprie costituzioni e regole, eleggere propri rappresentanti e formulare propri
programmi;
la pratica di unagricoltura sostenibile che limiti luso di pesticidi chimici e
che contribuisca a proteggere e rispettare lambiente naturale;
il non utilizzo di manodopera infantile nella misura in cui il lavoro metta a rischio
leducazione del minore e comunque in ogni caso in cui la funzione possa rivelarsi
pericolosa per la sua salute in relazione alletà;
il pagamento del fair trade premium (di 1,75 dollari a cartone di 18,14kg) che sostiene lo
sviluppo delle comunità attraverso il finanziamento di strutture quali scuole e
assistenza medica di base, così come programmi per il miglioramento della qualità e la
conversione al biologico;
la costruzione tra importatori e produttori di relazioni stabili e di lungo termine nelle
quali gli interessi e i diritti di entrambi siano garantiti.
Il prezzo
Le banane altromercato del commercio equo e solidale
garantiscono piena trasparenza: nella filiera produttiva e nel prezzo
A fine 2003 il prezzo ufficiale fissato dal governo in
Ecuador per un cartone di banane, che pesa 18 chilogrammi, era di 2,6 dollari.
Ma i produttori nel corso del 2003 ricevevano un prezzo che variava da 1 a 3 dollari. Si
può quindi dire che nel 2003 il prezzo di mercato di un cartone di banane in Ecuador era
in media di 2 dollari.
I costi sostenuti dal produttore per un cartone di banane sono di circa 3 dollari, quindi
il produttore rischia di perderci parecchio. E altrettanto toccherà al bracciante che
lavora nella piantagione.
Nello stesso periodo in Italia una banana proveniente da quelle zone costava di media in
un negozio di frutta e verdura circa 50 centesimi di euro che corrispondo a circa mezzo
dollaro!
Cosa cambia con il commercio equo?
Ctm paga alla cooperativa di piccoli produttori El Guabo in Ecuador il prezzo equo di 7
dollari a cartone per le banane a lotta integrata e 9 dollari per quelle provenienti da
agricoltura biologica. A sua volta El Guabo paga i produttori soci una settimana dopo
limbarco della nave dal porto di Machala.
Di questo prezzo, il piccolo produttore socio di El Guabo, riceve direttamente 4 dollari a
cartone per banane di lotta integrata e 6 dollari per quelle bio, escluso il costo del
cartone ed altri materiali d´imballaggio (sacchetto di plastica, bollini, ecc.), che
invece viene sostenuto da El Guabo direttamente. Inoltre il singolo socio beneficia, come
tutta la comunità, di altri investimenti sociali ed ambientali.
Inoltre il consumatore può leggere tra le righe del prezzo che paga quando acquista la
banana poiché Ctm altromercato pratica il prezzo trasparente
In allegato lo schema del prezzo trasparente delle banane altromercato
Le proposte della campagna Diritti che parlano: la
petizione, la cartolina, l'informazione
Ognuno di noi può fare da subito qualcosa per
contribuire a liberare i diritti, a regolare i mercati.
La campagna Diritti che parlano propone alle cittadine e ai cittadini di:
a) firmare la petizione che chiede agli enti pubblici, alle università, alle
amministrazioni comunali di promuovere momenti di informazione sulla situazione del
mercato internazionale e sull'alternativa offerta dal commercio equo e solidale. Si chiede
inoltre di inserire le banane eque e solidali nelle mense gestite dagli enti citati. (in
allegato fac simile petizione, per consulatarne i contenuti)
b) compilare la cartolina rivolta alle scuole, che chiede la realizzazione di
momenti di sensibilizzazione inseriti nei percorsi didattici e di inserire le
banane e altri prodotti del commercio equo nelle mense scolastiche. (in allegato fac
simile cartolina per consultazione)
c) approfondire l'informazione sulle tematiche legate al complesso mondo delle
banane Ctm altromercato ha curato la pubblicazione (disponibile nelle Botteghe del Mondo):
"Casco bene. Scenari attuali e percorsi solidali per liberare i diritti, per regolare
i mercati" ed. altromercato, 2005 (a cura di d. marani e s. lorigliola)
Troverete la petizione, la cartolina, le informazioni in ogni Bottega del Mondo aderente
alla campagna
La polissena è
una delle nostre specie più belle e localizzate. La livrea delle ali si presenta di
colore avorio screziata di nero mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il
margine inferiore delle ali posteriori. Vola tra aprile e maggio nelle praterie e negli
ambienti rocciosi dalla pianura fino a circa 900 metri di quota.
