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Tutte  le iniziative sono riservate agli associati (Euro 15 annui singolo, 20 familiare, associazione   U.I.S.P. consigliata )  che  in questo modo, con la quota associativa annuale, vengono a rendersi partecipi delle spese di gestione....... francobolli, stampati, canone internet e spese varie in occasioni di manifestazioni, eventi.... etc.etc..............rendendo così possibile il funzionamento dell'Associazione stessa. 

l'iscrizione è possibile in occasione di un'iniziativa, versando la quota al referente dell'iniziativa stessa, e l'iscrizione ha validità annuale.

nota: tramite una mailing list vengono effettuate comunicazioni di vario tipo agli associati, dai periodici incontri in sede ad eventi interessanti gestiti da altre associazioni etc.etc., chi vuole farvi parte basta che lo comunichi con e mail ad   agireverde@tin.it  .

nota 2: per partecipare è necessario leggere ed essere d'accordo col regolamento escursioni e/o iniziative ( vedere a piè pagina) perchè, diventando soci ci si corresponsabilizza nella gestione dell'associazione stessa che comunque è sempre possibile modificare, proponendo tali modifiche in uno degli incontri che regolarmente l'associazione tiene. Ricordiamo anche che per partecipare ad una iniziativa, quando non previsto altrimenti, occorre prenotarsi entro il venerdi sera al più tardi, lasciando nome, numero di partecipanti e telefono, per essere avvertiti di eventuali mutamenti di programma anche all'ultimo minuto.

programma del primo semestre 2012

programma del secondo semestre 2012

 

 

Aspetti  storico- naturalistici  dell’area  costiera  livornese    compresa   fra   Maroccone  e   Quercianella             

Giovedi 12 gen.  F. Sammartino - Bizzarrie della natura a Calafuria 

 Giovedi  19 gen.  M .Bisconti - F. Sammartino -  Impronte fossili nell’arenaria di   Calignaia 

 Giovedi 26 gen.  F .Sammartino- L’uomo preistorico a Calafuria 

Giovedi   2 feb.  R. Branchetti - Testimonianze dimenticate del  passato

  Giovedi    9 feb. B. Bottacchiari - Le antiche miniere di rame di     Quercianella 

  Giovedi 16 feb. L. Cauli-A .Ciampalini - Le cave di arenaria di Calafuria 

  Giovedi 23 feb. M.Taddei -  L’antica via dei Cavalleggeri Giovedi  1 mar. R.Tessari -  Curiosità e cenni storici - Immagini    d’epoca  

Conferenze presso il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo,

c/o Auditorium gentilmente concesso dalla Provincia di Livorno

Via Roma 234. Livorno.  Orario    17:30    -    Ingresso gratuito

h. 10,30 - giardino Torrigiani, una delle poche grandi aree verdi entro le mura medice ed esempio tipico dello stile romantico dei primi dell’800. Costo del biglietto di ingresso e della visita guidata 10€, da versare direttamente in loco. Tempo libero per il pranzo (ognuno deciderà se farlo al sacco con noi oppure diversamente).

Alle 15 - visita alla Cappella Brancacci, preceduta da un filmato esplicativo - costo del biglietto di 4 €, sempre da corrispondere sul posto. Si ricorda che il sito è uno degli esempi più elevati di pittura del Rinascimento, frutto dell’opera dei maestri Masaccio e Masolino da Panicate.

Nota: la partenza è prevista dalla stazione di Livorno con il treno regionale delle 8.10, è sottonteso              quindi che il ritrovo è previsto nell’atrio della stazione alle ore 8. Possibilità di partecipazione, fino ad esaurimento posti disponibili. Info: 0586-580201 oppure 338 3261176

Giardino Torrigiani: È una delle poche grandi aree verdi, ancora superstiti all'interno delle mura, in stato di conservazione ottimale e costituisce un esempio tipico dello stile romantico che contrassegnò i giardini all'inizio dell'Ottocento. Già nel XVI secolo esisteva una proprietà Torrigiani nella zona detta "il Campuccio". Alla fine del XVIII secolo, con l'estinzione della famiglia, l'eredità del cardinale Ludovico Maria Torriggiani passò al pronipote Pietro Guadagni che assunse allora il nome dello zio e nella piccola proprietà del Campuccio iniziò la costruzione del giardino. Fra il 1802 e il 1817 con successivi acquisti, il nuovo marchese Torrigiani ampliò la proprietà, che da via del Campuccio si estendeva fin a via dei Serragli, alle mura, all'attuale Piazza Tasso, raggiungendo una superficie di circa dieci ettari. L'incarico di progettare il grandioso giardino fu dato a Luigi Cambray Digny (1813-1814), al quale subentrò il giovane Gaetano Baccani. Fu così realizzato un parco all'inglese, ricco di suggestioni legate al mondo dell'Arcadia e soprattutto alla simbologia della Massoneria, della quale faceva parte il marchese Pietro Torrigiani.

La presenza delle mura medicee servì a movimentare il progetto, il quale fu caratterizzato da una ricchezza di piccoli edifici, statue e particolarità botaniche tanto da meritare, poco dopo la sua creazione, di "una guida ad uso dei visitatori". La guida citava oltre trenta punti di interesse, fra i quali l'Ipogeo, la Grotta di Merlino, la Giostra coperta, il Giardino degli agrumi e dei fiori, la Cavallerizza, l'Arcadia, il Romitorio, il Gymnasium, la grande Torre, l'Uccelliera, la Limonaia, il Torrente col magnifico ponte. Oggi il giardino non è così ricco di opere d'arte, tuttavia l'ambiente è rimasto ben conservato ed è uno dei giardini all'inglese più significativi di Firenze.

Filippino Lippi, chiamato a completare l'opera circa cinquant'anni dopo.

Il Torrino del Giardino Torrigiani

La torre quindi, aveva vari valori sia pratici che simbolici.

Fu costruita dal Baccani nel 1824 per un'altezza di circa ventidue metri, ma il fatto di trovarsi su una collinetta artificiale ne aumenta l'impatto visivo.

La torre allude innanzitutto ai Torrigiani, che nello stemma avevano proprio un torrino sormontato da tre stelle. Inoltre i suoi tre livelli alludono ai tre gradi del processo di iniziazione dal mondo profano a quello iniziatico della massoneria.

Nella pratica era adibita a "specola" astronomica e nei suoi piani erano ospitate una biblioteca, una raccolta di strumenti astronomici, di armi, e sulla sommità una terrazza scoperta per l'osservazione del cielo.

Corredo scultoreo

Tra le sculture presenti nel giardino si ricordano l'opera barocca del Baratta, il gruppo marmoreo "di greco scalpello" raffigurante un Toro abbattuto da un leone, la statua di Osiride adiacente l'ingresso di via de' Serragli, la colonna marmorea dedicata al grande botanico Pier Antonio Micheli che in questa località lavorò assiduamente nei primi del '700, le statue di Giano e di Esculapio.

Essenze arboree e vegetali

La storia di questo giardino è importante non solo da un punto di vista architettonico, ma anche da quello botanico, testimoniato dalla presenza di vecchie e nuove serre, limonaie, tepidari, oltre ad un gran numero di piante.

Nel 1839 venne redatto da A. Pucci un inventario delle essenze in cui risultava che erano presenti 5.500 piante in vaso (ananas, camelie, rododendri, agrumi, ecc.) e oltre 13.000 piante in terra tra cui alberi da frutto, magnolie, pini e cipressi.

 Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Giardino_Torrigiani

 

 

La Cappella Brancacci, situata all'interno della chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze rappresenta uno degli esempi più elevati di pittura del Rinascimento (1424-1428). Essa è frutto della collaborazione di due dei più grandi artisti dell'epoca Masaccio e Masolino da Panicale, ai quali deve aggiungersi la mano di Filippino Lippi, chiamato a completare l'opera circa cinquant'anni dopo.

 

info più dettagliate in:

http://it.wikipedia.org/wiki/Cappella_Brancacci

 


 

 

 

Il Parco delle Biancane, inserito nei Siti dell'UNESCO nella rete dei Geoparchi ,  è situato nelle Colline Metallifere Grossetane ed è dedicato agli amanti della natura ed a coloro che vogliono conoscere e scoprire i segreti  della geotermia  e dei suoi innumerevoli usi. Spettacolare l’ambiente, per i colori insoliti di rocce, gialle e grigie e rosse, degradate dall’azione di solfatare, mofete e geyser, continuamente attive con le loro emissioni di vapore sulfureo. Nel pomeriggio, in base alla luce ancoradisponibile, decideremo poi se scendere a Sasso Pisano ad ammirare altri aspetti delle fumarole oppure tornare a Monterotondo a visitare il paese, anch’esso di notevole fascino.

 

 

    info:0586 406468 ore serali 

 

25/26 febbraio:

ciaspolata al rifugio Lagdei: Nascosto tra  boschi di faggi e conifere ed a 1250 metri di quota e suggestivo per le ricche nevicate invernali, questo rifugio si presta ottimamente per comode ciaspolate e panoramiche salite in funivia (è zona sciistica), oltrechè  ovviamente per immancabili e memorabili escursioni nei luoghi intorno: siamo nell’appennino tosco emiliano, prossimi al Parco nazionale dei cento laghi, nel comune di Parma.

Per info    -  329 9754774 (ore serali) oppure docfd1@virgilio.it

 

Domenica 11 marzo (pomeriggio insieme):

video proiezione alle ore 16.15 c/o sala valdesi – vicino ex Odeon

Come programmato ad inizio anno, il nostro cineforum, riservato agli associati  e quest’anno dedicato alle tematiche relative all’immigrazione, prosegue con questo secondo incontro.

Prima ci sarà una breve introduzione a riguardo di cosa ne sappiano i giovani di comunità straniere immigrate e di problemi di convivenza con le popolazioni locali, se siano consapevoli cioè di come i problemi di una società multietnica, per essere risolti, richiedano un impegno difficile e costante, sia personale che collettivo, oppure se invece non preferiscano rimuovere del tutto le questioni, allontanandole e seppellendole altrove. Uno spunto insomma per una riflessione sul significato che può avere all’interno delle nostre società il contatto con persone dotate di cultura, mentalità e comportamenti differenti.

Seguirà poi la proiezione di un filmato, intenso ma godibile: Welcome di Philippe Lioret.

Premiato dal pubblico a Berlino nel 2009 e campione di incassi in Francia, Welcome è un racconto morale che si interroga sul concetto di alterità ed in cui è facile riconoscere i canoni dell'attualità. Polemizzando con la legge sull'immigrazione voluta da Sarkozy, il regista mette al centro del suo film l'Altro, un corpo estraneo da sfruttare o da espellere, senza una vera possibilità di integrazione, affrontando con lirismo il tema di ciò che è nella realtà, nelle sue manifestazioni più crude, disumane e inaccettabili.

appuntamento alle h.16.15 di domenica 11 marzo

c/o la sala della chiesa Valdese in via Verdi (vicino ex Odeon)

 

 

25 marzo: la cascata dell’Acquapendente nei dintorni di Pruno.

