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                        PROGRAMMA DEL 1° SEMESTRE 2015 ( CLICCA PER VEDERE RIEPILOGO) (gennaio/giugno)

                                 PROGRAMMA DEL 2° SEMESTRE 2015 ( CLICCA PER VEDERE RIEPILOGO) (settembre/dicembre)

 

Si ricorda che le iniziative sono riservate agli associati, i quali, con il tesseramento annuale si rendono compartecipi delle responsabilità e dei costi di gestione dell’associazione stessa. Chi non è socio, può comunque partecipare una tantum alle escursioni, versando però 5 euro che verranno considerate come acconto del successivo tesseramento, da effettuarsi in occasione di una futura uscita ( €.15 singolo/€.20 familiare ).

L'iscrizione ha validità annuale con rinnovo entro il mese di aprile dell'anno successivo e si può effettuare o partecipando ad un'iniziativa e versando la quota al referente dell'iniziativa stessa, che poi la consegnerà al tesoriere, oppure contattando direttamente il tesoriere: attualmente Luisa Rocchi - luisa.massimo@gmail.com - 349 7114943

note e regole di partecipazione (punti 2 e 4):

1) tramite una mailing list vengono effettuate comunicazioni di vario tipo agli associati, dai periodici incontri in sede ad eventi interessanti ma gestiti da altre associazioni etc.etc................chi vorrà ricevere tali informazioni è sufficiente che lo comunichi ad agireverde@tin.it .

2) per partecipare alle diverse attività dell'associazione poi, si deve prendere atto che, diventando soci, ci si corresponsabilizza nella gestione dell'associazione stessa, divenendo tutti con eguali diritti/doveri e quindi è tacitamente inteso che, non esistendo accompagnatori professionali, i referenti occasionali che si prestano alla conduzione ed auspicati in rotazione, non saranno mai da considerarsi responsabili per eventuali incidenti possano verificarsi in occasione delle diverse iniziative. E' sottinteso che sia opportuno verificare le proprie condizioni fisiche prima di partecipare alle escursioni, benchè siano sempre previste per essere alla portata di tutti.p

3) essendosi il Comune ripreso i locali che aveva affidato alle associazioni, attualmente non abbiamo sede ufficiale come molte altre associazioni livornesi, tuttavia, grazie all'interessamento del museo di storia naturale di Livorno, direttrice dott.Anna Roselli, possiamo utilizzare come luogo d'incontro alcuni locali annessi, in via Roma 230, dove anche e mensilmente l'associazione si trova con gli associati, generalmente il primo mercoledi di ogni mese ma comunicando per e mail la data esatta, per discutere di tutto un po', a partire da un o.d.g. prestabilito.

4) Ricordiamo infine che partecipando ad una iniziativa, quando non previsto altrimenti, è opportuno farlo sapere entro il venerdi sera precedente, al più tardi (lasciando nome, numero di partecipanti e telefono) per essere avvertiti di eventuali mutamenti di programma anche all'ultimo minuto senza correre il rischio di arrivare nel luogo dell'appuntamento quando questo è stato precedentemente annullato per maltempo o altro motivo.

 programma 2015 (da gennaio a giugno)    

NOTA: per approfondimenti e dettagli cliccare sul link dell'iniziativa -

 

Domenica 11 gennaio – passeggiata sul promontorio del Romito - Questo percorso prevede l’attraversamento della macchia costiera di Calignaia verso il Poggio delle Monachine, una rete di percorsi raccordati tra loro, a partire dalla scogliera, dove sono ben visibili le piante pioniere e le tracce di secolari lavori di estrazione dell’arenaria, proprio alla foce del Botro Calignaia. Inutile elogiare il panorama, ben noto a tutti. Il percorso è semplice ed inizia al Km.6.9 della sp.9 (ci si arriva dalla strada del Castellaccio, dopo Montenero e dopo il parcheggio. Continuando a seguire la strada verso il Romito, dopo la pizzeria da Rosa - sulla ns/sinistra- arriviamo al Km.6.9 e, parcheggiata l'auto e fatti 20 metri, sulla ns/destra, iniziamo un sentiero largo che seguiamo per circa h.1.30, trascurando ogni deviazione laterale ed avendo ovest come direzione. Ad un certo punto sarà il ponte di Calignaia ad indicarci la via da seguire. Alla fine del ponte, direzione Quercianella, si scende per la sterrata e si risale il botro Calignaia, prima per 15 minuti sul lato destro e poi sul lato sinistro, soluzione obbligata, per un totale di h.2.00. Anche qui non abbandonare mai il sentiero principale che per un po' sarà in salita. Troveremo nel frattempo un pratone sulla ns/sinistra e, prendendo il sentiero a destra, saremo alle auto. Info: Giovanna Massidda - cell: 333 9055927

 

Domenica 25 gennaio: percorsi della memoria, dal mausoleo di Ciano alla fonte del Sasso Rosso, struttura termale livornese risalente al 1848.- vedi link di riferimento. CLIC. Il Mausoleo a Costanzo Ciano, iniziato nel’39 e mai finito, si trova sulle colline alle spalle della città, in località Monteburrone. Da qui saliremo verso gli orti e le vecchie cascine (oggi ville) della frazione di Montenero, dove molti, in tempo di guerra e sfollati dalla città, andavano a ripararsi dai bombardamenti, ed in un’ora e mezza saremo al Castellaccio, proseguendo poi verso la fonte del Sasso Rosso, sorgente idrominerale della metà dell'800 recentemente "riscoperta" e pòsta all'attenzione pubblica.......anche se purtroppo non valorizzata. Trekking semplice e di valenza storica di circa 3 ore. Per il mausoleo di Ciano (vedi descrizione - clic-) . Info: Rossano Poggi - 0586 375131 (ore serali) o 331 1131900

Domenica 08 febbraio: il borgo di Mirteto nei monti Pisani - Nel contesto dei Monti Pisani si trova un'area naturale protetta davvero magnifica: la Valle delle Fonti, compresa nel territorio comunale di San Giuliano Terme e nota località termale, frequentata nell' 800 dai poeti romantici inglesi Lord Byron, Percy Bysshe e Mary Shelley. La fitta vegetazione di questa valle nasconde inoltre le suggestive rovine del villaggio medievale di Mirteto, una delle mete più battute dagli escursionisti, gli amanti del trekking e dei boschi secolari. In particolare è da visitare Il Monastero di Santa Maria di Mirteto, risalente all'anno 1000, il cui soffitto è crollato, ma con le pareti, l'abside e l'altare ed una parte del pavimento ancora ben conservati. Percorso semplice (dettagli). Info: Giovanna Massidda - cell:333 9055927