Ovviamente
è solo per darvi unindicazione sul tema della serata
per ogni
informazione e curiosità
..a venerdi sera, vi aspettiamo!
nuovo programma, in fase di studio:
Questanno Agire Verde ha voluto un programma annuale, scaturito dalla decisione dellassemblea degli iscritti, tenutasi in giugno, che fosse condiviso e tenesse conto anche e soprattutto delle proposte degli associati.
Un programma insomma, che potesse permettere un aumento di partecipazione attiva
degli associati e che potesse anche responsabilizzarli
in unottica di gestione dalla base.
Le iniziative verranno inquadrate secondo il seguente schema di riferimento:
· 1- Attività escursionistiche-ambientali e di conoscenza dellambiente naturale;
· 2- Emergenze architettoniche : conoscere il territorio per adottare un progetto;
· 3- Contributo e partecipazione ai comitati ed alle lotte sul territorio livornese;
· 4- Alimentazione corretta:visite ad aziende biologiche di prodotti locali;
· 5- Fa la cosa giusta: il commercio equo, le reti g.a.s., le prassi alternative.
A Campocecina, Intorno al rifugio Carrara.
per un comodo sentiero, in boschi di faggio, tra
panorami marini che si aprono sul mar Ligure e cime rocciose e cave di marmo tutto
intorno.
L'antico borgo di Castelvecchio: il medioevo in Toscana.
Su una rupe isolata, delimitata da due torrenti, nel territorio di San Gemignano,
alla ricerca di un insediamento fortificato medioevale, solo recentemente sottratto alla
selva e tutt'ora oggetto di scavi e studio.
Da Ameglia a Barbazzano, tra antiche memorie e panorami marini.
Nel Parco di Montemarcello Magra, una passeggiata verso le antiche memorie di un
borgo fortificato dell'anno mille e le spiagge di Fiascherino, incantevole fonte di
ispirazione per i poeti romantici inglesi di fine '800.
La Cinta Senese: il
maiale d.o.p.
Escursione naturalistica, con visita ad un allevamento di questa razza di maiali,
originaria del contado di Siena, nota a tutti come " il maiale dal colletto" e
che vive, cibandosi di ghiande, radici, tuberi e tartufi, allo stato semibrado in ampi
spazi boscosi.
In canoa
sull'Ombrone, nel Parco della Maremma.
Una visita inconsueta nel cuore del Parco Naturale della Maremma , percorrendo
una via fluviale di particolare suggestione, dove, pagaiando dolcemente e scendendo verso
la foce, potremo ammirare le famose "vacche maremmane" al pascolo, i cavalli
allo stato brado e una quantità infinita di uccelli marini, tra cui l'airone, il martin
pescatore.
.
Parco
dellUccellina: le zone allinterno.
Una catena di colline, impervia e selvaggia, che discende verso
il mare, con spiagge sabbiose e scogliere e circondata da paludi,
pinete, campi coltivati e pascoli. Questo il territorio del Parco dellUccellina che andremo ad esplorare nella parte più interna,
dopo aver già disceso lOmbrone con lescursione fluviale: da Alberese a San
Rabano, una passeggiata tra pinete e boschi di macchia mediterranea.
Padule Orti
Bottegone.
Paludi salmastre e uno
stagno dacqua dolce, lungo la fascia costiera della Val di Cornia. Visita e
birdwatching.
In carrozza nella
tenuta di San Rossore.
Un modo
diverso di scoprire il Parco Naturale
di San Rossore per itinerari non visitabili
altrimenti, alla scoperta di ambienti
e habitat naturali per daini, cinghiali, volpi, uccelli marini,
cormorani, etc,etc, attraverso aree agricole, allevamenti bradi, boschi di
latifoglie e di conifere.
Visita ad
unazienda biologica, produttrice di passata di pomodoro.
Lazienda, nel comprensorio cecinese, ci permetterà di conoscere la filiera
produttiva del pomodoro ed un esperto ci illustrerà le caratteristiche del pomodoro, sia
in termini di qualità che di degustazione, particolare attenzione sarà anche riservata
al sistema di produzione e di raccolta.
Gita all isola di Pianosa .
Una due giorni, con pernottamento allElba ed escursione sullisola,
insieme ad accompagnatori del parco dellarcipelago toscano. Un esempio di turismo
sostenibile.
