Lettera al Sindaco sull'inquinamento


Al Sindaco del Comune di Livorno Gianfranco Lamberti
e p.c.
Al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica U.S.L. 6 Livorno
Al Responsabile del Dipartimento A.R.P.A.T. di Livorno
Al Sig. Prefetto della Provincia di Livorno
Al Presidente della Provincia di Livorno
Al Presidente della Regione Toscana
Alla Redazione de "II Tirreno"
Alla Redazione de "La Nazione"
Alla Redazione di "Telegranducato"
Alla Redazione RAI

OGGETTO: Lettera aperta al Sindaco di Livorno. Gianfranco Lamberti

Signor Sindaco,

ci rivolgiamo a Lei poiché negli ultimi tempi sono sempre più frequenti i segnali di allarme e talvolta di preoccupazione relativi alla situazione ambientale nella città di Livorno. Non passa giorno che i quotidiani locali non riportino notizie di nubi maleodoranti, intossicazioni da gas di scarico (?), fanghi contaminati dispersi dalle attività di dragaggio, antenne installate selvaggiamente sul tessuto urbano ecc. ecc. ...

Il timore e lo sgomento salgono. E la cittadinanza risponde come può. Ad esempio, spuntano come funghi comitati cittadini come quello in difesa dalle antenne e dall'inquinamento, oppure quello "Salute e Ambiente di Livorno", così come il susseguirsi di interventi anche su carta stampata (vedi il mensile "Concittadino" di questo mese) oltre alle innumerevoli e costanti lettere di preoccupazione sulla qualità dell'aria che respiriamo o i rumori molesti cui migliaia di persone sono sottoposte.

Adesso ci sembra che la situazione sia arrivata al limite.

Ci rivolgiamo a Lei, caro signor Sindaco, perché la legge La vede il tutore della salute pubblica per eccellenza. Dunque, solo per riferirci al problema dell'inquinamento atmosferico da traffico veicolare, vorremmo ricordare che secondo il Centro Europeo Salute e Ambiente (appartenente all'Organizzazione Mondiale della Sanità), il traffico automobilistico in Italia è responsabile di dieci morti al giorno, 4.600 ricoveri ospedalieri all'anno, 31 mila attacchi di bronchite acuta nei bambini e 30 mila di asma. L'Agenzia Nazionale per l'Ambiente afferma che i trasporti nelle aree urbane causano oltre il 60% delle emissioni di ossidi di azoto (responsabili di affezioni alle vie respiratorie immunodepressione, malattie cardiovascolari e nefriti croniche), il 90% di monossido di carbonio (che si sostituisce all'ossigeno nell'emoglobina e causa vertigini, cefalea, indolenzimento generale, riduzione delle funzioni mentali e peggioramento di malattie cardiovascolari), il 75% di benzene (noto cancerogeno di I classe) e tra il 30 e il 50% delle polveri, le famigerate Pm10, quelle più dannose perché più 'fini' e quindi con la capacità di penetrare nelle zone profonde dei polmoni trasportando un'estesa gamma di batteri, virus e particelle volatili potenzialmente cancerogene. Infine gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), i quali possono danneggiare il tessuto alveolare producendo effetti sistemici su organi bersaglio ed essendo liposolubili, possono essere assorbiti nel tessuto adiposo.

Per non parlare delle conseguenze attribuite al rumore urbano: aumento dell'aggressività, effetti negativi sul sistema cardiaco, disturbi del sonno, effetti antisociali e fonte di gravi forme di stress. Come sicuramente saprà, è stato dimostrato un incremento del consumo di psicofarmaci (tranquillanti e sonniferi), nelle aree urbane situate in prossimità delle principali arterie stradali. Gli stessi effetti sono stati registrati sulla popolazione esposta a campi elettromagnetici. In Danimarca si è rilevato che nelle zone caratterizzate da un livello di rumore superiore a 70 dB, la popolazione esposta tende a consumare più tranquillanti ed a ricorrere più frequentemente alla consulenza di uno psicologo o di uno psichiatra, rispetto ad una popolazione con caratteristiche confrontabili, ma residente in aree urbane caratterizzate da livelli diurni nettamente inferiori.

E a Livorno cosa accade?

Sappiamo per certo che è una delle città italiane a più alta incidenza di tumore al polmone, che nubi maleodoranti costringono decine di cittadini a recarsi urgentemente all'Ospedale; senza parlare dei 'buchi' sulle carrozzerie delle auto parcheggiate in prossimità della centrale dell'Enel, causati molto probabilmente dall'acido fosforico; oppure le auto 'verniciate' vicino al cantiere navale "L. Orlando", il quale, inserito nella zona più densamente popolata della città, sabbia e vernicia a cielo aperto migliaia di metri quadrati di superfici navali con sostanze antivegetative altamente tossiche. E poi ci sono altri due inceneritori: "Picchianti", che brucia rifiuti urbani e scarti industriali e "Agip", che brucia pure rifiuti industriali. Non è un caso che Livorno sia stata inserita tra le città ad alto rischio e appartenga all'elenco dei Comuni toscani per condizioni critiche tra pressione ambientale ed emissioni di inquinanti nell'atmosfera.

Insomma, Signor Sindaco, adesso siamo stufi. Stufi di essere tranquillizzati. Stufi di sentirci dire che "tanto a Livorno c'è il vento". Stufi di non avere alcun dato disponibile circa l'inquinamento benché esista una precisa legge che sancisce l'informazione ai cittadini.

Dov'è la rete di monitoraggio per l'inquinamento atmosferico da traffico veicolare? Dove sono le mappe dell'inquinamento acustico? Dove la 'famosa' zonizzazione in base al rumore? Quale il piano dei rischi sulla popolazione, rischi provenienti dall'attività industriale? Questi sono solo alcuni esempi.

Ci si chiede come l'Amministrazione comunale, per esempio, possa approntare una qualsiasi forma di intervento sul traffico senza essere a conoscenza dello "stato dell'arte" cioè senza possedere dati sulla situazione attuale (per esempio mancano i dati relativi agli incidenti stradali a Livorno che risalgono al 1996, oppure, è stato attuato un Piano del Traffico senza sapere quanti veicoli, auto e ciclomotori, insistono sul tessuto cittadino!). Dovremmo affermare che l'Amministrazione non riesce ad avere il controllo del territorio? Che la situazione ambientale le è sfuggita completamente di mano?

I cittadini vogliono vera informazione, precisa, e non più rassicurazioni fondate su dati inconsistenti o addirittura inesistenti. Vorremmo inoltre ricordarle che in alcuni Comuni della Toscana stanno 'volando' denunce e diffide alle Amministrazioni per non attuare una seria e attenta politica di tutela della salute pubblica. Sperando che possa darci alcuni chiarimenti, rimaniamo nell'attesa di una risposta.

La risposta del Sindaco

 


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