Da Pruno, splendido borgo dell'Alta Versilia, dominato dalla mole della Pania della Croce e proprio di fronte al Procinto ed al Forato, scenderemo verso la zona delle cave di marmo dimesse per poi risalire al ponte medioevale in pietra sul torrente Deglio, quello stesso ponte che salvò il mulino sottostante dall’ondata di piena del ’96, frapponendosi come ostacolo. Da qui saliremo quindi al salto d’acqua dell’Acquapendente, per chiudere poi un anello escursionistico di rara bellezza tornando nuovamente a Pruno. Escursione di media difficoltà: mettere scarponcini.

Info: 0586 406468 ( ore serali) 

 

 

 

 

1) Scorcio del borgo, prima della zona delle cave

2) cascata dell'Acquapendente (dettaglio)

L'escursione segue un torrentello sopra Cardoso e ci conduce entro un ambiente rupestre che, seppur gravemente modificato dall'alluvione del ’96, tuttavia mantiene ancora un aspetto selvaggio ed un fascino notevole. Qui, proprio sotto i monti della Pania, del Forato, del Nona, del Procinto e dei Bimbi, che da lì appaiono insieme, a semicerchio ed in tutto il loro splendore, molto vicini a noi, benché più in alto, troveremo la Cascata dell'Acqua Pendente, un salto d’acqua poco conosciuto ma sicuramente apprezzabile.

Il sentiero è davvero bello, usato com'è anche dalla gente del luogo per spostarsi a piedi tra Pruno ed Orzale e per raggiungere le piane coltivate ed  in breve ci porta ad una bellissima ed antica costruzione che collega la sponda di Orzale con quella di Pruno, il ponte di Pruno appunto,  dove c'inoltriamo nel bosco lungo un sentiero abbastanza ripido.

In prossimità di una vecchia costruzione dove è il bivio, ben segnalato, che ci conduce alla nostra mèta.. La cascata si mostra improvvisamente preannunciata da un discreto scrosciare d'acqua e lo spettacolo è notevole con un salto d'acqua di molte decine di metri.

gruppo botanico livornese programma semestrale

per rendere nota l'attività di associazioni legate al "progetto occhisullecolline", pubblichiamo il loro programma per il semestre in corso. Per info: info@gruppobotanicolivornese.it

CORSO DI BOTANICA 2011-2012

ore 17.30  presso il Museo di Storia Naturale Mediterraneo - Via Roma 234 –

DATA

ARGOMENTO

RELATORE

17.11.2011

Paesaggi rurali toscani: una escursione nello spazio e nel tempo.

Dr. Stefano Benvenuti

Università di Pisa

24.11.2011

Tecniche di coltivazione: ortaggi e alberi da frutto nell’orto

Mairo Mannocci

01.12.2011

Piante e fiori nella letteratura latina

A. Testa        A. Menichetti

15.12.2011

   Cannabis sativa: non solo fumo

Massimo Camerini

RIPRESA DOPO LA PAUSA INVERNALE

08.03.2012

  Tradizioni fitoalimurgiche in Italia

Dr. Fabiano Camangi

S. S. Sant’Anna Pisa

15.03.2012

Frutti secchi: legumi e silique

Luciana Bussotti

22.03.2012

Storia della cucina

Anna Menichetti

29.03.2012

Il nostro territorio: l’Isola d’Elba

G. Barsotti       M. Mannocci

05.04.2012

Medicine dalle piante 

Viviano Mazzoncini

12.04.2012

Appunti di viaggio: le Antille Olandesi

Patrizia Panicucci

19.04.2012

La coltura del tabacco nel territorio di Livorno ai primi del '900

Michele Montanelli

26.04.2012

Flora e vegetazione del litorale livornese

Mairo Mannocci

03.05.2012

Elementi di ecologia: l’acqua 

Bruno Quochi

10.05.2012

  Itinerario naturalistico: la valle del Rio Popogna

Franco Sammartino

17.05.2012

Alimentazione umana: salute ed ecologia

Mairo Mannocci

24.05.2012

Uno sguardo sulle nostre attività

Franco Vettori

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

escursioni: info@gruppobotanicolivornese.it

DATA

LOCALITA’

Ora/Luogo di PARTENZA

Sab. 21 Aprile

  Dune protette a Bibbona e Donoratico

 

Sab. 28 Aprile

  Monti Livornesi: Sentiero circolare Monachine

 

 Dom. 6 Maggio

  Monti Livornesi: Evento di “Occhi sulle Colline”

 

 12-13 Maggio

  Gita di 2 g. a Torino: Racconigi e Venaria

 

  Sab. 20 Mag.

  Monti Livornesi: Monte Calvoli

 

Dom. 03 Giug.

  Orto botanico Pania di Corfino (Orecchiella)

 

 

 

 

 

Domenica

 

15 aprile: sui Monti Pisani

I Monti Pisani, costituiti da una serie di rilievi di modeste dimensioni di cui il più elevato è il Monte Serra, si snodano in versanti ripidi, dolci declivi e vallate percorse da torrenti, dando vita a preziosi scorci paesaggistici ed aree naturalistiche di pregio che offrono al visitatore un patrimonio di flora e di fauna all’insegna della biodiversità.

Passando per il foro di San Giuliano, la nostra passeggiata di oggi ci porterà a santa Maria del Giudice, da dove, prima accanto ad un antico eremo e poi lungo la dorsale dei monti, con il mare a vista nel fondovalle, scenderemo verso Passo Dante per poi salire proprio sopra il foro.

Villa Bosniasky ed il relativo parco, il miglior belvedere verso la pianura e la città di Pisa, saranno la successiva tappa e, nelle vicinanze, sarà anche possibile una visita al sito archeologico etrusco del Monte Castellare. Pranzo al sacco e scarponcini robusti da trekking per un terreno molto sassoso e, a tratti, scivoloso. Info: 0586 404786

Mercoledì 25 aprile: marcia per la pace nel Parco dei monti livornesi

Diventata ormai una tradizione, parteciperemo alla marcia per la pace organizzata dal Comune di Collesalvetti nel Parco dei monti livornesi, quest'anno nella zona di Colognole, e la proponiamo come testimonianza di intenti e come occasione d'incontro e di festa. Da Colognole, in una piacevole passeggiata di 3,5 km andremo alle sorgenti dell'Acquedotto Leopoldino, sopra il camminamento che parte dai tempietti del Poccianti.

La manifestazione avrà il Patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Livorno e del Ministero per la Conservazione dei Beni Archeologici, con il fondamentale contributo di ASA SpA e dell'Istituzione Comunale per la Cultura C. Schumann e questo sarà il dettaglio del programma:

La ristorazione, organizzata dal Circolo ARCI di Colognole e dalle Coop Colline Colligiane, avrà un costo di 7 euro per adulti e 5 euro per bambini.

Info: 0586 861138  

Domenica 6 maggio: progetto occhisullecolline – esploriamo insieme il Parco

L’intento primario di questo progetto è di condividere e diffondere conoscenze e informazioni sul territorio delle colline livornesi tra tutte le realtà che già vi operano in modo sostenibile e tra tutti coloro che in qualche modo lo vivono, lo esplorano e lo studiano. Maggiori dettagli verranno forniti nel corso dell’iniziativa inaugurale il cui scopo è proprio quello di far conoscere Il Parco naturale dei monti livornesi alla cittadinanza, stimolando contemporaneamente le istituzioni a dare concreta attuazione al piano del parco, tramite l’esistente ente di gestione. In altre parole a tutt’oggi la segnaletica manca, la manutenzione dell’ambiente per larghi tratti è carente ed iniziano anche ad evidenziarsi inizi di discariche, come da noi documentato con foto nelle nostre molte passeggiate in loco. http://www.agireverde.it/PARCO%20MONTI%20LIVORNESI.htm.

I gruppi cui sarà possibile aggregarsi sono molti e sarà possibile effettuare trekking o passeggiate a cavallo o in MTB, contattado le relative associazioni. Per quanto ci riguarda noi scenderemo dalla Valle Benedetta con percorso breve, raggiungendo il punto di raccolta comune a Villa Cristina.

Sotto lo schema della giornata.

 

        

Provincia       Comune di     Comune di
di Livorno     Collesalvetti      Livorno

 

Casella di testo:              Con il patrocinio di:
         
Provincia       Comune di     Comune di 
di Livorno     Collesalvetti      Livorno
 

 

Domenica 6 Maggio 2012 - Evento inaugurale del progetto

          

              

Il progetto OCCHI SULLE COLLINE nasce con l'intento di condividere e diffondere conoscenze e informazioni sul territorio delle colline livornesi tra tutte le realtà che già vi operano in modo sostenibile e tutti coloro che in qualche modo lo vivono, lo esplorano e lo studiano.

Al progetto collaborano numerose associazioni e realtà del territorio. L’evento inaugurale del progetto si svolgerà domenica 6 Maggio.

Durante la mattinata sarà possibile cimentarsi in percorsi di varie difficoltà, a piedi, in bicicletta e a cavallo, partendo da diversi punti del territorio e convergendo verso il luogo di ritrovo a Villa Cristina alle ore 12.00.  Verranno quindi presentate le linee guida del progetto Occhi sulle Colline.

Il pranzo è previsto al sacco, con possibilità di acquistare in loco (fino ad esaurimento)  alcune pietanze semplici e genuine preparate con prodotti tipici del luogo e della stagione dagli agriturismi della zona come panini con le frittate o con il formaggio, pane ed olio, insalata alla povera, panzanella, dolci fatti in casa, vino ed acqua.

Per assicurarsi il pranzo è inoltre possibile prenotare presso le associazioni aderenti dei cestini pranzo al prezzo di 8,00 Euro rigorosamente entro il 2 maggio.

Nel pomeriggio (dalle 14.30) le associazioni proporranno ai partecipanti alcune attività come mini-escursioni nei dintorni di Villa Cristina e iniziative per i bambini e gli adulti in loco.

In caso di maltempo l’iniziativa verrà rimandata.

Per informazioni consultare il programma dettagliato disponibile anche sul sito internet www.occhisullecolline.it, inviare una mail a info@occhisullecolline.it o lasciare un messaggio alla segreteria telefonica del WWF Livorno al numero 0586 1940268.

Si ringrazia il Comitato Scout di Villa Cristina.

 

ESCURSIONI MATTUTINE

Percorso a piedi facile - Associazioni di riferimento: Giros e Gruppo Archeologico/Paleontologico

-         Partenza ore 9.30 dalla Cava Tiro a Volo del Corbolone

-         Lunghezza o durata: circa 2 Km

-         Per info: iolanda.legitimo@giros.it roberto.branchetti@alice.it

Percorso a piedi medio - Associazione di riferimento: Agire Verde

-         Partenza ore 9.30 da valle Benedetta (vicino alla fermata dell’autobus)

-         Lunghezza o durata: 2 h

-         Per info: 0586 406468 (ore serali) o 3398700530 o agireverde@tin.it

Percorso a piedi impegnativo - Associazione di riferimento: Gruppo Botanico Livornese

-         Partenza ore 8.00 dal Cisternino

-         Lunghezza o durata: 8,4 Km, Impegnativo per la lunghezza, non presenta particolari difficoltà salvo un brevissimo tratto di circa 200 metri dove la pendenza raggiunge il 26%, possibile presenza di tratti fangosi.