Acqua risorsa non rinnovabile e patrimonio comune: una giornata di iniziativa sulle lotte intorno
allacqua, sia a livello mondiale che locale, insieme al comitato per la
ripubblicizzazione del servizio idrico. Per comprendere pienamente limportanza di
non abbandonare al privato una risorsa talmente importante e strategica..
Camp Darby: una
risorsa per il territorio.
Una giornata di iniziativa, di studio e ricerca, con
presentazione di fotografie sul tema tra Livorno e Pisa, insieme al comitato
cui abbiamo aderito. La riflessione verrà sviluppata a partire da un punto di vista
urbanistico-geografico ( le potenzialità del territorio, occupato dalla base americana,
in ipotesi di riconversione civile).
Oasi di
Massaciuccoli, visita guidata in barchino , allinterno dei canneti.
Andremo alla ricerca dellavifauna dellOasi, con osservazioni
ornitologiche, guidate da esperti, da sopra dei barchini e allinterno dei canneti
del lago.
In barca a vela nel
Santuario dei cetacei.
Coordinandoci con
CE.TU.S., il primo Centro in Toscana per l'osservazione e lo studio di delfini e balene,
proporremo una giornata di insolito escursionismo marino: insieme ai biologi marini del
centro ad avvistare e conoscere stenelle, globicefali, balenottere e capodogli.
Il formaggio biologico e la
selezione naturale nellallevamento animale:
Un
allevamento di mucche nella campagna di Terricciola. Visita guidata della fattoria e
dell'annesso caseificio, con particolare riguardo sia alle metodiche di allevamento che ai
processi di lavorazione dei formaggi.
Il Mugello , un territorio da scoprire: il Lago di Bilancino.
Grazie ad una buona
diversificazione di habitat e alla posizione geografica particolarmente favorevole,
lOasi manifesta le caratteristiche ideali per divenire un ambiente di grande
importanza naturalistica e punto di passo per lavifauna migratrice.
Unoccasione per conoscere gli ambienti umidi e apprezzarne le bellezze botaniche e
faunistiche,
Il
lago di Santa Luce.
Immerso fra brulle colline e coltivi, luccica come una gemma preziosa, incorniciata dal verde lussureggiante dei boschetti di salice, tamerice, robinia ed olmo ed è punto importante di sosta, nel periodo migratorio, per uccelli rapaci stanziali o di passo come il Gheppio, la Poiana, il Falco pellegrino, il Falco pescatore, il Falco di palude e lAlbanella reale. La visita sarà accompagnata da unesperta erborista e sarà anche unottima occasione per il birdwatching.
Castagnata a
Capriglia.
Un facile
trekking nei castagneti sopra Pietrasanta, tra il mare della Versilia ad ovest e le cime
dei monti apuani ad est. Pranzo alla brace e
castagne raccolte nei boschi intorno.
Dal passo
Fordazzani a Campanice.
Campanice era lalpeggio del paese di Terrinca, posto su un importante ed
antico percorso di transumanza, è caratterizzato dalla smisurata disponibilità di
legname e di praterie adibite a pascolo. Oggi il paese è abbandonato ed in rovina, ma ben
visibili sono i ruderi di un antico convento. Ci arriveremo nel periodo della fioritura
delle giunchiglie, risalendo il corso di un ruscello in una rigogliosa faggeta.
ps: le date saranno comunicate con i notiziari informativi bimestrali o su questo stesso link, appena sarà definita nei dettagli ogni iniziativa, comunque anche in questo caso bimestralmente.
date e referenti delle nostre prossime iniziative:
Domenica 24 settembre: rimandata al 29.10
IL FORMAGGIO
BIOLOGICO E LA SELEZIONE NATURALE NELLALLEVAMENTO ANIMALE. VISITA AD UN ALLEVAMENTO BOVINO
NELLA CAMPAGNA DI TERRICCIOLA.
Tra Selvatelle e Terricciola, andremo a visitare un'azienda agricola che si pregia di produrre ottimi formaggi con metodo biologico. Alimentate con foraggi propri dell'azienda e allevate allo stato semi brado, quindi non sottoposte a stress psico-fisici particolari, le mucche della fattoria sono selezionate per fornire buonissimo latte, proprio perché cresciute in modo sano e secondo i criteri della selezione naturale. La giornata sarà dedicata alla visita della fattoria e dell'annesso caseificio, con particolare riguardo sia alle metodiche di allevamento che ai processi di lavorazione per la produzione dei formaggi (chi lo desidera potrà prenotare un pranzetto rustico in loco - quota .5-, però, essendoci stato raccomandato di non essere più di 30, vi preghiamo di comunicare per tempo la vostra partecipazione.
