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        1)    PROGRAMMA del primo semestre     2) PROGRAMMA del secondo semestre       

Tutte  le iniziative sono riservate agli associati (Euro 15 annui singolo, 20 familiare, associazione   U.I.S.P. consigliata )  che  in questo modo, tramite la quota associativa annuale, vengono a rendersi compartecipi delle spese di gestione rendendo così possibile il funzionamento amministrativo dell'Associazione stessa. 

l'iscrizione avviene partecipando ad un'iniziativa e versando la quota al referente dell'iniziativa stessa che poi la consegnerà al tesoriere oppure contattando direttamente il tesoriere: attualmente Luisa Rocchi - luisa.massimo@gmail.com - 349 7114943

L'iscrizione ha validità annuale, con rinnovo entro il mese di aprile dell'anno successivo.

note: tramite una mailing list vengono effettuate agli associati delle comunicazioni di vario tipo, dai periodici incontri in sede ad eventi interessanti gestiti anche da altre associazioni etc.etc................chi vuole ricevere tali informazioni basta che lo comunichi ad agireverde@tin.it  .

Per partecipare alle diverse attività dell'associazione poi, si deve prendere atto che, diventando soci, ci si corresponsabilizza nella gestione dell'associazione stessa, divenendo tutti con eguali diritti/doveri e quindi è tacitamente inteso che, non esistendo accompagnatori professionali,  i referenti occasionali che si prestano alla conduzione ed auspicati in rotazione, non saranno mai da considerarsi responsabili per eventuali incidenti possano verificarsi in occasione delle diverse iniziative. 

nota: da quest’anno il Comune si è ripreso i locali che ci aveva affidato come sede  (via Anna Frank 17) in comodato d'uso, adesso però, grazie al museo di Storia Naturale di Livorno ci siamo collocati in via Roma 230.............ambiente tuttavia utilizzato soprattutto per riunioni e/o corsi tipo quello di fotografia in corso adesso (vedere link infosoci in home page) e quindi, salvo diversa specifica, per contattarci è opportuno utilizzare la e mail  (agireverde@tin.it). Mensilmente comunque, l'associazione incontra gli associati proprio in via Roma ma, poichè la data è variabile, per esserne informati è necessario che ci inviate la vostra e mail.

Ricordiamo infine che partecipando ad una iniziativa, quando non previsto altrimenti, è meglio farlo sapere entro il venerdi sera precedente, al più tardi (lasciando nome, numero di partecipanti e telefono) per essere avvertiti di eventuali mutamenti di programma anche all'ultimo minuto senza correre il rischio di arrivare nel luogo dell'appuntamento quando questo è stato precedentemente annullato per maltempo o altro motivo. 

 PROGRAMMA

  SECONDO SEMESTRE

Domenica 7 settembre: L’isola di Palmaria

Domenica 21 settembre - escursione al lago Scaffaiolo (Cutigliano)

Domenica 5 ottobre - il progetto O.s.C e la nuova sentieristica del Parco dei Monti Livornesi nota: spostata al 12 ottobre

Domenica 19 ottobre: verso il monte Corchia dal Passo di Croce

Domenica 9 novembre - Colonnata tra lardo e castagne

Domenica 16 novembre - LA FARFALLA DEL CORBEZZOLO

Domenica 23 novembre – le ville della lucchesia

Domenica 7 dicembre - alle Terme di Venturina

Sabato 13 dicembre - cena degli auguri e secondo concorso fotografica Agire Verde (vedi modalità di partecipazione)

 

sotto, le iniziative effettuate nel primo semestre 2014

Domenica 26 gennaio:   Da Nibbiaia al monte Pelato                           

Finalizzata alla conoscenza del Parco dei monti livornesi, questa passeggiata inizia da Nibbiaia ed attraversa inizialmente una zona di orti e coltivi, con ampia veduta sul Monte Pelato e sulla Valle del Fortulla, per inerpicarsi poi verso la cerchia di mura del Castellare Etrusco di Monte Carvoli (eretto sul crinale, a vedetta del versante di terra e del versante di mare), poco distante dai preziosi ritrovamenti della Necropoli di Pian dei Lupi. Per una deviazione saliremo infine sul monte Pelato (mt.378), detto così a causa della cima priva di vegetazione ad alto fusto, da dove potremo ammirare un panorama aperto a 360° con scorci di rara bellezza, sia sulla costa e sull’arcipelago che sull’entroterra. Ritorno per la stessa via.

Nota: mettere scarpe robuste. Info: Giovanna Massidda - cell:333 9055927

 approfondimenti:

      1)    http://occhisullecolline.it/index.php/mappe-e-territorio/itinerari-topmenu/93-anello-di-mte-pelato

 

       2)    http://www.stsn.it/AttiB2011/Gestri-Peruzzi.pdf (flora zonale)

 

Gruppo Botanico Livornese

c/o Museo di Storia Naturale del Mediterraneo

Via Roma, 230 - 57126 LIVORNO

Segreteria G.B.L.: 0586 852773 e 0586408866

Museo di Storia Naturale del Mediterraneo: 0586/266711 (Reception)

NOTA: RIPRESA DOPO LA PAUSA INVERNALE

(per i dettagli fare riferimento al sito     http://www.provincia.livorno.it/attivita/museo/home.htm

GITE & ESCURSIONI: da programmare e comunicare durante lo svolgimento del Corso.

06.03.2014 "Giardini, alberi e fiori nella poesia dell'antico Egitto" Dott. ssa Gianna Giannessi

13-03.2014 “Le valli di Zeri (Lunigiana): aspetti etnobotanici e naturalistici” F. Camangi (S.S.Sant’Anna Pisa). & Peter Carlo Kugler

20.03.2014 " l'olivo nella storia e nel mito: non solo olio" Francesco Presti

27.03.2014 Orti Botanici tra storia, arte e botanica Dott. Federico Tognoni  (Campus Lucca)

03.04.2014 "Coltivazione del Riso nel territorio livornese e pisano nei secoli passati". Michele Montanelli

10.04.20134 Appunti di viaggio: la Namibia Patrizia Panicucci

17.04.2014 In viaggio per orchidee Iolanda Legitimo, Rossana e Fabio

24.04.2014 Elementi di ecologia: Atmosfera e Clima Bruno Quochi

08.05.2014 Elegia e Utopia dei Sentieri: dalla Cerretina alla Patagonia Giuliano Ginanneschi

15.05.2014 "Piante e Funghi Medicinali dalle proprietà anticancro: schemi di integrazione alimentare" Cristina Cortese

29.05.2014 Nativi americani: piante dell' "Uomo di Medicina" Rossana Massari e Viviano Mazzoncini

05.06.2014 Uno sguardo sulle nostre attività ( Fabio Lazzeri)

 

 

GRUPPO ARCHEOLOGICO PALEONTOLOGICO

DEL MUSEO DI STORIA NATURALE DI LIVORNO

Via Roma, 234 – 57100 Livorno

 

Il Gruppo Archeologico e Paleontologico Livornese nell’ambito delle proprie attività didattico/scientifiche

propone un ciclo di conferenze, rivolte alle scuole e alla cittadinanza dal seguente tema:

”Le acque del territorio livornese: testimonianze del passato e aspetti naturalistici ”

Giovedì 23 Gennaio 2014 Aspetti archeologici e naturalistici lungo i corsi d'acqua livornesi (F. Sammartino)

Giovedì 30 Gennaio 2014 Alla scoperta della “Ginestraia” e della “Fonte vecchia di Antignano”: sorgenti minori dimenticate ( B. Bottacchiari, A. Ciampalini)

Giovedì 6 Febbraio 2014 Il Rio Riseccoli - questo sconosciuto (V. Passetti).

Giovedì 13 Febbraio 2014 I “Bagni di Livorno”. Un tuffo nel passato (R. Tessari)

Giovedi 20 Febbraio 2014 Da Porto Pisano a Livorno. Fra acqua e terra. 1a parte. (M. Taddei)

Giovedi 27 Febbraio 2014 Da Porto Pisano a Livorno. Fra acqua e terra. 2a parte (M. Taddei)

Giovedì 6 Marzo 2014 Antichi relitti lungo la costa livornese (F. Mazza)

Giovedì 13 Marzo 2014 Fonti rurali e sorgenti dimenticate nel territorio livornese. (R. Branchetti).

Conferenze presso il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo,

c/o Auditorium gentilmente concesso dalla Provincia di Livorno

Via Roma 234. Livorno

Orario 17:30 - Ingresso gratuito

 

 

Domenica 9 febbraio    vedere sotto, anche opzione del 23.02 (variante del percorso)

La Valle Benedetta, versante Sambuca: L’escursione segue la precedente sul tema “Parco monti livornesi”, con l’intesa che i partecipanti proseguano nell’osservazione di eventuali criticità sui percorsi (presenza e/o assenza di segnaletica, cartellonistica, ostacoli, inizi di discarica, carenza di manutenzione etc.etc.), in funzione di una migliore fruibilità delle zone verdi del territorio. E’ anche tappa del secondo concorso fotografico Agire Verde. Descrittivo: percorso di media difficoltà, all'andata quasi interamente in discesa per vaste distese prative punteggiate da ulivi e per sentieri che diventano sempre più verdi fino ad entrare profondamente nella lecceta, dove troviamo l’eremo agostiniano della Sambuca. Un attimo di sosta per ammirare l’amena valle in cui generazioni di monaci si ritirarono per una vita di preghiera e meditazione e risaliamo verso villa Cristina, arrivandovi dopo una interessante  camminata lungo il torrente Ugione, con  i ruderi di antichi mulini ad acqua. Ritorno per una carrareccia della forestale che taglia la macchia d'alto fusto, con alberi che talvolta superano anche i 30 metri (pini marittimi, pini d'Aleppo, pini domestici, olmi, sugheri e lecci). Tempo di percorrenza complessivo di circa h.3.30/4. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

 

Domenica 23 febbraio –

La Valle Benedetta, versante Sambuca:

con la speranza di trovare una bella giornata di sole, riprendiamo il discorso “Parco dei monti livornesi”, rimandato per pioggia il 9 febbraio. Una recente ricognizione ci ha palesato la persistenza di ampie zone fangose e quindi salteremo il camminamento sull’Ugione, permettendo però a tutti i partecipanti di apprezzare sia direttamente perché li percorreremo, sia indirettamente perché ne vedremo l’inizio, tutti i sentieri dalla Valle al Crocione. La direttrice sarà: teatro agricolo/bivio Vallicelle/Sambuca/variante del rudere per villa Cristina/ippovia e direttissima/sbarra per Vallicelle/casa dello svizzero, per un totale di h.3.30 circa escluso soste. La zona ci mostrerà dove cercare asparagi e funghi (nella giusta stagione) ma anche l’inerzia degli enti locali nella tutela del nostro patrimonio storico – artistico (il degrado dell’eremo è vergognoso), come pure, ritornando verso la valle Benedetta, com’è che sono franate le mura a Volterra e riflettere sul perché non si è evitato……basterà dare un’occhiata agli alberi d’alto fusto ai margini della carrareccia, che tra un anno di piogge o due verranno giù. Ricordiamo che si tratta anche della seconda tappa del concorso fotografico e quindi portate le fotocamere.

Appuntamento alle h.9.30 alla valle Benedetta (partenza h.9.45), davanti al cancello dove inizia la discesa, telefonate però per confermare la presenza (o inviate e mail). Info: Luciano Suggi - 0586 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

dettaglio e percorrenza: dal cancello (a scendere)

in 10 minuti siamo al teatro agricolo, quindi in altri 20 si arriva al bivio tra via delle Vallicelle e via della Sambuca. Alla Sambuca, seguendo i segnali del C.A.I, in 50 minuti siamo all'eremo, passando: 1) la casa del pastore (con cane che abbaia al nostro passaggio) 2) sbarra verde e bosco con legname a terra 3) al bivio, evidente, andare a destra, a sinistra si arriverebbe direttamente a villa Cristina. All'eremo prendere poi per il viottolo in salita, dopo l'eremo, con un rudere a vista e dopo un ponticello, in 10 minuti siamo ad un bivio dove si va a destra ed ancora, al bivio successivo, ancora a destra ed in mt.30 siamo a villa Cristina. Al ritorno andiamo a diritto, dove si legge Sambuca 45 minuti (se seguissimo invece l'indicazione 15 minuti, troveremmo prima le Ghiaccaie e poi l'Ugione) ed in mt.40 siamo ad una sbarra in ferro e verde. Qui, possiamo andare sia a destra che a sinistra e in 10 minuti siamo in via delle Vallicelle dove, andando a sinistra e in salita in altri mt.30, saremo ancora alla Valle. Totale h.3.30.

 

Ciaspolata in Casentino

1 e 2 marzo al rifugio Forlì - Quest’anno la classica ciaspolata che proponiamo è nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, sul crinale che unisce la Romagna e la Toscana.

