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                            prossima iniziativa il 14 dicembre (clic)

Tutte  le iniziative sono riservate agli associati (Euro 15 annui singolo, 20 familiare, associazione   U.I.S.P. consigliata )  che  in questo modo, con la quota associativa annuale, vengono a rendersi compartecipi delle spese di gestione e rendendo così possibile il funzionamento amministrativo dell'Associazione stessa. 

l'iscrizione è possibile partecipando ad un'iniziativa e versando la quota al referente dell'iniziativa stessa, che poi la consegnerà al tesoriere. L'iscrizione ha validità annuale e la quota verrà richiesta entro il mese di aprile dell'anno successivo.

note: tramite una mailing list vengono effettuate agli associati delle comunicazioni di vario tipo, dai periodici incontri in sede ad eventi interessanti gestiti anche da altre associazioni etc.etc................chi vuole ricevere tali informazioni basta che lo comunichi ad agireverde@tin.it  .

Per partecipare alle diverse attività dell'associazione poi, si deve prendere atto che, diventando soci, ci si corresponsabilizza nella gestione dell'associazione stessa, divenendo tutti con eguali diritti/doveri e quindi è tacitamente inteso che, non esistendo accompagnatori professionali,  i referenti occasionali che si prestano alla conduzione ed auspicati in rotazione, non saranno mai da considerarsi responsabili per eventuali incidenti possano verificarsi in occasione delle diverse iniziative. 

Ultima informazione: da quest’anno il Comune si è ripreso i locali che ci aveva affidato come sede e quindi, in attesa di nuova collocazione, l’indirizzo dell’associazione Agire Verde diviene non più postale (via Anna Frank 17) ma unicamente on line (agireverde@tin.it).

Ricordiamo anche che, partecipando ad una iniziativa, quando non previsto altrimenti, è meglio farlo sapere entro il venerdi sera precedente, al più tardi (lasciando nome, numero di partecipanti e telefono) per essere avvertiti di eventuali mutamenti di programma anche all'ultimo minuto e non correre il rischio di arrivare nel luogo dell'appuntamento quando questo è stato annullato per maltempo, ad esempio. Si ricorda infine, che l'associazione non ha fini di lucro e la quota che viene richiesta per le due giorni è quella che chiedono i gestori delle strutture.

Primo semestre 2013

Secondo semestre 2013

 

 

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domenica 13 gennaio: Vinci ed i luoghi di Leonardo

La recente riapertura ad Anchiano, dopo un restauro durato due anni, della casa  di Leonardo, è una delle motivazioni che ci fa inserire Vinci tra i nostri itinerari culturali. Sarà poi anche l’occasione per una visita al museo nel castello dei conti Guidi, ricco di modelli e di macchine, per conoscere il
Leonardo inventore ed ingegnere, mentre le località di Vinci ed Anchiano e la notevole bellezza dei paesaggi che li circondano, ci parleranno del legame inscindibile creatosi tra la natura
e il genio di Leonardo, che da questa fu profondamente influenzato.

info:

0586 406468 ore serali oppure 339 8700530

VINCI

Distanza da Livorno: km 66 di cui 50 su strade a scorrimento veloce

Superficie  kmq 54.42  -  Abitanti 14.580 -  Altitudine m 97

È situato, in bella posizione, sulle pendici del Montalbano, massiccio collinare ricco di vigneti e oliveti e di terrazzamenti sorretti da caratteristici muri a secco.

MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE

Chiesa di Santa Croce/ Museo Leopardiano/Casa Natale di Leonardo da Vinci/Chiesa di Santa Croce

Di origine duecentesca, restaurata più volte nel corso dei secoli, non conserva più la struttura originaria. I lavori in stile neorinascimentale eseguiti negli anni 1925-1935 le hanno conferito l'aspetto attuale.

L'interno è a tre navate suddivise in campate nelle cui testate vi sono due cappelle dedicate a Sant'Andrea e al Santissimo Sacramento. Nella parete destra si trova la cappella del Battistero, risistemata nel 1952 con il ripristino dell'antico fonte battesimale. A sinistra, la Cappella del Crocifisso con un antico crocifisso ligneo, le reliquie della Santa Croce e un'immagine dell'Addolorata oggetto di grande devozione popolare. Tra i dipinti si segnalano una cinquecentesca Natività della Vergine di Francesco Brina (1562), il Miracolo di San Biagio di Gaetano Piattoli e un'Adorazione dei Magi di Pier Dandini.

Il Museo Leonardiano si trova a Vinci. Ospitato nelle due sedi della Palazzina Uzielli e del Castello dei Conti Guidi, si propone come una delle raccolte più ampie ed originali di macchine e modelli di Leonardo inventore, tecnologo, ingegnere. Ciascuna riproduzione è presentata con precisi riferimenti agli schizzi e alle annotazioni manoscritte dell’artista. Le macchine esposte spaziano tra settori di studio diversi, così come vasta e poliedrica è la quantità di disegni con cui Leonardo ha rappresentato le sue intuizioni o raffinato macchine e meccanismi tramandati dalla letteratura tecnica del Quattrocento.

Un nuovo allestimento del museo utilizza le ultime tecnologie multimediali per presentare l’opera grafica e pittorica di Leonardo.

Palazzina Uzielli

La visita del Museo inizia in Palazzina Uzielli, che ospita, oltre alla biglietteria e alla libreria dedicata, le sezioni espositive delle macchine da cantiere e della tecnologia tessile.

Le sale espongono i modelli attraverso una storia per immagini tratte da dipinti e manoscritti d’epoca, e tutti sono accompagnati da ricostruzioni digitali animate che mostrano il funzionamento delle macchine.

Al secondo piano inoltre la Palazzina Uzielli ospita mostre temporanee, mentre nel ridotto dispone di un’ampia sala didattica per lo svolgimento di programmi educativi per scuole e università.

Il Castello dei Conti Guidi

Il percorso museale prosegue poi all’interno del Castello dei Conti Guidi dove sono esposti altri 60 modelli di macchine leonardesche.

Nelle sale al piano terra l’attenzione del visitatore viene subito catturata dai vari modelli di macchine: da quelle militari a quelle per il volo, agli strumenti di uso scientifico.

Al piano primo, tra i modelli di macchine per spostarsi nell’aria, nell’acqua e sulla terra – tra cui il carro automotore o “ automobile” di Leonardo – spiccano, all’interno della sala del Podestà, la grande ala battente e il maestoso modello funzionante, in scala 1:2, della gru realizzata per il completamento della cuspide della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze.

Infine troviamo la sala di ottica dedicata agli studi di Leonardo in materia di fisica della luce e con particolare riferimento al periodo che va da Alhazen a Keplero.

In cima alla torre si trova la sala video, attrezzata per la proiezione di documentari su Leonardo, accoglie anche 9 modelli di solidi disegnati dal Vinciano per il De Divina Proportione di Luca Pacioli.

Costo del biglietto di ingresso al museo (Palazzina Uzielli)

Intero: € 7,00 - Ridotto: € 5,00 

Gruppi oltre 15 persone, ragazzi da 14 a 18 anni, adulti con figli aventi più di 6 e meno di 14 anni, adulti di età superiore ai 65 anni, studenti universitari, soci Touring Club Italiano.

La Casa Natale di Leonardo si trova in località Anchiano, a 3 Km da Vinci, nella cornice di un paesaggio collinare rimasto simile a quello che Leonardo ha contemplato fin dall'infanzia; è collegato alla città dalla Strada Verde, un antico sentiero che da Vinci si snoda tra le colline e gli uliveti secolari del Montalbano per entrare nel cuore della Toscana.

La nascita di Leonardo, il 15 aprile 1452, in questa casa colonica è attestata da un’antica tradizione, accolta anche dallo storico Emanuele Repetti

Dal 22 giugno 2012, dopo un importante intervento di restauro, la dimora è nuovamente aperta al pubblico che si troverà accolto e guidato attraverso un percorso museale iper tecnologico fatto di immagini e di touch screen per interagire con Leonardo, la sua vita e le sue opere.

La dimora sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19 tra marzo e ottobre e dalle 10 alle 17 tra novembre e febbraio.

Il prezzo del biglietto dovrebbe essere di 2 € cumulativo con il Museo Leonardiano.

Web:     http://www.museoleonardiano.it/   http://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci                            http://www.museoscienza.org/leonardo

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Pomeriggio del  20 gennaio 2013: Wassily Kandinsky e le sue opere, mostra al palazzo Blu

                                                                                                Palazzo blu:   Wassily Kandinsky – dalla Russia all'Europa

In Toscana

La mostra ripercorre il periodo della vita del maestro russo tra il 1901 e il 1922 , quando lascia definitivamente la Russia sovietica per trasferirsi in Germania e poi a Parigi e raccoglie una cinquantina di opere di Kandinsky e altre provenienti dalla cultura russa da cui ha attinto, che ci aiuteranno a scoprire le radici culturali da cui ha attinto.