Domenica 22 febbraio: alla Rocca della Verruca - I Monti Pisani, grazie ad una lontana colonizzazione dell'uomo ed a una limitata superficie, sono cosparsi di sentieri, mulattiere e carrarecce che è possibile percorrere in lungo e largo durante tutto l'anno, date le miti condizioni climatiche. L’escursione odierna, storica sia per l'importanza data dalla meta, sia per la classicità del percorso, dal paese di Montemagno, con notevoli scorci panoramici su tutta la pianura sottostante, ci condurrà alla Rocca della Verruca. Questa fortezza è di esistenza documentata già nel 780 d.c., è stata teatro di sanguinose battaglie per controllare il fiume Arno e la sua pianura dalla fine dell’ XIII secolo agli inizi del XVI ma attualmente i secoli di abbandono hanno fatto si che il manufatto risulti oggi in una condizione disastrosa, invaso dalla vegetazione ed a rischio perenne di ulteriori cedimenti strutturali……..meglio quindi vederla prima che crolli del tutto. Percorso semplice. Info: Fabio Paltrinieri 0586-505485 / 338 7708578

Ciaspolata 2015 (14.03/15.03) al passo di Pradarena - La ciaspolata, inserita in questo calendario escursionistico, è prevista per sabato 14.03 e domenica 15 marzo, al passo Pradarena (1579 m.slm) nell’appennino tosco emiliano. La struttura selezionata per l’occasione è L’albergo Carpe Diem, con camere accoglienti e complete di ogni comfort (TV sat, lettore DVD, piccola videoteca e biblioteca) che ci darà modo di parcheggiare le auto ed iniziare, volendo, subito a ciaspolare, senza dover fare lunghi tragitti a piedi e con i bagagli…….come a volte è capitato. Si avverte che la disponibilià di posti è bloccata a 25 e quindi le prenotazioni vanno effettuate entro il 15 gennaio, salvo diverso avviso del referente. Info dettagliate - Giovanna Massidda - cell:333 9055927 che riceverà anche le prenotazioni

Domenica 29 marzo: l'area S.I.R del monte Pelato da le Spianate (Castiglioncello) - CLIC - Il percorso ricalca un’ antica strada di collegamento tra il borgo medioevale di Castelnuovo della Misericordia e le aree di pesca di Quercianella e Castiglioncello, dove anticamente si portava legna, grano e carbone per imbarcarle e trasportarle nei depositi portuali di aree limitrofe più grandi. Un itinerario storico quindi sull’utilizzo di questa viabilità ma anche naturalistico, trattandosi della SIR (sito di interesse regionale) del monte Pelato, con tipologie di habitat particolari e paesaggistici. Maggiori informazioni sull’area saranno fornite da un elaborato, distribuito ai partecipanti, frutto del progetto “occhi sulle colline” al quale l’ass.Agire Verde partecipa (http://occhisullecolline.it). Percorso semplice. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

Domenica 12 aprile: val di Cornia da riscoprire – Campiglia Marittima - Antico borgo dove il fascino del medioevo si fonde con la natura, è situata proprio nel cuore della val di Cornia, su un colle, e la sua storia, lunga ed importante, è millenaria. Ne visiteremo il centro storico, con i molti suoi vicoli concentrici e caratteristici, fin sulla piazza dove si erge la antica rocca, ciò che resta dell’antico fortilizio risalente al XI secolo, trovando il duecentesco palazzo Pretorio che ospita il museo del minerale, la chiesa di San Lorenzo con il suo museo di arte sacra, senza dimenticare la romanica Pieve di san Giovanni (XII secolo), recentemente riaperta al pubblico dopo un accurato restauro. In ultima analisi sarà un’ottima opportunità per un’escursione fotografica, accompagnati dai consigli di Sergio Casini, apprezzato esperto nell’arte della fotografia. Difficoltà turistica. Sergio Casini 328 8249272 – 0586 814101 ore serali

Domenica 19 aprile: le ville della lucchesia    CLIC

Rimandata per il maltempo, viene ripresa l’iniziativa sulle ville della lucchesia, ben sperando che le fioriture primaverili ne possano esaltare la bellezza. Le ville lucchesi, ovvero i palazzi in villa, si ritrovano nella campagna e nella zona collinare che circonda la Piana di Lucca e rappresentano ancora oggi un patrimonio di notevole interesse. Costruite dal XV fino al XIX secolo come residenze estive alternative a quelle invernali in città, per volere delle classi più agiate della città di Lucca, queste prestigiose residenze sono ancora per la maggior parte in mano ai privati, attraverso passaggi di generazione in generazione. La struttura di queste ville è propria di un'opera d'arte, con ampi ed arborati giardini, portici, saloni, affreschi e statue, parchi con vasche, pescherie e laghetti e sono del tutto immerse tra olivi e vigneti, permettendo ai visitatori di entrare a contatto con una pluralità di valori che spaziano tra architettura e paesaggio, agricoltura ed attività tradizionali, in un'atmosfera contemplativa e intima. La visita, non potendo comprenderle tutte, ci porterà nella tranquillità ed eleganza di alcune di queste, ancora da scegliersi (in base ad orari e distanze) tra Villa Grabau, Villa Bernardini - Vicopelago, Villa Oliva - San Pancrazio, Villa Mansi - Segromigno a Monte e Villa di Camigliano – Camigliano. Difficoltà turistica. Info – Luisa Rocchi – 349 7114943

Domenica 26 aprile: trekking al monte Forato, da Stazzema CLIC! - il monte Forato è uno dei monti di maggior fascino delle Apuane, facile da raggiungere ed unico per la particolarità del suo foro che da sempre ha attirato escursionisti, viaggiatori e scienziati. Particolarmente spettacolari sono le albe ed i tramonti attraverso il foro, visibili, rispettivamente, dalla Versilia e dalla Garfagnana ed i passaggi della luna e di altri corpi celesti che attirano l’interesse degli astrofili. È una vetta rocciosa caratterizzata da un grande arco naturale, aperto tra le due cime, che gli dà il nome e ci arriveremo a partire dal borgo di  Stazzema (m.459), passando per la foce di Petrosciana (m.961) ed arrivando infine all’arco, dopo circa tre ore di cammino ed un dislivello di m.750. L’escursione è affascinante sia per gli ambienti attraversati che per i panorami mozzafiato ma tuttavia è bene ricordare che saranno circa sei ore di cammino a/r su terreni spesso rocciosi e francamente montani…………per buoni camminatori, dunque. Percorso di media difficoltà.. info: Fabio Paltrinieri 0586-505485 / 338 7708578

Domenica 10 maggio - Il promontorio del Caprione, dal mare al fiume.   CLIC! Annoverato tra i Borghi più belli d'Italia, Montemarcello si affaccia sul mare dal punto più esposto del promontorio e girovagare per le sue viuzze dà l'impressione di entrare in un quadro naif. Nei dintorni del paese poi, la natura è protagonista con insenature splendide (punta Corvo e punta Bianca), alte scogliere, l'orto botanico, la macchia mediterranea ed estesi boschi a leccio, roverella e pino d’Aleppo. L’escursione odierna attraverserà il promontorio del Caprione, dal mare (al punto panoramico di sosta scorgeremo le isole Palmaria, Tino e Tinetto, di fronte a Porto Venere) al fiume (il ritorno costeggerà dall’alto la foce del Magra), svelandoci la porzione sud di questo insieme di paesaggi unici, anche laboratorio di progetti “certificati” di conservazione e riqualificazione ambientale. Percorso di difficoltà escursionistica. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

                     

 

Domenica 24 maggio – Al masso delle Fanciulle RINVIATA PER MALTEMPO  

La riserva del Berignone è attraversata da una gola rocciosa ricoperta da un'abbondante vegetazione mediterranea ed è proprio lì che scorre il fiume Cecina, in uno scenario paesaggisticamente unico. Il luogo che andremo a cercare oggi è mèta escursionistica toscana importante e deve il suo nome, “ Il Masso delle Fanciulle”, ad un’antica leggenda: tre fanciulle per sfuggire alle brame di un lupo mannaro, più probabilmente di un signorotto del luogo, si gettarono dal masso ed affogarono………qui, noi, in un ambiente ancora incontaminato ed in acque limpidissime, potremo goderci una giornata di sole (si spera) e di relax…….con opzione bagno, che l'ambiente è splendido e le acque cristalline.