-         Per info: mairomannocci@alice.it

Percorso in Nordic Walking - Associazione di riferimento: ANWI (Associazione Nordic Walking Italia)- Istruttrice: Susanna Giorgi

-           Partenza ore 11.00 dal Corbolone (parcheggio del Tiro a Volo)

-           Lunghezza o durata: facile, sui 2 Km, circa 30’

-           Per info: susymail@vodafone.it oppure 3480095139

Percorso a cavallo - Associazione di riferimento: Il Mandriolo

Il percorso è riservato a coloro che già possiedono un cavallo proprio ed è gradita la prenotazione. Non sono accettati stalloni.

-         Partenza ore 9.00 a "Il Mandriolo", Via Miramare 73 A, Gabbro - Rosignano M.mo (LI)

-         Lunghezza e durata: 12 Km, 2h30’

-         Per info e prenotazioni: il.mandriolo@libero.it ,  0586 742081,  338 7762811

Variante a cavallo - Associazione di riferimento: Circolo Ippico L’Unicorno

-         Partenza ore 9.00 dalla Curva nuvolari, Via di Quercianella, Castellaccio

-         Lunghezza o durata: 10 Km, 2ore e mezzo, percorso facile

-         Per info: 3383636395 o cpasquini2002@libero.it; www.circoloippicounicorno.it   

Percorso in Mountain Bike - Associazione di riferimento: Gruppo MTB del Circolo Porto

-         Partenza ore 8.00 dalla rotatoria di Salviano, zona parcheggio capolinea dei bus

-         Lunghezza o durata: impegnativo, circa 35 Km. Un percorso più semplice può essere eventualmente concordato in loco con gli organizzatori.

-         Per info:  info@circoloporto.it, tel. 3893421836

 

ATTIVITA’ POMERIDIANE dalle 14.30

-          Attività per bambini (Associazione Culturale GAIA e Legambiente Livorno).

-          Minivisite alla ex- Cava della Fontaccia e alle Ghiacciaie con Roberto Branchetti.

-          Minitour botanico nella valle del rio Ugione con il Gruppo Botanico Livornese.

-          Incontro con il cavallo e battesimo della sella per i più piccoli (Il Mandriolo).

-          Mini escursione alla cava del Crocione per osservazioni mineralogiche, durante il ritorno (Franco Sammartino).

-          Brevi conferenze, a richiesta degli interessati, su aspetti naturalistici dei Monti Livornesi (Franco Sammartino).

-          Nordic fitness e stretching sul prato (ANWI).

-          Camminata con meditazione.

-          Laboratorio: verso una mappa di Comunità delle Colline Livornesi (WWF Livorno).

 

dettaglio dell'iniziativa per la parte da noi coordinata:

anello breve della Valle Benedetta per l’eremo della Sambuca, coordinato dall’associazione Agireverde.

L’escursione vedrà i partecipanti portarsi nel Parco dei monti livornesi a partire dalla Valle Benedetta (zona fermata bus) con ritrovo alle h.9.30.

La mattina il percorso sarà abbastanza semplice ed in discesa, facendoci attraversare vaste distese prative punteggiate da ulivi che diventeranno sentieri sempre più verdi fino ad immergersi profondamente nella macchia boschiva e condurci nella lecceta, dove è posizionato l’eremo agostiniano della Sambuca. Un attimo di sosta per ammirare l’amena valle, dove generazioni di monaci si ritirarono per una vita di preghiera e meditazione e risaliremo quindi verso il luogo di ritrovo delle associazioni impegnate nell’evento inaugurale del progetto “occhisullecolline” : villa Cristina. Particolarmente interessante sarà la camminata lungo il torrente Ugione che ci mostrerà i ruderi degli antichi mulini ad acqua della zona. Tempo di percorrenza all’andata di circa h.2.00. Nel pomeriggio, lasciati liberi i partecipanti di seguire i tanti microcorsi previsti nella giornata, compresa la “zona cavalli”, ci aggregheremo al gruppo archeologico del museo di storia naturale del  prof.Branchetti, andando alla ricerca delle testimonianze di antiche attività umane, praticate nella valle nel corso dei secoli. Terminate le esplorazioni guidate, torneremo quindi nei pressi della Sambuca per una carrareccia della forestale (h.0.30) e da lì, in un’altra ora  , questa volta in leggera salita, troveremo nuovamente il nostro punto di partenza. Si raccomanda di non perdere contatto col gruppo e di seguire le indicazioni del referente, soprattutto nel pomeriggio, per non perdere l'appuntamento per il ritorno.

Nota: nel pomeriggio, col gruppo del prof.Branchetti, andremo alla Ex-Cava e fornace della Fontaccia (h.0.40), imboccando una strada in leggera salita vicino a Villa Cristina, per arrivare alla fornace e al piazzale di cava con  i resti dei due forni per la cottura del sasso da calce e gli impianti per la produzione del granulato e le ripide pareti della cava di pietra a cielo aperto ad anfiteatro e, compatibilmente con l’orario che avremo fatto, alla Sambuca per una visita più accurata, fermo restando che questo sarà oggetto di una nostra iniziativa dedicata del 27.05 e quindi ci sarà modo per una ricognizione più accurata.

dettaglio:

al cancello sulla sinistra, dopo via del Radar, prendiamo un sentiero in discesa attorniato da una doppia fila di cipressi e, con ampie panoramiche sulla città sottostante, il mare e la Gorgona, arriviamo in h.0.30 ad un bivio: via delle Vallicelle a diritto e via della Sambuca a destra. Prendiamo a destra ed in h.0.15 , mentre il bosco diventa a cerro e carpino, troviamo un palo della luce con una freccia gialla, la seguiamo ed in altri 10 minuti saremo ad un incrocio di tre sentieri dove seguiremo l’ippovia in piano (un’altra freccia gialla ci indica la direzione). Adesso, alla nostra sinistra, vedremo la “casa del pastore” tra prati punteggiati da ulivi e l’immancabile gregge di pecore, noi ancora un po’ avanti e saremo ad una sbarra di colore verde in altre h.0.10. Proseguiamo ed alla nostra sinistra lasceremo il sentiero dell’ippovia per costeggiare un torrente e trovare l’eremo della Sambuca dopo altri 10 minuti. Fin’ora sono stati percorsi circa  km.5, in discesa ed in h.1.15. Oltrepassato il ponticello in pietra seguiamo adesso il torrente Ugione alla nostra sinistra, trovando i ruderi dei mulini immersi nella lecceta (h.0.10) e, guadato il torrente, in h.0.20 ritroviamo l’ippovia sulla nostra sinistra, seguandola  fino a Villa Cristina (h.0.30). Totale fino ad adesso h.1.15 + h.0.50). Il ritorno, in leggera salita, ci porta in 30 minuti dal cartello che indica la Sambuca (quello con 0.45) ad un altro successivo, sempre indicante la Sambuca, per guidarci sulla stessa via dell’andata: h.0.10 alla sbarra e alla fattoria del pastore, h.0.20 al bivio con via delle Vallicelle, h.0.30 alla Valle Benedetta.

info: 0586 406468 ore serali 

Sabato 19 e domenica 20 maggio: Due giorni al Villaggio Anemone (Capanne di Sillano)

Il Centro di educazione ambientale Villaggio Anemone, sulla strada per il passo di Pradarena ed in località Capanne di Sillano, questa è la nostra iniziativa di soggiorno prevista in maggio, contornati da una splendida faggeta ed alloggiati in baite di legno,  sotto le alte vette dell’appennino tosco emiliano. La nostra proposta: partenza sabato alle ore 8.00 dalla Guglia e poi per Lucca e Castelnuovo, fino al bellissimo lago di Pontecosi, con breve sosta. Quindi a San Romano, con visita al borgo ed al castello delle Verrucole ed infine al villaggio Anemone per il pranzo. Nel pomeriggio invece, escursione nei dintorni e quindi cena in baita,  la domenica poi saremo al Passo di Pradarena ed a Ligonchio ed a Castelnuovo nei Monti, per un panorama bellissimo sia sulle Apuane che sull’Appennino. In ultimo, per concludere il nostro giro, toccheremo anche la Pietra di Bismantova ed il relativo santuario.  info: 0586 404786  

 

 

24/31 Maggio SARDEGNA INSOLITA la Barbagia e la Gallura   NON GESTITA DALL'ASSOCIAZIONE

programma:

giovedi 24 Ritrovo dei partecipanti al porto di Livorno. Partenza per la Sardegna. Sbarco e trasferimento in pullman GT. Arrivo e sistemazione in hotel nelle camere riservate. Cena e pernottamento.

Venerdi 25 Trattamento di pensione completa in hotel. Intera giornata a disposizione per relax al mare o per attività libere. Cena serata di animazione e pernottamento.

Sabato 26 Trattamento di pensione completa in hotel. Intera giornata a disposizione per relax al mare o per attività libere. Nel corso della giornata sarà effettuata la seguente escursione facoltativa (con pranzo incluso in corso di visita): la BARBAGIA, terra millenaria circondata dai Monti del Gennargentu, dove si potranno scoprire paesaggi aspri ed insoliti, d’incomparabile bellezza. Dopo una panoramica sulla zona di Fonni si arriverà a Mamoiada il paese famoso per i “Mamuthones”. Visita del museo delle Maschere e dei principali luoghi d’interesse, con testimonianze archeologiche Nuragiche. Proseguimento per la spettacolare zona del Supramonte e pranzo tipico con i pastori che vivono in questa bellissima ed incontaminata zona della Sardegna. Dopo il pranzo, panoramica in pullman della zona con soste nei principali luoghi d’interesse. Rientro in hotel. Cena, serata di animazione e pernottamento.

Domenica 27 Trattamento di pensione completa in hotel. Intera giornata a disposizione per escursioni facoltative e relax  al mare. Cena e escursione serale al caratteristico mercatino di San Teodoro. Rientro in villaggio e  pernottamento.

Lunedi 28 Trattamento di pensione completa in hotel Intera giornata a disposizione per relax al mare o per attività libere. Nel corso della giornata sarà effettuata la seguente escursione facoltativa (con pranzo incluso in corso di visita): L’ARCIPELAGO DELLA MADDALENA. Minicrociera dell’intera giornata alle favolose isole dell’arcipelago maddalenino: Spargi, circondata di bianchissime spiagge, Budelli, famosa per la spiaggia rosa, Razzoli dalle coste frastagliate e S. Maria con i fondali marini di incomparabile bellezza. In corso d’escursione, snack a bordo con spaghettata ai frutti di mare. Al termine dell’escursione, sbarco e trasferimento in pullman per il rientro in hotel. Cena e pernottamento.

Martedi 29 Trattamento di pensione completa in hotel. Intera giornata a disposizione per relax al mare o per attività libere. Nel corso del pomeriggio sarà effettuata la seguente escursione facoltativa: COSTA SMERALDA. Visita di PORTO CERVO con la passeggiata, la piazzetta delle Chiacchiere e il Sottopiazza è un insieme di strette viuzze, finestre e balconcini multicolori costruiti nel tipico stile della Costa Smeralda e PORTO ROTONDO che rappresenta una delle più importanti realtà del turismo sardo, italiano ed internazionale. Rientro in serata in hotel con cena e pernottamento.

Mercoledi 30 Trattamento di pensione completa in hotel. Intera giornata a disposizione per relax al mare. Cena e pernottamento.

Giovedi 31 Prima colazione in hotel. Sistemazione in pullman GT e trasferimento al porto di Olbia. Arrivo a Livorno e trasferimento in pullman G.T. per il rientro.