Le opere provengono dal Museo di Stato di San Pietroburgo e da altri importanti musei russi.

La mostra aprirà dal 13  ottobre al 3 febbraio ed il costo del biglietto (con audioguida), varia tra gli €.8.5 e 10, in base al numero dei partecipanti.

 appuntamento alle h.16 davanti al palazzo Blu ( via Toselli 29, sul Lungarno meridionale nel cuore del centro storico della città, a pochi passi dal Ponte di Mezzo e dal Palazzo Gambacorti, sede del Comune.)

Andremo in treno e gli orari saranno comunicati al momento della prenotazione.

Info: 0586 856177 o  cell 3202634720

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GRUPPO ARCHEOLOGICO PALEONTOLOGICO LIVORNESE

 

Il Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese

propone un ciclo di conferenze dal tema:

Aspetti storico - naturalistici

nel territorio dei Monti Livornesi e provincia

 

Conferenze presso il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo

c/o Auditorium gentilmente concesso dalla Provincia di Livorno

Orario - 17:30 Ingresso gratuito

 

Programma:

Giovedì 10 Gennaio 2013 Nuove scoperte archeologiche sui Monti Livornesi (F. Sammartino)

 

Giovedì 17 Gennaio 2013 Nuove scoperte naturalistiche sui Monti Livornesi (F. Sammartino)

 

Giovedì 24 Gennaio 2013 I percorsi dell'acqua: dalle sorgenti alla città di Livorno:

(B. Bottacchiari)

 

Martedì 29 Gennaio 2013 Speleologia e preistoria a Livorno: la Buca delle Fate racconta"

( B. Bottacchiari, A. Ciampalini)

 

Giovedì 7 Febbraio 2013 Oggi si chiama… IMU: la Decima della città di Livorno nel ‘700

(V. Passetti)

 

Giovedì 14 Febbraio 2013 Le Acque della Salute: c’era una volta Montecatini a mare

(R. Tessari)

Giovedi 21 Febbraio 2013 Isola d’Elba: non solo mare. Itinerari storici e vedute panoramiche (R. Branchetti)

 

Giovedi 28 Febbraio 2013 La navigazione nell’Alto Tirreno in epoca romana. (F. Mazza)

 

Giovedì 7 Marzo 2013 Testimonianze archeologiche di antiche attività lavorative

nell’agro livornese (R. Branchetti).

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27 gennaio Pomeriggio : Il Cineforum di Agire Verde

videoproiezione naturalistica di Sergio Casini "la farfalla Macaone"

 

Entusiasmanti immagini catturate per noi da Sergio Casini. Seguiremo il ciclo vitale, dall’uovo al bruco e finalmente alla farfalla, del Macaone (Papilio Machaon), una delle farfalle che si avvistano con maggiore facilità tra marzo e settembre su tutto il suolo italiano, dalle radure boschive ai parchi ed ai giardini.

Tè e pasticcini allieteranno poi la videoproiezione.

Appuntamento alle h.17 c/o Sala chiesa Valdese, via Verdi (vicino ex Odeon) -

info - 0586 856177 o  cell 3202634720

 

 

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sabato 2 marzo: iniziativa della Pro Loco di Quercianella:

 il giardino dei tarocchi e Capalbio “la piccola Atene”

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Ritrovo dei partecipanti a Livorno (Viale I. Nievo Aurora/ Ardenza Ciomei / Antignano Chiesa nuova )   e Quercianella (fermata sottopasso). Partenza per Caparbio, arrivo  e visita del GIARDINO DEI TAROCCHI. Il giardino dei tarocchi è un opera dell’artista Niki de Saint Phalle ed in questo giardino di macchia mediterranea ammireremo le sue opere gigantesche dedicate ai tarocchi, stupendoci della fantasia dell’artista.

Dopo un pranzo tipico in un ristorante del luogo,  visita libera della cittadina medioevale di Caparbio ( la Torre aldobrandesca, la splendida Porta Senese,  le mura merlate, l'Arco Santo, l'arcipretura di San Nicola, la piazza della Rocca dove si trova una fortificazione a forma di "L" con Torrione). Nota:  Nel Palazzo Collacchioni  è custodito il Fortepiano Conrad Graf suonato da Puccini, anch’esso meritevole di una visita.

Ritorno, previsto  in  serata. informazioni  335 7833238

02/03 marzo: due giorni nel Parco del Frignano e ciaspolata

Situato nel Parco del Frignano, sulle rive del Lago Santo Modenese, il rifugio Giovo è posto tappa sul percorso G.E.A., proprio al centro di una zona di alto valore ambientale e punto di partenza per moltissime escursioni, sia estive che invernali. Sopra il rifugio, massiccio ed imponente, si erge il monte Giovo e vicino, oltre al lago Santo modenese, troviamo i laghi Baccio e Turchino, proprio sotto la vetta del monte Rondinaio:  una zona splendida in estate ed assolutamente magica in inverno. Scivoleremo sulla neve fresca, nel silenzio dei faggeti e delle prateria d'altitudine, e le nostre tracce andranno a confondersi con quelle dei caprioli e dei daini che qui vivono numerosi. Il nostro programma prevede il pernottamento in rifugio, ben riscaldati dalla fiamma dei ciocchi nel camino, con trattamento di mezza pensione (cucina casalinga) e la classica ciapolata.   

info: 0586 375131 (ore serali) 320 0631602

 

 

 

03 marzo: Firenze  da riscoprire (S.Maria Novella)

                                                                                   La basilica di Santa Maria Novella è una delle più importanti chiese di Firenze e sorge sull'omonima piazza. Se Santa Croce era ed è un centro antichissimo di cultura francescana e Santo Spirito ospitava l'ordine agostiniano, Santa Maria Novella era per Firenze il punto di riferimento per un altro importante ordine mendicante, i domenicani. La chiesa conserva uno stile romanico all'esterno con i marmi bianchi e verdi con disegni geometrici ed uno stile gotico al suo interno. Un esperto ci guiderà a conoscere la sua storia ed il suo museo  ( con i Chiostri e il Cappellone degli Spagnoli), oltre alla farmacia storica, la più antica di tutta Europa, attiva senza soluzione di continuità da quasi 4 secoli. Vicino troveremo poi la chiesa di Ognissanti ( con il Crocifisso di Giotto e affreschi di Botticelli e del Ghirlandaio) e la via Tornabuoni, una strada tra le più eleganti della città, con i suoi palazzi dalle splendide architetture rinascimentali.

Note di viaggio: Ritrovo alla stazione con il biglietto già fatto. Partenza  ore 8.10  - Arrivo a Firenze S.M.Novella  ore: 9.32. Costo del biglietto, museo: intero 3 euro. Ridotto 2 euro (18-25 e oltre i 65 anni, studenti universitari ). Farmacia con ingresso libero.  Info: 0586 852479 _ cell 3386085024

web:

http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Santa_Maria_Novella

http://it.wikipedia.org/wiki/Officina_profumo-farmaceutica_di_Santa_Maria_Novella

http://it.wikipedia.org/wiki/Via_de'_Tornabuoni

17 marzo: i monti pisani, passo di Dante e villa Bosniascky

 

I Monti Pisani si snodano in versanti ripidi, dolci declivi e vallate percorse da torrenti, dando vita a preziosi scorci paesaggistici ed aree naturalistiche di pregio che offrono al visitatore un patrimonio di flora e di fauna all’insegna della biodiversità. Passando per il foro di San Giuliano, la nostra passeggiata odierna ci porterà a santa Maria del Giudice, da dove, prima accanto ad un antico eremo e poi lungo la dorsale dei monti, con il mare a vista nel fondovalle, scenderemo verso Passo Dante per poi salire proprio sopra il foro. Villa Bosniasky ed il relativo parco, il miglior belvedere verso la pianura e la città di Pisa, saranno la successiva tappa e, nelle vicinanze, sarà anche possibile una visita al sito archeologico etrusco del Monte Castellare. Pranzo al sacco e scarponcini robusti da trekking per un terreno molto sassoso.

Info: 0586 404786 - 333 9055927

 

Passo di Dante

Insieme al passo Croce costituiva un'antica via di collegamento fra S. Maria del Giudice nel territorio Lucchese e S. Giuliano Terme nel territorio Pisano.