Difficoltà turistica - Info: Rossano Poggi - 0586 375131 (ore serali) o 331 1131900

 

Domenica 24 maggio - alternativa alla precedente ( MASSO DELLE FANCIULLE) rinviata: ITER MAGNUM SULLA STRADA DEL MILLE - EVENTO CONGIUNTO

Visto il meteo che sicuramente non si presta all’iniziativa già prevista per domenica 24 (l’iniziativa verrà riproposta nei primi giorni di settembre), l’associazione, aderente al progetto, propone e consiglia la partecipazione a questo importante e ben organizzato evento.

Sostanzialmente ci saranno due punti di partenza, con orari e percorsi differenti:

1)      partenza h.8:00 da Loc. La Focerella (SP5 tra Valle Benedetta e Colognole) consigliato solo a buoni camminatori ed allenati

2)      partenza h.9:.00 da Loc. Villa Mirabella (Gabbro) (ritrovo parcheggio sottostrada tra Via      delle Capanne e Via di Bucafonda)

      nota: presenza di musici in entrambe le località e bus navetta gratuiti a Castelnuovo M.dia per il ritorno

per maggiori chiarimenti/prenotazione (la partecipazione è gratuita) e quant’altro si voglia chiedere, contattare a nome nostro

Tel.: 328 0717457

Pagina Facebook:https://www.facebook.com/occhisullecolline

DETTAGLI:  http://occhisullecolline.it/index.php/eventi/icalrepeat.detail/2015/05/24/132/-/iter-magnum-sulla-strada-del-mille-evento-congiunto

 

ITER MAGNUM SULLA STRADA DEL MILLE - EVENTO CONGIUNTO

Domenica, 24 Maggio 2015

Le 18 Associazioni aderenti al "Progetto Occhi sulle Colline" e operanti per il "Protocollo d'intesa per la sentieristica delle Colline Livornesi", in occasione della inaugurazione della segnaletica orizzontale realizzata sui 15 km di sentiero 199 "L'ANTICA STRADA DEL MILLE", adatto ad essere percorso a piedi, a cavallo e in MTB. L'escursione è stata denominata - 

Iter Magnum sulla Strada del Mille

 

L'iniziativa si svolge in concomitanza con la manifestazione "Maggio Formaggio", organizzata dalla Pro Loco di Castelnuovo della M.dia in collaborazione con Produttori delle frazioni collinari di Gabbro, Nibbiaia e Castelnuovo.

 

La giornata prevede la collaborazione con:

Istituto Superiore di Scuola Musicale Pietro Mascagni per gli interventi musicali (Sax soprano – Angelo Musetti , Sax alto –Chesare Martinez, Sax tenore – Elena Zappolini, Sax baritono – Giulio Zagaglia

Cooperativa Biodiversi per la guida ambientale escursionista (Guida Ambientale Escursionista GAE - Dario Canaccini)

PROGRAMMA

8:00 Loc. La Focerella (SP5 tra Valle Benedetta e Colognole)

Musica alla Focerella per le Colline Livornesi nell'AD 1000e partenza PERCORSO IMPEGNATIVO PER ESCURSIONISTI ALLENATI (tratta 1 e 2,camminata rapida, pedalata o cavalcata), lunghezza13,5 KM con 400 mt di dislivello,da La Focerella a Castelnuovo M.dia.Arrivo previsto (a piedi) verso le 13:00

9:.00 Loc. Villa Mirabella (Gabbro) (ritrovo parcheggio sottostrada tra Via delle Capanne e Via di Bucafonda)

Musica a Villa Mirabella per le Colline Livornesi nell'AD 1000 e partenza PERCORSO FACILE PER TUTTI (tratta 2, camminata lenta, pedalata o cavalcata), lunghezza 5,5 KM con 150 mt di dislivello, dal Gabbro a Castelnuovo M.dia. Arrivo previsto (a piedi) verso le 12:00.

12:00 – 14:30 Piazza Castelnuovo M.dia

Consegna ai partecipanti ai trekking delle «CACIOTTINE» CONTENENTI I PRODOTTI DI MAGGIO FORMAGGIO (panini, formaggio e marmellata/miele, 1 frutto) presso gli stand:

Progetto Occhi sulle Colline

CSSTO per la Valle del Gozzone

14.30 – 15.00 Piazza Castelnuovo M.dia

Musica in Piazza per le Colline Livornesi nell'AD 1000 e raduno partecipanti

15.00 Piazza Castelnuovo M.dia

Partenza PASSEGGIATA (ultima tratta) fino al Laghetto delle Serre... saluto al mare e ritorno a Castelnuovo M.dia (1,5KM andata + 1,5KM ritorno). Arrivo previsto (a piedi) verso le 18:00

Dalle 15.00 alle 20.00

sarà disponibile, con partenza da Castelnuovo, un servizio gratuito di navetta per ilritorno a La Focerella o al Gabbro

 

PARTECIPAZIONE, «CACIOTTINE» E NAVETTA GRATUITI

E' GRADITA L'ISCRIZIONE ENTRO IL 23 MAGGIO

 

Contatti:

Tel.: 328 0717457

Pagina Facebook:https://www.facebook.com/occhisullecolline
 

Domenica 14 giugno - Da Farnocchia a sant'Anna di Stazzema (anello).  CLIC  - il M.Lieto è una cima delle Apuane meridionali vicinissima al mare, un punto panoramico di prim’ordine, non solo sulla conca di Camaiore e la Versilia ma anche sulle altre vette delle Apuane. In più, se la giornata è tersa, lo sguardo spazia tranquillamente fino al golfo di La Spezia e oltre, distinguendosi molto bene sia la Palmaria che il Tino. L’itinerario parte da Farnocchia, devia verso il Lieto e ridiscende a Farnocchia, descrivendo un anello intorno al monte e proprio sotto il M.Gabberi. Sarà anche un itinerario dedicato alla memoria delle 560 vittime di Sant’Anna di Stazzema, trucidate nell’eccidio nazista del 12 agosto 1944, perché faremo sosta proprio alla chiesetta in cui fu perpretata la strage. Percorso di media difficoltà. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

Domenica 28 giugno – Corchia underground, la montagna vuota.