Nota a margine:

la settimana, non organizzata da noi,  viene inserita in lettura nel programma poichè segnalataci da una socia (si ricorda che chi avesse proposte personali, è socio e desidera che venga messa in comune, può farlo) e perchè particolarmente interessante. Facendo parte di un folto gruppo di iniziative e non avendo tuttavia lo spazio necessario per inserirle tutte, vi rimandiamo al suo recapito e mail, per ogni info in merito, come per tutte le altre da lei elaborate.

l'indirizzo cui rivolgersi direttamente, per ricevere anche il  programma completo delle altre sue iniziative simili a questa, è:

silvana.malevolti@virgilio.it

27 maggio: Mulini ad acqua del torrente Ugione: a Livorno, il vento e l’acqua dei fiumi hanno azionato per secoli dei mulini, che poi, con l’avvento della rivoluzione industriale e delle macchine a vapore e dall’elettricità, sono andati lentamente in disuso tra la fine dell’800 ed i primi del secolo scorso. Alcuni di questi mulini erano proprio lungo il torrente Ugione e sono questi che andremo a visitare oggi ed a conoscere, grazie anche alla

guida del prof.Branchetti, autore del libro “Antichi mulini del territorio livornese”. Inoltre, visto che sarà di strada, l’escursione ci porterà anche alle ghiacciaie, conserve di ghiaccio dal XVI° fino alla prima metà del XIX secolo.

per approfondimenti: Mappa mulini del territorio livornese

http://www.comune.pisa.it/gr-archeologico/musvir/mulini/ambie.htm

caratteristiche ambientali:

Il percorso si snoda attraverso l’alta valle del torrente Ugione e ci conduce  dal poggio Corbolone  all’eremo della Sambuca. in questa zona sono presenti molte cave di talco, talco che poi era macinato nei molini intorno e, proprio sopra uno di questi molini, troveremo “le ghiacciaie”, strutture fabbricate in pietra ed intonacate, che sprofondano nel terreno per circa 7-8 metri, leggermente coniche, con un diametro di circa 6 metri ed uno scarico sul fondo, per drenare l’acqua.

Riempite con ghiaccio e neve e strati di paglia come coibente, erano coperte con intavolati e rifornivano Livorno di ghiaccio nel periodo estivo, nel 1800 e fino agli inizi del 1900. Ecco dunque, oltre alle cave, un altro punto caratteristico del Parco, da valorizzare (ad informarci in modo approfondito, abbiamo invitato il prof.Branchetti, del gruppo archeologico del museo di storia naturale) .

Il bello della passeggiata però, non sono tanto rappresentate dalle emergenze storiche/culturali (i mulini, le ghiacciaie o lo stesso eremo) oppure geologiche (le cave) quanto l’ambiente naturale: pini mediterranei messi a dimora nel dopoguerra, la macchia originaria che sempre rispunta dopo gli incendi a ricostruire il bosco, il pino marittimo che colonizza facilmente scarpate ed aree di cava e poi il ginepro, il cerro, il cisto, il corbezzolo, il mirto, l’alloro, l’agrifoglio etc.etc.etc. e tutto un moltiplicarsi di emergenze floreali che meriterebbero sicuramente percorsi didattici ad hoc, che purtroppo mancano, come anche manca la segnaletica sui sentieri e la cartellonistica nei punti di interesse.

Dettaglio del percorso: attraverso la media ed alta valle del Torrente Ugione, verso la vecchia ed abbandonata Abbazia della Sambuca.
Dalla Strada provinciale delle Sorgenti, in auto e dopo circa un chilometro, si raggiunge il Tiro a Segno di Poggio Corbolone (m. 110) dove, lasciate le auto ed incamminandoci oltre la sbarra, iniziamo a percorrere una carrareccia sterrata grigia che solca il versante ovest del Poggio Corbolone. Fatti poche centinaia di metri lo sguardo potrà spaziare sulla città di Livorno, il porto ed il mare, con la Gorgona in lontananza ed un’ampia e bella panoramica che vale la pena di ammirare.

Percorsi circa 1,5 km incontriamo quindi un quadrivio: ad ovest (a sinistra) si va verso La Puzzolente, ad est ad una vecchia Cava di talco steatite, noi veniamo da nord ed a sud si andrà verso la Sambuca. Le Colline Livornesi in questa zona presentano molte cave di talco e magnesite che veniva macinato nei molini attivi in zona e lavorato infine in città.
A questo punto saranno trascorsi circa 20/30 minuti e possiamo quindi permetterci una breve visita alla Cava di talco steatite, che non ci prenderà troppo tempo (15 minuti). L’attività mineraria si concluse qui negli anni ‘50 ed adesso la miniera è chiusa, restando solo alcuni vecchi macchinari arrugginiti, a testimoniare le andate attività. Torniamo sul sentiero principale e lo seguiamo fino ad una casa disabitata, dove, lasciando il segnavia 00 che ci porterebbe direttamente a Villa Cristina, prendiamo il sentiero in discesa, per arrivare al Molino di Sotto del Torrente Ugione.
Ancora ben identificabile il bottaccio lungo 75 metri con la sua gora d’alimentazione dal torrente ed   ancora visibili una parte delle serrande d’alimentazione e di scarico con la cascatella, dove una steccaia sbarrava il torrente (fare attenzione perché la zona non è in sicurezza).  

Poco sopra il Molino e un po’ più avanti, alla nostra destra, c’erano le 3 Ghiacciaie che sono ancora visibili e recintate per ragioni di sicurezza.
Fabbricate in pietra ed intonacate, sprofondano nel terreno per circa 7-8 metri e sono leggermente coniche con un diametro di circa 6 metri. Nota: erano riempite con ghiaccio e neve e strati di paglia come coibente ed erano coperte con intavolato, rifornivano Livorno con ghiaccio nel periodo estivo, nel 1800 ed fino ad inizio 1900 ed avevano uno scarico sul fondo, per drenare il ghiaccio, convogliando l’acqua di scarico nel bottaccio, nei pressi del quale, sull’argine a monte della strada, è ancora visibile una buca nel terreno con l’interno in pietra e mattoni.
Si guada adesso il torrente Ugione  e si sale verso l’Eremo della Sambuca, costeggiando l’Ugione, e ci arriviamo dopo aver valicato un piccolo ponte (dal quadrivio a qui sono passati circa 40 minuti). La struttura è stata completamente risanata, anche se l’intonaco esterno ne ha rovinato l’aspetto, ed è chiusa con lamiere di ferro alle finestre ed alle porte per evitare scassi e deturpazioni. Lasciamo l’Eremo, oltrepassando un secondo  ponte, e saliamo dolcemente per circa 20 minuti, fino ad incontrare la strada che scende dalla Valle Benedetta (segnavia 00) e procedendo in direzione nord, per andare a villa Cristina.

Ci saremo in altri 20 minuti, ricordandosi al bivio di andare a destra perché di indicazioni non ce ne sono e, non avendo bussola, si rischia di perdere la strada.

Da Villa Cristina, gestita dagli scouts di Livorno (anche adesso, non essendoci indicazioni, prendere a destra per lo sterrato in piano), raggiungiamo nuovamente prima la casa disabitata e quindi il Tiro a segno (15 minuti al quadrivio ed altri 15 alla sbarra del parcheggio..Nota: procedendo oltre, fin dove la strada sterrata spiana , e deviando verso destra, il sentiero scende fino alla Cascata dell’Infernaccio, un luogo ameno che conclude degnamente una degna passeggiata per le Colline.  Totale percorrenza dell’intero anello circa 2 h. , senza interruzioni né soste alla cava ed all’Infernaccio.

 i luoghi: Le ghiacciaie _ Nel Granducato di Toscana, l’attività di produzione, conservazione e vendita del ghiaccio e della neve ricadeva sotto il monopolio del granduca ed era regolata dallo Scrittoio delle Regie Possessioni, ufficio istituito da Cosimo I. Nel 1777 l’abolizione della privativa, con conseguente liberalizzazione della produzione e del commercio del ghiaccio, fu un incentivo per molti imprenditori che decisero di investire in quest'affare.  Se inizialmente per conservare il ghiaccio si utilizzarono cavità naturali, col passare del tempo furono costruite strutture specifiche finalizzate a questo scopo. Una ghiacciaia era composta di un pelago, area naturale o artificiale destinata alla formazione del ghiaccio e dalle conserve, aree destinate alla conservazione del ghiaccio costruite secondo diversi metodi e stili. Generalmente la raccolta del ghiaccio si eseguiva su un terreno asciutto, possibilmente poco esposto al sole, in cui si scavava una fossa di forma circolare tendente a restringersi man mano che si procedeva in profondità. La buca era rivestita dal basso verso l’alto con pietre ben intonacate oppure si ricorreva ad un rivestimento di legno. Sul fondo era scavato un pozzo, provvisto di grata, destinato a raccogliere l’acqua che si creava a causa del parziale scioglimento del ghiaccio. La parte superiore della ghiacciaia era ricoperta da legna e paglia conferendo alla struttura una forma piramidale. La parte interna invece era totalmente rivestita con paglia. L’introduzione del ghiaccio all’interno della cavità doveva essere eseguita in modo da non creare troppi spazi vuoti tra i diversi pezzi di ghiaccio. In tal caso s’introduceva acqua nelle fessure affinché si creassero piccoli ghiaccioli all’interno degli spazi vuoti in modo da formare un unico blocco di ghiaccio che successivamente sarebbe stato rotto a pezzi per prendere la porzione necessaria. Una volta introdotto il ghiaccio, lo si ricopriva con paglia e vi si ponevano sopra assi di legno e pietre. Il sentiero necessario per entrare nella ghiacciaia, solitamente volgeva verso nord ed era provvisto di due porte. All’interno delle ghiacciaie, oltre al ghiaccio, era conservata anche la neve, che veniva raccolta in luoghi erbosi, in modo che non fosse mescolata con la terra.

Anche se molte di queste ghiacciaie non sono state individuate sul territorio, la cartografia ed i documenti risalenti al XVIII secolo ci tramandano toponimi relativi alla parola diaccio.  Nella pianta della macchia di Suese, ad esempio, ritroviamo i toponimi collina dei diacci, gronde dei diacci, la strada dei diacci che va alle Guasticce ecc., dai documenti risulta che la tenuta includeva cinque conserve ed una grande area adibita a pelaghi. In un documento del 1826 vengono mensionati due complessi di ghiacciaie nella zona di Collesalvetti uno dei quali in località Badia. Altri due depositi di ghiaccio nel territorio comunale si trovano in prossimità della Sambuca (lungo il torrente Ugione); anche se non conosciamo l’anno in cui sono state costruite queste ghiacciaie abbiamo note datate al 1779 relative alla vendita del ghiaccio.

Eremo della Sambuca

Il Romitorio della Sambuca (Santa Buca), situato nella Valle del torrente Ugione, è posto tra il Monte Masso, il Monte Corbolone e la Valle Benedetta e prende il nome dalla suggestiva posizione e dalla presenza dei religiosi. E’ raggiungibile attraverso quattro strade: la prima discende dalla Valle Benedetta, la seconda passa dalle Vallicelle, la terza si dirama dalla via di Nugola ed infine la quarta passa da Parrana San Martino.

