Tante buone ragioni per non costruire un inceneritore a Livorno


1. Il Decreto Ronchi del 1997 e la legge Regione toscana del 1998 stabiliscono chiaramente che il problema rifiuti deve essere risolto con la riduzione dei rifiuti prodotti (diminuendo ad esempio in maniera sostanziale gli imballaggi), la raccolta separata, il riciclo e il riuso. Il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima, sono infatti considerati "preferibili" rispetto a incenerimento e conferimento in discarica.

2. Bruciare i rifiuti, anche nella forma di CDR (il nuovo Combustibile derivato dai rifiuti ottenuto da speciali impianti che selezionano dalla spazzatura i materiali che bruciano meglio, uno e' in costruzione a Livorno), significa bruciare soprattutto carta, plastica e legno invece di riciclarli.

Costruire inceneritori significa scoraggiare le raccolte differenziate destinate al riciclo e al riutilizzo di carta, plastica e legno vanificando l'impegno di tante famiglie per la raccolta separata delle varie frazioni di rifiuto e affossando le possibilità occupazionali offerte dal settore del riciclaggio.

L'incenerimento e il riciclo sono scelte sostanzialmente opposte: non è pensabile che si rischi di sacrificare un investimento di almeno 200 miliardi puntando seriamente su raccolte differenziate che tolgono agli inceneritori la loro materia prima (carta, plastica e materie legnose).

3. Durante la combustione dei rifiuti, contenenti carta, materiali legnosi, materie plastiche anche clorurate, dai camini degli inceneritori si liberano metalli tossici, si formano sostanze acide e anche diossine e furani, sostante tossiche e cancerogene che sono filtrate in gran parte dai più sofisticate sistemi di abbattimento, ma comunque una parte viene disperso nell'aria. Quando vi sono incidenti all'impianto, come quelli che hanno colpito l'inceneritore livornese nel 2000 e lo hanno costretto alla chiusura per lungo tempo, questa parte puo' aumentare sensibilmente.

4. Gli inceneritori producono un residuo (circa il 25% in peso rispetto ai rifiuti trattati) di scorie, di polveri e di ceneri altamente tossiche che hanno bisogno di una discarica di servizio molto più sicura e costosa di quelle normalmente usate per i rifiuti "tal quali".

5. La convenienza economica dell'incenerimento è una truffa pagata con le nostre tasse: infatti con il finanziamento statale si paga l'energia prodotta dagli inceneritori circa 300 lire al kWh, cioè quattro volte il suo prezzo di mercato.

6. Puntare sulle raccolte differenziate vuol dire creare nuovi posti di lavoro. Secondo un studio del Comitato Salute e Ambiente nella Provincia di Livorno, una raccolta differenziata al 40%, cioè poco superiore ai livelli minimi da raggiungere entro il marzo 2002 fissati dal Decreto Ronchi (ma inferiore agli obiettivi che si è posta la legge Regione Toscana: 50%), garantirebbe la creazione di 90 nuovi posti di lavoro (più altri 20 nella stagione estiva). Invece un moderno inceneritore impiega al massimo 25-30 persone.

7. La Provincia di Livorno produce da sola circa la metà dell'anidride carbonica prodotta in Toscana. Inoltre la zona di Livorno e Stagno è fra quelle considerate ad "alto rischio" non solo per la possibilità di disastri ambientali,ma anche per i livelli di inquinamento. Nessuno conosce l'impatto ambientale delle attività industriali e portuali perché nessuno ha mai voluto effettuare una serie indagine epidemiologica fra gli abitanti di questo territorio. Pertanto non e' ragionevole inserire in una situazione così disastrata una nuova fonte inquinante, situata a poche centinaia di metri dal centro cittadino e dai quartieri popolari nel nord della città.

8. Se si puntasse a due obiettivi: riduzione dei rifiuti prodotti pari si 12% di quelli prodotti nel 1997 e raccolta differenziata pari al 52% - la provincia di Livorno potrebbe entro il 2002 chiudere l'inceneritore del Picchianti inviando in discarica una quota limitata di rifiuti secchi e non inquinanti.

settembre 2000

sito del Comitato contro l'inceneritore di Livorno


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