E’ posto tappa della Grande Escursione Appenninica GEA 00 ( a 1452mt slm sui Prati della Burraia) ed è ambiente ideale sia per il naturalista che per il semplice amante della natura, potendovi trovare entrambi moltissime occasioni di avvistamento sia animale (Falco Pellegrino, Pecchiaiolo, Gufo Reale, Aquila Reale, Cervo, Daino, Capriolo, Lupo) che vegetale ( anemone a fiori di narciso, sassifraga a foglie opposte, mirtillo rosso e tutte le specie di alta montagna) in questo che è un vero scrigno di biodiversità. Nota: le prenotazioni vanno effettuate entro la fine di gennaio

              x Info: Rossano Poggi - 0586 375131 (ore serali) o 3311131900

 

Domenica 9 marzo

La Valle Benedetta, versante di Colognole: si scende nella valle del torrente Morra seguendo il percorso 00 dell’ippovia, deviando per una variante laterale e portandoci infine sulle arcate dell’acquedotto. La risalita troverà poi la vecchia cava di rocce verdi della Focerella e chiuderà un percorso ad anello riportandoci  alla Valle Benedetta. La vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea (corbezzolo, lentisco, mirto, erica, ginestra etc.etc.) e della lecceta (zona acquedotto) ma particolarmente diffuso è il cerro, le cui foglie coprono i sentieri come un tappeto. L’escursione viene proposta in ambito progetto “occhi sulle colline” e prevede che i partecipanti collaborino ad osservare il percorso notando la presenza e/o assenza di segnaletica, cartellonistica, eventuali criticità nei sentieri come ostacoli, inizi di discarica etc.etc. ed è anche la prima tappa del secondo concorso fotografico Agire Verde, in svolgimento per tutto il 2014. Nota: calzare scarpe robuste e portare i bastoncini, se li avete). Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

Dettaglio

Dalla piazzetta della Valle Benedetta si sale per lo sterrato di fronte a noi ed in dieci minuti, lasciato alla nostra sinistra un mulino ben riconoscibile, al primo bivio si prende a destra per il sentiero 00 dell’ippovia, fino ad un traliccio dell’alta tensione. Qui prendiamo il sentiero che scende a sinistra, tralasciando l’altro sentiero sulla nostra destra che prosegue come ippovia fino alla ex cava di rocce verdastre della Focerella e prosegue oltre, ad incrociare la sp5 che va a Colognole. La discesa per il sentiero che stiamo seguendo, inizialmente ripido, ha profondi solchi laterali ed un tronco d’albero posizionato proprio in mezzo al tracciato, poco dopo l’inizio, e va affrontata con prudenza, soprattutto se è piovuto nelle settimane precedenti, per evitare scivolate e storte alle caviglie (utilissimi i bastoncini ed obbligatorie scarpe robuste). Continuiamo a scendere per circa 45 minuti finch’è troviamo due abitazioni ravvicinate, la seconda delle quali con una rete divisoria. Prendiamo adesso a sinistra, in discesa, ed in altri 30 minuti siamo al Morra, con passo, anche questa volta, molto prudente sia perché il sentiero è poco frequentato e va chiudendosi, sia perchè in alcuni tratti è disagevole, con un pino che lo attraversa, rendendo difficoltoso avanzare (i bastoncini sono utilissimi, come scendere in questo passaggio aggrappandosi ai numerosi arbusti laterali), Alla fine però si arriva in fondo, attraversiamo il torrente, seguiamo il segno bianco/rosso del cai, giriamo per la salitella a destra, seguiamo la recinzione delle case ed arriviamo ad uno spiazzo aperto, con vista (a destra) su un camminamento dell’acquedotto, dove prendiamo per lo stradello che sale, arrivando in breve ai tempietti del Poccianti ed alle arcate dell’acquedotto. Le seguiamo sulla nostra destra per circa 30 minuti e siamo alla Terrazza (utilizzando le strutture in legno che ci permettono di evitare di salire sulle arcate, talora troppo alte), sostiamo e torniamo sui nostri passi.  Dalla partenza a qui saranno trascorse circa h.2.15/2,30. Ritorniamo in 30 minuti al guado del Morra e prendiamo la salitella a sinistra (siamo arrivati dal sentiero che adesso è alla nostra destra) per altri 45 minuti, fino alla ex cava della Focerella dove giriamo a destra per tornare verso la Valle Benedetta, seguendo il cartello dell’ippovia per altri 45 minuti. Difficoltà media (per le due discese) e totale della percorrenza in h.4.30/5 circa, secondo il passo ed escluso soste. Variante, da prendersi in caso di piogge nei giorni precedenti a causa dell'ipotizzabile eccessiva fangosità del sentiero prima descritto.......si prende a diritto al traliccio, non andando a sinistra, fino ad incontrare una fattoria con maiali di cinta e soprattutto due cani rumorosissimi. Si prosegue fino a trovare una curva a sinistra (anche qui si vede un segnale di ippovia), si percorre in discesa fino a trovare un segnale dell'ippovia divelto a terra. A questo bivio si va a destra e si arriva al Morra, ritrovando quanto descritto prima.............attraversiamo il torrente, seguiamo il segno bianco/rosso del cai, giriamo per la salitella a destra etc,etc,etc. Andati che saremo alla fine delle arcate dell'acquedotto, alle sorgenti della terrazza, torniamo indietro e ci ritroveremo a ripercorrere in salita questo tratto, descritto come variante. Adesso però andremo a diritto, trovando prima un allevamento di piccioni con alcune roulottes molto vecchie e poi l'asfaltata SP5. Giunti a questo spiazzo, guardiamo a destra e vediamo un segnale dell'ippovia, saliamo per circa 30 minuti e ci ritroviamo giusto dove abbiamo descritto la fattoria con i cani che abbaiano, girando a sinistra, trovando di nuovo il traliccio e la valle Benedetta. Prima percorrenza 40 minuti al Morra, altri 40 minuti alla fine delle arcate, 20 al ritorno al Morra, 30 minuti la salita + il tratto fino alla SP5 10 minuti, la seconda salita sono altri 30 minuti e l'ultimo pezzo 15 minuti (cani/traliccio). Totale della variante, facile e per tutti: circa h.3-3.30, escluso soste.Nota - trovando l'asfaltata SP5 non la attraversate perchè anche di là c'è il segnale dell'ippovia, quello però porta vicino alle Palazzine del Gabbro...............salite a destra!

 

Domenica 23.03 al monte Folgorito: Affacciato come è sulla piana versiliese, Il Folgorito (m 911) è uno dei più bassi ma anche dei più panoramici monti delle alpi Apuane e, dalla sua vetta, lo sguardo spazia sia verso il mare e le isole del Golfo della Spezia, come verso le altre vette apuane, dal Sagro al Prana, all'Altissimo con le sue cave di marmo ed alla Pania della Croce. Il percorso di oggi prenderà quota dal Rifugio Pasquilio, (m. 824), volgendo ad est per uno stradello sterrato che sale a destra, arriva ad un bivio, si tiene ancora a destra e, seguendolo lungamente, ci porta fin sotto al Monte Folgorito. Un ultimo e breve sentiero ci guiderà poi ad una stele che ricorda i fatti di guerra, da dove, rapidamente, arriveremo alla croce posta sulla cima del monte (mt. 911). Rientro al Pasquilio per lo stesso itinerario. Occorrono circa 4 ore di cammino a/r per un dislivello di circa 100 metri, utilizzando in parte il sentiero CAI 140, sia in salita che in discesa. Info: Sergio  Casini  328 8249272 –  0586  814101  ore  serali

domenica  30 MARZO    -  LUNI- NICOLA - ORTONOVO

Luni era un antica città romana, vicino all’Aurelia e circa 10 km dopo Carrara. Fondata dai Romani nel 177 a.c., divenne famosa per il suo porto da cui partivano navi cariche di  marmo. Divenne poi città monumentale, strutturata in modo militare ed attraversata dal decumano e dal cardo, che collegava il foro alla zona del porto. Dotata di numerosi edifici e di un anfiteatro, li visiteremo, come pure il museo archeologico, proprio al centro dell’antica città,  percorrendone le antiche strade dove ancora si osservano le vestigia di ciò che fù.

Nel pomeriggio visiteremo poi i vicini e caratteristici paesini di Nicola e  Ortonovo.

Info: Fabio Paltrinieri 0586 505485 / 3387708578.

Le fonti cui rimandiamo per approfondimenti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Luni

http://www.archeoge.beniculturali.it/getFile.php?id=116

http://www.romanoimpero.com/2010/06/luni-liguria.html

Domenica 13 Aprile - Anello di Monte Nero (Volterra)

Le cascate del Torrente Strolla e la Pieve della Nera (Volterra): l’itinerario, ubicato nella zona di Pomarance, è un'escursione all'insegna dell'archeologia medievale, alla ricerca delle tracce del passato di questi territori, con rovine di borghi e castelli nascosti nella macchia, antiche fonti preservate dalla memoria popolare, splendide pievi tra il bosco e i campi. Sarà anche una gradevole passeggiata che ci permetterà di vedere una delle più belle e ripide cascate della Toscana collinare. La Riserva di Montenero spicca poi per le sue aspre rocce ofioliti, come un'isola selvaggia che esce in un "mare" di dolci campagne coltivate.

Lunghezza 9.4 km; dislivello 280 m; difficoltà media; fondo sconnesso. Partenza ore 8.30 dalla Guglia. Presenza di guida esperta della zona.

Referenti    Laura e Salvatore Cell: 347 3637538 – 0586 861138 ore serali

http://www.ambientevaldicecina.it/cmnew/map_poi.asp?poi=38

http://www.ambientevaldicecina.it/cmnew/schedacapitolo.asp?id=137

http://www.ambientevaldicecina.it/cmnew/schedacapitolo.asp?id=106

Dove siamo? Rserva di Monte Nero

Situata sulle colline plioceniche dell'Alta Valdera, tra Volterra e San Gimignano, la Riserva si estende sulle pendici settentrionali di Monte Nero (508 m), modesto ma erto rilievo posto alle spalle della Villa di Ulignano. Coincide interamente con territorio appartentente al Patrimonio Agricolo Forestale Regionale, anche se il sentiero che la attraversa tocca anche terreni di proprietà privata.

Descrizione

Nostante la sua ridotta estensione (circa 69 ha) la visita alla Riserva permette di osservare alcuni dei più caratteristici ambienti del paesaggio delLa Comunità Montana Alta Val di Cecina. Dai boschi sempreverdi a dominanza di leccio ai rimboschimenti di conifere, dai peculiari ambienti legati all’affiorare delle rocce ofiolitiche alle limpide acque del Torrente Strolla con le sue spettacolari forre. Un piccolo mosaico di ambienti diversi circondato da importanti testimonanze storiche e architettoniche, come la Pieve della Nera o la Villa di Ulignano, ed inserito in un caratteristico paesaggio agricolo collinare, ove è facile osservare il volo dei numerosi rapaci che nidificano nella Riserva

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Bandite di Scarlino, dal podere Lischetti a Cala Violina per Cala Martina e Punta Civetta

Venerdi 25 aprile: L’anello delle due spiagge, da Cala  Martina a Cala ViolinaPrima che l’erosione la faccia scomparire, rivisitiamo questa splendida cala, famosa per la sabbia granitica a grana grossa che, calpestandola con energia, risuona come uno strumento a corda. L’imbocco del sentiero sarà dal podere Lischetti e, ora nel bosco di leccio, ora nella macchia mediterranea, ora per larghi tratti con ampia vista sul golfo di Follonica e sull’Elba, sempre accompagnati dal profumo della salsedine, arriveremo prima a Cala Martina e poi a Cala Violina, due splendidi arenili bagnati da un mare assolutamente cristallino. Un anello di circa 3.30 ore di cammino, escluse soste, con molti saliscendi ma estremamente vario e  pittoresco. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

Dettaglio - Cala Violina è una della spiagge più belle della Maremma, con sabbia chiara e granulosa per piccolissimi granelli di quarzo, acque cristalline ed incorniciata da una fitta e rigogliosa macchia mediterranea. Il nostro percorso prende il via dal parcheggio auto - podere Lischetti- (€.6 da aprile a settembre). Superato il tratto che ci collega alla boscaglia, giriamo subito per la sterrata a destra, larga ed evidente, trascurando ogni altro sentiero. Seguiamo la sterrata che poi diventa stradello per h.0,30 fino ad arrivare ad un bivio con indicato Cala Violina. Qui prendiamo a destra seguendo invece le indicazioni per Punta Martina (fin'ora avremo seguito la linea verde a destra del 2 iniziale, seguito la linea marrone a sinistra, indicata con i numeri prima 4 e dopo 3, numeri che però attualmente non ci sono, ed avremo ritrovato il sentiero 2 diretto a Cala Violina, che però tralasciamo (il bivio è indicato da due frecce in legno) per proseguire lungo la strada forestale (h.0,30 e sentiero 2 bis ), arrivando, dopo altre h.0,15 ed in discesa, all’incrocio col sentiero n°1 quando, girando a destra, saremo subito al cippo dedicato a Garibaldi ed a Cala Martina (nota: avremo incrociato i sentieri 12 ed 11, che però avremo anche trascurato di seguire– vedere cartina-. Dopo una gradevole sosta, ci incamminiamo per la sterrata n°1, a diritto e ben indicata come" Cala Violina km.1,8".