Questo luogo inizialmente fu la sede di eremiti agostiniani che vi costruirono un romitorio ed una chiesetta (Santa Maria di Parrana). Intorno ai primi anni del 1300 l’edificio fu abbandonato e nel 1318 il romitorio e la chiesetta furono donati ad alcuni frati di penitenza. Fu in quella circostanza che il romitorio cambiò il suo nome in Santa Maria della Sambuca.  Tra il 1374 ed il 1375, Michele da Firenze e Luca Laterini (o della Terrina), appartenenti entrambi all’Ordine dei Gesuati, edificarono il convento dedicato alla Vergine. Le celle erano poche e potevano accogliere non più di venti religiosi. Nel 1442 il Vescovo Ricci di Pisa consacrò la cappella, affidando ai Gesuati anche la cura del Santuario di Montenero e fu proprio in quegli anni che il patrimonio dei Gesuati aumentò considerevolmente grazie alle elargizioni.

Nel 1668 Papa Clemente IX soppresse l’ordine dei Gesuati, i quali una volta deposto l’abito rimasero alla Sambuca e a Montenero. Nel 1688, probabilmente i Gesuati non dovevano più esser presenti alla Sambuca, poichè ci si doveva rivolgere ai Vallombrosani per celebrare la messa nella chiesetta.  Il passaggio del Romitorio in mano ai privati va a coincidere con l’inizio del periodo di decadenza dell’edificio che, dopo una serie di modifiche, acquista una connotazione rurale. La struttura passò dalla famiglia Tonci alla famiglia Mangani, per poi esser venduto alla famiglia Cipriani che s'impegnò nel restauro.

Furono messe a vista le costruzioni originarie, stonacati gli ambienti ed eliminate le cause delle infiltrazioni. Durante i molti lavori di restauro, ritornò alla luce l’affresco dell’Annunciazione, fino a quel momento coperto da un contraltare di legno ex voto delle corporazioni del porto di Livorno. Nel 1912 il Romitorio fu dichiarato monumento nazionale e l’anno successivo la chiesa fu riaperta al culto. La Sambuca più tardi passò nelle mani della famiglia Bugliesi e poi del signor Bernini. Negli ultimi anni sulla struttura sono stati eseguiti due interventi di restauro: uno nel 1983, operato dal Genio Civile su delega dalla Soprintendenza con il quale si è intervenuti sul campanile e sulla copertura dell’ala destra dell’edificio; l’altro, nel 1994 eseguito dal Comune di Collesalvetti grazie a finanziamenti della comunità europea.

Le cascatelle dell’Infernaccio, nella valle dell’Ugione  La zona è uno dei luoghi più solitari e pittoreschi del Parco delle Colline livornesi, nel cuore della foresta della valle Benedetta e, seguendo per alcuni tratti il corso del torrente Ugione, troveremo una delle cascatelle che si formano nella sua discesa a valle: quella più spettacolare, detta dell’Infernaccio. Il paesaggio geologico è qui molto variegato, con rocce formatesi nei fondali marini di 25 milioni di anni fa e  poi emersi per processi tettonici, andando a generare oltre che i monti livornesi, anche l’Appennino. Numerose le cave, sia  per l’estrazione di gabbriccio (utilizzato per sottofondi stradali) come per quello di rocce ricche di calcare (usate per produrre calce) e di serpentinite (roccia magmatica verdastra), ma oramai abbandonate. Scarsi invece i coltivi, a causa di terreni argillosi, poco profondi ed aridi, poco adatti all’agricoltura. L’ambiente vegetale è quello caratteristico del clima temperato ed umido, con caducifoglie (Carpino, Acero, Nocciolo, Cerro) e conifere (Pino, Cipresso), largamente usate nei rimboschimenti degli anni ’50.

03 giugno: la valle del Chioma (zona di Quercianella)

Nel Parco naturale dei monti livornesi, il Chioma è un corso d'acqua a regime torrentizio, completamente secco in estate ed a regime elevato in inverno e dà il nome ad una delle valli più ampie e suggestive dell’intero comprensorio livornese, nascendo sul versante sud del Monte Maggiore (454 metri), presso la località Palazzine ( praticamente un confine tra il comune di Livorno e Rosignano Marittimo, secondo gli antichi confini del Capitanato Vecchio, già stabiliti durante il Quattrocento). Questa la zona che andremo ad esplorare quest’oggi, per sterrati e facili sentieri, tra macchie di lecci e di eriche e di corbezzoli e pini, con lo sguardo che andrà a spaziare dal verde delle colline fin verso le isole dell’arcipelago toscano, all'orizzonte.

dettagli: L’escursione  si svilupperà nel Parco delle Colline del Chioma, trovando inizialmente ampi scorci molto panoramici e soleggiati che ci porteranno, in leggera salita ed in brevissimo tempo, al Castellaccio.

Da qui,  scenderemo nella valle del torrente omonimo (Chioma) dove, per un comodo sentiero pianeggiante (direzione Casine del Gabbro), arriveremo al  podere basso del Cerretella, dove faremo sosta. Tempo di percorrenza di circa tre ore.

Presso questo podere i bambini potranno  provare l'ebbrezza di cavalcare i piccoli Pony o giocare a pallone in assoluta libertà e sicurezza.

Per il ritorno  invece il tempo di percorrenza sarà di circa 1,30 h, svoltando ad un certo punto per attraversare il torrente ed arrivare, sempre seguendo i segni bianco/rossi del c.a.i (sentiero 01) al Chioma (parcheggio auto).

Rientro definitivo alla base ore 18,00.

dettagli informativi:

La rete dei sentieri si snoda su di un sistema collinare che non supera i 200 metri di quota, direttamente prospiciente al mare ed il suolo è composto da rocce calcaree dette “calcari palombini” a causa del loro colore grigio scuro che ricorda il piumaggio del piccione selvatico (Colomba palumbus).

Queste formazioni rocciose, prodottesi oltre 100 milioni di anni fa in ambiente sottomarino, sono state poi sollevate ed ammassate come grosse falde di ricoprimento durante l’orogenesi dell’ Appennino, verso la metà dell’era terziaria (circa 40 milioni di anni fa), a formare l’ emergenze montuose di Quercianella. La forte vicinanza al mare, l’esposizione ai venti marini e la scarsa piovosità, consentono lo sviluppo della macchia mediterranea, un tipo di copertura vegetale composto di piante che si sono adattate ai climi caldi ed aridi, soprattutto durante la stagione estiva e le prolungate esposizioni al sole: lecci, eriche, corbezzoli, cisti marini e pini marittimi. La fauna poi, è quella tipica dell'ambiente mediterraneo, il cui animale più rappresentativo è sicuramente il cinghiale. Durante l’ escursioni sarà comunque possibile osservare scoiattoli, merli, cinciallegre, assioli e molti altri animali selvatici di cui la zona è popolata.

Domenica 10 giugno: Il sentiero dei mufloni, da Piglionico al rifugio Rossi

Un bel percorso in un’ampia faggeta che ci porterà al rifugio Rossi (proprio sull’”Omo morto”, il profilo dell’uomo disteso che tante volte abbiamo notato nelle nostre escursioni nella zona di Cardoso e Pruno). La salita è di circa h.2/2.30 e dalla foce di Piglionico (mt.1120) ci porta alle praterie di altitudine (mt.1609), dove pascolano i mufloni che danno il nome al sentiero. Da apprezzare anche, sia le aree di carsismo superficiale che incontriamo lungo il cammino, benissimo spiegate da cartelli posti dall’ente parco, come il panorama in vetta, entusiasmante, col rifugio incastonato tra le due Panie della Croce e Secca ed il Pizzo delle Saette. Il ritorno sarà in circa h.1.30. Nota: scarponcini obbligatori.

info: 0586 406468 ore serali 

 

30 giugno e 1 luglio: dal Passo di Pradarena al Rifugio Bargetana.

Dal Passo di Pradarena, iniziamo la traversata seguendo lo stradello che porta al Passo della Comunella. Dal monte Sillano, raggiunta la vetta, seguiremo il crinale fino al Passo di Romecchio, dove lasceremo lo spartiacque per imboccare il sentiero 633, che scende al Passo di Lama Lite, arrivando al Rifugio Bargetana.

Itinerario: Passo di Pradarena 1575m - Passo della Comunella 1619m, Le Porraie 1835m, Passo di Romecchio 1680m Passo di Lama Lite 1781m, rifugio Bargetana.

Rifugio a mezza pensione; portare attrezzatura adeguata all’escursione.

Dislivelli e tempi: salita mt. 500, discesa mt. 350 - Ore di cammino: 5,00

Info: 329-9754774 ore serali.

LUGLIO

Cena di fine stagione, con video proiezione delle uscite svolte.

Luogo e data da definire. Info. 338-5907320

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9 settembre: Dalle parole d’oro (acquedotto dei Nottolini) a Santallago.

Partenza dalla Guglia alle ore 8,30 per Lucca. Arrivo con le auto presso il vecchio acquedotto della lucchesia in stile romanico, noto col nome “parole d’oro”, secondo la tradizione popolare. Da qui, avrà inizio la nostra passeggiata immersa nel verde tra i boschi e frutteti fino a giungere alla piana di Santallago. Durante il percorso potremo ammirare i suggestivi panorami e raccogliere i frutti del sottobosco come more e mirtilli. Giunti alla piana di Santallago si potrà consumare il pranzo al sacco o in alternativa al rifugio presente in loco con piatti tipici.                                                          

Info: 329-9754774 ore serali

Acquedotto del Nottolini

In antichità, a Lucca esisteva un acquedotto sotterraneo, che partendo dalla zona di Moriano alimentava alcune fontane all'interno delle mura lucchesi. Col passare del tempo tali fonti andarono perdute e da qui nacque la necessità di rifornire Lucca di una nuova fonte idrica in modo da non avere problemi igienici e di rifornimento di acqua potabile corrente. Spesso infatti, l'acqua dei pozzi risultava essere poca e malsana in quanto stagnante.

Già nel 1732, Giuseppe Natalini fece uno studio per prendere l'acqua da Badia di Cantignano ma, nel 1763 fu deciso di prelevarla dai monti sovrastanti Guamo. I lavori però non presero mai realmente il via.

Solo nel 1822, Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, deliberò la costruzione dell’acquedotto investendo di tale compito il regio architetto Lorenzo Nottolini. I lavori iniziarono nel 1823 e durarono sino al 1851 a causa di alcune interruzioni.

Ad oggi l'acquedotto è ancora architettonicamente integro (salvo nel tratto attraversato dall'autostrada A11), ma non è più utilizzato come mezzo di approvvigionamento idrico. Il suo attuale scopo è monumentale.

Secondo il progetto di Nottolini, l'acqua, prelevata da circa 18 fonti purissime della Serra Vespaiata, del Rio San Quirico e del Rio della Valle, veniva convogliata nel Tempietto di Guamo, edificio a pianta circolare in stile neoclassico dorico. Da qui veniva ulteriormente depurata e resa limpida mediante il passaggio successivo da ghiaie e sassi, nonché l'attraversamento di molte buche e sbarrature utilizzate per depositare ulteriormente le impurità. La sorgente Serra Vespaiata viene chiamata "Alle parole d’oro" perché i contadini scambiarono per oro le lettere d’ottone che ricoprivano alcune scritture sull'acquedotto.