                                                        Incastonata tra gli spettacolari scenari del Parco delle Alpi Apuane, la "Montagna vuota" porta con sé i segreti di milioni di anni di storia geologica: al suo interno, 70 km di gallerie e pozzi, 1200 mt di dislivello massimo, un sistema di condotti carsici sviluppati in 2 km cubici di roccia, rendono l'Antro del Corchia il più importante complesso carsico d'Italia ed uno dei maggiori al mondo. Il percorso all’interno dell’antro non sarà faticoso e ci permetterà anzi di vivere emozioni, nell’ammirare le maestose colonne delle stalagmiti e stalattiti, le colate, i crostoni, godendo anche della frescura di un ambiente costantemente a 7,6°c. Per rendere ancora più importante l’escursione però, si è pensato di integrare  La visita all’ Antro del Corchia con quella alle più antiche miniere d’argento dell’Alta Toscana, lungo un percorso attrezzato che ci condurrà ad esplorare i vecchi giacimenti. Entrambi i percorsi ci vedranno accompagnati da una guida, lasciandoci anche, si spera, il tempo per dare un’occhiata alle due sezioni del complesso museale collegato al sito archeominerario: il museo della Pietra Piegata, dedicato agli usi della pietra nel corso dei millenni ed il museo di Comunità e d'Impresa "Lavorare Liberi", dedicato invece alla storia di Levigliani ed all'estrazione del marmo, con  una vasta gamma di utensili usati per l'estrazione del marmo stesso.

Essendo necessario prenotare gli accompagnatori, preghiamo gli interessati, di contattare con largo anticipo Rossano che terrà il contatto con la struttura.

Info: Rossano Poggi - 0586 375131 (ore serali) o 331 1131900

 

     SECONDO SEMESTRE 2015 - DETTAGLIO DELLE INIZIATIVE (CLICCARE SOPRA ALLA RIGA)

una tre giorni fuori programma:  LE LANGHE- TORINO - VENERIA 3 GG DAL 12 AL 14 SETTEMBRE 2015

Domenica 13 settembre: percorsi apuani

Domenica 27 settembre: al monte Folgorito - nota: per impegni sopraggiunti, la data viene anticipata al 20 settembre

Domenica 11 ottobre: la valle del Fosso del Molino nuovo

Domenica 18 ottobre -  nordic walking

Domenica 25 ottobre – per la via bassa delle frazioni camaioresi   

Domenica 8 novembre - dalla valle del rio Savalano a quella del rio Sanguigna  vedere avvertenza di modifica per motivi tecnici

Domenica 22 novembre – i monti pisani e la rocca della Verruca

extra programma 5/6/7/8 dicembre - mercatini di Natale a Vienna

Domenica 6 dicembre – le Terme di Casciana

Sabato 19 dicembre – cena e foto proiezione

Ciaspolata 2016

 

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LE LANGHE- TORINO - VENERIA 3 GG DAL 12 AL 14 SETTEMBRE 2015

Siccome originariamente avevamo previsto una due giorni in zona Amiata a metà ottobre, poi scartata nell’incontro associazione/soci di giugno perché “non essendoci ponti” ed essendo la val d’Orcia a circa Km.250 da qui avrebbe comportato un notevole impegno per chi avesse guidato le auto, anche se i luoghi da visitare avrebbero ben meritato, volentieri informiamo su questa proposta del socio Luciano Conti: una tre giorni, ma con pullman ed autista, nelle Langhe

Questo il programma, massimamente sintetizzato:

1° giorno partenza in pullman gt da Livorno arrivo ad Alba, capoluogo delle langhe. Visita dell’importante cittadina ricca di vestigia e visita alle cantine Giordano. Pranzo in ristorante e partenza per Nichelino. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena e pernottamento

2° giorno visita di Torino con guida al mattino pranzo in ristorante pomeriggio Museo Egizio. Rientro in hotel cena e pernottamento

3°giorno escursione a Venaria per visita della reggia e dei giardini. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita di Superga, il Valentino e partenza per il rientro . Cena libera in autogrill

Note di viaggio: in pullman gt, mezza pensione in hotel 4 stelle, camere due letti, pranzo in ristorante a Torino e a Venaria,  accompagnatore esperto.

Per ogni riferimento si deve contattare Luciano Conti -  luciano.conti39@virgilio.it  - che provvederà ad inviare info dettagliate, anche relative alla visita a Reggia reale e giardini.

PER UNA MIGLIORE ORGANIZZAZIONE E’ NECESSARIA UNA PRENOTAZIONE ENTRO IL 15 AGOSTO

Particolari:

 

la Reggia di Venaria - Progettata e costruita tra il 1658 e il 1679 su progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte, la Reggia di Venaria è una delle principali residenze sabaude in Piemonte. Il complesso della Venaria, oggi patrimonio dell’UNESCO, fu commissionato dal duca Carlo Emanuele II, come base per le battute di caccia nel territorio circostante. La Reggia ha successivamente subito numerose modificazioni che l’hanno portata all’aspetto attuale. Veri gioielli sono la Galleria Grande, la Cappella di Sant'Uberto e la Citroniera, progettati nella prima metà del Settecento dal genio di Filippo Juvarra. Nel 2007, la Reggia è stata restituita alla fruizione del pubblico, dopo otto anni di restauri. Visitare oggi la Reggia di Venaria significa ammirare opere provenienti dalle collezioni di altre residenze sabaude, fruire di mostre temporanee di respiro internazionale, passeggiare nei ricostruiti Giardini all’italiana, lasciarsi stupire dalla magnificenza dell’architettura barocca, dalle installazioni video di Peter Greenaway e dalle sculture di arte contemporanea che animano il “Giardino delle sculture fluide” di Giuseppe Penone. 

Museo egizio - Nel 1759 un appassionato egittologo di Padova, Vitaliano Donati, si recò in Egitto per effettuarvi scavi e ritrovò vari reperti, che furono inviati a Torino. Ad inizio dell'800, all'indomani delle campagne napoleoniche in Egitto, in tutta Europa scoppiò una vera e propria moda per il collezionismo di antichità egizie. Bernardino Drovetti, piemontese, console generale di Francia durante l'occupazione in Egitto, collezionò in questo periodo oltre 8000 pezzi tra statue, sarcofaghi, mummie, papiri, amuleti e monili vari. Nel 1824 il re Carlo Felice acquistò questa grande collezione per 400.000 lire ed unendovi altri reperti di antichità classiche di Casa Savoia, tra cui la collezione Donati, diede vita al primo Museo Egizio del mondo. Sul finire dell'Ottocento il direttore del museo, Ernesto Schiaparelli, avviò nuove acquisizioni e si mise personalmente a condurre importanti campagne di scavi in Egitto. In questo modo, intorno agli anni trenta del '900, la collezione arrivò a contare oltre 30 000 pezzi in grado di testimoniare ed illustrare tutti i più importanti aspetti dell'Antico Egitto, dagli splendori delle arti agli oggetti comuni di uso quotidiano. Il museo è dedicato esclusivamente all'arte egizia. Al suo interno si possono trovare mummie, papiri e tutto ciò che riguarda l'antico Egitto (compresi animali imbalsamati).