Ci saremo in h.0,40. Sosta pranzo a Cala Violina, con opzione bagno, per proseguire lungo il sentiero n°1, alla nostra sinistra  e bellissimo per le panoramiche sulle diverse cale sottostanti. In h.0,45 dopo un tratto prima piano e poi in salita per circa h.0,15, arriviamo a Poggio Carpineta, subito dopo Punta Civetta, scollinando. Alla prima discesa che incontriamo, mentre lo stradello gira a destra, noi entriamo invece nella lecceta seguendo il sentiero (n°1), indicato e in circa h.1.15 torniamo al punto di partenza. Tot.h.3.5 circa, escluso soste.

Il cippo a Garibaldi

Braccato a morte da cinque eserciti, aiutato da patrioti lungo la via, e mai tradito da alcuno, col fido Leggero, traversa gli Appennini, Prato, Signa, Castelfiorentino, Colle Val d’elsa, Volterra, Pomarance e giunge a san Dalmazio. Qui li ospita il medico condotto e poi li aiuta a fuggire attraverso Castelnuovo in val di Cecina, Massa Marittima, Scarlino, fino al Mare, dove una barca li reca in salvo a Porto Venere.

Ciò che, su quelle celebri orme, doveva nascere, era allora un cammino laico, una via iniziatica per fuggire all’oscurantismo e alla forza bruta che, oggi come all’ora, sempre ci incalzano. Una via di fuga verso un mare liberatore, per ritrovare solidarietà e fiducia negli altri.

Cala Martina è una caletta della Maremma grossetana nel territorio comunale di Scarlino che si apre nel cuore della Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino.

La caletta, non molto ampia, più stretta della vicina Cala Violina, è racchiusa tra due promontori, ed è caratterizzata dalla presenza di scogli e da un mare molto trasparente. Il promontorio che divide Cala Martina da Cala Violina è chiamato Punta Francese.

Cala Martina è inoltre famosa per essere stata il luogo in cui Giuseppe Garibaldi, inseguito dalle guardie pontificie, si imbarcò su un peschereccio spezzino per raggiungere Porto Venere, il 2 settembre 1849. L'evento è ricordato con un monumento sul sentiero che porta alla spiaggia e con un cippo posto nel mare.

Cala Violina è una suggestiva caletta della Maremma grossetana nel territorio comunale di Scarlino e si apre nel cuore della Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino.

La caletta, non molto ampia, è racchiusa tra due promontori ed è caratterizzata da una sabbia bianca e da un mare molto trasparente.

La particolarità che la rende unica consiste nei suoni che la spiaggia emette quando viene calpestata da chi l'attraversa, in assenza di fonti sonore di rilievo; questo effetto è percepibile nei periodi di bassa stagione, visto il grande affollamento del luogo nei fine settimana e durante la stagione estiva. Ciò non deve tuttavia scoraggiare i più curiosi visto che il luogo, ben esposto e protetto dai venti freddi settentrionali, consente di trascorrere ore al sole anche nel periodo invernale.

Le Bandite di Scarlino invece, sono un complesso Forestale di 8700 ettari a cavallo dei comuni di Castiglione della Pescaia, Follonica, Gavorrano e Scarlino, di proprietà delle Regione Toscana e gestita dal Comune di Scarlino.
All' interno di quest' area è stata realizzata un'ampia rete sentieristica che viene frequentata dai numerosi biker locali e dai moltissimi turisti che trascorrono le vacanze nella zona.
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Domenica 4 maggio: Cardoso di Garfagnana:

Il pittoresco paese di Cardoso si trova lungo la provinciale della Valle del Serchio e con i suoi caratteristici vicoli, le piazzette intriganti ed i severi portali in pietra è soggetto ideale per il percorso fotografico che l’associazione intende proseguire, dopo il successo di partecipazione del primo concorso.
Splendido il panorama sul fondovalle e la Valle del Serchio, quasi per intero, come anche quello ancor più suggestivo, se possibile, e meritevole di attenzione degli Appennini, in lontananza sullo sfondO.

L'escursione è pensata prevalentemente come tappa fotografica, visto anche la contemporaneità delle "chiacchierate fotografiche", in compagnia del fotonaturalista Sergio Casini, del venerdi sera, ma sono anche previste passeggiate escursionistiche ed esplorative dei dintorni.

per confermare la partecipazione contattare Adriana Brontesi 0586 406468 / 328 3786239 o la e mail agireverde@tin.it

per info sull'evento invece, il referente sarà Giovanna Massidda - cell: 333 9055927

 

Domenica 11 Maggio – La Riserva Rufoli Caselli (val di Cecina) spostata al 25 maggio

Anello Di  Poggio Castiglione

Il sentiero inizia presso l’area attrezzata in località “La Pompa” al km 12.3 della S.P.18 “Dei 4 Comuni” e si sviluppa intorno ai rilievi del Poggio Castiglione in val di Sterza.

E’ il  percorso più significativo per scoprire i minerali della zona e conoscere la storia

mineraria di questa zona delle Colline Metallifere. Si incontreranno spettacolari ponti di pietra tra garighe, boscaglie e macchie. La seconda parte del percorso sale invece verso Poggio Castiglione, con l’ultima parte che ci riporta al punto di partenza.

Lunghezza 6.4 km; dislivello 150 m - difficoltà: media.

Appuntamento ore 8.45 al Metamare/Antignano con partenza alle h.9.00. Presenza di guida esperta della zona.

Referenti    Laura e Salvatore Cell: 347 3637538 – 0586 861138 ore

 

http://www.ambientevaldicecina.it/cmnew/show_categoria_txt.asp?cat=45

http://www.ambientevaldicecina.it/cmnew/map_poi.asp?poi=23

http://www.ambientevaldicecina.it/cmnew/schedacapitolo.asp?id=145

 

  SABATO 24 MAGGIO: è PREVISTA UN'USCITA DIDATTICA DEL GRUPPO DEL VENERDI ......................si discuterà di tecnica fotografica in esterni. Appuntamento h.16.00 all'ingresso della Fortezza Nuova ( possono partecipare tutti coloro che vogliano fare foto e chiacchierare di fotografia.

nota: questa uscita viene rinviata a sabato 31 maggio, stesso luogo, stesso orario

Domenica 1° giugno -

Giornata europea dei Parchi

Luogo svolgimento manifestazione: Pian della Rena (Livorno)

Le associazioni aderenti al progetto www.occhisullecolline.it , come lo scorso anno, hanno inteso ricordare che il Parco delle colline livornesi è patrimonio comune della cittadinanza, da tutelare e valorizzare, quasi divulgandolo, soprattutto adesso che, ottenuta la collaborazione continuativa, non facile né scontata, di Regione e Comuni del comprensorio, da parte delle associazioni  stesse, è iniziata la segnatura e la numerazione dei diversi percorsi, così come anche l’opera di ripulitura e grossa manutenzione

Detto questo, come necessaria premessa, vi informiamo sull’evento, lasciando tuttavia liberi gli associati di aderire singolarmente alle iniziative o contattando entro venerdi la e mail info@occhisullecolline.it oppure facendo lo stesso con le singole associazioni interessate nello specifico, qualora si intenda partecipare ad iniziative mattina/pomeriggio (tipo la MTB o la due giorni a cavallo e/o altre di trekking).

Associazioni referenti:

La nostra associazione, non volendo sovraccaricare una giornata già di per se ricca di eventi si è riservata invece di posticipare al proprio prossimo programma  gli appuntamenti relativi al Parco.

nota di viaggio, per chi vuole arrivare a Pian della Rena in modo indipendente, senza aggregarsi a qualcuno: alla piazzetta di Montenero basso andare a sinistra, in direzione Castellaccio e, duecento metri prima della piazzola pic nic (sulla sinistra della strada), trovata un’altra piccola piazzola di sosta, con una sbarra, l’indicazione Parco e l’inizio di una sterrata della forestale, la si scende per circa 30 minuti.................................. ci vediamo là.  

Descrittivo:

il calendario delle attività è ripartito in orari ed iniziative dell’intera giornata, a seguire le attività mattutine e infine delle attività pomeridiane.

Attività in programma per l’intera giornata:

dalle 9:00 alle 19:00 trekking a piedi, Pian della Rena e ritorno (al termine delle iniziative pomeridiane), in compagnia di WWF Livorno e G.A.P.L;

dalle 9:30 alle 17:00 esposizione degli elaborati prodotti dai ragazzi delle scuole aderenti al progetto Scuole della sezione C.A.I. di Livorno;

dalle 11:30 alle 16:30 presentazione di INVOLEN, progetto europeo dell’Istituto di Biometeorologia del CNR, a cura del WWF, G.I.R.O.S., G.I.B.L. e G.A.P.L.;

dalle 11:00 alle 17:00 mercatino dei prodotti locali della Val del Riardo, allestito dal C.S.S.T.O.

Dalla mattina del 31 maggio "Trekking della Pace": due giorni a cavallo con pernottamento in tenda presso Pian della Rena. Partenze di due gruppi dall' ASD "Il Mandriolo" (Gabbro) alle ore 9:00 e alle ore 10:30

Programma delle attività mattutine:

dalle 9:00 alle 11:30, escursione guidata in mountain bike da Villa Corridi a Pian della Rena, in compagnia del Gruppo MTB del Circolo Porto;

dalle 9:00 alle 12:30 il percorso botanico del Sasso Rosso in compagnia del G.I.R.O.S., e del G.I.B.L.;

dalle 9:30 alle 12:30 segnatura dimostrativa del Sentiero 138 (Via per Pian della Rena) condotta dalla sezione C.A.I. di Livorno; dalle 11:30 alle 12:00 presentazione delle finalità e delle linee guida del Progetto Occhi Sulle Colline, a cura del WWF di Livorno;

dalle 12:30 alle 14:00 degustazione gratuita a base di carne alla brace e verdure grigliate curata dal Circolo Porto di Livorno.

Programma delle attività pomeridiane:

dalle 14:00 alle 14:50 dimostrazione di tecniche e materiali per la pratica di alpinismo sportivo ed escursionismo montano, a cura della sezione C.A.I. di Livorno;

dalle 14:30 alle 17:00 presentazione e visita guidata dell’antica Sorgente del Sasso Rosso, a cura di Legambiente, G.I.B.L. e G.A.P.L.;

dalle 14:30 alle 15:30 battesimo a cavallo per bambini, a cura dell’ a.s.d “Il Mandriolo”;

dalle 17:00 alle 18:30 visita al sacrario dei caduti presso il Castellaccio, a cura dell’ A.N.P.I.

NOTA - Per ulteriori dettagli e informazioni è possibile visitare il sito www.occhisullecolline.it e inviare una e-mail a info@occhisullecolline.it


Si ricorda che il pranzo è previsto al sacco e che sono previsti assaggi e degustazioni gratuite di grigliate varie, offerte dal circolo Porto MTB. Inoltre, al fine di ridurre la produzione dei rifiuti, si invitano i partecipanti a portare e a riportare a casa piatto, bicchiere, coltello e forchetta; da Castellaccio a Pian della Rena è predisposto un servizio navetta per i disabili. In caso di maltempo l’evento non sarà rimandato.

 

Lunedi 2 giugno: la Lucca dei vicoletti

Scegliendo di proposito la stagione estiva per non dover rimandare un’altra volta l’iniziativa, vi riproponiamo un suggestivo alternarsi di vedute, dall’alto e dall’interno, di alcuni dei luoghi più belli di questo antico borgo medioevale. Inizieremo passeggiando sulle mura, risalenti al ‘500 e simbolo della città, per scendere poi verso la Cattedrale di San Martino, con i capolavori di Nicola Pisano, Jacopo della Quercia e Tintoretto, il crocefisso del Volto Santo ed il monumento funebre di Ilaria del Carretto, arrivando quindi nella commerciale via Fillungo e nella piazza dell'Anfiteatro, antico foro romano e vero gioiello architettonico, con le sue botteghe artigiane, tutt'ora frequentate da pittori ed artisti. Spiegazioni del percorso  accompagneranno questa passeggiata “non solo foto”. 

info: correlatori Adriana Brontesi 328 3786239 o 0586 406468 e Anna Petrosino 0586 856177 o  cell 3202634720 (entro venerdi) 

 

Domenica  15  giugno -   DOGANACCIA -  LAGO SCAFFAIOLO

Il lago Scaffaiolo mt 1775 è uno dei laghetti naturali più suggestivi dell’Appennino ed è punto di partenza  per numerose escursioni, sul crinale tra Toscana ed Emilia, proprio sopra Cutigliano.

Da quassù la visuale spazia dal versante modenese del Monte Cimone a quello bolognese del Corno alle Scale, vicino al Rifugio Duca degli Abruzzi, ed è un ottimo banco di prova per i fotoamatori che non mancheranno certo di panoramiche da riprendere.

Percorso: dal paese di Cutigliano mt.1000, si sale tranquillamente fino alla località Doganaccia mt.1520 , anche  stazione di arrivo di una funivia. Da qui inizierà il nostro trekking, un po' come per gli escursionisti della foto accanto, per  il sentiero CAI 66 e per prati, arrivando facilmente al Lago Scaffaiolo in circa 1 ora e mezzo e superando un dislivello di circa mt 250. Ritorno per lo stesso itinerario.