Info: Maria
Luisa Bonanno, Antonio Careddu, Gabriella Morini (0586 424761 ore serali, oppure 347
1868767)
Un modo diverso
di scoprire il
Parco Naturale di San Rossore per itinerari non visitabili
altrimenti, alla scoperta di ambienti
e habitat naturali per daini, cinghiali, volpi, uccelli marini,
cormorani, etc,etc, attraverso aree agricole, allevamenti bradi, boschi di
latifoglie e di conifere. Landare in carrozza è lidea, tuttavia, essendo
stata pensata come iniziativa adatta anche ai bambini e alle famiglie, per limitarne il
costo effettueremo una contrattazione sullingresso al Parco, soprattutto per non far
pagare i bambini, sarà però necessario essere almeno 20 e quindi prenotare come gruppo.
Se venite dunque, prenotatevi a Fiorigia almeno una settimana prima.
Info: Fiorigia Beverelli 0586 801235 (ore
serali)
Domenica 22 ottobre:
CASTAGNATA A CAPRIGLIA
Un facile
trekking nei castagneti sopra Pietrasanta, tra il mare della Versilia ad ovest e le cime
dei monti apuani ad est. Pranzo alla brace e
castagne raccolte nei boschi intorno. Non occorre altro per descrivere una tranquilla e
bella giornata, indaffarati in attività piacevoli. Anche questa iniziativa, adattissima
alle famiglie.
Info:
Giovanna Massidda (ore serali) 0586 404786
Domenica 29 ottobre: riproposizione della iniziativa del 24 settembre
Domenica 5 novembre. INTORNO AL RIFUGIO CARRARA A
CAMPOCECINA:
NEI BOSCHI DI FAGGIO TRA SPLENDIDI PANORAMI MARINI E MONTANI
Un percorso che si
sviluppa quasi per intero all'ombra dei faggi su un comodo sentiero che si affaccia sulle
ben più scoscese e ripide cime Apuane della zona. Enormi pareti a strapiombo, cime
rocciose e cave di marmo si susseguono attorno a noi ( Pizzo d'Uccello, Pisanino, Sagro,
Borla, Cresta Nattapiana, Cavallo etc.etc.), dandoci l'idea della forza selvaggia di
questi luoghi ma, "appena voltato l'angolo".........ecco invece gli affascinanti
paesaggi marini della Liguria, che spaziano sul promontorio di Punta Corvo a
Montemarcello prima, su quello di Portovenere poi ed ancora oltre, almeno fin dove lo
sguardo può arrivare nelle giornate terse. Lintero percorso richiederà 3 / 4 ore
ed è abbastanza semplice.
Info: Luciano
Suggi 0586 406468 ore serali oppure 339 8700530
12 novembre: la
rocca di San Silvestro e la miniera del
Temperino
Dal periodo
etrusco e fino ad un recente passato, l’uomo ha perforato le rocce del
Campigliese per l’estrazione dei minerali pregiati, l’inizio di un ciclo
produttivo che si concludeva con la trasformazione del minerale in metallo. Il
Parco di San Silvestro è nato proprio per proteggere e far conoscere uno
straordinario archivio archeologico all’aperto: un suggestivo itinerario
sotterraneo all’interno di una galleria mineraria ed un villaggio medioevale
di minatori, perfettamente conservato. Prenotazione necessaria fino ad
esaurimento disponibilità, nella settimana precedente l’evento.
La
giornata, in linea di massima, prevede la visita alla rocca medioevale la
mattina e alle miniere (con il trenino), nel pomeriggio Info: Fiorigia Beverelli 0586 801235 (ore serali) .