La Basilica di Superga: Sagoma inconfondibile nel profilo della collina torinese, è secondo la tradizione, la conseguenza di un voto fatto dal re Vittorio Amedeo II prima della decisiva battaglia contro I Francesi che assediavano Torino nel 1706. Fu progettata da Filippo Juvarra con grande attenzione agli aspetti scenografici e con l'intento di farne un preciso punto di riferimento  visivo nel disegno della città, come avverrà poi con il progetto del Castello di Rivoli e della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dello stesso architetto.

Alba, città antica, rivela il suo fascino nella suggestione delle numerose torri e case, elementi superstiti di un sistema urbano millenario. Nelle vie del centro storico, oltre all’elemento dominante delle torri, si possono ammirare campanili, chiese, portici, edifici pubblici e privati che testimoniano il prezioso assetto della vecchia città, conservato in tutto il suo splendore.
Alba è un tripudio di colori: nel centro storico sfavillano i rossi medioevali dei fregi in cotto, delle superstiti caseforti, dei mattoni delle chiese ed i colori pastello delle case sapientemente restaurate; tutt’intorno le infinte policromie delle colline che si trasformano con il cambio delle stagioni regalando di volta in volta scenari indimenticabili. Da non trascurare che Alba è anche città di grandi vini, dei Dolcetti, dei Nebbioli e dei Moscati che diventano mosti nelle cantine del territorio.  

 

Domenica 13 settembre: percorsi apuani- Non effettuato per pioggia ed a grande richiesta, viene riproposto un itinerario tra i più belli di queste montagne, la salita al monte Forato per la foce di Petrosciana. Facile da raggiungere ed unico per la sua particolarità, nel solstizio d’estate il sole lo si vede sorgere proprio entro il grande arco naturale che poi gli dà il nome, vi arriveremo risalendo i sentieri che in epoca medioevale permettevano traffici e transumanze tra Versilia e Garfagnana. Da Stazzema ci porteremo nel verde di folti castagneti e poi, salendo di quota, nella zona delle faggete, sempre immersi in un ambiente splendido e molto panoramico, sia sul mare in lontananza che sui massicci dei m.Nona e m.Procinto, strapiombanti sulla sottostante vallata. L’escursione è indubbiamente affascinante ma tuttavia è bene ricordare che percorreremo terreni talora francamente rocciosi e quindi adatti a buoni camminatori. Informarsi c/o il referente. Percorso di media difficoltà.. Info: Fabio Paltrinieri 0586-505485 / 338 7708578

Percorrendo una bella mulattiera medioevale, quella stessa che anticamente permetteva i traffici e la transumanza tra la Versilia e la Garfagnana, da Stazzema saliremo prima nel verde di folti castagneti e poi nella zona delle faggete, più in alto, fino a fonte Moscoso, al bivio per scendere a Cardoso oppure salire al m.Forato. Pregevoli i panorami che spazieranno sia sul mare, in lontananza, che sulle rupi del monte Nona e del Procinto ad est, come pure sul gruppo delle Panie ad ovest, strapiombanti e verticali sulla sottostante vallata. Escursionismo di montagna e quindi necessarie calzarature robuste.

Dettagli:

In auto: Si prende l’autostrada per Viareggio ed all’uscita successiva, indicata con Apuane, prendiamo per Seravezza, Stazzema.

All’ultimo tornante prima del paese si segue a destra la carrozzabile con l’indicazione rifugio Forte dei Marmi, si prende una medioevale mulattiera per la Foce di Petrosciana (sentiero n°6) e si inizia il trekking percorrendo un sentiero in moderata salita, completamente immerso in un secolare bosco di castagni, arrivando, dopo circa un’oretta di cammino, al rifugio Forte dei Marmi all’Alpe della Grotta (m.865). Il rifugio, antica abitazione pastorale è splendidamente situato al limite dei castagneti, proprio sotto le verticali pareti rocciose del m.Nona e del Gruppo del Procinto ed è il punto di partenza per l’escursione vera e propria verso il m. Forato, noi comunque oggi lo eviteremo non prendendo la deviazione che in 20 minuti ce lo farebbe raggiungere, ma proseguendo invece per il sentiero n°6. Arrivati che saremo al bivio con il sentiero n°8 (sulla ns/destra), che ci porterebbe alla Foce delle Porchette e quindi al m.Croce, proseguiremo invece ed in circa 50 minuti, sempre seguendo il n°6, saremo alla Foce di Petrosciana (m.961). Da qui andremo per il sentiero 131, una variante che costeggia il versante orientale garfagnino del monte con vista sul versante sud della Pania Secca ed in falsopiano, raggiungendo prima una grotta e poi Casa del Monte dove troviamo il sentiero n°12 da dove, in leggera salita (0.45 mt.), raggiungeremo il m.Forato (non prendere nell’ultimo tratto il sentiero 130 che, scendendo, ci porterebbe a Fornovolasco).

Durata del percorso: Stazzema/ Rifugio F.Marmi, 50 minuti.

Rifugio F.Marmi/Foce di Petrosciana, 60 minuti.

Foce di Petrosciana/m.Forato, 75 minuti.

nota: tempi indicativi che variano a secondo del passo tenuto

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In discesa i tempi più o meno si equivalgono per cui l’escursione durerà circa circa 6 ore, con percorso di media difficoltà ed adatto a sperimentati camminatori, lo spettacolo dell’Arco Naturale del m.Forato però, ripagherà ampiamente della fatica. 

 

Domenica 27 settembre: al monte Folgorito. nota: per impegni sopraggiunti, la data viene anticipata al 20 settembre.  Affacciato sulla piana versiliese, Il m.Folgorito (m 911) è uno dei più bassi ma anche dei più panoramici monti delle alpi Apuane, permettendo  allo sguardo di spaziare dalla sua vetta sia verso il mare e le isole del Golfo della Spezia, come  anche verso le altre cime apuane, dal Sagro al Prana, all'Altissimo, con le sue cave di marmo, ed alla Pania della Croce. Il nome gli deriva dal fatto che la sua cima è bersaglio di fulmini che vi si scagliano con forza, specialmente durante i temporali estivi, ed è storicamente importante poiché era parte integrante della linea gotica, barriera fortificata tedesca che da Pesaro, sull’adriatico, a Montignoso (MS), divise l’Italia in due tra l’autunno del ’44 alla primavera del ’45 e molte sono le testimonianze di questo periodo (buche, trincee, camminamenti, caverne rifugio etc.etc.) ancora presenti sui crinali. Il percorso di oggi prenderà quota dal Rifugio Pasquilio, (m. 824), volgendo ad est per uno stradello sterrato che sale a destra, arriva ad un bivio, si tiene ancora a destra e, seguendolo lungamente, ci porta fin sotto al Monte Folgorito. Un ultimo e breve sentiero ci guiderà poi ad una stele che ricorda i fatti di guerra, da dove, rapidamente, arriveremo alla croce posta sulla cima del monte (mt. 911). Rientro al Pasquilio per lo stesso itinerario. Occorrono circa 4 ore di cammino a/r per un dislivello di circa 100 metri, utilizzando in parte il sentiero CAI 140, sia in salita che in discesa. L’escursione non presenta eccessive difficoltà, in ogni caso sentire il referente.