Attrezzatura: scarponcini da montagna, giacca leggera impermeabile(sono frequenti i temporali anche estivi) difficoltà media.

Appuntamento h.8.30 alla Giglia - Info Fabio Paltrinieri 0586-505485 / 3387708578

riferimenti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Scaffaiolo

http://www.montagna-pistoiese-trekking.it/itinerari/scaffaiolo.pdf

http://www.comune.cutigliano.pt.it/index.php?pagina=pagine&id=279

http://aptpistoia.megamente.com/percorso_4_1_IT.cfm

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21 e 22 giugno: due giorni nel verde dell’Orecchiella

Al di fuori del nostro programma semestrale, dopo alcune richieste da parte dei soci, si è pensato di organizzare questo week end all’aria aperta in una località incantevole.

Per info in merito vi rimandiamo a Giovanna Massidda 333 9055927

e/o massiddagiovanna@gmail.com

nota per i partecipanti - 

Chi si fosse prenotato è pregato di CONFERMARE, contattando telefonicamente Giovanna entro giovedi 19

Il parco dell'Orecchiella si trova sul versante appenninico della Garfagnana ed è compreso tra i comuni di Piazza al Serchio, San Romano, Sillano e Villa Collemandina. Si tratta di un'area protetta dal Corpo Forestale dello Stato composta da imponenti foreste di faggio, castagno ed abeti ancora oggi popolate da numerose specie di animali selvatici come il lupo appenninico, cervi, mufloni, orsi e cinghiali. I cieli sono invece dominati da rapaci quali il falco e l'aquila reale. Il Parco Naturale dell'Orecchiella si divide in tre riserve naturali: "l'Orecchiella", "la Pania di Corfino" e "Lama Rossa", tutte gestite dal Corpo Forestale.

Il paesaggio è quello di un ampio altopiano dominato dal massiccio calcareo della Pania di Corfino, un territorio di oltre 5mila ettari che si estende dai 600 mt ai 2045 metri, dove la natura regna incontrastata.

approfondimenti

http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_dell'Orecchiella

http://www.parcoappennino.it/pagina.php?id=148

http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/431                 

Domenica 29 giugno - Dopo un semestre di passeggiate è il momento adesso di fermarsi un po’, per confrontarsi sulle iniziative effettuate, per rinsaldare le relazioni, per chiacchierare della futura programmazione ed anche per proseguire una tradizione ormai consolidata di sosta e convivio, un paio di volte l’anno, a dicembre e prima ancora a giugno. Quest'anno il nostro ritrovo sarà nel testato agriturismo " Il Meletto"  ( http://www.ilmeletto.it/) ed il "costo politico" sarà di €.15,00 a persona, mettendoci l'associazione il resto, anche come piccola forma di ringraziamento per averci accompagnato e sostenuto, partecipando alle nostre scarpinate. La zona è molto bella, in una vallata, in mezzo agli ulivi e proprio sotto i borghi di Usigliano e Casciana Alta, prestandosi benissimo anche come tappa del nostro concorso fotografico, con molti spunti sia architettonici che naturalistici..................beh! Senza altro aggiungere, vi aspettiamo numerosi, ricordatevi però di prenotare entro il 10/15 giugno.

Info e prenotazioni -Salvatore e Laura Picardi - 0586 861138 - 347 3637538 - s.picardi@esastudio.org

 

 

Domenica 7 settembre: L’isola di Palmaria

Un sito culturale di eccezionale valore “dove l'uomo e la natura sono riusciti ad integrarsi perfettamente con un paesaggio affascinante ed unico". Questa la motivazione con cui l'UNESCO,nel 1997, ha incluso nel patrimonio dell'umanità Porto Venere e le isole di Palmaria, Tino e Tinetto. L'isola Palmaria, in particolare, è la più grande delle tre isole del golfo, di forma triangolare, digradante in mare dolcemente ad est, rivestita da abbondante vegetazione mediterranea ed a picco ad ovest, con alte falesie punteggiate di grotte dove sono state ritrovate ossa fossili di animali pleistocenici quali il camoscio o il gufo delle nevi ma anche resti di sepolture umane, ad attestare la presenza stabile dell'uomo almeno a partire da cinquemila anni fa. La nostra escursione inizierà dal molo del seno del Terrizzo e proseguirà verso Punta della Scuola, per giungere al castello Umberto I, del XIX secolo, e proseguire verso cala della Fornace, chiamata così per la presenza di antichi forni per la produzione di calce. Da qui scenderemo poi all'insenatura del Pozzale, secondo attracco dell'isola ed andremo alla cava di Portoro, dove si estraeva uno splendido marmo dalle striature dorate, arrivando infine al Semaforo, una postazione militare situata nel forte Cavour, e terminando il nostro periplo a punta Carlo Alberto, proprio di fronte alla quale si staglia, inconfondibile, la chiesetta di San Pietro a Porto Venere. La passeggiata, per tutti, sarà di circa tre/quattro ore, escluse le soste. (vedere sotto - nel percorso - le due varianti escursionistica difficile e facile)

note di viaggio - lasciare l'auto al parcheggio "il Golfo", prima della discesa per Portovenere ( 5 euro il giornaliero) ed utilizzare un bus navetta (ogni 20 minuti ed al costo di 1 euro a/r) per scendere e risalire. All'imbarco è poi un chioschetto dove si distribuiscono i biglietti per andare alla Palmaria (€.4.50 a/r)

Info: Adalgisa Brogi 0586/894803 cell.338 8776130

Percorso:

Camminando in una vegetazione mediterranea rigogliosa, che spesso si arrampica su bianche pareti a picco sul mare, si aprono frequenti finestre sul vicino borgo di Portovenere, sull’isola del Tino e sulla costa di Lerici e Montemarcello. Sbarcati all’isola Palmaria in località Terrizzo (2 m), si prende a sinistra una stradetta asfaltata (segnavia) che costeggia uno stabilimento balneare e quindi si sterra prendendo quota tranquillamente con grandi panorami su Portovenere. Trascurata una carrareccia sulla sinistra, si effettua una larga curva a destra andando a superare un cancello metallico e giungendo ai resti di un manufatto militare. Qui si svolta a sinistra e poco dopo si lascia la pista principale per salire a destra su ampia mulattiera. Questa prende velocemente quota raggiungendo un’altezza prossima ai 110 metri e quindi inizia a scorrere in piano attraversando terrazzamenti ormai abbandonati. A fianco della mulattiera corre il tubo dell’acqua che da alcuni anni rifornisce le località dell’isola. Trascurate alcune vie minori sulla destra, si continua pressoché in piano (grandi spunti panoramici sull’isola del Tino) fino a che l’evidente sentiero non inizia la ripida e tortuosa discesa verso il mare. Questa termina nel piazzale dell’aeronautica (8 m) attraversato il quale si sbuca sul mare, nei pressi del pontile dove in estate giungono i battelli da La Spezia. Da qui parte la pista sterrata che, presa a destra, collega tutte le spiagge del Pozzale.

Particolare attenzione va posta al termine di un ampio spiazzo con pini, poco prima che la carrareccia raggiunga la cava di marmo dell’isola. Qui, a destra, parte il sentiero segnalato per il Semaforo. E’ questo un’ampia traccia che sale inizialmente tra piane arborate e poi nel bosco di leccio fino a sbucare all’aperto ad un modesto punto di passo (100 m) soprastante la Grotta dei Colombi. Davanti si innalzano ripide le bianche pareti della Punta del Pittone e tutto intorno sono molto evidenti i segni della storica attività estrattiva (da qui proviene il famoso marmo "Portoro"). Il sentiero, ora aereo e spettacolare, riprende a salire fino a sbucare sull’ampio pianoro su cui sorge il Semaforo.  A sinistra la strada è chiusa da divieto d’accesso perché zona militare. Sulla destra di questa, però, corre la carrareccia che raggiunge una ex fortificazione oggi trasformata in centro di educazione ambientale (da qui parte il sentiero Carlo Alberto, segnalato come difficile e che consigliamo solo ad escursionisti esperti). Dalla costruzione si prosegue diritti su ampia mulattiera trascurando poco dopo una scalinata sulla destra e giungendo ad un alto traliccio. Qui, sulla destra, scende tra la rigogliosa vegetazione uno stretto sentiero non segnalato ma perfettamente tracciato. Questo si fa largo nell’esuberante macchia mediterranea che a volte sembra quasi voler richiudere la via. Poco dopo si giunge sulle strapiombanti pareti che precipitano verso il mare. Qui il sentiero piega a destra rientrando nel bosco per poi riaffacciarsi un paio di volte sul mare. Raggiunta e attraversata una piccola cava abbandonata si continua in discesa obliquando a destra e affacciandosi sul versante panoramico su Portovenere. Poco dopo il sentiero confluisce su una più ampia mulattiera segnalata. Di questa si prende il ramo sinistro scendendo alle bianche rocce di Cala Alberto (o Carlo Alberto) e da qui, tenendosi nelle vicinanze del mare, si raggiunge uno stabilimento balneare. Attraversatolo, in breve ci si ritrova tra le poche case del Terrizzo. Una variante non meno interessante e per tutti, è la discesa per l'asfaltata, a tratti sterrata e sempre tra due ali di lecci, che, all'altezza del bivio con la strada dei condannati ed indicata con un pannello in legno con un cuore, prosegue poi a diritto ed in discesa in mezzo al bosco.

APPROFONDIMENTI:

http://it.wikipedia.org/wiki/Palmaria

http://www.parconaturaleportovenere.it/255.asp?id_lingue=1

http://www.portovenere.tv/isolapalmaria.php

http://www.parks.it/parco.porto.venere/iti_dettaglio.php?id_iti=2288

 

info turistiche e meteo

http://www.barcaioliportovenere.com/?page_id=3224

http://www.meteoam.it/?q=ta/previsione/9595/isola_palmaria

http://www.prolocoportovenere.it/it/

Domenica 21 settembre: al lago Scaffaiolo (Cutigliano). Il lago (mt 1775) è uno dei laghetti naturali più suggestivi dell’Appennino ed è punto di partenza per numerose escursioni, sul crinale tra Toscana ed Emilia, proprio sopra il borgo di Cutigliano. Da quassù la visuale spazia dal versante modenese del Monte Cimone a quello bolognese del Corno alle Scale, vicino al Rifugio Duca degli Abruzzi, ed è un ottimo banco di prova per i fotoamatori. Riprendendo l’escursione rinviata in giugno, dalla Doganaccia (mt 1520) saliremo al lago, per sentieri di cresta e formazioni prative, in 1 ora e mezzo, superando un dislivello di circa mt 250. Il ritorno sarà per lo stesso itinerario. Attrezzatura: scarponcini da montagna, giacca leggera impermeabile (sono frequenti i temporali anche estivi). Difficoltà media. Info Fabio Paltrinieri 0586-505485 / 338 7708578

Percorso: dal paese di Cutigliano mt.1000, si sale tranquillamente fino alla località Doganaccia mt.1520 , anche  stazione di arrivo di una funivia (in auto). Da qui inizierà il nostro trekking, per  il sentiero CAI 66 e per prati, arrivando facilmente al Lago Scaffaiolo in circa 1 ora e mezzo di cammino e e superando un dislivello di circa mt 250. Il ritorno per lo stesso itinerario.

riferimenti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Scaffaiolo

http://www.montagna-pistoiese-trekking.it/itinerari/scaffaiolo.pdf

http://www.comune.cutigliano.pt.it/index.php?pagina=pagine&id=279

http://aptpistoia.megamente.com/percorso_4_1_IT.cfm

 

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Domenica 5 ottobre: i sentieri del Parco ed il progetto OsC nota: spostata al 12 ottobre per aderire alla giornata europea dei Parchi, medesimo programma

Nell’ambito del “progetto occhisullecolline” (http://occhisullecolline.it/ ), le associazioni aderenti stanno portando avanti un programma di segnatura sentieri, realizzazione della cartellonistica e di pieghevoli con mappa dell'area, come già fatto per Pian della Rena lo scorso giugno. Questa volta l’area interessata sarà quella delle Sorgenti di Colognole e l’ass. Agire Verde, in questa zona, proporrà l’iniziativa “Valle Benedetta, Calvario, Colognole, acquedotto, Valle Benedetta”. L’escursione è abbastanza lunga ( h.4,30/5) ma permette sia di apprezzare il lavoro svolto dalle associazioni, sia lo splendido panorama della piana che da Colognole va a Parrana S.Giusto, al lago di Santa Luce ed alle colline pisane. Ricordiamo anche la valenza storica dell’escursione, perché la località detta “il Calvario” è così chiamata in quanto l’abate vallombrosano Colombino Bassi, verso la fine del ‘600, vi issò tre croci per ricordare il Golgotha (a quel tempo l’eremo della Sambuca era passato dall’utilizzo dei Gesuiti a quello dei Benedettini).