Le condotte si sviluppano per 3,2 chilometri su una struttura alta circa 12 metri e sostenuta da 460 archi in mattoni e muratura che sostengono, sulla sommità, due canali per le acque. Nottolini realizzò due diverse vie per l'acqua, a seconda della loro provenienza: le acque di sorgente furono inviate mediante una via privilegiata alle numerose fonti pubbliche e private di Lucca, mentre le acque di San Quirico e della Valle, andarono ad alimentare le fontane monumentali della città. Nottolini dunque destinò l'acqua diversamente a seconda della sua qualità, privilegiando le acque più pure per gli usi potabili.

Ogni diciassette archi Nottolini inserì un contrafforte sia per funzioni decorative che strutturali. Nel corso del Novecento, 6 archi sono stati abbattuti, interrompendo la linea dell'acquedotto in modo da consentire il passaggio della autostrada A11 tra i caselli di Lucca e Capannori.

Inizialmente l'acquedotto avrebbe dovuto portare le acque direttamente all'interno delle Mura di Lucca, ma Nottolini modificò il progetto iniziale eliminando le 46 arcate finali verso il Baluardo San Colombano, per non compromettere l'integrità architettonica delle mura stesse.

L'acquedotto dunque termina nel Tempietto di San Concordio che è in realtà una cisterna costruita dal 1823 al 1825: si tratta di un edificio a pianta circolare in stile neoclassico dorico, dove si raccoglieva l'acqua in una vasca doppia di marmo. Da qui l'acqua veniva forzata mediante possenti tubi metallici verso la città di Lucca dove alimentava il complicato sistema di fontane passando sotto il Baluardo San Colombano. In particolare, Nottolini progettò per la cisterna un complesso sistema mobile per preservare i tubi di ferro dalla rottura dovuta alla dilatazione termica.

Durante l'epoca fascista, negli anni tra il 1928 ed il 1932 fu realizzata l'autostrada A11 nel tratto che collega Firenze a Pisa. Si rese necessario che il percorso della autostrada passasse attraverso l'Acquedotto del Nottolini, per cui venne rimossa una delle arcate e fu ristabilito il passaggio delle acque canalizzate dell'acquedotto realizzando un arco completamente nuovo e difforme rispetto agli altri. L'autostrada allora era costituita da una sola corsia di circa otto metri di larghezza e dunque la rimozione di una sola colonna fu sufficiente a consentire il passaggio della A11.

Successivamente, nel 1962, fu realizzato il raddoppio della stessa autostrada e così fu deciso di interrompere completamente il tratto già modificato in precedenza. Furono così rase al suolo altre 5 colonne (per un totale di 6 colonne considerando anche quella distrutta durante il periodo fascista). Anche oggi l'acquedotto si presenta infatti interrotto al passaggio dell'autostrada.

Ad oggi l'Acquedotto del Nottolini, per rimanendo sostanzialmente intatto dal punto di vista architettonico (ad esclusione dell'interruzione dell'autostrada), non ha più la funzionalità di portare le risorse idriche alla città di Lucca. Le fontane all'interno delle Mura di Lucca, una volta rifornite dall'Acquedotto del Nottolini, sono ora alimentate da una moderna rete idrica interrata a fianco del percorso del Nottolini, a partire dalle antiche fonti dei Monti Pisani.

L'acquedotto, il Tempietto di Guamo e il Tempietto di San Concordio sono visitabili con le varie escursioni all'interno del Parco fluviale del Serchio.

15/16 settembre - Capraia mon amour (due giorni) : unica isola vulcanica dell’arcipelago toscano, Capraia è terra di aromi intensi e di una natura ancora selvaggia, percorsa da sentieri e mulattiere che la attraversano in lungo ed in largo in ogni direzione e soprattutto è mèta ideale per un turismo escursionistico che non cerca lo shopping o le feste mondane. Come viandanti la andremo a visitare, in cerca della sua storia ed ammirati dal fascino della sua natura mediterranea, ancora assolutamente integra (ricordiamo il suo recente passato di colonia penale agricola e comprenderemo perché è un territorio rimasto alieno da cementificazioni deturpanti). INFO: 320 0631602

L'isola di Capraia è situata nel Canale di Corsica (braccio di mare al confine tra Mar Ligure e Mar Tirreno), ed è un'isola di origine vulcanica, la terza per grandezza dell'Arcipelago Toscano dopo l'Elba e il Giglio. È infatti lunga circa 8 km (da punta Teglia a nord a punta dello Zenòbito a sud) e larga 4, per una superficie di 19,26 km2. Il perimetro è di circa 30 km. È l'isola dell'arcipelago più lontana dalla terra ferma trovandosi più vicina alla costa orientale della Corsica che alla costa toscana, rispetto alla quale sorge a ovest del Golfo di Baratti (Piombino). È un'isola di origine vulcanica, con un cono di eruzione ancora oggi ben visibile per metà nella tipica Cala Rossa, sicuramente una delle cale più particolari dell'arcipelago.

Presenta coste alte e rocciose con assenza di spiagge (a volte nella Cala della Mortola si forma una piccola spiaggia di sabbia ed un piccolo bacino lacustre (denominato Stagnone o Laghetto nell'area più interna montuosa, con cime lungo una catena centrale (che si avvicina fino a 1 km dalle coste) con vette di oltre 400 metri. Il rilievo maggiore è il monte Castello alto 447 metri, che sul versante occidentale si avvicina al mare con dirupi mentre su quello orientale scende più dolcemente con piccole valli torrentizie (vadi), la più importante delle quali è il Vado del Porto, lungo circa 3 km, che sfocia presso Capraia Porto.

Da un punto di vista geologico la composizione dell'isola è prevalentemente caratterizzata da colate di andesite, associate a tufo e breccia, mentre alla Punta dello Zenòbito si trovano rocce basaltiche più recenti. All'estrema punta meridionale sono visibili i resti di un antico vulcano non più attivo, esploso in epoca remota, che ha lasciato traccia nelle pareti rocciose a forma di tronco di cono, con colori variabili tra il rosso e il nero dovuti all'accumulo di lava che si è depositata sulle scogliere (la Cala Rossa). La costa è rocciosa e spesso inaccessibile via terra per la mancanza di strade; vi si aprono grotte e insenature, con guglie di roccia dovute all'erosione dell'acqua.

Attualmente fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. La vegetazione è ricchissima e presenta alcune specie endemiche rarissime. Tra queste spiccano le tre specie dell'isolotto della Peraiola, distante solo pochi metri dall'isola principale, ma sufficienti per isolare alcune specie che si sono evolute diversamente dall'isola vicina. Sul versante ovest dell'isola in corrispondenza della Punta del Dattero, su una parete ripidissima, vive anche il «fossile vivente» della palma nana, risalente a quando tutta l'Europa era coperta da specie oggi presenti solo molto più a sud. Prevale la gariga (vegetazione a cavallo tra la steppa e la macchia mediterranea) con elicriso, cisto marino, mirto, lentisco, rosmarino, oleandro, euforbia arborea, ecc. Le capre selvatiche e le foche monache sono oggi estinte. Da segnalare, infine, lo Stagnone della Capraia (o Laghetto), piccola zona umida che si estende nella parte alta dell'isola recentemente restaurato dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

Tra i toponimi si nota Punta della Fica legato alla lingua corsa, dove tale termine indica l'albero del fico (meno probabilmente dal genovese dove tale termine ne indica il frutto),alla penisoletta che sorge lungo la costa orientale a ridosso dell'abitato, rispetto al quale è ubicata poco a sud.

30 settembre - La Penna di Lucchio in Val di Nievole. Un nome che dice tutto perché la Penna è un'improvvisa impennata della montagna  a ridosso del borgo di Lucchio,  uno dei piccoli paesi che compongono il conglomerato della Svizzera Pesciatina. Il trekking si presenta facile fino ai piedi dell’ ultima salita,  dove  un piccolo gruppo salirà le roccette che portano in vetta. Ampio e suggestivo il panorama, dalle Apuane del M.Rondinaio alla valle della Lima fino a Maresca e San Marcello Pistoiese. Escursione per tutti, almeno nella prima parte. Info:  0586-861138 (ore serali) 

descrittivo:

trekking facile fino ai piedi della penna di Lucchio in val di Nievole, zona che non abbiamo mai esplorato. L'escursione inizia a Stiappa ( 627 mt.), che si raggiunge da Pescia (uscita autostrada a Montecatini) (h.1.30). Dalla piazza del paese in prossimità di una bella fonte inizia una carrareccia in direzione nord (segnale verde azzurro di vecchia data) che seguiremo senza prendere deviazioni fino a un alpeggio (Case Giannini).

Qui si incrocia una sterrata (segno CAI) che prendiamo a sinistra. Superato un valico (1000 mt.) si prende a scendere. A un grosso bivio si prende a destra continuando a scendere.

Al bivio successivo (mt. 946) si prende in ripida salita a destra.
Ci si arrampica per roccette (segnali CAI) fino alla cima della Penna (mt. 1176).
La pendenza è discreta ( 230 metri di dislivello in salita per 500 metri di progressione sul piano della carta topografica ), ma non ci sono pericoli se il terreno è asciutto.

07 ottobre- la zona del marmo intorno al rifugio Carrara Un percorso semplice e per gran parte nei boschi, con panorami

sia sul mare della Liguria, dal promontorio di Punta  Corvo a quello di Montemarcello e di Portovenere, che, nel versante orientale, sulle sovrastanti cime Apuane del Pizzo d'Uccello, del Pisanino, del Sagro, del Borla e del Cavallo. Dal rifugio CAI Carrara prenderemo per uno sterrato che si inoltra nel bosco, alternando tratti in faggeta a brevi uscite allo scoperto, arrivando ad uno splendido belvedere naturale che si affaccia sulla impressionante vetta del Pizzo d'Uccello, potendo ammirare tutto lo sviluppo della cresta Nattapiana  che a strapiombo sale verso la cima. Il paesaggio è entusiasmante e faremo una breve sosta per godercelo, poi, arrivati ad un bivio, dopo un paio d'ore dalla partenza e avendo  tagliato un colle su tracce di sentiero a mezza costa, saremo nella zona delle cave di marmo di foce Pozzi, dove ci fermeremo per il pranzo. Successivamente e girando attorno al monte Borla, per sterrato prima e per asfalto dopo, chiuderemo il nostro anello, sempre in vista delle cave del Sagro (altro panorama bellissimo). Circa 3.3.30 di cammino complessivo e non impegnativo (salita iniziale a parte – 15 mt. -). Mettere scarpe robuste. Info: 347 6368706 

21 ottobre- A spasso tra i geyser, da Monterotondo M.mo a Sasso Pisano 

Inserito nei Siti dell'UNESCO nella rete dei Geoparchi ,  Il Parco delle Biancane  è situato nelle Colline Metallifere Grossetane ed è dedicato agli amanti della natura ed a coloro che vogliono conoscere e scoprire i segreti  della geotermia  e dei suoi innumerevoli usi. Spettacolare l’ambiente, per i colori insoliti di rocce, gialle e grigie e rosse, degradate dall’azione di solfatare, mofete e geyser, continuamente attive con le loro emissioni di vapore sulfureo e carinissimo il borgo di Sasso Pisano, dove scenderemo in traversata ad ammirare aspetti delle fumarole, diversi rispetto al versante di Monterotondo.M.mo.  Escursione soft, per tutti. info:   0586 406468 

nota: per un approfondimento su Sasso Pisano, vi consigliamo :

http://www.comunecastelnuovovdc.it/public/territorio_documenti/4_SassoxwebLR.pdf

11 novembre:  Firenze  da riscoprire (S.Maria Novella)

Ritrovo alla stazione con il biglietto già fatto.  