10/12
novembre: Fine
settimana micologico sull’Amiata
Questa
iniziativa non è gestita da noi e però, conoscendo bene l’amabilità e la
competenza della Cooperativa che gestisce la struttura (rivolgetevi a Renato
Scapigliati), essendoci già stati ed essendo la riserva naturale del Pigelleto
un luogo incantevole, non abbiamo incertezze nel consigliarla. Si tratta di una
proposta aperta a gruppi micologici o a singoli appassionati, interessati a
trascorrere un fine settimana sull’Amiata alla
I partecipanti saranno accompagnati, durante le loro uscite, da personale qualificato con esperienza nel campo della micologia.
questo il programma:
La
proposta è aperta a gruppi micologici o a singoli appassionati interessati a
trascorrere un fine settimana sull’Amiata alla scoperta dei suoi boschi e
delle diverse specie di funghi presenti.
I
partecipanti saranno accompagnati, durante le loro uscite, da personale
qualificato con esperienza nel campo della micologia.
La
struttura di appoggio è il Centro Visite e Rifugio Escursionistico “La
Direzione” (www.abiesalba.com), immerso nel verde di una meravigliosa Riserva
Naturale, attrezzato con aule e laboratori dove poter classificare il materiale
raccolto.
Venerdì
10 Novembre
.arrivo
dei partecipanti presso il Rifugio nel tardo pomeriggio
.cena
.presentazione
delle uscite che si andranno ad affrontare nelle giornate successive
Sabato
11 Novembre
.
colazione
.
eventuale presenza dei partecipanti che non sono potuti arrivare la sera prima,
e partenza per il bosco accompagnati da esperti della
zona.
.
pranzo al sacco preparato dalla struttura
.
ritorno nel pomeriggio
.cena
.classificazione
delle specie raccolte
.colazione
.partenza
per il bosco accompagnati da esperti della zona.
.rientro
per il pranzo
.nel
pomeriggio classificazione delle specie raccolte, incontro con gli appassionati
del posto
.partenza
costi:
€
100,00 a persona per tutto il programma
€
65,00 a persona per chi partecipa dal sabato mattina
€
40 per chi non usufruisce dei servizi della struttura
Per
coloro che non vogliono alloggiare presso il Rifugio, possiamo proporre altre
alternative, modulando i prezzi del pacchetto.
Per
ogni informazione, rivolgetevi a Renato Scapigliati a nome di Agireverde Livorno,
anche se ci andate singolarmente.
E-mail
info@abiesalba.com -
http://www.abiesalba.com
Tel.0577-78.80.04
– Fax.0577-78.82.14
Abies
Alba Soc. Coop. arl Vicolo del Castello 14, 53025 Piancastagnaio (Si )
Riserva
Naturale del Pigelleto – Monte Amiata -
Rifugio
Escursionistico
24/25/26
novembre:
mercatini di Natale a Napoli e Sorrento
Anche per questa iniziativa non siamo referenti e tuttavia, essendoci sembrata interessante ed essendo stata organizzata dalla socia Silvana Malevolti (339 5440233), ve la mettiamo in visione:
1° giorno - venerdì 24 novembre – ritrovo a Quercianella (Chiesa di Sant’Anna) e a Livorno (Coop La Rosa in Via Settembrini) partenza in pullman g.t. per Sorrento.
Pranzo libero lungo il percorso. Nel pomeriggio arrivo a Sorrento visita libera del centro. In serata rientro a Vico Equense per sistemazione in hotel, cena e pernottamento.
2° giorno – prima colazione in hotel. Partenza per Napoli visita della città (la mattina) con guida . Pranzo libero. Tempo a disposizione per le visite individuali, shopping e passeggiata in Via San Gregorio Armeno, famosa strada dei presepi.
In serata rientro in hotel per la cena.
Dopo cena, facoltativo, spettacolo di tarantella e musiche napoletane a Sorrento: €. 25,00 a persona (comprende: 1 bottiglia di spumante ogni 2 persone o un drink a scelta) oppure Sorrento di notte.
3° giorno - colazione in hotel. Incontro con la guida e giro panoramico di Napoli in pullman. Arrivo alla Certosa di San Martino sulla sommità della collina del Vomero. Tempo a disposizione. Consigliata la visita al Museo Nazionale dove la sezione più tipica e celebre è quella dedicata ai presepi, famoso quello settecentesco “Cuciniello” unico al mondo per le sue caratteristiche.
Pranzo libero.
Partenza per il rientro con arrivo previsto in tarda serata nella località di provenienza.