Nota: i dettagli del percorso, con note storiche, nel link http://www.agireverde.it/programma%202014.htm 
Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

   

dettaglio percorso: l’anello delle tre frazioni (monti livornesi)

Dalla piazzetta della Valle Benedetta, fermata bus, alla nostra sinistra troviamo la discesa per la Sambuca, che trascuriamo per andare invece a diritto ed in leggera salita. Dopo un breve tratto di sterrato, con alla nostra sinistra e recintati i ruderi di un antico mulino a vento, dopo 10/15 minuti siamo ad un evidente incrocio di sentieri. Tralasciamo quello davanti a noi che ci condurrebbe all’acquedotto del Poccianti, per la cava della Focerella, e  prendiamo invece a sinistra, seguendo le indicazioni di un cartello metallico.

Iniziamo a percorrere il bosco in leggera discesa e, dopo altri 20 minuti, trovando una sbarra alla nostra sinistra, sempre sul sentiero principale, vediamo, in alto ed alla nostra destra e proprio sopra un pino solitario, i ruderi di un vecchio podere, oramai soltanto un cumulo di pietre sormontate da alberi secchi e, dopo altri 20 minuti di salita, sulla collina di fronte a noi ed alla nostra destra, scorgiamo “la palla” della Valle Benedetta”, mentre a sinistra invece si apre l’ampio e splendido panorama della piana che da Colognole va a Parrana S.Giusto, al lago di Santa Luce ed alle colline pisane.

Il luogo dove siamo adesso è detto “il Calvario”, perchè l’abate vallombrosano Colombino Bassi, verso la fine del ‘600, vi issò tre croci per ricordare il Golgotha (nota: a quel tempo l’eremo della Sambuca era passato dall’utilizzo dei Gesuiti a quello dei Benedettini).

Restando sempre sulla sinistra del crinale e sempre su un largo ed evidente sentiero principale, trascurando quelli minori alla nostra destra, cominciamo a scendere per altri 20/30 minuti , arrivando alle prime case della frazione di Pandoiano (comune di Parrana San Giusto), dove, alla fine della discesa ed entrando nell’abitato, vedremo un lampione. Qui dovremo voltare a destra. Dall’iniziao della passeggiata sono trascorse circa  h.1,30/1.45, in base ad un passo più o meno veloce.

Andiamo adesso a diritto sull’asfaltata, trovando un circolo a.r.c.i ed un cartello di divieto di transito con l’indicazione strada privata, noi giriamo invece a sinistra (segni c.a.i. ben evidenti) ed arriviamo al guado del torrente Morra dopo altri 20/30 minuti. Fin qui circa h.2/2.30.

Al torrente, all’altezza di un ponticello in ferro in rovina, guadiamo e prendiamo il sentiero a sinistra (n°121) in salita, percorrendolo fino alla piazza principale di Colognole (30 minuti). Bellissimo il panorama sulla piana di Santa Luce, quello visto dal Calvario ma con visuale molto più ampia e ravvicinata. Sosta doverosa e quindi ritorno per l’asfaltata verso la Valle Benedetta. Dopo 10/15 minuti troviamo uno stradello, sulla nostra destra, dopo il cimitero e ben riconoscibile per una grande croce in ferro. Siamo il leggera discesa, camminiamo per circa 30 minuti ed arriviamo ad un nucleo di abitazioni, vicini nuovamente al torrente Morra che guadiamo ancora, trovando subito un bivio nel bosco, dove noi giriamo a destra. Il sentiero sale per 25/30 minuti e ci conduce a due abitazioni, da dove  proseguiremo per altri 45 minuti, arrivando ad un traliccio dell’alta tensione. La salita è un po’ faticosa ed è meglio non farla nel periodo delle piogge perché impraticabile. Il traliccio è sul percorso principale 00 dell’ippovia ed arrivati qui dove gireremo a destra per altri 20 minuti, terminando infine il nostro giro. Periodo consigliato da aprile ad ottobre. Difficoltà media per i frequenti saliscendi. Dal primo guado del Morra h.2,30. Possibili varianti di percorso in base all’orario di percorrenza e/o meteo, in pratica: invece di saltare l'acquedotto lo cerchiamo, risalendo verso la struttura, seguendo le abitazioni (seguendo la rete metallica divisoria, in salita) ed arrivando ad una cancellata. Le arcate dell'acquedotto sono a destra. Mantenersi sul percorso sotto le arcate ed arrivare in fondo, salire le scale interne, prendere il bosco in salita ed arrivare alla ex cava della Focerella ( roccette verdi di serpentinite) dove si prende a destra (siamo sullo 00), tornando in circa  h.0,45 alla Valle.

info sul progetto Occhisullecolline a  http://occhisullecolline.it/

Note storiche sui manufatti della zona Valle Benedetta/Pandoiano-Loti/Colognole, sono reperibili su questi link

http://it.wikipedia.org/wiki/Eremo_di_Santa_Maria_alla_Sambuca

http://www.comune.collesalvetti.li.it/site/home/mi-informo-per.../vivere-il-tempo-libero/luoghi-darte/articolo46000356.html

http://ambiente.comune.collesalvetti.li.it/site/home/tematiche-ambientali/il-sistema-naturale/aree-naturali-protette.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Acquedotto_Leopoldino

http://www.comune.pisa.it/wwfpisa/Trekking/Gite2007/Acquedotto_Leopoldino.pdf

http://www.comune.livorno.it/_cn_online/index.php?id=112&lang=it

http://occhisullecolline.it/index.php/centro-documentazione/aspetti-antropici/100-l-acquedotto-di-colognole

http://www.lalivornina.it/LIVORNO%20MONUMENTI/acquedotto_di_colognole.htm

Domenica 19 ottobre: verso il monte Corchia dal Passo di Croce –(mt. 1149)- saliremo alla base dei quattro Torrioni di Passo Croce per la marmifera, in un ambiente estremamente suggestivo che, in questa stagione senza neve e ghiaccio, si percorre facilmente e ci permetterà di raggiungere i prati sommitali e l'antecima Ovest del monte Corchia (mt.1652). E’ una via di cava che vale la pena di percorrere per il panorama selvaggio e ricco di pinnacoli rocciosi, splendido per la vista che ci offre sulle Apuane settentrionali, dal Sagro, al Pizzo, al Pisanino, alla Tambura ed al Sella con, in primo piano, l’ Altissimo,il Macina, il Fiocca, il Sumbra ed il Freddone. La visuale spazierà anche su tutta la costa, nelle giornate terse, da La Spezia alla Versilia ed alle isole. Percorso tipicamente montano, di media difficoltà (a/r - salita h.2/discesa h.1.30).

Percorso odierno, con scarpe trekking: Lasciamo l’auto sullo sterrato presso il passo e, a livello della maestà, alla fine della strada asfaltata, troviamo un monumento marmoreo dedicato agli ideatori della strada per Fociomboli. La strada che seguiremo però, biforcandosi subito, a diritto (segnavia 11) va a Fociomboli, a destra invece è chiusa da una sbarra che superiamo. Iniziamo a salire adesso verso la cava dei Tavolini, una via marmifera che si inerpica abbastanza ripidamente, di tornante in tornante, con belle fioriture di diverse specie ed una serie di gallerie scavate nella roccia viva, attorno e sotto il Corchia, mostrandoci prima le cime apuane e dopo, cambiando versante, la piana marina della Versilia. Pinnacoli rocciosi imponenti ci accompagneranno fino all’antecima ovest del monte (mt.1652) ed a cave abbandonate da dove, per la vetta, inizia un sentiero scavato nell’erba che arriva alla cima per lenti giri e dove noi interromperemo l’escursione odierna.

Info: Giovanna Massidda - cell: 333 9055927

nota - per escursionisti esperti e NON in inverno, indichiamo un itinerario tuttavia abbastanza impegnativo: Lasciamo l’auto sullo sterrato presso il passo, da dove si gode una splendida vista sulle Apuane settentrionali: Sagro, Pizzo, Pisanino, Tambura ed Sella e, in primo piano, Altissimo, Macina, Fiocca, Sumbra, e Freddone. Inoltre la visuale comprende tutta la costa dalla Spezia fino alla Versilia ed alle isole nelle belle giornate. A livello della maestà, alla fine della strada asfaltata, una palina indica il sentiero 10 per il passo dei Fordazzani da cui il bivio per il 141 per le Cervaiole ed il 10 per Campanice e, dopo pochi metri, c’è un monumento marmoreo dedicato agli ideatori della strada per Fociomboli. La strada che seguiamo si biforca subito: diritta (segnavia 11) continua per Fociomboli, a destra la strada, chiusa da una sbarra, sale per la cava dei Tavolini, noi seguiamo quest’ultima deviazione (in alternativa una traccia segnato di rosso, ma non numerato, sale al pannello verde). È una via di cava che sale abbastanza ripidamente con alcuni tornanti, belle fioriture di orchidee e tanti altri fiori. In 22’ arriviamo ad un pannello metallico verde molto ben evidente anche dal basso che dovrebbe servire per i telerilevamenti. La strada di cava continua per immettersi in una galleria; cento metri prima di essa, sulla sinistra, una freccia blu ed alcune scritte scolorite indicano la deviazione che dobbiamo prendere, sono passati 25’. La prima parte del sentiero non ha molti segni, ma è talmente battuta che il sentiero è evidentissimo tra l’erba. Esso sale subito in direzioni dei sovrastanti torrioni del Corchia e a 40’ ci troviamo proprio sotto al canalone tra il secondo ed il terzo. Seguiamo la cengia erbosa verso destra che contorna il terzo torrione con segni ben evidenti ed in 8’ arriviamo all’imbocco del canale del Pirosetto che si trova tra il terzo ed il quarto torrione. All’inizio c’è da superare un breve camino tra rocce che in 7’ facciamo senza alcun problema aiutandoci con le mani, poi segue una salita tranquilla. In questo modo aggiriamo il terzo torrione avendo a sinistra la mole imponente del secondo, il panorama è selvaggio e bellissimo, ricco di pinnacoli rocciosi. Al culmine della salita cominciamo a vedere la cima del Corchia e le cave; ancora poco ed a 1h 04’ inizia un tratto erboso che ci porta a 1h 21’ all’inizio della salita per l’antecima, sulla destra un bel luogo panoramico sulla zona verso mare. Il sentiero sale tranquillamente, in parte sulle rocce, sulla destra la cava del Corchia. A 1h 35’ siamo all’antecima ovest (mt.1652), poi scendiamo per risalire ad un’altra piccola vetta (1627m) poco più bassa da cui scendiamo alla sella (1h 40’) dove è possibile arrivare sia dalla cava dei Tavolini (quindi dalla strada che abbiamo lasciato per seguire i segni blu) che da Fociomboli seguendo la via di cava diretta alle abbandonate cave del retro-Corchia. Seguendo i segni a 2h 06’ siamo in vetta (mt.1678), dove ci fermiamo un quarto d’ora. La vetta è molto ampia ed è indicata da un ometto con una scritta nera sulla roccia. Dalla vetta il panorama si apre anche alle Apuane meridionali tra cui spicca la Pania della Croce in tutta la sua imponenza. Lungo la discesa i segni blu sono accompagnati anche da segni bianco-rossi sul marmo del monte. La discesa è tranquilla e segnatissima e in dieci minuti arriviamo ai ruderi del bivacco Lusa Lanzoni (1640m) degli speleologi, distrutto anni fa per protesta.  A 2h 52’ passiamo per un lastrone di marmo, molto semplice ed in basso scorgiamo i paesi di Levigliani e Terrinca. A 2h 57’ costeggiamo sulla sinistra un rudere e poco dopo la discesa continua tra sfasciumi di marmo. A 3h 31’ troviamo una palina con l’indicazione del sentiero (non numerato) che abbiamo fatto per il monte Corchia, questa indicazione è stata messa da poco per evitare che l’escursionista prosegua in avanti per altro sentiero che porta a cave abbandonate dalle quali è comunque possibile ascendere al monte.
Pochi minuti e troviamo sulla sinistra il sentiero per il rifugio, sulla destra bella vista sulle voltoline per il passo dell’Alpino. Il primo tratto del sentiero è scavato nell’erba, poi entra nel bosco.
A 3h 45’ arriviamo al rifugio Del Freo (mt.1180). Qua ci rifocilliamo e ci riposiamo per 40’ per poi riprendere il cammino. Il sentiero del ritorno è il 129 che per il primo tratto è in salita, tra piante di lamponi e rari alberi, che a tratti si infittiscono. A 17’ entriamo decisamente nel bosco di faggi che seguiamo con saliscendi. A 27’ c’è un breve tratto di ripida salita con voltoline scavate nel terreno argilloso che porta nel versante del bosco verso Fociomboli, il sentiero è sempre ben segnato.
Questo tratto dura 5’ poi ancora un po’ di salita e finalmente a 32’ inizia la discesa ed in una decina di minuti arriviamo ad un rudere. A 1h 05’ il sentiero arriva alla via di cava ed in pochi minuti a Fociomboli (mt.1285), importante nodo di sentieri. Oltre al 129 che abbiamo fatto, troviamo anche l'11 che faremo in discesa per il Passo e che, in direzione opposta, si dirige al Puntato e a Col di Favilla; poco distante, scendendo per il Puntato, inizia poi il sentiero per il monte Freddone.
A 1h 20’ troviamo sulla destra la deviazione per Campanice (ancora sentiero 129), all’inizio della quale c’è una maestà , la discesa continua per uno sterrato che a tratti è anche asfaltato, il Corchia con le sue bastionate rocciose rimane imponente sulla sinistra. A 1h 38’ troviamo a destra la marginetta Cocci e dopo dieci minuti siamo all’auto.