Il suo appellativo è dovuto al fatto che è menzionato da Dante nel 33° canto
della Divina Commedia vv 28-30 "Questi pareva a me maestro e donno, cacciando il lupo e ' lupicini al monte per che i Pisan veder Lucca non ponno." dove Dante riporta di un suo sogno in cui un eminente persona dell'epoca cacciava sul monte a causa del quale i Pisani non possono veder Lucca, a ricordare di ciò sul passo è posto un busto del poeta che sormonta una lapide riportante il citato paragrafo del canto.

http://www.montipisani.com/index.php/la-storia-dei-monti-pisani/villa-bosniaski

Sigismondo De Bosniascki veniva dalla Polonia e quando giunse in Italia, nel 1873, dove decise di stabilirsi, non esitò a scegliere San Giuliano essendosi innamorato del roccioso ed impervio Monte Castellare, aprendo all’istante con quel luogo selvaggio un segreto e misterioso dialogo. Ritiratosi nella sua villa, fatta costruire appositamente sullo sprone del Castellare, intese così immergere il suo spirito, il suo pensiero filantropico, in una perfetta armonia tra natura e paesaggio, creandovi un mondo tutto suo.
In questa terra arida, profumata di ginestre e di altri aromi, De Bosniascki visse i suoi affetti, svolse i suoi affari quotidiani, coltivò le sue passioni ed i suoi interessi di ricercatore, di uomo di cultura e di scienziato.De Bosniascky mostrò interesse per i fossili che riordinò scrupolosamente e custodì nei locali del seminterrato della villa. Qui fece costruire appositamente mobili per contenere i numerosi reperti, e tavoli dove esaminare i campioni. Un museo privato, aperto a pochi amici e studiosi, da considerarsi comunque una sorta di luogo sacro, un reliquiario.
L‘intensa attività di studioso, di ricercatore, di promotore scientifico aveva portato il De Bosniascki ad incontrare illustri professori dell’Ateneo pisano, come il veneto Giuseppe Meneghini, professore di geologia e mineralogia, con il quale strinse una sincera amicizia. Studiosi e ricercatori lo spinsero ad intensificare i contatti col mondo accademico e a partecipare a riunioni, congressi ed assemblee ottenendo lusinghieri incoraggiamenti che lo indussero alla divulgazione delle sue ricerche.
In occasione del Congresso Geologico del 1885, svoltosi a Lucca, De Bosniascki colse l’occasione per esporre al pubblico, nei locali del Casino delle Terme di San Giuliano, la sua cospicua collezione paleontologica attirando l’interesse del mondo scientifico e di numerosi curiosi visitatori locali.
De Bosniascki è deceduto nel 1921 e la sua ricca collezione paleontologica, lasciata in eredità ai suoi amici, i fratelli Antonini, fu venduta all’Università di Pisa. Della bella villa non è rimasto che lo scheletro, come il rudere del Castellare, ad indicare l’impietoso scorrere del tempo che tutto cancella.
Una delle finalità delle Aree Protette è anche quello di farlo rivivere.

Domenica 24 marzo: Lucca da riscoprire

Rinviata per pioggia, verrà riproposta in ottobre

La città di Lucca è un luogo ideale da riscoprire attraverso il trekking, soprattutto a partire dalle mura rinascimentali: un suggestivo alternarsi di vedute, dall’alto e dall’interno, di alcuni dei luoghi più belli della città, con incursioni nel centro storico e risalite sulle mura che ci permettono di ammirare le vie e le splendide chiese di questo caratteristico borgo medioevale. Inizieremo con una passeggiata sulle mura, simbolo della città e risalenti al 500, integre come quando furono edificate; visiteremo poi la Cattedrale di San Martino, con i capolavori di Nicola Pisano, Jacopo della Quercia e Tintoretto, il crocefisso del Volto Santo ed il monumento funebre di Ilaria del Carretto. Infine, ci porteremo in via Fillungo, corso principale che taglia il centro storico con i suoi edifici medievali e faremo una sosta  in Piazza dell'Anfiteatro, dove sorgeva l'antico foro romano, vero gioiello architettonico con i suoi accoglienti ristorantini e le sue botteghe, tutt'ora frequentate da pittori e artisti, famosi e non. Appuntamento h.9 alla Guglia, avvertendo prima della nostra presenza  info:  0586 856177 / 3202634720 

http://www.trekkingurbano.info/trekking-urbano-altri-percorsi/lucca.pdf

http://www.comune.lucca.it/turismo/trekking_urbano

http://www.comune.lucca.it/turismo/mura_di_lucca mura di Lucca

 

7 aprile: Parchi della val di Cornia

Rocca San Silvestro è un villaggio di minatori e fonditori di metallo sorto fra il X e l'XI secolo per iniziativa signorile,con lo scopo di sfruttare i ricchi giacimenti locali di rame e piombo argentifero della zona. I metalli erano destinati alla produzione monetaria delle zecche toscane, Lucca prima e Pisa poi, grazie ai rapporti commerciali che i signori intrattenevano con queste città. Il villaggio era noto nel medioevo con il nome di Rocca a Palmento (una macina, palmentum, è stata infatti rinvenuta nel frantoio sottostante la chiesa) e deve il nome attuale al santo cui era intitolata la chiesa. L'abbandono, avvenuto nel corso del Trecento, fu la conseguenza di molteplici fattori, primo fra tutti quello economico, dovuto al cambiamento del sistema di gestione delle risorse minerarie. Un itinerario attrezzato attraverso i resti di abitazioni, della chiesa, del cimitero, della zona signorile e dell’area industriale accompagna il visitatore nella ricostruzione dell'organizzazione sociale ed economica, delle abitudini alimentari, delle tecniche edilizie e metallurgiche di una comunità medievale. L’accesso alla Rocca è possibile seguendo un sentiero attrezzato da percorrere preferibilmente con scarpe da ginnastica o da trekking. Visiteremo inoltre la miniera del Temperino: La galleria diretta Lanzi Temperino (ex Ortaccio) venne avviata come ricerca mineraria nella seconda metà dell’800. Fu poi completata dalla Società Miniera di Campiglia Spa negli anni ‘60 come galleria di carreggio per il trasporto del minerale dal pozzo di estrazione agli impianti di frantumazione e flottazione di Valle Lanzi. Il minerale veniva trasportato su vagoncini lungo rotaie a scartamento ridotto. Lo stesso tragitto che percorreva allora il minerale verrà ripercorso oggi dai visitatori che, sul trenino che la attraversa, raggiungeranno Valle Lanzi e la Rocca di San Silvestro. All’interno della galleria, gli attrezzi da lavoro, le forme ed i colori dei minerali ed una suggestiva sosta nella grande sala centrale di estrazione porteranno il visitatore alla scoperta di uno straordinario mondo sotterraneo. Info solo e mail agireverde@tin.it

info:

 http://www.parchivaldicornia.it/parco.php?codex=ssil-g

                                                                  http://www.parchivaldicornia.it/parco.php?codex=ssil-ved

14 aprile: viene riproposta l'iniziativa del 17 marzo con il trekking di media difficoltà a villa Bosniascky sui monti pisani ed a questa vi rimandiamo per ulteriori dettagli (cliccare qui) - Info: 0586 404786 - 333 9055927

21 aprile: la Firenze di Pratolini

Il rapporto tra Firenze e Vasco Pratolini è come un romanzo senza fine che racconta dell’amore che lo scrittore nutriva per la sua città. La nostra sarà una ricerca dei luoghi che lo ispirarono e delle storie di vita dei suoi racconti, di quella Firenze popolare del suo tempo che lo vide nascere e crescere. Come girovaghi andremo di quà e di là d’Arno, per piazze, vicoli e chiese, a scovare il quartiere di San Niccolò, dove nasce Metello, uno dei più grandi personaggi creati dallo scrittore (Metello, 1955), oppure in Santa Croce, dove descrisse il delicato passaggio dall’adolescenza alla prima giovinezza di alcuni ragazzi del quartiere (Il Quartiere, 1944), o ancora in via del Corno………… “lunga cinquanta metri e larga cinque; senza marciapiedi e che confina ai due capi con via dei Leoni e via del Parlascio, chiusa come tra due fondali e tuttavia, a pochi metri da Palazzo Vecchio, che la sotterra sotto la sua mole.” (Cronache di poveri amanti, 1947) oppure nel rione di San Frediano, un quadro indimenticabile della Firenze del ventennio fascista (Le ragazze di San Frediano, 1949).