Info: Davide Orsi   329 9754774 (ore serali) oppure docfd1@virgilio.it

 

Domenica 11 ottobre: la valle del Fosso del Molino nuovo. Scendendo da Pian della Rena, il cui nome deriva dal disfacimento naturale delle rocce gabbriche della zona e fa assumere alla superficie del terreno un aspetto sabbioso, ci porteremo nella vallata del Botro Molino, coperta da una fitta macchia mediterranea, seguendo il corso del torrente omonimo per poi risalire la “cava delle matite”, così detta per l'estrazione della steatite (varietà compatta di talco) che aveva vari utilizzi ma, in particolare, di sartoria, per disegnare i tagli di stoffa (gesso da sarti), da cui il termine “matite”.  Nella zona si trovano anche alcuni edifici, un ponte ed una strada, che furono costruiti a seguito dello sfruttamento della steatite……in ultimo rivisiteremo anche la sorgente del “Sassorosso”, le cui strutture sono attualmente degradate ma la cui acqua veniva messa in vendita “nel livornese” già a partire dalla prima metà dell’800. L’escursione è semplice e fa parte del progetto “occhisullecolline”, cui l’ass.Agire Verde aderisce, vòlto alla salvaguardia ed alla valorizzazione del Parco dei monti livornesi. Nota: verrà distribuita la mappa di questa località, frutto del lavoro intorno al progetto di cui sopra. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

dettaglio:

dall’area di sosta al Castellaccio si scende a visitare la fonte del Sasso Rosso (primo sentiero a sinistra del parcheggio). Si va, con molta attenzione, alla tagliafuoco sottostante (sentiero n°138) e lo si percorre in discesa per h.0,30, fino a Pian della Rena. A vista della costruzione si prosegue per il sentiero 138, in salita per h.0,15, fino all’intersezione col n°140, girando qui a sinistra a trovare, sempre sulla ns/sx il sentiero 134. Questo bellissimo sentiero nella macchia scende per h.1.45 ed arriva a un evidente bivio dove noi, lasciando il 134, scendiamo per la bretella di raccordo 134 a, altre h.0.15. Terminata la discesa, talora difficoltosa, siamo sul sentiero 136, costeggiamo il botro Molino, passando un paio di ponti in muratura, e proseguiamo in leggera salita per h.0.45, tornando a Pian della Rena, Adesso seguiamo il sentiero 138 a destra, al contrario dell’andata, e in h.0,45 siamo all’asfaltata. Altre h.0.10 e saremo di nuovo alle auto.

Totale escursione, escluso soste e visita alla fonte del Sasso Rosso, h.4.30 circa.

Escursione di media difficoltà, per li saliscendi, obbligo scarponcini robusti e molto utili i bastoncini.

la fonte del Sasso Rosso (info)  - visita al ritorno dall'escursione, perchè non ancora in sicurezza il passaggio verso il sentiero 138

Domenica 18 ottobrenordic walking

 

 

Sull’arenile che va da Tirrenia a Marina di Pisa, andremo a sperimentare una disciplina sportiva che consiste nel camminare con i bastoncini, coordinandosi con movimenti precisi e studiati appositamente. Nata anni fa in Finlandia e praticata inizialmente da atleti dello sci di fondo durante la preparazione a secco nel periodo estivo-autunnale, è stata successivamente perfezionata e sviluppata come vero e proprio esercizio di fitness ed è una medicina naturale non solo per il corpo ma anche per la mente. Ovviamente non si tratterà di “una giornata per soli atleti” ma soprattutto di un’occasione per  lasciare da parte i problemi quotidiani ed imparare a vivere l’attività fisica con piacere e spensieratezza, in un ambiente che oltretutto conosciamo bene per la sua bellezza.

info: Picardi Salvatore- 0586-861138 (ore serali) o cell. 3473637538

 

 

Domenica 25 ottobre – per la via bassa delle frazioni camaioresi. Il percorso odierno ci porterà a visitare i borghi di Gombitelli, Torcigliano ed Agliano Peralla in una escursione sia fotografica che naturalistica, in luoghi lontani dal turismo di massa, di origine medioevale e posizionati intorno al profondo canalone inciso dal rio Lucese, proprio sotto i monti Spranga e Pedone del gruppo del Prana, una montagna indecisa tra l’essere una collina camaiorese ed una vetta apuana. La passeggiata, iniziando da Gombitelli, antico centro famoso per la lavorazione del ferro, ci condurrà in una vasta e bella pineta per arrivare poi nella zona delle leccete ed al paese di Torcigliano, attraversando folti castagneti in cui sarà possibile una libera raccolta dei frutti. Da qui, proseguiremo poi per i coltivi e gli oliveti di Agliano, sempre incontrando lungo il cammino erbe e piante aromatiche e profumate, più o meno rigogliose in base alla stagione quali salvia e rosmarino, lavanda e nepitella, menta e ruta e timo etc.etc. L’acqua non rappresenterà un problema, essendoci fontanelle ed antichi lavatoi, lungo tutta la traversata a/r. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

dettaglio: Da Gombitelli, antico centro famoso per la lavorazione del ferro ed interessante per gli aspetti paesaggistici, graditi a chi ama i luoghi intatti e selvaggi (sopra il paese c’è il passo di Lucese, via alta per il m.Prana e Campo all’Orzo), cominceremo il cammino.

Un sentiero, appena lasciate le ultime case del paese, ci conduce in una vasta e bella pineta, superando poi un profondo canalone, inciso dal rio Lucese , sotto i monti Spranga e Pedone, arriviamo, sempre in piano, verso la zona delle leccete, prima dei coltivi,  ed il paese di Torcigliano.

Inutile dire che ci prenderemo tutto il tempo e per la visita agli agglomerati di case e per godere di un ambiente incontaminato (sono zone stranamente trascurate dall’escursionismo di massa). Dopo una sosta e circa ore 1.20 di cammino, andremo poi verso Agliano Peralla, antico castello medioevale e bellissimo borgo, mentre il percorso si snoderà tra vasti e soleggiati oliveti, aprendosi il panorama verso la sottostante piana di Camaiore ed il mare.

A questo punto, dopo un’altra ora e trenta e fatta un’altra sosta, prenderemo la via del ritorno, potendo così rivedere ed apprezzare i luoghi attraversati.

Note: per il passo del Lucese, parte un sentiero di circa un’ora da Torciglliano. Le erbe e le piante aromatiche e profumate che si incontrano lungo il cammino, più o meno rigogliose in base alla stagione sono: salvia e rosmarino, lavanda, nepitella, menta, ruta e timo, finocchio, mirto, cedrina ed in tarda estate, le more (particolarmente abbondanti a fine agosto, seguendo la direzione per Migliano) e, alla marginetta, tornando in paese per il sentiero sulla destra. In ultimo: l’acqua non rappresenta un problema in quanto ci sono fontanelle e antichi lavatoi, lungo tutta la traversata.