(Tratto da  http://www.escursioniapuane.com/itinerari/itinerario.aspx?Id_Itinerario=49)

approfondimenti -

http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Corchia 

http://www.turismo.intoscana.it/site/it/elemento-di-interesse/Il-meraviglioso-Antro-del-Corchia-a-Levignani-di-Stazzema-00001/  (dentro il Corchia)

http://www.stefanoguidaalpina.it/r-a-corchia.htm  (per esperti )

Domenica 09 novembre - Colonnata, tra lardo e castagne

Dal borgo di Colonnata, situato in un bacino montano tra i più sfruttati per l'estrazione marmifera nella storia delle Apuane, ci avventureremo verso i boschi soprastanti, entrando in contatto con la vita e le tradizioni di queste valli, dall'uomo cavatore e pastore alle coltivazioni dei boschi di castagno. Godremo dall'alpeggio di Vergheto, adesso in abbandono ma anticamente sede delle attività  silvo-pastorali del comprensorio e qui potremo sostare. Splendido il panorama, uno dei più suggestivi del versante a mare delle Alpi Apuane, situato com’è davanti allo splendido spigolo nord-est del Sagro ed all’intera catena apuana, dal Cavallo all’Altissimo. Nota: la raccolta delle castagne la effettueremo al ritorno, in discesa, come pure, al ritorno, ci prenderemo il tempo per esplorare Colonnata e le sue botteghe artigiane. Trekking di media difficoltà (dislivello mt.300) di circa h. 3/3.30 Pranzo al sacco, scarponcini da trekking e bastoncini da montagna utilissimi. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

Arriviamo a Colonnata dove ci fermiamo presso il parcheggio all’inizio del paese (meglio sotto il borgo però, prendendo una comoda bus/navetta  che ci porta tranquillamente su) Arrivati alla piazzetta principale di Colonnata sarà possibile riempire la borraccia.  Qua sono presenti le indicazioni dei due sentieri 38 e 195 (nelle cartine indicato con la vecchia numerazione come 48) che percorreremo nella nostra escursione. Noi prendiamo a destra per seguire il 38. Esso è all’inizio un strada asfaltata, superiamo una larderia e, salendo ancora per la strada ancora asfaltata e stretta, in 7’ arriviamo a una chiesetta con campanile: è la Cappella della famiglia Cattani. Saliamo ancora qualche minuto e la strada diventa un sentiero cementato. A 13’ abbiamo a sinistra una captazione d’acqua, il sentiero diventa una agevole mulattiera nel bosco e costeggia il Canale del Vento che scorre molto più in basso. A 22’ tralasciamo la mulattiera che continua in avanti e prendiamo a destra, superando il canale su un ponte metallico che di recente ha sostituito il vecchio ponte di tavole.
Presso il ponte c’è una piccola costruzione che può servire da riparo. Ora inizia la salita ripida e dopo un centinaio di metri il sentiero curva decisamente a sinistra per un tratto scalinato: esiste un evidente cartello per il Vergheto per evitare di proseguire e arrivare a un edificio usato dai pastori che è ben visibile dal sentiero che abbiamo appena fatto.
Dopo il primo tratto un po’ ripido il sentiero prosegue nel castagneto ameno con lunghi tornanti non faticosi. A 48’ il panorama si apre sulle Cave di Gioia verso mare. A 53’ siamo sul crinale presso un grosso castagno, qua arriva, da destra, un sentiero, sempre numerato 38, dalla strada che sale dal borgo di Forno, nel comune di Massa, al Vergheto-Pianello.
Saliamo e incontriamo le prime case del Vergheto. Questo è un piccolo borgo costituito da un gruppo di case, alcune in abbandono, altre invece restaurate e saltuariamente abitate dai proprietari, esso era sede di attività silvo-pastorali. A 59’ siamo presso una bella maestà (Maria Santissima del Bon Consiglio) restaurata di recente e di fronte c’è il nucleo principale delle case del borgo. Il panorama è splendido sul monte Sagro e sull’intera catena apuana dal Cavallo all’Altissimo e al Folgorito. Qui noi fermiamo l’escursione, con sosta pranzo e ci prepariamo al ritorno, prima con la castagnata e poi con la visita al borgo di Colonnata e, volendo, alle larderie. Totale percorrenza h.1,30/2 di salita ed 1,30 in discesa – dislivello c.a mt.300.

Nota per chi volesse proseguire, NON OGGI, e con l’avvertenza di andare avanti con estrema prudenza per alcuni tratti franosi ed esposti che si evidenziano a vista, si può prevedere una sosta di circa 10’, per poi continuare il cammino ed uscire da Vergheto con a sinistra la Cima d’Uomo e il monte Maggiore.
A 01h 11’ c’è un bivio: il sentiero 195 (ex 48) va a sinistra diretto al crinale della Cima d’Uomo e poi a Colonnata, mentre il 38, che prendiamo, va a destra per la Foce Luccica.
Continuiamo mantenendo il bosco a sinistra, mentre in alto a destra c’è il crinale. Salendo il panorama si apre su Maggiore, Cima d’Uomo e Sagro e, verso mare, la Cava dei Campanili che ha ormai distrutto la cresta spartiacque tra il bacino marmifero di Colonnata e quello di Miseglia. Il sentiero a tratti è costeggiato da ginestroni e nel tratto finale sale più ripido.
A 01h 37’ c’è un bivio: a sinistra si stacca il sentiero 172 per i Vallini e Foce della Faggiola, da cui si può salire al monte Sagro, mentre il 38 prosegue a destra.
Saliamo e, subito dopo, abbiamo lo stesso bivio per percorso diverso. A 01h 42’ siamo a Foce Luccica che è un intaglio alla base del cresta est del monte Spallone.
È presente un’icona marmorea dedicata alla Madonna. Il luogo è ameno e molto panoramico sulle Apuane, dal Sagro fino al monte Sella con, in primo piano, il monte Rasóri e il Poggio di Navola, qua è anche presente una ricca fioritura di crochi quando è il periodo adatto. Il sentiero prosegue per le Case dei Pisani ben visibili e per la Foce di Vinca, noi sostiamo17’poi torniamo indietro e prendiamo il sentiero 172 verso destra, in decisa salita. Il panorama adesso si apre decisamente sulle Cave dei Campanili, sulla cresta della Cima d’Uomo mentre a destra abbiamo le pendici dello Spallone. A 02h 13’ è ben evidente la via di lizza del padre Nostro che seguiamo verso sinistra.
La via di lizza a tratti è ben tenuta, mentre il panorama è sempre interessantissimo sulle Apuane e, in particolare, sulla cresta della Cima d’Uomo che abbiamo di fronte.
A 02h 25’ la via di lizza gira decisamente verso sinistra presso un interessantissimo forte: questo è un masso di marmo nel quale sono scavati molti fori per piri e sono rimasti i segni che le corde hanno lasciato sul marmo stesso. Infatti il marmo scendeva verso valle trattenuto da corde che venivano avvolte nei piri di legno. Superiamo alcuni ruderi a destra e seguiamo il crinale del monte molto panoramico: a destra ci sono le cave dei Campanili e il monte Maggiore. Mentre a sinistra la corona delle Apuane.
A 02h 39’ arriva dalla sinistra il sentiero 195 e cominciano ad apparire i segni sul crinale. Dopo qualche minuto il tracciato si sposta verso sinistra e a 02h 52’ siamo alla vetta, essa è priva di indicazioni ma è chiaramente il punto più alto da cui comincia una discesa abbastanza ripida. Pur essendo molto bassa essa permette di avere un panorama a 360°, in senso orario: Cava dei Campanili, monte Maggiore, Spallone e Sagro, foce Luccica, monte Rasori e poggio di Navola, Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura, Sella, Macina, Altissimo, Folgorito, cave di Gioia. Sostiamo per 15’ poi scendiamo verso Colonnata. La discesa è ben segnata e piuttosto ripida. A 03h 18’ seguiamo una cresta piuttosto larga, poi ci spostiamo verso sinistra tra rari alberi e continuiamo a scendere su tratti di roccia. A 03h 42’ curviamo decisamente verso destra, costeggiando il monte con qualche tratto su roccia da fare con un minimo di attenzione, poi riprendiamo a scendere in direzione di una pinetina. A 03h 59’ siamo nel boschetto da cui usciamo a 04h 15’, sempre su lastroni di roccia che ci portano in breve al paese e a una fontana dove ci dissetiamo. Arriviamo alla piazzetta della mattina e a 04h 29’ siamo all’auto.

(da http://www.escursioniapuane.com/itinerari/itinerario.aspx?Id_Itinerario=154) -  

Foto Alessandro Vecchi - dettagli su http://it.wikipedia.org/wiki/Colonnata_(Carrara)

Domenica 16 novembre - La farfalla, o ninfa, del corbezzolo (Charaxes jasius).

Una farfalla piuttosto appariscente, soprattutto per le grandi dimensioni, raggiungendo l'apertura alare gli 80 mm, con la pagina superiore delle ali bruna, a vistosi margini arancio, e la pagina inferiore invece a margini arancio con parti interne rosso mattone o a macchie scure, contornate di bianco. La femmina depone le uova sulle foglie del corbezzolo ed il bruco se ne nutre (da qui il nome comune della specie), osservabile fino agli 800 m di altitudine, soprattutto nella macchia mediterranea a corbezzolo. La proiezione/conferenza sarà presentata dal fotonaturalista Sergio Casini, nei locali dell’auditorium del museo di storia naturale di Livorno, via Roma n° 234 - alle h. 17. Info – Sergio Casini 328 8249272 – 0586 814101 ore serali

DETTAGLI :

http://www.santuariodellefarfalle.it/charaxes_jasius.htm

http://www.leps.it/indexjs.htm?SpeciesPages/CharaJasiu.htm  http://www.sardegnanatura.com/fauna-sardegna/162-schede-fauna-sardegna/insetti/158-farfalla-del-corbezzolo.html

http://www.treccani.it/enciclopedia/ninfalidi_(Enciclopedia-Italiana)/

http://www.sapere.it/sapere/approfondimenti/animali/invertebrati/charaxes-jasius.html

nota / si ricorda che sabato 13 dicembre verrà effettuata la proiezione e premiazione del secondo concorso fotografico Agire Verde, anche se più occasione d’incontro che sfoggio di abilità tecnica………….iniziate quindi a preparare le 5 foto da presentare, senza preoccupazioni. Le foto vanno spedite a Sergio Casini entro il 30 novembre - a questa e mail:  zerynpoly@libero.it

 

Domenica 23 novembre – le ville della lucchesia

  Le ville lucchesi, ovvero i palazzi in villa, si ritrovano nella campagna e nella zona collinare che circonda la Piana di Lucca e rappresentano ancora oggi un patrimonio di notevole bellezza. Costruite dal XV fino al XIX secolo come residenze estive alternative a quelle invernali in città, per volere delle classi più agiate della città di Lucca, queste prestigiose residenze sono ancora per la maggior parte in mano ai privati, attraverso passaggi di generazione in generazione. La struttura delle ville lucchesi è propria di un'opera d'arte, con ampi ed arborati giardini, portici, saloni, affreschi e statue, parchi con vasche, pescherie e laghetti e sono del tutto immerse tra olivi e vigneti, permettendo ai visitatori di entrare a contatto con una pluralità di valori che spaziano tra architettura e paesaggio, agricoltura ed attività tradizionali, in un'atmosfera contemplativa e intima. La visita, non potendo comprenderle tutte, ci porterà nella tranquillità ed eleganza di alcune di queste, ancora da scegliersi (in base ad orari e distanze) tra Villa Grabau, Villa Bernardini - Vicopelago, Villa Oliva - San Pancrazio, Villa Mansi - Segromigno a Monte e Villa di Camigliano – Camigliano. Info – Luisa Rocchi – 349 7114943

approfondimenti su:

http://www.comune.lucca.it/turismo/ville_lucca

http://www.villedilucca.com/ville-storiche-lucchesi.php

http://www.luccatourist.it/content.php?p=5.2

villa Torrigiani - foto Sailko (da wikipedia.org)

Domenica 7 dicembre - un “tuffo nel caldo” alle Terme di Venturina. A pochi minuti dal mare, anticamente conosciute come Aquae Populoniae, ricche di zolfo, alcali e terra, e sede di insediamenti prima etruschi e poi romani, sgorgano le acque di due sorgenti distinte (alla temperatura di 36 °C), estendendosi su di un'area vastissima, suddivisa in uno stabilimento termale, i “Bagni di Caldana” ed in un laghetto, detto “Il Calidario”, ricavato dal primitivo invaso delle acque. In ultima analisi: un ambiente incantevole che vale la pena di visitare, oppure rivisitare, soprattutto nel mese di dicembre quando l’estate è ancora lontana. Info: info: Rossano Poggi 0586 375131 (ore serali) o 331 1131900

 

Note a margine:
Le Terme di Venturina utilizzano le acque termali delle due sorgenti naturali che scaturiscono al suo interno, alla temperatura di 34°C (sorgente Canneto ) e 45°C (sorgente Cratere ). Dopo attente sperimentazioni effettuate dai più importanti istituti nel campo della ricerca medica, le acque termali della sorgente Cratere si sono rivelate efficaci nella cura di diverse patologie tra le quali: * * Malattie dell'apparato respiratorio * * Malattie dell'orecchio-naso gola * * Malattie reumatiche delle ossa e delle articolazioni * * Alcune malattie del fegato e delle vie biliari. La tipologia di questa sorgente è Acqua solfato - alcalino - terrosa

 

 

Sabato 13 dicembre - cena con proiezione e premiazione del secondo concorso fotografico Agire Verde. Un’occasione d’incontro, come lo è stato in giugno “al Meletto”, in cui è prevista una cena che seguirà la proiezione delle istantanee scattate dai soci durante le escursioni 2014 e la premiazione di quelle selezionate.