Quota
individuale
€. 200,00
Camera singola €. 44,00
Facoltativa Assicurazione rischio annullamento viaggio €. 15,00
La
quota comprendente:
-
viaggio in pullman GT compreso l'escursione a Sorrento per la 2^ sera per lo
spettacolo facoltativo
-
sistemazione in hotel 3stelle a Vico Equense
con trattamento di 1/2 pensione con bevande incluse e 1^ colazione a
buffet
-
assicurazione medico/bagaglio EUROP ASSISTANCE
la
quota non comprende:
i
pranzi e la cena dell'ultimo giorno, le spese di carattere personale, le mance,
e tutto quanto non espressamente indicato alla voce "la quota
comprende"
26 novembre : le terme etrusche di Sasso
Pisano
Antica
rocca medioevale, importante in epoca medicea per le miniere di allume (prodotto
essenziale per fissare i colori sulla stoffa), il borgo si erge sopra fitti
boschi di castagno e cerro, in prossimità delle sorgenti del fiume Cornia. In
epoca ancora più remota tuttavia e fino al III sec.d.c., queste zone furono
famose piuttosto per essere
un vasto sito termale, etrusco prima e romano poi. Abbandonato nel IV
secolo e solo recentemente riportato alla luce, anche se molto parzialmente,
rimane tuttavia evidente e fruibile la sorgente d’acqua calda che forma una
grande vasca naturale a 40 °c , immersa nella macchia e vicinissima al sito
(chi vuole, portandosi un asciugameno, potrà anche bagnarvisi ).
Per
comprendere bene come mai gli etruschi e i romani vi avessero costruito le
terme, andremo quindi anche a vedere le putizze e le fumarole, manifestazioni
geotermiche, simili a quelle delle Biancane, visitate in gennaio che, con
molteplici fumacchi di vapore, fonti e rivoli di acqua bollente ed il tipico
odore sulfureo , ci mostrano perchè, prima dell’era industriale, questa valle
fosse chiamata “la valle del diavolo”.
Info:
Luciano Suggi 0586 406468 ore serali oppure 339 8700530
Note storiche e geomorfologiche sul’iniziativa
odierna:
Sasso Pisano si trova nel comune di Castelnuovo val di Cecina (PI), nel complesso delle colline metallifere, in una zona nota come "aia del diavolo" per le manifestazioni geotermiche che la caratterizzano. Il paesaggio infernale, simile a quello visto alle Biancane di Monerotondo, in febbraio, si sussegue tra sbuffi di vapore e fumacchi e ci mostra come si presentavano questi luoghi fino al settecento: una valle dall'aspetto infernale, costellata di sorgenti calde, sbuffi di vapore affioramenti di zolfo, con l'aria dal classico sentore di uova marce. Un luogo insomma, che le superstizioni del passato collegavano facilmente al diavolo, tant'è che alcuni storici attribuiscono a questa zona l'ispirazione per l'ingresso degli inferi descritto nella divina commedia di Dante.
A pochi passi da Sasso Pisano, in località Lagoni del Sasso, è possibile, salendo sulla collina che sovrasta il paese, “toccare con mano” soffioni, putizze, fumarole, sorgenti calde, lagoni. A poca distanza poi, sulla strada che porta a La Leccia, nei pressi del podere "il Bagno", recentemente è stato poi scoperto un imponente stabilimento termale etrusco-romano con annesso villaggio. Particolare importanza viene attribuita a questo sito, associato alle "Aque Populanie" citate dallo storico romano Plinio e riportate dalla "Tavola Peutingeriana", una mappa stradale dell'impero romano giunta fino a noi grazie a riproduzioni medioevali. Ad oggi gli scavi sono ancora in corso, ma sono state riportate alla luce vaste porzioni dell'impianto termale: sono visibili le vasche, i canali che le alimentavano, colonnati e mura blocchi di arenaria……..e la polla sorgiva, in cui sarà possibile bagnarsi.
Più recentemente: La prima notizia sulla località e il suo castello risale al 1058. Nel 1066 vi fu redatto un affitto concesso da Ermanno, Vescovo di Volterra. Il papa Alessandro III confermò i diritti al vescovado e nel 1179 perfino il possesso del castello stesso. Anche in questo caso i diritti vescovili furono fieramente avversati dal Comune di Volterra, che ottenne nel 1204 la sottomissione degli uomini del castello. Nel 1253 appare sottoposto a Volterra, ma nel 1259 il Vescovo eletto Panieri vi pretendeva la tassa del fodro, finché nel 1264 si addivenne ad una sorta di condominio tra i Vescovo e il Comune di Volterra, riconfermato nel 1277.