Vasco Pratolini (1913-1991):

Pratolini ha svolto diversi mestieri, tra cui tipografo, venditore ambulante, barista, ed è stato un autodidatta. Legge inizialmente Dante e Alessandro Manzoni, poi Jack London, Charles Dickens, Mario Pratesi, Federigo Tozzi, e cresce in un ambiente letterario fiorentino influenzato dalla rivista Solaria e dai movimenti cattolici francesizzanti.

Grazie ad Elio Vittorini prende contatti con il mondo letterario e dal 1935 al 1938 diviene redattore, assieme a Romano Bilenchi e ad Elio Vittorini del periodico politico il Bargello, grazie al quale focalizza e perfeziona la sua "coscienza proletaria" e di classe, e pubblica i suoi primi scritti letterari nel 1937 su Letteratura. Durante gli anni universitari è iscritto ai GUF e partecipa ai Littoriali della cultura e dell'arte. Nel 1938 fondò con Alfonso Gatto la rivista Campo di Marte, distribuita dall'editore Vallecchi, nella quale i due redattori cercano di saldare la loro sensibilità privata e letteraria con quella pubblica e politica.

Partecipa poi attivamente alla Resistenza. Dopo la guerra, nel dicembre 1948, si trasferisce a Napoli, dove vive sino al 1951; insegna all'Istituto Statale d'Arte "Filippo Palizzi" e intanto scrive Cronache di poveri amanti (1947), Un eroe del nostro tempo (1949), Le ragazze di San Frediano (1949). Negli stessi anni lavora come giornalista e collabora alla sceneggiatura di alcuni famosi film: Paisà di Roberto Rossellini, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy.

Opere

Tra le opere più importanti: Cronaca familiare (1947), Cronache di poveri amanti (1947), Metello (1955).

In Cronaca Familiare Pratolini prosegue il cammino iniziato con Il tappeto verde, ossia di un quadretto d'ambiente impreziosito da un diario d'infanzia necessario per un approfondito ritratto della classe medio-bassa fiorentina, e descrive le vicende affettive tra sé e il fratello. I due vengono separati molto piccoli, e quest'ultimo è allevato da un maggiordomo, che gli inculca un'educazione molto severa e lo tratta con distacco, pur volendogli bene. I due si ritrovano dopo alcuni anni e rimangono legati da un profondo affetto. Nel libro ha una parte preponderante la descrizione dei rapporti affettivi dell'autore con il fratello e altri suoi famigliari. Si mescola autobiografia e trasfigurazione letteraria delle vicende.

Cronache di poveri amanti è un romanzo ambientato quasi interamente in Via del Corno. In esso l'autore sviluppa le vicende d'amore che coinvolgono i ragazzi più giovani della via, ma non trascura nemmeno quelle dei residenti più adulti. Sullo sfondo si apre lo scenario della Firenze nei primi anni del fascismo, una città in lotta per l'affermazione di valori contrastanti. Come in quasi tutti gli altri romanzi di Pratolini la questione storica è posta come ambientazione di avvenimenti più frivoli, ma consente al lettore di entrare in contatto con un periodo ormai trascorso, conoscendolo intensamente. Pratolini, in questo scritto, cerca di proiettare storicamente il fascismo focalizzando il rapporto con la città di Firenze.

Un eroe del nostro tempo narra le vicende di una vedova costretta a trasferirsi in una via di Firenze in cui non conosce nessuno e dove fatica ad inserirsi: ella ha sempre avuto al suo fianco persone dal carattere forte (prima il padre e poi il marito) le quali le hanno sempre consigliato di diffidare degli sconosciuti, soprattutto se non appartengono a un determinato partito politico: quello fascista. La donna vive così le sue prime settimane segregata nella sua nuova abitazione, senza parlare con nessuno. Le sottili mura del suo appartamento le permettono di sentire ciò che avviene nella casa vicina ed ella inizia a seguire con attenzione sempre maggiore i movimenti del giovane Sandro, un ragazzo rimasto orfano del padre, costretto a diventare adulto prima del tempo. Tra i due inizia una relazione che porterà la donna, succube del forte carattere del giovane, ad annullare sé stessa per il suo innamorato. Sullo sfondo, soprattutto nelle vicende che riguardano la vita lavorativa di Sandro, riemerge una Firenze dilaniata dalla lotta tra fascismo e comunismo. Con questa opera incomincia il trapasso da un lirismo-regionale ad una "storia italiana" che verrà poi espanso nei lavori successivi.

Metello racconta la storia di Metello Salani, un orfano allevato da contadini che si trasferisce a Firenze per trovare lavoro. Partecipa a degli scioperi, al movimento socialista e al nascente movimento operaio nel periodo che intercorre fra il 1875 ed il 1902. In parallelo si sviluppano le vicende affettive del protagonista che finirà per sposare Ersilia. Metello è il primo volume di una trilogia che si intitola Una storia italiana e che comprende come secondo capitolo Lo scialo e come epilogo Allegoria e derisione.

Con lo Scialo lo scrittore descrive la storia della borghesia ai tempi dell'avvento del regime fascista. Il protagonista rinuncia ai suoi ideali giovanili socialisti per opportunismo e convenienza. Ma al centro dell'attenzione dell'autore vi è proprio la borghesia, che grazie al fascismo raggiunge una posizione di privilegio sociale. Rispetto al capitolo della trilogia precedente, la struttura del romanzo appare più composita e meno compatta

Poetica - Realismo Socialista

Vasco Pratolini è un autore che ha tentato di tradurre l'atmosfera neorealista in una precisa poetica. È uno degli iniziatori del neorealismo, la corrente della quale furono massimi esponenti Italo Calvino, Elio Vittorini e Cesare Pavese.

La produzione letteraria giovanile risente dell'ambiente fiorentino in cui Pratolini si era formato. Nei suoi racconti si coglie un aspetto originale, tipico del suo stile, che lo differenzia da tutti gli altri scrittori neorealisti; si nota infatti un forte impatto narrativo e una riscoperta della realtà cittadina non vista come contrapposizione alla campagna ed ai contadini, ma come luogo corale di sentimenti (maggiormente amicizia e solidarietà) ed esperienze per ogni persona comune. Successivamente, grazie anche alla esperienza politica della Resistenza ed al clima che contraddistingue il dopoguerra, la produzione di Pratolini si consolidò sempre più verso un tipo di racconto che si allarga via via dalla città alla storia collettiva.

Tutte le opere di Vasco Pratolini sono ispirate alla poetica del "realismo socialista" a partire dalla scelta dei protagonisti popolari, i quali si fanno carico della prospettiva socialista e che consentono all'autore di delineare chiaramente i termini ideologici ed economici tra le classi sociali. Il romanzo di Pratolini che ebbe più successo tra il pubblico fu Metello, stampato nel 1955.

Da http://it.wikipedia.org/wiki/Vasco_Pratolini

info: 0586 580201 e 328 0254739

27 e 28 aprile: due giorni in Capraia

 

 

 

Capraia è un antico vulcano nato circa 9 milioni di anni fa ed anch'essa, come le altre isole dell'Arcipelago Toscano, è caratterizzata da ripide scogliere e suggestive calette che ne formano i 30 Km di costa. Non è sicuramente adatta a coloro che cercano una vacanza mondana, ma è l'ideale per chi ama la natura, la tranquillità e il piacere di godersi giornate all'aria aperta. Apro e selvaggio il paesaggio, dominato dalla macchia mediterranea, che si apre su panorami di scogliere, con l’orizzonte a disegnare i profili della vicina Corsica e delle altre isole dell’Arcipelago Toscano ……………….l’escursione, elaborata con pernottamento, prevede la traversata dell’isola, dal porto al paese e quindi alla punta dello Zenobito ed alla torre di avvistamento.

 

 

obbligatoria la prenotazione entro la fine di marzo. Info - 320 0631602

 

 

 

domenica 5 maggio: Giornata Delle Colline Livornesi


In occasione della settimana Europea dei Parchi e della XIII Giornata Nazionale dei Sentieri, le Associazioni aderenti al Progetto Occhi sulle Colline   (
www.occhisullecolline.it) e operanti per il “Protocollo d’intesa per l’adozione di criteri condivisi nella definizione della sentieristica e nella realizzazione della segnaletica delle Colline Livornesi”, invitano tutti gli interessati che vivono, esplorano e studiano il territorio livornese a partecipare alla "GIORNATA DELLECOLLINE LIVORNESI”.

La mattina, a partire dalle ore 10.00 e fino alle 12.30 circa, presso Villa Pertusati (Rosignano M.mo), saranno in programma       PROGRAMMA 6 brevi presentazioni  (il Progetto Occhi sulle Colline, il Protocollo d’intesa, il Progetto  Open Street Map, la segnatura dello 00, i lavatoi del Gabbro, il progetto INVOLEN) vòlte anche a poter discutere e fare conoscenza di eventuali nuove realtà ed a conoscere nuove persone, interessate eventualmente a collaborare.