Partenza  ore 8.10  - Arrivo a Firenze S.M.Novella  ore: 9.32

Con la guida di un esperto visiteremo:

Il Museo di Santa Maria Novella con i Chiostri e il Cappellone degli Spagnoli .

Costo del biglietto: intero 3 euro. Ridotto 2 euro (18-25 e oltre i 65 anni, studenti universitari )

La farmacia storica di S. Maria Novella, con ingresso libero dalle ore 10.30 alle 19.00, entrando a gruppetti scaglionati.

La vicina chiesa di Ognissanti con il Crocifisso di Giotto e affreschi di Botticelli e del Ghirlandaio

Ammireremo poi le varie architetture delle vie del centro tra cui via Tornabuoni.

Chi lo desidera, nel pomeriggio, è libero di muoversi in piena autonomia nel bel salotto fiorentino.

 Info:  0586 852479    

25 Novembre:   Certosa di Calci e Basilica di San Piero a Grado

 Ritrovo: ore 9.00 alla Guglia. Si raccomanda la puntualità in quanto l'orario delle visite è solo dalle 8.30 alle 12.30

Specifica dell'iniziativa:

Essendo richiesta la prenotazione per gruppi numerosi, si prega di prenotarsi entro giovedì sera, 22 novembre.

In caso di pioggia, si può visitare ugualmente la Certosa, visto che gli ambienti sono interni e poi tornare indietro.

Tempo permettendo,  avremo la pausa pranzo a San Piero a Grado  dove troveremo panchine, prato e bar.

La visita alla Basilica, che è aperta fino alle 17, verrà fatta subito dopo, per rientare a Livorno nel primo pomeriggio.

Costo del biglietto: € 5.00 (intero),  € 2.50 (dai 18 ai 25 anni e per docenti di scuole statali)

ingresso gratuito per chi ha meno di 18 anni o più di 65.

Visiteremo il complesso monumentale della Certosa di Calci, fondata nel 1366 come monastero di clausura dell’ordine dei certosini di San Bruno. Dopo alterne vicende, ristrutturazioni e ampliamenti fu chiusa nel 1969 e dal 1972 è un  museo nazionale.   La Certosa documenta minuziosamente lo stile di vita dei religiosi di clausura e presenta opere di grande valore artistico. Interessante la visita alla farmacia, al grande chiostro, al refettorio. Nel primo pomeriggio  ci recheremo alla Basilica di San Piero a Grado per scoprire i misteri e le particolarità legate a questo edificio in stile romanico, dichiarato dall'UNESCO “monumento messaggero di pace”.

 Info: 0586 856177 

8 Dicembre :  Trekking urbano nella città di Lucca

Ritrovo alla stazione con il biglietto già fatto

Specifica dell'iniziativa:  

A causa di un cambiamento dell'orario dei treni, queste le variazioni relative all'iniziativa in programma

Partenza    h.8.10   Livorno Centrale // Arrivo h.8.29 Pisa centrale

Pisa Centrale   h.8:50   // a Lucca h.9:17

Per il rientro invece, viene confermato l'orario del regionale delle 18:42, con arrivo a Livorno alle 19.50 e cambio a Pisa.

Per chi avesse esigenze diverse, da Lucca ci sono dei regionali che partono alle 17:42 ( arrivo a Li alle 18:48) o alle 19:42 8 arrivo alle 20:50 ) , sempre con cambio a Pisa centrale.

Per chi preferisse andare in auto, l'appuntamento sarà alle ore 9.30, davanti alla stazione di Lucca. nota: I parcheggi sono a pagamento.

Info:    0586 856177 

Inizieremo con un passeggiata sulle Mura di Lucca , simbolo della città. Risalenti al 500 , con i loro 4 Km, si sono conservate integre fino ad oggi.  Continueremo il percorso visitando la Cattedrale di San Martino, che contiene capolavori di Nicola Pisano, Jacopo della Quercia e Tintoretto oltre all'antico crocifisso del Volto Santo e al monumento funebre di Ilaria del Carretto . La nostra passeggiata continuerà in via Fillungo, corso principale che taglia il centro storico con i suoi edifici medievali. Ci tufferemo nell'atmosfera natalizia ricca di iniziative che coinvolgono tutto il centro storico della città e termineremo con una sosta  in Piazza dell'Anfiteatro, dove sorgeva l'antico foro romano, un gioiello con i suoi accoglienti ristorantini e le sue botteghe di pittori e artisti.

 

13 gennaio – Vinci ed i luoghi di Leonardo

La recente riapertura ad Anchiano, dopo un restauro durato due anni, della casa  di Leonardo, è una delle motivazioni che ci fa inserire Vinci tra i nostri itinerari culturali. Sarà poi anche l’occasione per una visita al museo nel castello dei conti Guidi, ricco di modelli e di macchine, per conoscere il
Leonardo inventore ed ingegnere, mentre le località di Vinci ed Anchiano e la notevole bellezza dei paesaggi che li circondano, ci parleranno del legame inscindibile creatosi tra la natura
e il genio di Leonardo, che da questa fu profondamente influenzato.

info: 0586 406468 

VINCI

Distanza da Livorno: km 66 di cui 50 su strade a scorrimento veloce

Superficie  kmq 54.42  -  Abitanti 14.580 -  Altitudine m 97

È situato, in bella posizione, sulle pendici del Montalbano, massiccio collinare ricco di vigneti e oliveti e di terrazzamenti sorretti da caratteristici muri a secco.

MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE

Chiesa di Santa Croce/ Museo Leopardiano/Casa Natale di Leonardo da Vinci/Chiesa di Santa Croce

Di origine duecentesca, restaurata più volte nel corso dei secoli, non conserva più la struttura originaria. I lavori in stile neorinascimentale eseguiti negli anni 1925-1935 le hanno conferito l'aspetto attuale.

L'interno è a tre navate suddivise in campate nelle cui testate vi sono due cappelle dedicate a Sant'Andrea e al Santissimo Sacramento. Nella parete destra si trova la cappella del Battistero, risistemata nel 1952 con il ripristino dell'antico fonte battesimale. A sinistra, la Cappella del Crocifisso con un antico crocifisso ligneo, le reliquie della Santa Croce e un'immagine dell'Addolorata oggetto di grande devozione popolare. Tra i dipinti si segnalano una cinquecentesca Natività della Vergine di Francesco Brina (1562), il Miracolo di San Biagio di Gaetano Piattoli e un'Adorazione dei Magi di Pier Dandini.

Il Museo Leonardiano si trova a Vinci. Ospitato nelle due sedi della Palazzina Uzielli e del Castello dei Conti Guidi, si propone come una delle raccolte più ampie ed originali di macchine e modelli di Leonardo inventore, tecnologo, ingegnere. Ciascuna riproduzione è presentata con precisi riferimenti agli schizzi e alle annotazioni manoscritte dell’artista. Le macchine esposte spaziano tra settori di studio diversi, così come vasta e poliedrica è la quantità di disegni con cui Leonardo ha rappresentato le sue intuizioni o raffinato macchine e meccanismi tramandati dalla letteratura tecnica del Quattrocento.

Un nuovo allestimento del museo utilizza le ultime tecnologie multimediali per presentare l’opera grafica e pittorica di Leonardo.

Palazzina Uzielli

La visita del Museo inizia in Palazzina Uzielli, che ospita, oltre alla biglietteria e alla libreria dedicata, le sezioni espositive delle macchine da cantiere e della tecnologia tessile.

Le sale espongono i modelli attraverso una storia per immagini tratte da dipinti e manoscritti d’epoca, e tutti sono accompagnati da ricostruzioni digitali animate che mostrano il funzionamento delle macchine.

Al secondo piano inoltre la Palazzina Uzielli ospita mostre temporanee, mentre nel ridotto dispone di un’ampia sala didattica per lo svolgimento di programmi educativi per scuole e università.

Il Castello dei Conti Guidi

Il percorso museale prosegue poi all’interno del Castello dei Conti Guidi dove sono esposti altri 60 modelli di macchine leonardesche.

Nelle sale al piano terra l’attenzione del visitatore viene subito catturata dai vari modelli di macchine: da quelle militari a quelle per il volo, agli strumenti di uso scientifico.

Al piano primo, tra i modelli di macchine per spostarsi nell’aria, nell’acqua e sulla terra – tra cui il carro automotore o “ automobile” di Leonardo – spiccano, all’interno della sala del Podestà, la grande ala battente e il maestoso modello funzionante, in scala 1:2, della gru realizzata per il completamento della cuspide della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze.

Infine troviamo la sala di ottica dedicata agli studi di Leonardo in materia di fisica della luce e con particolare riferimento al periodo che va da Alhazen a Keplero.

In cima alla torre si trova la sala video, attrezzata per la proiezione di documentari su Leonardo, accoglie anche 9 modelli di solidi disegnati dal Vinciano per il De Divina Proportione di Luca Pacioli.

Costo del biglietto di ingresso al museo (Palazzina Uzielli)

Intero: € 7,00 - Ridotto: € 5,00 

Gruppi oltre 15 persone, ragazzi da 14 a 18 anni, adulti con figli aventi più di 6 e meno di 14 anni, adulti di età superiore ai 65 anni, studenti universitari, soci Touring Club Italiano.

La Casa Natale di Leonardo si trova in località Anchiano, a 3 Km da Vinci, nella cornice di un paesaggio collinare rimasto simile a quello che Leonardo ha contemplato fin dall'infanzia; è collegato alla città dalla Strada Verde, un antico sentiero che da Vinci si snoda tra le colline e gli uliveti secolari del Montalbano per entrare nel cuore della Toscana.

La nascita di Leonardo, il 15 aprile 1452, in questa casa colonica è attestata da un’antica tradizione, accolta anche dallo storico Emanuele Repetti

Dal 22 giugno 2012, dopo un importante intervento di restauro, la dimora è nuovamente aperta al pubblico che si troverà accolto e guidato attraverso un percorso museale iper tecnologico fatto di immagini e di touch screen per interagire con Leonardo, la sua vita e le sue opere.

La dimora sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19 tra marzo e ottobre e dalle 10 alle 17 tra novembre e febbraio.

Il prezzo del biglietto dovrebbe essere di 2 € cumulativo con il Museo Leonardiano.

Web:     http://www.museoleonardiano.it/   http://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci                            http://www.museoscienza.org/leonardo

Pomeriggio del  20 gennaio 2013: Wassily Kandinsky e le sue opere, mostra al palazzo Blu

Palazzo blu:   Wassily Kandinsky – dalla Russia all'Europa

In Toscana

La mostra ripercorre il periodo della vita del maestro russo tra il 1901 e il 1922 , quando lascia definitivamente la Russia sovietica per trasferirsi in Germania e poi a Parigi e raccoglie una cinquantina di opere di Kandinsky e altre provenienti dalla cultura russa da cui ha attinto, che ci aiuteranno a scoprire le radici culturali da cui ha attinto.