Nel 1472, per il controllo delle miniere di allume di Sasso Pisano, Lorenzo il Magnifico muove guerra a Volterra, una guerra che viene definita "la guerra delle allumiere". L'allume era molto richiesto in quanto consentiva di t'issare il colore sulla stoffa mediante un procedimento in cui i laboratori fiorentini eccellevano ma di cui si è perduto il segreto. Era un minerale che veniva importato dall'Asia fino a quando, nel 1461, se ne scoprì un giacimento a Tolta, vicino Roma. I Medici riescono ad assicurarsene lo sfruttamento ma, nel 1476, il diritto viene acquisito dalla famiglia Pazzi. Un minerale tanto importante da spingere nel 1472 Lorenzo il Magnifico a muovere guerra a Volterra.
Per comprendere ed apprezzare la visita:
note di geotermia:
Durante lo sviluppo del nostro pianeta, particolari fenomeni magmatici fecero risalire i magmi fusi in superficie, in determinate zone della Terra, come Larderello o Monterotondo M.mo o Sasso Pisano. Oggi, in questi luoghi la crosta terrestre è più sottile ed il calore delle rocce del sottosuolo è dieci volte superiore alla media terrestre e difatti, a circa 2Km di profondità, si possono incontrare temperature di 300°C, che solitamente si trovano a 7-8Km.
È questa l'energia geotermica, contenuta sotto forma di
calore nelle rocce del sottosuolo.
Per poter utilizzare questo calore del sottosuolo, è necessario un mezzo
"di trasporto" che solitamente è l'acqua che circola sotto terra. A
contatto con il calore delle rocce, l'acqua
si riscalda e formai serbatoi geotermici, dove l'alta temperatura è
mantenuta da uno spesso strato di rocce impermeabili.
Per ottenere energia, vengono prodotte artificialmente - o esistono già
naturalmente - delle aperture - "fratture" nel caso siano state create
dalla natura - come i pozzi. Nelle manifestazioni naturali una diminuzione di
pressione e un'immediata fuoriuscita di acqua calda, sotto forma di vapore dà
luogo ai famosi soffioni boraciferi o alle fumarole o alle putizze, che vedremo
oggi.
Il sito archeologico:
Dal
1985 la Sopraintendenza per i beni Archeologici della Toscana sta riportando
alla luce, nelle vicinanze di Sasso Pisano, nel Podere il Bagno, un complesso
architettonico di eccezionale interesse storico e archeologico. L'area si trova
sulla strada tra Volterra e Populonia, alla confluenza della valli del Cecina e
del Cornia, in un ambiente naturale di grande suggestione,
caratterizzato da una intensa attività geotermica, in cui ben si spiega la
presenza di un complesso architettonico sacro-termale legato a divinità
salutari.
Le prime notizie risalgono a una trentina di anni fa, quando fu rinvenuta una
tegola con bollo in caratteri etruschi che, sciolto in spumi huflunas (Spural
=
"della città" ), faceva supporre l'esistenza di un edificio di
carattere pubblico.
Gli
scavi hanno messo in luce, anche se parzialmente, un complesso architettonico
unico fino ad oggi nell'Etruria Settentrionale, articolato in diversi settori e
con diverse fasi di vita. Ad una prima fase, con monumentale sloà
(grande porticato) a tre braccia, si aggiunge, nella prima metà del II scc. a.C.,
un impianto termale che sfrutta in parte le murature del portico per
appoggiarvisi. Successivamente l'area viene sconvolta da un grande movimento
franoso che trascina a valle parte delle strutture.
Dopo un abbandono di quasi un secolo gli edifici rimangono in uso sino alla fine del III sec. d.C. Un gruppo di 64 monete in bronzo, riferibili al II sec. d.C. e rinvenute allo sbocco di una canaletta di deflusso delle vasche, testimonia l'intensa frequentazione dell'edificio nell'ultima fase di vita, Tra la fine del II e l'inizio del IV secolo d.C. il sito viene completamente abbandonato.
in particolare:
Quest’anno cuciniamo noi e per questo
abbiamo già allertato i migliori chef dell’Associazione, addirittura con
ipotesi di menù vegetariano alternativo.
Naturalmente lo scopo è soprattutto
quello di trovarci a fare due chiacchiere, per discutere su come va
l’Associazione, su come migliorare , su cosa va e non va e per conoscerci
meglio tra di noi………… insomma, vediamo di essere numerosi che
l’iniziativa va anche vista come occasione di autofinanziamento per le
iniziative extra notiziario dell’anno prossimo.