Dopo gli interventi della mattina, le Associazioni che promuovono l’iniziativa si raduneranno alle 13.00, presso il parcheggio al bivio tra la SP8 e la strada per il Campo Sportivo del Gabbro, per un veloce pranzo al sacco presso gli antichi lavatoi del Gabbro (lo spostamento da Villa Pertusati è previsto venga realizzato con mezzi propri).

Il pomeriggio invece, a partire dalle ore 14.00 circa fino alle 19.00, è in programma un intervento pratico di pulizia degli antichi lavatoi del Gabbro (presso la Fonte di Ricaldo). Tutti gli interessati sono invitati a munirsi di guanti e “attrezzi da giardinaggio” per poter partecipare alla pulizia (si consigliano scarpe adatte a muoversi in ambienti sterrati e bagnati). Info e mail agireverde@tin.it

NELLA FOTO I LAVATOI DEL GABBRO...........prima della ripulitura!

 

 

domenica 12 maggio

la valle del Chioma da le Palazzine al podere del Gorgo al botro Quarata – Castellaccio – le Palazzine (anello)

Ritrovo alle Palazzine alle ore 9,30, sulla strada per il Gabbro,  per percorrere un itinerario ad anello, di interesse naturalistico - ambientale. Si procederà verso il Castellaccio per un tratto pianeggiante di circa 7 km, in zona boscata, dopo scenderemo verso la valle del Chioma, diretti al podere del Gorgo. La discesa sarà di circa 5 km e precederà la risalita verso le Palazzine per altri 4 km. Pranzo al sacco. Nota: durante il tragitto guidato sarà possibile parlare con esperti sia del parco che dei suoi attuali risvolti ambientali ed urbanistici.

Da ricordare che questa è solo una delle escursioni esplorative/conoscitive nell' ambito del "progetto occhisullecolline", vòlte ad informare sulla valle del Chioma. La prossima iniziativa, sempre condotta da profondi conoscitori delle nostre colline, sarà la settimana prossima e ci permetterà una più ampia e completa conoscenza di luoghi, storia ed emergenze sia antropiche che ambientali, di cui oggi ci verrà fatto solo cenno. A seguire ci sarà una proiezione  di diapositive in ambiente chiuso, con nostra offerta di thè e pasticcini fatti in casa.

info - 0586 861138 - 347 3637538  - max 30 partecipanti

 

 

 

19 maggio: la valle del Chioma da Nibbiaia 

 

Nibbiaia, Podere del Gorgo, Chioma (traversatata)

Punto di partenza e arrivo: Nibbiaia/Chioma
Distanza: 9 km circa
Durata: 3 ore e 30 minuti -
Tipo di Tracciato: carrarecce e sentieri
Dislivello: 250 metri circa
Difficoltà: facile

dettaglio:

Lasciate metà auto al Chioma, si sale a Nibbiaia e, trovata via Parri sulla nostra sx (c’è un cartello illustrativo dell’ippovia),   si scende per la strada vicinale, incontrando un vecchio fontanile ed un caseggiato rurale, in località Debbione,  un podere bianco con cancello. Proseguiamo ed incontriamo un allevamento di maiali di cinta, sulla nostra destra, arrivando quindi  ad un evidente bivio dove, a sinistra e su un palo in legno, vediamo un segnale di direzione senza alcuna scritta, solo la freccia in legno.

Alla nostra destra adesso prendiamo per una salitella di poche decine di metri che si inoltra nel bosco.

Fin qui saranno passati  circa 30/40 minuti in graduale discesa.

Sempre seguendo il sentiero su cui siamo, adesso andiamo

verso il podere del Gorgo, per circa 80 minuti. Fino a sbucare in una ampia radura dove gireremo a destra ( a sinistra si andrebbe verso il rio Popogna). Avanti per 5/10 minuti ed incontriamo delle arnie e, proprio qui, dove troviamo uno spiazzo ampio, pieghiamo decisamente a sinistra (deviazione non segnalata) ed oltrepassiamo il letto del torrente Chioma.Nota:  non proseguire a diritto per il sentiero 01 del c.a.i , perché si finisce al Castellaccio.

Il sentiero su cui siamo adesso, dopo aver attraversato il torrente, si inoltra nel fitto della macchia e noi lo seguiremo per circa 60/80 minuti, arrivando infine al porticciolo del Chioma, attraversata l’Aurelia, dove avremo lasciato le auto. 

La bellezza dell’itinerario consiste nell’attraversare zone piuttosto selvagge ed estesi tratti di macchia mediterranea, dove ogni tanto si scoprono scorci panoramici, sia verso

l’entroterra collinare che verso la costa. Bellissime le fioriture primaverili ed interessante il sentiero nella macchia che attraversa il torrente e, a secondo della stagione, anche le molteplici piante da cucina che troviamo lungo il percorso(salvia, rosmarino, alloro) come pure le more di fine estate oppure i fichi e l'uva inselvatichita come le mele, piccole ed aspre e dissetanti...........da ricordare poi che entrando in paese, lasciato a sinistra il porticciolo del Chioma, si trovano pittoreschi angoli di mare dove, lasciata l'auto e scesa la scaletta, è possibile fare il bagno..........soprattutto ai primi di maggio quando ancora il turismo làtita.

 

cartografia, da OsC (dal Gorgo, seguire il letto del Chioma -linea rossa e blu a scendere):

26 maggio: Visita all’Azienda agricola Officinalia, località Pancole San Gimignano (incontro didattico sull'apicoltura)

Visiteremo questa azienda di mielai, coltivatori e produttori di conserve di frutta e di verdure sott’olio.

Il logo dell’azienda cita: Il rispetto e l’amore per l’ape oltre a costituire un cardine morale si riflettono sulla qualità del miele.

La mattina saremo nei campi, ad apprezzare le tecniche agrobiologiche di inseminatura e coltivazione e, volendo, essendo stati anche nei laboratori di produzione delle confetture a lavorazione artigianale, potremo anche acquistare. Poi, dopo un'escursus approfondito della tematica "miele e api"..........pranzo al sacco e visita di San Gimignano, anche se stiamo ancora verificando l'ipotesi di un assaggio in loco dei prodotti di questa terra, unitamente a formaggi di aziende limitrofe ed altrettanto bio.

E’ necessario prenotarsi entro e non oltre la prima settimana di maggio. Info: 0586 580201, cell. 3280254739

Apicoltura

La vita associativa di un alveare, è un esempio di organizzazione sociale tra le più ammirevoli: tutto quello che ogni individuo fa è dedicato esclusivamente alle necessità dell’alveare. Ogni ape è pronta senza esitazione a dare la propria vita per difendere la sua colonia. Nell’alveare ogni componente ha il proprio compito e ciascun individuo è incapace di vivere singolarmente, come se fossero delle “cellule” di un unico “superorganismo”. Il superorganismo ha caratteristiche vitali proprie in quanto si nutre, sopravvive, si riproduce e si difende. Tutte queste funzioni vengono svolte da 3 gruppi diversi di individui: la regina, i fuchi e le operaie. La regina, che è sempre e soltanto una per colonia, è indispensabile perché è l’unica che depone le uova e che quindi è in grado di far sviluppare la famiglia; i fuchi, che sono i maschi delle api, sono valutati in numero di qualche centinaia e sono presenti solo durante la stagione primaverile-estiva, quando vengono allevate le nuove api regine. Le operaie, il cui numero varia in base alle stagioni (sono circa 15.000 in inverno e aumentano a circa 75.000-90.000 durante l’estate), costituiscono il grosso della famiglia e detengono il controllo di tutta la vita dell’alveare. Oltre agli individui adulti esiste nell’alveare un numero variabile di api giovani che si trovano in allevamento dentro le cellette dei favi e costituiscono la cosiddetta “covata”.