 

Per motivi strettamente tecnici e relativi agli impegni professionali dell'istruttrice di nordic walking, l'iniziativa sulle colline livornesi sotto specificata viene rimandata in primavera poichè viene sostituita da quella di nordic walking rimandata per maltempo il 18 ottobre. Il programma resta invariato e quindi a questo vi rimandiamo.

nota: chi volesse partecipare può farlo contattando Salvatore entro il 4 novembre e non oltre

info: Picardi Salvatore- 0586-861138 (ore serali) o cell. 3473637538

Domenica 8 novembre - dalla valle del rio Savalano a quella del rio Sanguigna. Il progetto “occhisullecolline” richiede un monitoraggio frequente del territorio che permetta di evidenziare criticità sui sentieri, segnalando strutture murarie che necessitino di manutenzione e documentando eventuali inizi di discarica, tanto per fare alcuni esempi, ed essendo importante per questo l’ausilio dei soci, con fotoscatti successivamente girati al tavolo tecnico del progetto. Questo detto, l’iniziativa di oggi ci porterà dal borgo di Colognole, percorrerendo le zone boschive che fino all’immediato dopoguerra univano la frazione al Gabbro, a Castelnuovo e Rosignano per arrivare a Vada, ai mulini del rio Sanguigna. Inizialmente saremo su un terreno roccioso, con basalti e serpentiniti, quindi scenderemo e risaliremo nella macchia bassa a cisto, mirto, lentisco e ginestra (la valle del rio Savalano e di diversi altri botri di minore entità) e poi nella macchia d’alto fusto, a pini, sugheri, frassini e lecci. La salita si spianerà infine nella carrareccia per villa Mirabella, settecentesca e storica dimora da troppo tempo in avanzato degrado, e da qui ai mulini ad acqua del rio Sanguigna, altro patrimonio storico del nostro territorio. Nota: per  permetterci di apprezzare pienamente l’ambiente e rendere la passeggiata non affrettata, l’escursione viene prevista con le auto lasciate nei due borghi attraversati. Durata complessiva prevista, escluso soste, di circa h.4. Info: Luciano Suggi - 0586 406468 (ore serali) o 339 8700530

descrittivo: dal centro di Colognole si scende per 10 minuti ed all’altezza del cimitero si gira a sinistra per il sentiero 199. Si scende, ma prevalentemente si sale, per circa h.2, prima prendendo a sx al primo bivio (vedere segno sull'albero alto, a scendere) e dopo, a sx e sempre a scendere, al secondo bivio, per guadare il rio Savalano. Continuando per il largo sentiero si arriva poi, in salita, alla Sp.8 dove noi andremo a destra per circa mt.200 imboccando quindi lo sterrato a sx. Troviamo quasi subito una marginetta e noi, sempre seguendo  i segni bianco/rossi, entriamo in zona abitata per circa 30 minuti, fino ad attraversare in discesa un canneto per ritrovare l'asfaltata.  Siamo adesso al cimitero del Gabbro. Prendiamo per il sentiero indicato come per Mtb, a sinistra della struttura e scendiamo per circa 60 minuti, prima per uno stradello sterrato e dopo nella macchia per un sentiero più stretto. Fare attenzione che dopo circa 30 minuti, ad un bivio (un palo a terra porta le indicazioni direzionali) dobbiamo andare a destra.  Si scende ancora ed attraversiamo il paese del Gabbro. Arrivati che saremo in fondo a via delle rose, proprio sopra il parcheggio, seguiamo l'asfaltata andando a sinistra ed allo sterrato che troviamo alla nostra destra, il primo che incontriamo e che ci porta ad una casa colonica, lo seguiremo fino in fondo, per girare all'ultimo a sx, in salita. Eccoci a villa Mirabella in 10 minuti. Si torna poi indietro per la stessa via ma, al parcheggio delle auto e sulla nostra sinistra, scendendo per l'asfaltata,  arriviamo al campo sportivo, dove, proprio nello spiazzo di fronte ed in  discesa ed ancora sull'asfaltata a sinistra, ci porteremo finalmente ai mulini: di cima (prendendo primo sentiero a dx), di mezzo (deviazione a dx) e di bucafondanda (deviazione a destra) , in altri 30 minuti circa.

Totale: circa h. 4 - solo andata. partenza h.8.30 da Livorno ed alle 9 da Colognole. Arrivo a villa Mirabella alle 13 circa dove si effettua la sosta-pranzo. Pomeriggio ai mulini. Nota: portare auto al Gabbro e tornare con quelle alle auto lasciate al Gabbro.

 

Domenica 22 novembre – i monti pisani e la rocca della Verruca. 

Teatro di cruente battaglie tra Pisani e Fiorentini, il sito era già occupato da una fortificazione verso la fine dell’ VIII secolo, diventando però una roccaforte militare vera e propria nel XIII secolo e rimanendo tale fino ai primi del 1500, quando, caduta Pisa e perduta la sua importanza strategica, fu ristrutturata per essere poi, di secolo in secolo, quasi dimenticata, tant’è che attualmente la vegetazione circostante le mura, composta da lecci, edera e rovi ne sta seriamente minacciando la stabilità, malgrado un’azione costante di pulizia e messa in sicurezza da parte di associazioni di volontariato ambientale, allo scopo di salvaguardarla dal degrado (ndr: un po’ quello che dovrebbe essere fatto “nel livornese” con le molte strutture murarie in abbandono, nel Parco – villa Mirabella, mulini della Valle Benedetta e del Gabbro, acquedotto, eremo della Sambuca, etc.etc.). L’escursione viene riproposta poichè non effettuata a febbraio per pioggia ma  comunque molto valida sia per valenze storiche che paesaggistiche.. Info: Fabio Paltrinieri 0586-505485 / 338 7708578

Storia: Teatro di cruente battaglie tra Pisani e Fiorentini, fu ripetutamente roccaforte dei primi quando ormai la città era caduta al nemico. Il sito era già occupato da una fortificazione dal 780, ma la rocca vera e propria fu costruita solo nel XIII secolo, ed è sopravvissuta come struttura militare attiva fino alla definitiva caduta di Pisa nel 1503. Le ultime strutture ad esser costruite, in vista dell'ultimo decisivo scontro contro i Fiorentini, furono le quattro torri angolari, due orientali di grossa dimensione e due occidentali più piccole, con feritoie e balestriere.

Nel 1509, tuttavia la fortezza fu ristrutturata da Antonio da Sangallo a cui vengono attribuiti i due bastioni poligonali e da Luca del Caprina, della bottega del Francione, a cui viene attribuita la grossa torre cilindrica su uno spigolo del perimetro. La fortezza fu in seguito dismessa venendo a mancare la sua posizione di frontiera e quindi la sua utilità difensiva.