Il costo preventivato è intorno ai 10
euro (gli adulti) poi, detratte le spese, quello che avanza, come detto, verrà
accantonato. Ps: per fare la spesa in maniera ottimale, prenotiamoci entro
il 30 novembre, specificando per l’opzione vegetariana, a Fiorigia
(che per organizzare cene è unica) al 0586 801235 ore serali. Durante la
serata è anche in programma la classica tombolata per il cesto equo e solidale.
14 gennaio: passeggiata disintossicante a S.Maria di Mirteto
Una
passeggiata per le colline pisane, ricche di rocce di natura calcarea ed in
posizione ideale per la crescita di molte piante officinali ed aromatiche (la
ruta, il mirto, l' issopo, la santoreggia, la lavanda, l' euforbia). Bello il
paesaggio, interessanti le emergenze architettoniche, come l’acquedotto
mediceo di Asciano e Il
monastero di S. Maria di Mirteto, risalente all'anno 1000, attualmente in uno
stato di forte degrado ma, ancora
oggi, mèta di un continuo escursionismo interessato.…………in più è prevista la presenza di una botanica, a spiegarci
la flora incontrata e “la bottega dell’erborista” preparerà delle tisane
particolari e disintossicanti, con pregiate erbe di propria selezione.
Info:
Giovanna Massidda 0586 404786.
28
gennaio :
per frantoi, alla ricerca “dell’olio bono”, a Montaione.
La Toscana vanta una grande quantità di
prodotti tipici di alta qualità,
molti dei quali legati alle antiche tradizioni contadine ed ancora oggi prodotti
con la stessa cura e lo stesso amore di una volta. Oliveti e vigneti, in
particolare, occupano gran parte delle colline intorno a Montatone e questa
località fa parte, insieme ad altre città della Toscana e d'Italia, dell'Associazione
Città dell'Olio, che ha lo scopo di promuovere la cultura
dell'Olio extravergine nel mondo.
L’iniziativa
odierna prevede una visita ad un’azienda produttrice di olio, con spiegazione
delle caratteristiche delle diverse piante di olivo e dei
processi di raccolta e spremitura a freddo delle olive.
Info: Gabriella Morini 0586 424761
o 347 1868767
al fine di razionalizzare la partecipazione
alle iniziative, siete pregati di informarvi sempre sullo svolgimento delle medesime
(possono intercorrere contrattempi o maltempo, che le rendono non fattibili), il
venerdi e il sabato, antecedenti il giorno stabilito, contattando i numeri telefonici
specificati in agenda, lasciando anche nome, numero partecipanti ed eventuale recapito
telefonico per essere comunque avvertiti, anche allultimo momento. Si ricorda
inoltre che per partecipare occorre essere in regola con il tesseramento,
controllate quindi la data di scadenza sul tesserino o anche sull'indirizzo in busta (il tesseramento serve a coprire le spese di
gestione....... francobolli, stampati, canone internet, c/c postale, spese varie in
occasioni di manifestazioni, etc.etc ).il tesseramento serve a coprire le spese di
gestione....... francobolli, stampati, canone internet, c/c postale, spese varie in
occasioni di manifestazioni, etc.etc ). In ultimo, si ricorda anche che, non essendoci
un fine di lucro, né lAssociazione né i referenti occasionali - del resto
anch'essi soci e non accompagnatori professionali - saranno mai da considerarsi
responsabili per eventuali incidenti che possano verificarsi in occasione delle
iniziative, essendo le medesime come un fatto tra amici e che la tacita accettazione di
questa norma è condizione indispensabile, per poter partecipare alle diverse attività.
ps: si
raccomanda in ogni caso di verificare in precedenza le proprie condizioni fisiche,
evitando di partecipare se ci si considera a rischio, benchè le singole iniziative siano
comunque verificate per essere alla portata di tutti, quando non comunicato diversamente.
AGIREVERDE Associazione per l'Ambiente,
via Anna Frank 17 57124 Livorno
www.agireverde.it
mail: agireverde@tin.it
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Per riassociarsi o associarsi (la quota è annuale), versare 13 euro o 17 familiare, sul c.c.p. n 28804508 intestato ad Agire Verde / via A. Frank 17 / 57100 Livorno o al referente delle iniziative, quando vengono svolte.
Info: 0586 861138/404786
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