Il Miele

Sinonimo di dolcezza, cibo divino, alimento dai poteri miracolosi, il miele ha animato leggende e miti di molti popoli. Biondo come l'oro e così prezioso per la salute e per la bellezza, il miele è uno dei più bei regali che madre natura ci ha fatto.  Il nettare che le api raccolgono dai fiori, per diventare miele subisce complesse trasformazioni, che avvengono all'interno delle api stesse: in pratica, il saccarosio (zucchero composto) di cui è costituito il nettare, viene diviso in due zuccheri semplici, glucosio e fruttosio. Tutto questo lavoro si sarebbe dovuto verificare nel nostro organismo, ma grazie all'ape ci viene risparmiato.  Il miele risulta, quindi, un alimento semidigerito, perciò leggerissimo e facilmente assimilabile. Oltre gli zuccheri il miele contiene: sali minerali ( calcio, ferro, fosforo ecc...), vitamine, enzimi e proteine. Da ciò si può capire come il miele sia un alimento completo, con un elevato valore biologico.  Il miele è un alimento ad altissimo valore nutritivo ed energetico indicato: nell'alimentazione dell'eta della scuola, quando il fabbisogno energetico è richiesto in continuazione; nell'alimentazione dello sportivo, in quanto accresce lo sforzo muscolare e lo sostiene nel tempo, mentre il lavoro del cuore ne è potenziato; nell'alimentazione delle gestanti e nel periodo dell'allattamento nei quali le richieste nutritive sono aumentate e del tutto particolari.  Il miele ha dunque tutte le qualità per entrare a fare parte della lista delle terapie naturali: miele fonte di energia e salute.

Cenni storici

Gli uomini conoscono fin dall’antichità le api e il miele ed una pittura rupeste, risalente circa a 9.000 anni fa (mesolitico,) scoperta nei pressi di Valencia, in Spagna, raffigura un uomo intento a prelevare favi di miele da un alveare. Nell’antico Egitto poi l’apicoltura era molto sviluppata, come testimoniano molti bassorilievi e pitture trovati nelle tombe dei Faraoni, raffiguranti uomini intenti alla raccolta del miele ed al trasporto dei favi, su barche lungo il Nilo, per seguire lo sbocciare delle fioriture. Vasetti di miele di 3.000 anni sono stati trovati nelle tombe egizie ed etrusche.

Gli antichi riconoscevano al miele grezzo proprietà che poi la scienza avrebbe confermato: antisettiche, fortificanti, calmanti; nel mondo greco-romano erano noti gli effetti cicatrizzanti, tonificanti e l’utilità nelle affezioni intestinali.

Nella maggior parte delle società il miele rimase l’unico dolcificante fino a circa due secoli fa, quando iniziarono le importazioni di zucchero di canna dalle Indie occidentali, non c’è quindi da stupirsi se da millenni i popoli si ingegnano a lavorare con le api.

L’apicoltura però inizia a diventare una professione solo dopo il 1850 quando, grazie all’americano L. Langstroth che iniziò ad inserire i favi in telai di legno rendendoli mobili, si comprese che era meglio salvaguardare l’incolumità dell’alveare, per poterne controllare l’attività nei vari periodi dell’anno, piuttosto che asportare i favi dall’alveare, distruggendoli per ricavare il miele.

incontro didattico/conoscitivo:  Verranno illustrati alcuni aspetti della biologia dell’ape, con particolare riguardo alla sua caratteristica importanza come rivelatrice di inquinamento ambientale, venendo inoltre esaminati sia il ruolo dell’ape nell’impollinazione delle piante entomogame, quanto le peculiarità nutrizionali e terapeutiche di tutti i prodotti tipici dell’alveare (miele, propoli, polline, pappa reale, cera). Seguirà  quindi un approccio essenzialmente pratico e, direttamente in apicoltura, verremo guidati   all’osservazione e comprensione  delle api in piena attività nell’arnia, arrivando  in ultimo all’ estrazione del miele dai favi. Verrà anche elaborato il concetto di utilizzazione di risorse legate al territorio, chiamandosi difatti “Apicoltura” l'arte di allevare le api in maniera razionale con lo scopo di ricavarne un reddito.              

 

domenica 9 giugno: la via dei Cavalleggeri nel promontorio di Piombino

 

Un angolo di Toscana che sembra voler fuggire la logica del turismo mordi e fuggi, un'isola lontana dal mondo che ribalta i concetti di spazio e tempo e dove si può ancora camminare senza fretta, guardandosi intorno per arricchirsi dei silenzi, degli aromi e delle emozioni che solo la natura sa dare in un territorio integro da cementificazioni e dove i boschi e la macchia sono ancora quelli dei secoli passati: la via dei Cavalleggeri, lungo il promontorio di Piombino.

Il sentiero che percorreremo oggi era quello che a partire dal XVII secolo collegava le torri di avvistamento del Principato di Piombino per la vigilanza costiera, a protezione del territorio dai pericoli che venivano dal mare: pirati e corsari, malattie e contrabbando. Nota: a metà percorso prenderemo il sole, con possibilità di bagno in mare, alla spiaggetta di Fosso alle canne.

 

info: 0586 406468 ore serali oppure 339 8700530

 

 

Domenica 16 giugno: la Pania di Corfino

Le Riserve Naturali dell´Orecchiella sono il fiore all´occhiello del nuovo Parco Nazionale dell´Appennino Tosco-Emiliano. Un territorio di rara bellezza paesaggistica, rappresentativo della flora e della fauna appenninica, dove, cervi, mufloni, caprioli, cinghiali e lupi, così come molti specie di uccelli, sia stanziali che di passo, hanno trovato il loro ambiente ideale. L´aquila reale, da sempre presente sulla Pania di Corfino, estende il suo territorio di caccia fino alle alte vette del monte Prato e del monte Vecchio ed il nostro percorso odierno potrebbe anche permetterci di avvistarla, come, anche e soprattutto, ci offrirà le splendide fioriture estive di questo ambiente, ricco di sorgenti e corsi d’acqua, su cui si erge il massiccio calcareo della Pania di Corfino, verso cui andremo………...passo, passo, ovviamente.

foto - fioritura peonie sui prati di Corfino

Info:  0586 404786- cell 333 9055927

http://www.ingarfagnana.it/Itinerari/Parco_Orecchiella/Orecchiella.htm

http://www.parcoappennino.it/it/riserva.orecchiella.php

http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_dell'Orecchiella

http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_dell'Orecchiella#Riserva_naturale_Pania_di_Corfino

http://wikipedia.kataweb.it/wiki/Aree_naturali_protette_della_Toscana

http://www.dovealucca.it/da-vedere/luoghi-naturalistici/73-parco-naturale-dell-orecchiella

 

29 e 30 giugno rifugio Prato Spilla

il rifugio, un complesso sciistico da cui si dipartono molteplici sentieri che conducono a laghetti montani e fitte boscaglie, non è molto capiente (10 posti al massimo) per cui si prega di prenotarsi velocemente.

Gli itineri possibili sono diversi e per ogni tipologia di escursionismo..............oggi però le nostre saranno più che altro delle passeggiate, alla portata di tutti: intanto si conoscono posti nuovi e poi, casomai,ci si ritornerà con più calma perchè il luogo lo merita. Ah! Andremo nel parco del Gigante nell'appennino parmense.

 

Iscrizione entro e non oltre marzo.  Info cell:329 9754774 ore serali

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                     8 settembre: l’Orrido di Botri               

L’Orrido di Botri è un’aspra ed imponente gola calcarea, con ripide pareti scavate in profondità dalle fredde acque del torrente Rio Pelago, in un paesaggio appenninico caratterizzato da ambienti rupestri ed estese faggete e dominato dalle vette del monte Rondinaio e delle Tre Potenze. Un ambiente dunque particolarmente bello (riserva naturale dal 1971) in cui sono presenti il capriolo, la volpe, l’istrice e dove, in alto, volteggia l’aquila reale, splendido simbolo dell’Orrido, che qui ha una sua privilegiata ed indisturbabile oasi di ripopolamento.    Nota: a causa dei frequenti guadi e del fondo scivoloso è obbligatorio l’uso del casco protettivo (noleggiato per due euro all'ingresso) e sono consigliate calzature idonee, chiuse e allacciate (nei guadi si arriva al ginocchio). Portare un doc.identità che verrà chiesto quando daranno il casco. Il percorso è di circa 4 ore (a/r) e va affrontato con prudenza, per evitare di scivolare sui sassi e di prendere storte alle caviglie.