Per gli orari (presumibilmente foto dalle h.17.30/ cena dalle h.20.30) sentire Luisa Rocchi – 349 7114943 alla quale dovranno arrivare le prenotazioni, ENTRO IL 30 NOVEMBRE, per le modalità di partecipazione alla proiezione e la consegna delle foto invece, via e mail a zerynpoly@libero.it, sentire  Sergio Casini 328 8249272 – 0586 814101 ore serali , sempre ENTRO IL 30 NOVEMBRE - nota: il locale dell'iniziativa è il DRAKK in via Provinciale Pisana 637/d e la cena avrà un "costo politico" di €.15.

  

l’esito del 1° concorso fotografico Agire Verde, dedicato a don Andrea Gallo, è stato:

1° Rossano Poggi – 2° Florenzo Gambaccini – 3° ° Florenzo Gambaccini.           

le immagini sono visibili nel link dedicato  -   http://www.agireverde.it/fotoambienti%202.htm

Informiamo che a partire dalla prima escursione del 2014 avrà inizio il secondo, con il suo epilogo nell’ormai  tradizionale incontro di dicembre. Saranno ammesse soltanto le fotografie del corrente anno solare, scattate durante le iniziative dell’associazione.

Le 5 foto da presentare vanno spedite a Sergio Casini entro il 30 novembre - a questa e mail:  zerynpoly@libero.it

 

 

altre escursioni in fase di studio:

Dal Passo Croce, per Fociomboli, al rif.del Freo (anello)

(In auto) Si seguono le indicazioni per Seravezza, raggiunta la quale si prosegue lungo la SP10 del Cipollaio, fino ad oltrepassare le deviazioni per Levigliani e per Terrinca, poi, poco dopo (1Km circa), si prende la strada sulla destra, che, salendo tortuosamente, ci porta in circa 6 km, dapprima, al Passo Croce, e quindi allo sterrato, dove, in uno degli spiazzi che si trovano ogni tanto sulla sinistra, si può lasciare l'auto.  h.1.45 da Livorno. Dal traliccio, se non si vedono troppe auto, si può percorrere lo strabello fin dove è possibile.
escursione

Si sale lungo lo sterrato dove si è parcheggiato la macchina, sotto le guglie del Monte Corchia  ed in breve si arriva al passo Croce (mt.1147).
Un palo con le indicazioni dei sentieri ed i tempi di percorrenza  ci indica sulla sinistra lo stradello della forestale che scende in comune con il sentiero nr.11, tra il versante Sud-Est del Monte Freddone e quello Nord del Corchia.
Si percorrono alcune decine di metri, finchè, appena oltrepassata una marginetta sulla sinistra, notiamo, sulla destra, il segnale biancorosso del sentiero 11, una scorciatoia per evitare i tornanti dello stradello. Poco più in basso si trova ,sulla nostra destra,  una seconda marginetta ed  a questo punto abbandoniamo definitivamente lo sterrato che prosegue dritto  e prenderemo al ritorno, per scendere  sulla sinistra,  sempre seguendo il segnavia nr.11, arrivando alla torbiera di Fociomboli (m.1150), unica area umida delle Apuane  che, grazie agli strati impermeabili del suo sottosuolo, raccoglie e trattiene le acque reflue dai monti intorno. Sempre seguendo il sentiero 11, scendiamo ancora fino ai prati di Puntato (m.1050), borgo ora abbandonato ed un tempo pascolo estivo dei pastori di Terrinca, vasto declivio erboso e soleggiato da cui si gode la vista del Pizzo delle Saette, della Pania della Croce e del Corchia. Arrivati alla chiesina del Puntato  si svolta a destra e, percorso un sentiero alberato per circa 10 minuti e lasciato definitivamente il sentiero 11, che prosegue per col di Favilla e poi per Isola Santa, prendiamo il 128 in salita, arrivando al rifugio del Freo (mt.1180).

Una volta al rifugio, dove è splendida la vista sulla Pania della Croce, dopo una meritata sosta, torneremo  per il sentiero 129 e quindi, seguendo delle tracce di vernice gialla, ben evidenti e frequenti, saremo di nuovo ai declivi erbosi di Fociomboli prima e allo sterrato della forestale, che avevamo lasciato prima di scendere per il sentiero 11, poi.

Tempi di percorrenza: la salita al passo Croce, dalle auto, 0.30/0.45 minuti (variabile per dove si lascia l’auto).

Dal Passo Croce a Puntato h.1.30 (discesa). Da Puntato al rifugio x il n°128 h.1.15 (salita). Dal rifugio ai prati di Fociomboli h.0.30 (discesa).Per lo sterrato fino alla marginetta (leggera salita) h.0.45  poi, dalla marginetta, per lo sterrato,  al Passo Croce (salita) h.0.30 e h.0.30 (discesa) per arrivare alle auto (variabile). Tot. circa 4 ore, da passo Croce a passo Croce.

Da Farnocchia a sant'Anna di Stazzema (anello)

il M.Lieto è una cima delle Apuane meridionali vicinissima al mare, un punto panoramico di prim’ordine, non solo sulla conca di Camaiore e la Versilia ma anche sulle altre vette delle Apuane. In più, se la giornata è tersa, lo sguardo spazia tranquillamente fino al golfo di La Spezia e oltre, distinguendosi molto bene sia la Palmaria che il Tino. L’itinerario parte da Farnocchia, gira attorno al m. Lieto e ridiscende a Farnocchia, descrivendo un anello.

Descrizione percorso:

A Farnocchia (mt.646), oltrepassata la piazzetta dove si trova il monumento ai caduti della Grande Guerra, prendiamo a destra del negozio di alimentari, e, sulla nostra sinistra, prendamo per il sentiero 3, trovando le indicazioni per la Foce di Farnocchia e Sant’Anna di Stazzema. Saliamo per il castagneto e, dopo h.0.15 troviamo il bivio col sentiero 4, che trascuriamo. Altre h.0,45, sempre sul 3, e troviamo una marginetta. Continuiamo per lo stesso sentiero che diviene francamente sassoso e saliamo ancora per poi scendere, sempre seguendo i segni bianco/rossi, passando accanto ad una palestra di roccia ( con rinvii e spesso scalatori), trovando infine un ampio spiazzo erboso, dopo altre h.0,45. Siamo alla foce di S.Anna (mt.830) e qui possiamo decidere se proseguire per il sacrario (h.0.45) oppure scendere direttamente sotto la chiesa di S.Anna, prendendo per il canalone proprio davanti a noi e l’asfaltata dove finisce (h.0.30) – un bivio ci indicherà l’opzione possibile. Da Farnocchia a qui sono passate circa h.2.15/2.45 (secondo il passo). Sosta alla chiesa dell’eccidio. Il ritorno sarà dalla piazza sotto S.Anna, dove c'è il parcheggio insomma, quando prendiamo il sentiero 4 (inizia con una scaletta) e, dopo circa 30 minuti di salita, siamo sull’asfaltata voltando a destra e, in 10 minuti, passata casa Moco (con cartello commemorativo), siamo in località Case Sennari (mt.720) dove, sulla ns.sinistra, troviamo le indicazioni del sentiero 4 diretto a Farnocchia. Il sentiero, inizialmente in aspra salita, diventa poi un’ ampia mulattiera a pendenza più dolce, sempre nel bosco,  con a destra ed in basso l’abitato di S. Anna ed il Monumento alle vittime della strage, ben visibile. In h.1/1,15 arriviamo ad un bivio dove il sentiero 4 sale a sinistra alla Foce di Farnocchia (quello sulla ns.destra, va invece al monte Gabberi e non lo prendiamo). Andiamo invece per il nr.4 essendo subito alla foce di Farnocchia o "Le Focette" (mt.873) dove, tra gli alberi, possiamo ammirare i monti apuani, da sinistra a destra, il m. Corchia, le Panie, il Nona, il Matanna, il Prana ed il m.Piglione. Scendiamo per un bosco a castagni e faggi, e concludiamo il nostro anello con a vista Farnocchia, in circa h.0.45.

Totale, con passo lento e fotografando, andata h.2.45/ritorno h.2.45. Dislivelli: Farnocchia mt.646/Foce S.Anna mt.830/S.Anna mt.660/Casa Sennari mt.720/Le Focette mt.873/ Farnocchia mt.646. Media difficoltà con 200 metri di salita due volte ed altrettante in discesa. nota: scarpe robuste, utili bastoncini e tenere di conto le ore di luce possibili.
 

Da Pomezzana al rifugio Forte dei Marmi

La strada asfaltata ci porta a un parcheggio non molto distante dalla chiesa principale di Pomezzana, dedicata a S. Sisto, col suo grande campanile.
Il luogo è panoramico su Farnocchia, Stazzema e il Monte Lieto e il Gabberi.
Il sentiero 106, ben segnato, inizia da questa piazzetta: saliamo pochi scalini lasciandoci alle spalle la chiesa e siamo nel paese.
Percorriamo alcune strade salendo prima lievemente poi più decisamente.
A 10’ inizia una mulattiera lastricata con ardesia che corre parallela all’abitato di Pomezzana, il quale si allunga sul crinale ben esposto al sole.
A 17’ siamo su una strada e il sentiero si dirige a sinistra.
C’è una casa e il sentiero continua in lieve discesa (evitare la salita verso destra), tra gli alberi si scorgono, verso sinistra, Stazzema e di fronte il gruppo del Procinto.
Il sentiero poi prende a salire e a 30’ siamo presso una zona di cave di ardesia, di tentativi di cave e di ripari sotto roccia.
A 37’ incontriamo una casa in muratura e subito dopo l’edificio principale delle cave, ormai semi distrutto. Dietro esso ci sono gli ingressi della miniera parzialmente coperti da edere che formano una cortina discendente, diamo un’occhiata e poi proseguiamo il cammino.
A 50’ siamo a un luogo molto panoramico, anche se ci sono rami di alberi a ostacolare la visibilità, su Procinto, Nona, Matanna e la zona delle Panie.
Continuiamo con saliscendi mantenendo sulla sinistra Procinto e Nona mentre il Matanna rimane di fronte. A 01h a destra c’è un’altra miniera presso la quale c’è un immenso blocco di ardesia coperto in parte da edere.
Subito dopo superiamo un canalino e poi riprendiamo a salire.
A 01h 08’ troviamo dei ruderi, forse di un’antica maestà e a 01h 16’ superiamo un altro ruscello che scende dai monti scavando un ripido canale.
Subito dopo un’altra antica costruzione che sembra una calchera (struttura per produrre calce).
Il sentiero prende a salire e per qualche minuto la salita si fa più ripida per strette voltoline per poi addolcirsi e a 01h 41’ siamo presso il Rifugio Forte dei Marmi.

Sosta e ritorno per la stessa via.

da Montemarcello a Tellaro (anello)

Dalla cima del promontorio del Caprione, immerso nella vegetazione mediterranea, lascia senza fiato il panorama del golfo di La Spezia a ovest e della fertile piana del fiume Magra, a est. Apprezzata dai Romani, che vi fondarono l'insediamento di Luni, l'area fluviale alterna coltivazioni e zone umide, ove nidificano uccelli acquatici, a settori assai compromessi. Il parco, nato dalla fusione del precedente parco fluviale e dell'area protetta di Montemarcello, rappresenta quindi un esperimento (riuscito!) di riqualificazione di zone degradate, tant’è che la porzione di Parco in cui andremo è veramente bella. Dal borgo di Montemarcello, con le sue viuzze strette che s'intersecano ad angolo retto, ricordano un "castrum" romano, saliremo verso l’orto botanico, splendidamente collocato sulla sommità di Monte Murlo, e sosteremo a Tellaro, piccolo borgo marinaro abbarbicato sopra una penisoletta rocciosa digradante ed ultimo abitato della riva orientale del Golfo dei Poeti. Il ritorno sarà  per un sentiero a mezza costa, solo recentemente riaperto, attraverso tratti di macchia mediterranea che si alternano alla folta lecceta. Trekking di media difficoltà ma abbastanza lungo, con tratti segnalati come esposti in cui fare attenzione e salite/discese su terreni sconnessi (in particolare per Tellaro da Zanego). Tempo occorrente circa 5/5,30 ore.  