Le opere provengono dal Museo di Stato di San Pietroburgo e da altri importanti musei russi.

La mostra aprirà dal 13  ottobre al 3 febbraio; al momento non conosciamo il costo del biglietto .

Per permettere di organizzare una visita guidata siete pregati di prenotarvi  dall'inizio di ottobre entro il 30 novembre 2012.

Andremo in treno, gli orari saranno comunicati al momento della prenotazione.

Info:  0586 856177

27 gennaio Pomeriggio : Il Cineforum di Agire Verde

Dopo una breve presentazione proietteremo un film su un tema di grande attualità, seguirà dibattito.

Concluderemo il nostro incontro con un momento conviviale con tè, bibite e dolci.

 Pomeriggio insieme: info  0586 856177 

 

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altro in fase di studio:

Dal Passo Croce, per Fociomboli, al rif.del Freo (anello)

(In auto) Si seguono le indicazioni per Seravezza, raggiunta la quale si prosegue lungo la SP10 del Cipollaio, fino ad oltrepassare le deviazioni per Levigliani e per Terrinca, poi, poco dopo (1Km circa), si prende la strada sulla destra, che, salendo tortuosamente, ci porta in circa 6 km, dapprima, al Passo Croce, e quindi allo sterrato, dove, in uno degli spiazzi che si trovano ogni tanto sulla sinistra, si può lasciare l'auto.  h.1.45 da Livorno. Dal traliccio, se non si vedono troppe auto, si può percorrere lo strabello fin dove è possibile.
escursione

Si sale lungo lo sterrato dove si è parcheggiato la macchina, sotto le guglie del Monte Corchia  ed in breve si arriva al passo Croce (mt.1147).
Un palo con le indicazioni dei sentieri ed i tempi di percorrenza  ci indica sulla sinistra lo stradello della forestale che scende in comune con il sentiero nr.11, tra il versante Sud-Est del Monte Freddone e quello Nord del Corchia.
Si percorrono alcune decine di metri, finchè, appena oltrepassata una marginetta sulla sinistra, notiamo, sulla destra, il segnale biancorosso del sentiero 11, una scorciatoia per evitare i tornanti dello stradello. Poco più in basso si trova ,sulla nostra destra,  una seconda marginetta ed  a questo punto abbandoniamo definitivamente lo sterrato che prosegue dritto  e prenderemo al ritorno, per scendere  sulla sinistra,  sempre seguendo il segnavia nr.11, arrivando alla torbiera di Fociomboli (m.1150), unica area umida delle Apuane  che, grazie agli strati impermeabili del suo sottosuolo, raccoglie e trattiene le acque reflue dai monti intorno. Sempre seguendo il sentiero 11, scendiamo ancora fino ai prati di Puntato (m.1050), borgo ora abbandonato ed un tempo pascolo estivo dei pastori di Terrinca, vasto declivio erboso e soleggiato da cui si gode la vista del Pizzo delle Saette, della Pania della Croce e del Corchia. Arrivati alla chiesina del Puntato  si svolta a destra e, percorso un sentiero alberato per circa 10 minuti e lasciato definitivamente il sentiero 11, che prosegue per col di Favilla e poi per Isola Santa, prendiamo il 128 in salita, arrivando al rifugio del Freo (mt.1180).

Una volta al rifugio, dove è splendida la vista sulla Pania della Croce, dopo una meritata sosta, torneremo  per il sentiero 129 e quindi, seguendo delle tracce di vernice gialla, ben evidenti e frequenti, saremo di nuovo ai declivi erbosi di Fociomboli prima e allo sterrato della forestale, che avevamo lasciato prima di scendere per il sentiero 11, poi.

Tempi di percorrenza: la salita al passo Croce, dalle auto, 0.30/0.45 minuti (variabile per dove si lascia l’auto).

Dal Passo Croce a Puntato h.1.30 (discesa). Da Puntato al rifugio x il n°128 h.1.15 (salita). Dal rifugio ai prati di Fociomboli h.0.30 (discesa).Per lo sterrato fino alla marginetta (leggera salita) h.0.45  poi, dalla marginetta, per lo sterrato,  al Passo Croce (salita) h.0.30 e h.0.30 (discesa) per arrivare alle auto (variabile). Tot. circa 4 ore, da passo Croce a passo Croce.

 Da Farnocchia a sant'Anna di Stazzema (anello)

Il M.Lieto è una cima delle Apuane meridionali vicinissima al mare, un punto panoramico di prim’ordine, non solo sulla conca di Camaiore e la Versilia ma anche sulle altre vette delle Apuane. In più, se la giornata è tersa, lo sguardo spazia tranquillamente fino al golfo di La Spezia e oltre, distinguendosi molto bene sia la Palmaria che il Tino.

L’itinerario parte da Farnocchia, devia verso il Lieto e ridiscende a Farnocchia, descrivendo un anello intorno al monte e proprio sotto il M.Gabberi.

Descrizione percorso:

L’escursione inizia dal paese di Farnocchia (m.646), situato sul versante settentrionale del M. Gabberi, tra boschi di castagni. Si sale la mulattiera che inizia nei pressi della chiesa parrocchiale e attraversa diagonalmente il bosco di castagni – sentiero 3 -, con un’ottima veduta sui gruppi del m. Procinto e del m. Forato. Superata una marginetta, si raggiunge la località “ Castagno “ (sul crinale nord est del m. Lieto) e, valicata la costa del monte, si inizia a salire sulla sinistra, per  un sentieretto che segue lo spartiacque fino alla cima del m. Lieto ( m. 1016 ), contrassegnata da un cippo di cemento. Un’ora fino alla deviazione, un’ora per salire e 0,40 per scendere. Dal crinale la vista si estende fino al mare, al golfo di La Spezia a nord e a quello della Versilia a ovest , mentre in basso sono visibili l’abitato di S. Anna di Stazzema ed il monumento ossario, in ricordo dell’eccidio nazista nell’ultima guerra. Discesi dalla vetta del monte Lieto,  proseguiremo per  l’antica mulattiera che unisce Farnocchia con S. Anna di Stazzema, fino a raggiungere la prima casa abitata sulla nostra sinistra. Fatti poi ancora un centinaio di metri, svoltiamo a sinistra, prendendo un sentieretto laterale e lasciando la mulattiera che stiamo percorrendo (dopo un bivio evidente), a cercare la strada asfaltata e la parte abitata più a monte del paese di S.Anna di Stazzema. Poche centinaia di metri su asfalto (a scendere) ed incontriamo una trattoria _ in località Sennari – dove, evidentissimo sulla sinistra, c’è un cartello che indica la salita per il Gabberi e per Farnocchia (sentiero n°4). Dal bivio per il Lieto a qui, 0.45 minuti. Saliamo adesso una serie di scalini che conducono nel bosco, con il sentiero che si inerpica fino ad incontrare una marginetta, dalla quale il panorama sulla costa è splendido, si continua nel bosco, sino al valico delle Focette (m.873), che mette in comunicazione Sant'Anna di Stazzema (Alta Versilia) con Farnocchia (Val di Serra) e per boschi, spazi aperti sul Gabberi e ancora boschi, arriviamo a vedere il paese dall’alto.Da qui, in breve,   saremo di nuovo in paese (sentiero n°4). Durata: ore 4.30/5

Nota: sosta alla chiesa del paese dove ci fu l’eccidio.

Da Pomezzana al rifugio Forte dei Marmi

La strada asfaltata ci porta a un parcheggio non molto distante dalla chiesa principale di Pomezzana, dedicata a S. Sisto, col suo grande campanile.
Il luogo è panoramico su Farnocchia, Stazzema e il Monte Lieto e il Gabberi.
Il sentiero 106, ben segnato, inizia da questa piazzetta: saliamo pochi scalini lasciandoci alle spalle la chiesa e siamo nel paese.
Percorriamo alcune strade salendo prima lievemente poi più decisamente.
A 10’ inizia una mulattiera lastricata con ardesia che corre parallela all’abitato di Pomezzana, il quale si allunga sul crinale ben esposto al sole.
A 17’ siamo su una strada e il sentiero si dirige a sinistra.
C’è una casa e il sentiero continua in lieve discesa (evitare la salita verso destra), tra gli alberi si scorgono, verso sinistra, Stazzema e di fronte il gruppo del Procinto.
Il sentiero poi prende a salire e a 30’ siamo presso una zona di cave di ardesia, di tentativi di cave e di ripari sotto roccia.
A 37’ incontriamo una casa in muratura e subito dopo l’edificio principale delle cave, ormai semi distrutto. Dietro esso ci sono gli ingressi della miniera parzialmente coperti da edere che formano una cortina discendente, diamo un’occhiata e poi proseguiamo il cammino.
A 50’ siamo a un luogo molto panoramico, anche se ci sono rami di alberi a ostacolare la visibilità, su Procinto, Nona, Matanna e la zona delle Panie.
Continuiamo con saliscendi mantenendo sulla sinistra Procinto e Nona mentre il Matanna rimane di fronte. A 01h a destra c’è un’altra miniera presso la quale c’è un immenso blocco di ardesia coperto in parte da edere.
Subito dopo superiamo un canalino e poi riprendiamo a salire.
A 01h 08’ troviamo dei ruderi, forse di un’antica maestà e a 01h 16’ superiamo un altro ruscello che scende dai monti scavando un ripido canale.
Subito dopo un’altra antica costruzione che sembra una calchera (struttura per produrre calce).
Il sentiero prende a salire e per qualche minuto la salita si fa più ripida per strette voltoline per poi addolcirsi e a 01h 41’ siamo presso il Rifugio Forte dei Marmi.

Sosta e ritorno per la stessa via.

regolamento iniziative:

l fine di razionalizzare la partecipazione alle iniziative e sapere chi viene e quanti siamo, quando ci si iscrive ad una iniziativa, occorre lasciate nome, numero partecipanti ed eventuale recapito telefonico, entro il venerdi precedente, per essere comunque avvertiti anche all’ultimo momento qualora l’iniziativa si dovesse rimandare per maltempo o contrattempi vari. Per partecipare poi, occorre essere in regola con il tesseramento (controllate quindi la data di scadenza sul tesserino o anche sull'indirizzo in busta) perchè la quota del tesseramento serve a coprire le spese vive di gestione....... francobolli, stampati, canone internet, c/c postale, spese varie in occasioni di manifestazioni, etc.etc…. ).

In ultimo, si ricorda anche che non essendoci un guadagno da parte di nessuno, né l’Associazione né i referenti occasionali - del resto anch'essi soci e non accompagnatori professionali -  saranno mai da considerarsi responsabili per eventuali incidenti ( anche se improbabili) che possano verificarsi in occasione delle diverse iniziative, essendo le medesime da considerarsi come un fatto tra amici e potendo ciascun socio indistintamente trovarsi egli stesso ad essere accompagnatore, senza una particolare o specifica delega in merito.

NB: L’accettazione di questo regolamento è condizione indispensabile per poter partecipare alle diverse attività e partecipando se ne diviene di fatto e consapevoli e d’accordo. Si raccomanda comunque di verificare sempre le proprie condizioni fisiche prima di ogni iniziativa, se ci si considera a rischio, benchè le singole iniziative siano comunque verificate per essere alla portata di tutti.

 

AGIREVERDE Associazione per l'Ambiente,  

via Anna Frank 17  57124 Livorno

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