Riservato agli associati (max.25) –  info: 0586 375131 (ore serali)  o 3311131900

 

Percorso in alveo da Ponte a Gaio alla Piscina ( ritirare il dèpliant illustrativo quando ci viene consegnato il caschetto)
1. GUADINA
30 min. da Ponte a Gaio Primo restringimento dell'alveo; tratto di circa 80 mt.
2. PRIGIONI 45 min. da Ponte a Gaio
Secondo restringimento dell'alveo; tratto di circa 500 mt da percorrere tutto dentro l'acqua. Alla fine delle Prigioni inizia il cosiddetto Solco Grande.
3. SALTO DEI BECCHI 80 min da Ponte a Gaio
Piattaforma calcarea nei pressi della quale si riscontrano le prime "marmitte" formate da fenomeni erosivi intensi. Da questo punto il percorso diventa ancora più impegnativo e si consiglia solo ad escursionisti esperti, in alcuni tratti seguire e servirsi delle corde fisse.
4. PISCINA 120 min da Ponte a Gaio
Termine del percorso autorizzato. Da qui inizia il percorso di tipo alpinistico da percorrere solo con specifiche autorizzazioni.

http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/432

http://www.agraria.org/parchi/toscana/orridodibotri.htm

 

 

Domenica 22 settembre - Pieve di Brancoli, escursione fotografica

        

A circa 15 km.da Lucca, con intenti fotografici, visiteremo il paese di Pieve di Brancoli, dopo una bella passeggiata con vista sulla valle del Serchio e sul torrente Vinchiana. L’itinerario, particolarmente interessante dal punto di vista paesaggistico,  è stato scelto soprattutto per la molteplici possibilità fotografiche, sia ambientali che artistiche. Un esempio per tutti ne sia la chiesa romanica di San Giorgio (sec.XI/XII), con campanile merlato a monofore e bifore ed un interno a tre navate, divise da colonne e pilastri.  Escursione soft. Info: 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

Per il concorso fotografica vedere http://www.agireverde.it/fotoag.verde%202.htm

 

Domenica 6 ottobre: trekking urbano a Lucca

Rinviata per pioggia, viene riproposta oggi, sperando che questa volta si trovi un buon meteo

La città di Lucca è un luogo ideale da riscoprire attraverso il trekking, soprattutto a partire dalle mura rinascimentali: un suggestivo alternarsi di vedute, dall’alto e dall’interno, di alcuni dei luoghi più belli della città, con incursioni nel centro storico e risalite sulle mura che ci permettono di ammirare le vie e le splendide chiese di questo caratteristico borgo medioevale. Inizieremo con una passeggiata sulle mura, simbolo della città e risalenti al 500, integre come quando furono edificate; visiteremo poi la Cattedrale di San Martino, con i capolavori di Nicola Pisano, Jacopo della Quercia e Tintoretto, il crocefisso del Volto Santo ed il monumento funebre di Ilaria del Carretto. Infine, ci porteremo in via Fillungo, corso principale che taglia il centro storico con i suoi edifici medievali e faremo una sosta  in Piazza dell'Anfiteatro, dove sorgeva l'antico foro romano, vero gioiello architettonico con i suoi accoglienti ristorantini e le sue botteghe, tutt'ora frequentate da pittori e artisti, famosi e non.info: 0586 856177 o  cell 3202634720 (entro venerdi) o 0586 406468 e 328 3786239

http://www.trekkingurbano.info/trekking-urbano-altri-percorsi/lucca.pdf

http://www.comune.lucca.it/turismo/trekking_urbano

http://www.comune.lucca.it/turismo/mura_di_lucca mura di Lucca

 

Sabato 19 e domenica 20 ottobre: castagnata al Villaggio Anemone (capanne di Sillano)

Un’area riservata e raccolta della Garfagnana, contornata da boschi di faggio, per sentirsi in qualsiasi momento a contatto con la natura, in un ambiente tipicamente montano. Questa la zona in cui ritorniamo (ci siamo già stati nel maggio scorso), per percorrere i molti i sentieri che da qui si dipartono per condurre ora a grotte naturali ora a monumenti antichi e borghi pittoreschi, oppure ancora a bellissime montagne, ricche di castagneti centenari. La "zona delle castagne" è comunque la nostra mèta di questo week end autunnale. In ultima analisi, si tratta di una visita ad un angolo di Toscana che conserva caratteri di peculiarità fuori dall’ordinario, meritevoli di una conoscenza approfondita, anche a riguardo dei prodotti tipici del luogo, sicuramente propri di un’alimentazione naturale e di una “filiera corta” .

Una escursione è prevista, a seconda del meteo, o ad Argegna oppure al passo di Pradarena.

Necessaria la prenotazione entro la fine di settembre. info:  0586 404786 o 333 9055927 

 

Domenica 3 novembre: Al rifugio Matanna, da Casoli per la foce di san Rocchino

Il panorama godibile dalla vetta del Matanna è superbo sulle Panie, sui monti circostanti e sul mare con le isole, giornata permettendo. Divertenti e non difficili sono le creste del monte, anch’esse molto panoramiche, ed è facile avvicinare i cavalli al pascolo nella zona che domina il laghetti del Bozzone. Insomma il Matanna è una montagna di modesta altezza, ma veramente interessante e meritevole di un’escursione. Non è detto che oggi ci si arrivi, sia perché la salita alla vetta sarebbe faticosa sia perché occorre tener conto delle ore di luce, tuttavia l’itinerario per giungere al rifugio sottostante varrà abbondantemente la pena. Percorso: da Casoli prenderemo il sentiero 106 fino alla foce di San Rocchino dove, trascurando il 121 che va al rif.Forte dei Marmi, prenderemo per il n°3, girando attorno al m.Matanna ed arrivando al rifugio per la foce del Pallone, buon punto panoramico su Camaiore ed il mare. Info: Sergio Casini (entro il venerdi precedente) 328 8249272 – 0586 814101 ore serali

                                           
 

 

17 novembre: la Firenze di Pratolini 

Anche questa iniziativa viene ripresa dalla scorsa primavera, poiché rimandata per pioggia e tratta del rapporto tra Firenze e Vasco Pratolini: un romanzo senza fine che racconta l’amore che lo scrittore nutriva per la sua città ed una ricerca dei luoghi che lo ispirarono e delle storie di vita dei suoi racconti e di quella Firenze popolare del suo tempo che lo vide nascere e crescere. Girelleremo senza fretta di quà e di là d’Arno, per piazze, vicoli e chiese, ora a San Niccolò, dove nasce Metello, uno dei più grandi personaggi creati dallo scrittore (Metello, 1955), ora in Santa Croce, dove descrisse il delicato passaggio dall’adolescenza alla prima giovinezza di alcuni ragazzi del quartiere (Il Quartiere, 1944), ora in via del Corno………… “lunga cinquanta metri e larga cinque; senza marciapiedi e che confina ai due capi con via dei Leoni e via del Parlascio, chiusa come tra due fondali e tuttavia, a pochi metri da Palazzo Vecchio, che la sotterra sotto la sua mole.” (Cronache di poveri amanti, 1947) oppure nel rione di San Frediano, un quadro indimenticabile della Firenze del ventennio fascista (Le ragazze di San Frediano, 1949). Info:0586 580201 e 328 0254739

i dettagli si rimanda alla precedente impaginazione - cliccare qui

 

 

Domenica 1 dicembre -

Le Terme di Venturina sono un autentico angolo di paradiso a pochi minuti dal mare e, pure rappresentando un moderno tempio della salute, anticamente erano conosciute come Aquae Populoniae, ricche di zolfo, alcali e terra, sede di insediamenti prima etruschi e poi romani. Sgorgano da due sorgenti distinte alla temperatura di 36 °C e si estendono su di un'area vastissima, suddivisa in uno stabilimento termale, i “Bagni di Caldana” e in un laghetto, detto “Il Calidario”, ricavato dal primitivo invaso delle acque. In ultima analisi, si tratta di un ambiente incantevole che vale la pena di visitare, oppure rivisitare, soprattutto nel mese di dicembre. Info: info: 0586 375131 (ore serali)  o 3311131900

Sabato 14 dicembre: buffet con proiezione e premiazione del concorso fotografico Agire Verde

Nei locali della fondazione Giò Batta Lepori (via Mastacchi 173 – ampio parcheggio interno), si svolgerà il tradizionale incontro natalizio con buffet (quota minima di partecipazione) e proiezione delle foto che partecipano al concorso fotografico, con proclamazione del vincitore (regolamento a http://www.agireverde.it/concorso%20fotografico%202013.htm). Si tratta di un’occasione d’incontro cui siete invitati, con inizio intorno alle h.19/19.30 e rinfresco fino alle ore 20.15…….poi visioneremo le foto, che speriamo siano di numerosi autori, per chiudere infine la serata intorno alle h.23. info fotografia - Sergio Casini 328 8249272 – 0586 814101 ore serali – info serata Salvatore Picardi 0586 861138 347 3637538

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altro in fase di studio:

Dal Passo Croce, per Fociomboli, al rif.del Freo (anello)