Descrittivo: Una volta giunti a Montemarcello si parcheggia e si entra nel paese attraverso l'antica porta (scegliendo il parcheggio che incontriamo seguendo l'indicazione stradale a destra. A sinistra ne troveremmo un altro che per adesso trascuriamo). Proseguiamo a destra della chiesa parrocchiale dove si scende lungo una scalinata, al termine della quale si attraversa la strada asfaltata, percorrendo circa 100 metri in una stradina tra le case. Attraversata che avremo la strada e trovato un altro parcheggio, quello di cui si diceva prima e che però ci priverebbe della visita al borgo ed anche ai punti panoramici su punta Corvo, si scenderà l’asfaltata in direzione Lerici per 5 minuti, trovando un sentiero segnato ( a destra) che seguiremo fino a Tellaro (n°433).Nota - da adesso seguire sempre il n°433.

Saliamo a destra e ci inoltriamo per 30 minuti in una folta macchia a leccio, uscendone per ritrovare l’asfaltata e, dopo 5 minuti e sempre alla nostra destra, troviamo la continuazione del sentiero 433 per Zanego/Lerici, salendo per altri 15 minuti, in un bosco a pini d'Aleppo e lecci. Altro attraversamento dell’asfaltata ed altri 15 minuti, di salitella col selciato in pietra e due muri a secco che lo delimitano, ed arriviamo ad un punto panoramico, con apertura sul golfo dei poeti, la Palmaria e Porto Venere (siamo ad un bivio col sentiero 437, per l’orto botanico). Noi andiamo a diritto ed in altri 15 minuti siamo a Zanego, nella zona dei coltivi e degli orti e poi tra le case della piccola frazione.

Siamo adesso nuovamente sull’asfaltata che attraversiamo, col ristorante Pescarino davanti a noi, dove, seguendo i segni bianco/rossi tracciati sul muro ( alla nostra destra) scendiamo per 20 minuti il sentiero, tra le abitazioni, arrivando alla segnalazione per Tellaro, davanti a noi ed in discesa ed Ameglia, in discesa ma alla nostra destra. Fin qui sono passate circa h.1.45/2.

Scendiamo per Tellaro, facendo attenzione al fondo sconnesso ed a alcuni punti franati e non troppo larghi. Altri 60 minuti e, passato il bivio per Portesone e Lerici, infine arrivati a Tellaro (borgo incantevole!)in altri 10 minuti, torniamo indietro per il sentiero 444, recentemente riaperto dal CAI di Sarzana e segnalato come con tratti potenzialmente pericolosi e da percorrere con molta attenzione, ed in altre h.1,45 a mezza costa torniamo a Montemarcello e volendo a punta Corvo (bellissimo promontorio ma cui si arriva dopo una scalinata con ben 700 gradini!). Trekking di media difficoltà ma abbastanza lungo, con tratti segnalati come esposti ed in cui fare attenzione. Salite/discese su terreni sconnessi (in particolare per Tellaro da Zanego). Tempo occorrente circa 5/5,30 ore.  

L’area S.I.R del monte Pelato, da Le Spianate (Castiglioncello) a Castelnuovo della Misericordia

In auto si va per la S.G.C. e si esce a Castiglioncello, prendendo e la prima strada a sinistra, per tornare verso Livorno (località Spianate, ma si entra e si esce subito). Alla rotonda che immette nuovamente sulla superstrada per tornare a Livorno (fare molta attenzione) si gira subito a destra, dove si legge Casale del mare e, parcheggiata l’auto, il sentiero inizia (segnali bianco/rossi del C.A.I). Il percorso ricalca una antica strada di collegamento tra il borgo medioevale di Castelnuovo della Misericordia e le aree di pesca di Quercianella e Castiglioncello, dove si portava legna, grano e carbone per imbarcarle e trasportarle nei depositi portuali di aree limitrofe e più grandi. Un percorso storico quindi sull’utilizzo di questa viabilità ma anche naturalistico, trattandosi della SIR (sito di interesse regionale) del monte Pelato, con tipologie di habitat particolari, e paesaggistico perché da qui la vista spazia sull’intera costa della Provincia, nelle giornate terse. Il percorso inizia seguendo il segno bianco/rosso che si biforca in 188 e 188c. Saliamo per il 188c (a destra) per circa mt.45 di salita ed arriviamo proprio sotto il m.Pelato da dove, dopo che la vista ha spaziato sulle secche di Vada ed oltre, si continua per altri 15 minuti, fino ad incrociare lo 00 che a destra scenderebbe a Rosignano M.mo, a sinistra sale verso Pian dei Lupi e Nibbiaia ed una terza deviazione che prendiamo va a Castenuovo della Misericordia.

Il ritorno per il sentiero 188 (h.1.15) tra due ali di bosco a leccio, corbezzolo e lentisco e per una carrareccia sassosa.

Il promontorio del Caprione, dal mare al fiume (zona a sud).  Annoverato tra i Borghi più belli d'Italia, Montemarcello si affaccia sul mare dal punto più esposto del promontorio e girovagare per le sue viuzze dà l'impressione di entrare in un quadro naif. Nei dintorni del paese poi, la natura è protagonista con insenature splendide (punta Corvo e punta Bianca), alte scogliere, l'orto botanico, la macchia mediterranea ed estesi boschi a leccio, roverella e pino d’Aleppo. L’escursione odierna attraverserà il promontorio del Caprione, dal mare (al punto panoramico di sosta scorgeremo le isole Palmaria, Tino e Tinetto, di fronte a Porto Venere) al fiume (il ritorno costeggerà dall’alto la foce del Magra).

Descrittivo: Una volta giunti a Montemarcello si parcheggia  e si entra nel paese attraverso via delle mura, in salita (guardare a destra della piazza, dalla parte opposta all’asfaltata verso Ameglia). Ancora nell’abitato troviamo subito un bivio e, trascurando l’indicazione a dx per Lerici, andiamo a sinistra (via del Corvo) sbucando sull’asfaltata che attraversiamo. Fin qui 10/15 minuti. Oltrepassata la carreggiata andiamo per il sentiero 4 (per Zanego/Tellaro) ed in breve troviamo un bivio che prendiamo a dx per punta Corvo, proseguendo fino ad un ulteriore bivio dove a sx si andrebbe alla spiaggia di punta Corvo e noi, a dx, andiamo invece verso punta Bianca/Tellaro. Inizia ora un sentiero indicato come difficile che noi prendiamo per circa h.1.00, tra muretti a secco, olivi, macchia e vista sul mare di Portovenere. Abbandoniamo questo sentiero quando si incontra la discesa verso la costa (si riconosce perché scende decisamente e pericolosamente, ma prima, alla nostra destra, avremo scorto una casa verso la quale andiamo. Seguiamo la carrareccia – siamo in via Borea 35 - e troviamo l’asfaltata dove andiamo a sx, attraversiamo e cominciamo a salire per il sentiero n° 433 per Zanego/Lerici. Saliamo per 15 minuti, in bosco a pini d'Aleppo e lecci, lungo un’antica mulattiera e riattraversiamo l’asfaltata percorrendo una salitella ben riconoscibile col selciato in pietra e  due muri a secco che la delimitano. Sono altri 15 minuti di cammino che ci portano ad un punto panoramico, con apertura sul golfo dei poeti, la Palmaria e Porto Venere. Qui sostiamo per goderci un meritato riposo. Andando avanti si andrebbe alla località Zanego da cui si dipartono i sentieri per Ameglia e Tellaro e/o Barbazzano (ancora 15 minuti) ma noi , lasciando invece questa opzione, andiamo verso l’orto botanico col sentiero 437, seguendo sempre le indicazioni Orto Botanico/monte Murlo. La mulattiera si allarga, diventa stradello e sale, fino quasi a trovare l’orto botanico che però non raggiungiamo perchè noi deviamo a dx per un sentiero indicato per MTB (dal punto panoramico: complessivi 30 minuti). Bellissima adesso la macchia boschiva ed il sentiero, finalmente, dopo aver trovato uno spiazzo con un manufatto e tre alti scalini, scende, diventando però molto sassoso e quindi da percorrere con attenzione. Siamo sul n°1 per Montemarcello che discendiamo in 30 minuti, ritrovando l’asfaltata. Attraversiamo e siamo al cimitero, dietro il quale inizia il sentiero 411 per Montemarcello che, in ancora 30 minuti, ci riporta esattamente alle auto, non prima di averci regalato impagabili scorci sulla foce del Magra. Abbiamo percorso il promontorio del Caprione da ovest ad est e preso visione di ogni variante sentieristica della parte sud del parco naturale di interesse regionale di Montemarcello Magra.  Tot. Circa h.3.00 escluso soste, anche fotografiche, nel borgo.

La valle del Fosso del Molino nuovo e Pian della Rena

Con molta probabilità il termine Pian della Rena deriva dal fatto che il disfacimento naturale delle rocce gabbriche della zona fa assumere alla superficie del terreno un aspetto sabbioso. La denominazione “Cava delle matite” invece, deriva dagli scavi per l'estrazione della steatite (varietà compatta di talco) che aveva vari utilizzi ma, in particolare, veniva usata in sartoria per disegnare i tagli di stoffa (gesso da sarti). La steatite dunque, serviva anche per....scrivere e disegnare ed i livornesi iniziarono a chiamarla... “Cava delle matite”. Nella zona si trovano anche alcuni edifici, un ponte ed una strada, che furono costruiti a seguito dello sfruttamento della steatite. Interessante è poi la presenza di una sorgente, del Sassorosso”, che conserva ancora delle strutture, attualmente fatiscenti, la cui acqua iniziò ad essere messa in vendita già dal 1843. La vallata è coperta da una fitta macchia mediterranea con interessanti aspetti botanici, in particolare lungo il corso del Botro Molino.  

percorso

dall’area di sosta al Castellaccio si scende a visitare la fonte del Sasso Rosso (primo sentiero a sinistra del parcheggio). Si scende poi, con molta attenzione, alla tagliafuoco sottostante (sentiero n°138) e lo si percorre in discesa per h.0,30, fino a Pian della Rena. A vista della costruzione si prosegue per il sentiero 138, in salita per h.0,15, fino all’intersezione col n°140, girando qui a sinistra a trovare, sempre sulla ns/sx il sentiero 134. Questo bellissimo sentiero nella macchia scende per h.1.45, in zona “cava matite” ed arriva a un evidente bivio dove noi, lasciando il 134, scendiamo per la bretella di raccordo 134 a, altre h.0.15 e, terminata la discesa, talora difficoltosa, siamo sul sentiero 136 che costeggia il botro Molino. Passando adesso un paio di ponti in muratura,  in leggera salita per h.0.45, e torniamo a Pian della Rena, prendendo il sentiero 138 a destra, al contrario dell’andata, per essere in h.0,45 all’asfaltata ed in altei h.0.10 alle auto.

Totale escursione, escluso soste e visita alla fonte del Sasso Rosso, h.4.30 circa.

Escursione di media difficoltà, per lunghezza e saliscendi, molto utili i bastoncini ed obbligo di scarponcini robusti.

Infosoci: Tutte  le iniziative sono riservate agli associati (Euro 15 annui singolo, 20 familiare), che, tramite la quota associativa annuale, vengono a rendersi compartecipi delle spese di gestione, rendendo così possibile il funzionamento amministrativo dell'Associazione stessa. L'iscrizione è possibile partecipando ad un'iniziativa, versando la quota al referente dell'iniziativa stessa che poi la consegnerà al tesoriere. L'iscrizione ha validità annuale e la quota verrà richiesta entro il mese di aprile dell'anno successivo.

nota: tramite una mailing list vengono effettuate agli associati delle comunicazioni di vario tipo, dai periodici incontri direttivo/soci ad eventi interessanti gestiti anche da altre associazioni etc.etc e, chi vuole ricevere tali informazioni ed ancora non è nella mailing list è sufficiente che lo comunichi ad agireverde@tin.it . Per  partecipare alle diverse attività dell'associazione invece, si ricorda che, diventando soci, ci si corresponsabilizza, finendo per avere tutti eguali diritti/doveri e pertanto, non esistendo accompagnatori professionali,  i referenti occasionali che si prestano alla conduzione, auspicati in rotazione, non saranno mai da considerarsi responsabili per eventuali incidenti (anche se improbabili) che possano verificarsi in occasione delle diverse iniziative. Ultima informazione: da quest’anno il Comune si è ripreso i locali che ci aveva affidato come sede e quindi, in attesa di nuova collocazione, l’indirizzo dell’associazione Agire Verde diviene non più postale (via Anna Frank 17) ma unicamente on line (agireverde@tin.it).

Il sito dell’associazione è invece rimasto lo stesso: www.agireverde.it