(In auto) Si seguono le indicazioni per Seravezza, raggiunta la quale si prosegue lungo la SP10 del Cipollaio, fino ad oltrepassare le deviazioni per Levigliani e per Terrinca, poi, poco dopo (1Km circa), si prende la strada sulla destra, che, salendo tortuosamente, ci porta in circa 6 km, dapprima, al Passo Croce, e quindi allo sterrato, dove, in uno degli spiazzi che si trovano ogni tanto sulla sinistra, si può lasciare l'auto.  h.1.45 da Livorno. Dal traliccio, se non si vedono troppe auto, si può percorrere lo strabello fin dove è possibile.
escursione

Si sale lungo lo sterrato dove si è parcheggiato la macchina, sotto le guglie del Monte Corchia  ed in breve si arriva al passo Croce (mt.1147).
Un palo con le indicazioni dei sentieri ed i tempi di percorrenza  ci indica sulla sinistra lo stradello
della forestale che scende in comune con il sentiero nr.11, tra il versante Sud-Est del Monte Freddone e quello Nord del Corchia.
Si percorrono alcune decine di me
tri, finchè, appena oltrepassata una marginetta sulla sinistra, notiamo, sulla destra, il segnale biancorosso del sentiero 11, una scorciatoia per evitare i tornanti dello stradello. Poco più in basso si trova ,sulla nostra destra,  una seconda marginetta ed  a questo punto abbandoniamo definitivamente lo sterrato che prosegue dritto  e prenderemo al ritorno, per scendere  sulla sinistra,  sempre seguendo il segnavia nr.11, arrivando alla torbiera di Fociomboli (m.1150), unica area umida delle Apuane  che, grazie agli strati impermeabili del suo sottosuolo, raccoglie e trattiene le acque reflue dai monti intorno. Sempre seguendo il sentiero 11, scendiamo ancora fino ai prati di Puntato (m.1050), borgo ora abbandonato ed un tempo pascolo estivo dei pastori di Terrinca, vasto declivio erboso e soleggiato da cui si gode la vista del Pizzo delle Saette, della Pania della Croce e del Corchia. Arrivati alla chiesina del Puntato  si svolta a destra e, percorso un sentiero alberato per circa 10 minuti e lasciato definitivamente il sentiero 11, che prosegue per col di Favilla e poi per Isola Santa, prendiamo il 128 in salita, arrivando al rifugio del Freo (mt.1180).

Una volta al rifugio, dove è splendida la vista sulla Pania della Croce, dopo una meritata sosta, torneremo  per il sentiero 129 e quindi, seguendo delle tracce di vernice gialla, ben evidenti e frequenti, saremo di nuovo ai declivi erbosi di Fociomboli prima e allo sterrato della forestale, che avevamo lasciato prima di scendere per il sentiero 11, poi.

Tempi di percorrenza: la salita al passo Croce, dalle auto, 0.30/0.45 minuti (variabile per dove si lascia l’auto).

Dal Passo Croce a Puntato h.1.30 (discesa). Da Puntato al rifugio x il n°128 h.1.15 (salita). Dal rifugio ai prati di Fociomboli h.0.30 (discesa).Per lo sterrato fino alla marginetta (leggera salita) h.0.45  poi, dalla marginetta, per lo sterrato,  al Passo Croce (salita) h.0.30 e h.0.30 (discesa) per arrivare alle auto (variabile). Tot. circa 4 ore, da passo Croce a passo Croce.

 Da Farnocchia a sant'Anna di Stazzema (anello)

Il M.Lieto è una cima delle Apuane meridionali vicinissima al mare, un punto panoramico di prim’ordine, non solo sulla conca di Camaiore e la Versilia ma anche sulle altre vette delle Apuane. In più, se la giornata è tersa, lo sguardo spazia tranquillamente fino al golfo di La Spezia e oltre, distinguendosi molto bene sia la Palmaria che il Tino.

L’itinerario parte da Farnocchia, devia verso il Lieto e ridiscende a Farnocchia, descrivendo un anello intorno al monte e proprio sotto il M.Gabberi.

Descrizione percorso:

L’escursione inizia dal paese di Farnocchia (m.646), situato sul versante settentrionale del M. Gabberi, tra boschi di castagni. Si sale la mulattiera che inizia nei pressi della chiesa parrocchiale e attraversa diagonalmente il bosco di castagni – sentiero 3 -, con un’ottima veduta sui gruppi del m. Procinto e del m. Forato. Superata una marginetta, si raggiunge la località “ Castagno “ (sul crinale nord est del m. Lieto) e, valicata la costa del monte, si inizia a salire sulla sinistra, per  un sentieretto che segue lo spartiacque fino alla cima del m. Lieto ( m. 1016 ), contrassegnata da un cippo di cemento. Un’ora fino alla deviazione, un’ora per salire e 0,40 per scendere. Dal crinale la vista si estende fino al mare, al golfo di La Spezia a nord e a quello della Versilia a ovest , mentre in basso sono visibili l’abitato di S. Anna di Stazzema ed il monumento ossario, in ricordo dell’eccidio nazista nell’ultima guerra. Discesi dalla vetta del monte Lieto,  proseguiremo per  l’antica mulattiera che unisce Farnocchia con S. Anna di Stazzema, fino a raggiungere la prima casa abitata sulla nostra sinistra. Fatti poi ancora un centinaio di metri, svoltiamo a sinistra, prendendo un sentieretto laterale e lasciando la mulattiera che stiamo percorrendo (dopo un bivio evidente), a cercare la strada asfaltata e la parte abitata più a monte del paese di S.Anna di Stazzema. Poche centinaia di metri su asfalto (a scendere) ed incontriamo una trattoria _ in località Sennari – dove, evidentissimo sulla sinistra, c’è un cartello che indica la salita per il Gabberi e per Farnocchia (sentiero n°4). Dal bivio per il Lieto a qui, 0.45 minuti. Saliamo adesso una serie di scalini che conducono nel bosco, con il sentiero che si inerpica fino ad incontrare una marginetta, dalla quale il panorama sulla costa è splendido, si continua nel bosco, sino al valico delle Focette (m.873), che mette in comunicazione Sant'Anna di Stazzema (Alta Versilia) con Farnocchia (Val di Serra) e per boschi, spazi aperti sul Gabberi e ancora boschi, arriviamo a vedere il paese dall’alto.Da qui, in breve,   saremo di nuovo in paese (sentiero n°4). Durata: ore 4.30/5

Nota: sosta alla chiesa del paese dove ci fu l’eccidio.

Da Pomezzana al rifugio Forte dei Marmi

La strada asfaltata ci porta a un parcheggio non molto distante dalla chiesa principale di Pomezzana, dedicata a S. Sisto, col suo grande campanile.
Il luogo è panoramico su Farnocchia, Stazzema e il Monte Lieto e il Gabberi.
Il sentiero 106, ben segnato, inizia da questa piazzetta: saliamo pochi scalini lasciandoci alle spalle la chiesa e siamo nel paese.
Percorriamo alcune strade salendo prima lievemente poi più decisamente.
A 10’ inizia una mulattiera lastricata con ardesia che corre parallela all’abitato di Pomezzana, il quale si allunga sul crinale ben esposto al sole.
A 17’ siamo su una strada e il sentiero si dirige a sinistra.
C’è una casa e il sentiero continua in lieve discesa (evitare la salita verso destra), tra gli alberi si scorgono, verso sinistra, Stazzema e di fronte il gruppo del Procinto.
Il sentiero poi prende a salire e a 30’ siamo presso una zona di cave di ardesia, di tentativi di cave e di ripari sotto roccia.
A 37’ incontriamo una casa in muratura e subito dopo l’edificio principale delle cave, ormai semi distrutto. Dietro esso ci sono gli ingressi della miniera parzialmente coperti da edere che formano una cortina discendente, diamo un’occhiata e poi proseguiamo il cammino.
A 50’ siamo a un luogo molto panoramico, anche se ci sono rami di alberi a ostacolare la visibilità, su Procinto, Nona, Matanna e la zona delle Panie.
Continuiamo con saliscendi mantenendo sulla sinistra Procinto e Nona mentre il Matanna rimane di fronte. A 01h a destra c’è un’altra miniera presso la quale c’è un immenso blocco di ardesia coperto in parte da edere.
Subito dopo superiamo un canalino e poi riprendiamo a salire.
A 01h 08’ troviamo dei ruderi, forse di un’antica maestà e a 01h 16’ superiamo un altro ruscello che scende dai monti scavando un ripido canale.
Subito dopo un’altra antica costruzione che sembra una calchera (struttura per produrre calce).
Il sentiero prende a salire e per qualche minuto la salita si fa più ripida per strette voltoline per poi addolcirsi e a 01h 41’ siamo presso il Rifugio Forte dei Marmi.

Sosta e ritorno per la stessa via.

 

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Il sito dell’associazione è invece rimasto lo stesso: www.agireverde.it