La struttura della rocca aveva un'importanza cruciale per la Repubblica Pisana perennemente in guerra con Firenze. Il castello era il nucleo di un sistema di fortificazioni sparse sul territorio circostante, tra cui possiamo elencare i castelli di Caprona, Vicopisano e Buti. Le comunicazioni tra questi avamposti e la rocca, così come quelle tra la rocca e la città di Pisa, avvenivano con lenzuola, stendardi, fumo, fuochi o colpi di artiglieria attraverso un codice che permetteva di informare repentinamente sui movimenti delle truppe nemiche in avvicinamento. In caso di scarsa visibilità il segnale veniva passato attraverso le varie torri dislocate sui monti pisani: la Torre dello Spuntone, il castellare di Asciano, il castello di Agnano e il castello di San Giuliano.

Nei primi anni del Novecento venne avviato un progetto per la realizzazione di una croce monumentale, in risposta all'iniziativa di papa Leone XIII di porre il simbolo della cristianità sulle cime più alte d'Italia. La prima pietra venne posata dall'Arcivescovo di Pisa Maffi nel 1904, ma i lavori non proseguirono per il blocco imposto dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali, decisa a preservare l'aspetto dell'antica fortezza.

Dal Novembre 2009 la Compagnia di Calci ( associazione nata nel 2004 a tutela del territorio e dell'ambiente della Valgraziosa ) ha ottenuto , in comodato d'uso dal proprietario Dott Costantino Conforti , la parte della rocca che si trova nel territorio del Comune di Calci . I volontari dell'Associazione si impegnano costantemente in opere di pulizia e messa in sicurezza allo scopo di salvaguardare la Verruca dallo stato di abbandono e al fine di rendere visibili ai numerosi visitatori le parti che la vegetazione col tempo aveva coperto . La vegetazione circostante le mura, composta da lecci, edera, rovi e altri arbusti, sta seriamente minacciando la solidità delle loro fondamenta a causa dell'azione delle proprie radici.

La sera dell'8 settembre 2009 il fianco nord-occidentale del monte è stato interessato da un violento incendio di origine dolosa, estesosi dalla zona di Nicosia di Calci fino a raggiungere Crespignano e Caprona, in basso, e il Lombardone, vicino alla sommità. Il fuoco ha distrutto circa 120 ettari di foresta, lasciando una ferita nel panorama dei monti pisani visibile a chilometri di distanza. Il comune di Calci e la Provincia di Pisa visti anche gli scarsi finanziamenti da parte della Regione Toscana hanno deciso di non intervenire con piani di rimboschimento asserendo che sarà la natura a fare il proprio corso e favorendo quindi la crescita di una vegetazione di tipo mediterraneo costituita da piccoli arbusti e non più da boschi di leccio o querce.

Architettura -La struttura in pietra e laterizi sorge su uno sperone roccioso ed è stata ricostruita e ampliata in vari momenti della storia della Repubblica Pisana; tali lavori sono stati eseguiti spesso con urgenza in periodo di guerra, senza una pianificazione accurata. I bastioni e le fondamenta, che si aggrappano direttamente alla roccia sottostante, sono ancora saldi, ma le sovrastrutture sono crollate quasi interamente; restano quasi intatte alcune sale sotterranee e la cappella centrale, che conserva le quattro mura.

La fortezza è raggiungibile essenzialmente attraverso tre percorsi, due dei quali si uniscono nel loro tratto finale. Un primo sentiero parzialmente carrabile parte da ovest, dietro la Torre di Caprona, si dirige verso est fino in località "La Focetta", dietro le cave di Uliveto Terme, e quindi si arrampica a serpentina sul fianco ovest del monte Verruca, unendosi a poche centinaia di metri dalla sommità con un secondo sentiero, proveniente da nord, più precisamente dal Convento di Nicosia, posto nella valle di Calci. Un terzo sentiero parte invece da est, da Vicopisano, e giunge alla Verruca da nord, dopo esser passato accanto ai ruderi dell'Abbazia di San Michele. Quest'ultimo sentiero è di gran lunga il più agevole da percorrere in auto, anche se è necessario un permesso per il transito. (foto: "Ingresso della Rocca della Verruca" di Marco83 (me, Morco83) - http://www.marco83.com. Con licenza CC BY 2.5 tramite Wikimedia Commons -  )

Domenica 6 dicembre – le Terme di Casciana. Immersa nell'ameno paesaggio delle colline pisane, Casciana Terme è una piccola e accogliente cittadina che racchiude un cuore antico e prezioso: le sue acque termali. La leggenda narra che la scoperta del potere curativo delle acque di Casciana sia avvenuta mille anni fa grazie alla Contessa Matilde di Canossa ma soltanto nel 1311, per volere di Federico da Montefeltro, vi si scavò in loco una piscina termale che successivamente venne strutturata come stabilimento, regnante Ferdinando III di Lorena, intorno alla metà del 1800 (ndr: nello stesso periodo veniva posta in vendita l’acqua minerale del Sassorosso, nel livornese). La nostra visita ci permetterà di apprezzare la particolarità delle sue acque bicarbonato-solfato-calciche, usate da secoli per combattere le patologie osteoarticolari come, volendo, di approfittarne per un confortevole relax. Info: Rossano Poggi - 0586 375131 (ore serali) o 331 1131900

Casciana Terme (Castrum ad Aquas o Balneum ad Aquas in latino) è una frazione del comune sparso di Casciana Terme Lari, in provincia di Pisa. Frazione del comune di Lari fino al 1927, e già denominata Bagno ad Acqua e Bagni di Casciana, fu poi comune autonomo accorpando anche le frazioni di Ceppato, Collemontanino, Parlascio e Sant'Ermo. Dal 1º gennaio 2014 si è fuso con Lari per formare il nuovo comune di Casciana Terme Lari.

La sua storia è strettamente legata alle proprietà terapeutiche delle acque che vi scorrono dando vita alle Terme. Le origini di Casciana risalgono al periodo etrusco come da recenti ritrovamenti archeologici nell'area di Parlascio. Le memorie scritte più antiche, risalgono al IX secolo ed attestano l'esistenza della pieve di Santa Maria ad Acquas, in un documento dell'archivio vescovile di Lucca. Una bolla del 1148 poneva in risalto per la prima volta le virtù terapeutiche delle acque termali di Casciana, in particolare per le malattie della pelle. Nel XII secolo Casciana (Aqui) era sede di un castello con mura e torri, ubicato nel nucleo di Petraia dove ancora oggi è visibile una bella torre medioevale, la Torre Aquisana.

Sebbene molti studiosi affermino che le acque termali di Casciana fossero già conosciute dai romani, la costruzione oggi documentata del primo stabilimento termale fu opera di Federico da Montefeltro, Signore di Pisa, nel 1311. Nel 1460, dopo quasi due secoli, venne restaurato per la prima volta dai Magnifici Signori Fiorentini e nel 1596 furono apportati ulteriori miglioramenti. Con i Lorena, fra '700 e '800, riprende l'attenzione del Granducato per le Terme cascianesi e nel 1824, per ordine di Ferdinando III di Toscana, si avvia un nuovo progetto di ristrutturazione. Si arriva così al 1870 e al nuovo stabilimento realizzato dall'architetto Giuseppe Poggi, famoso per aver realizzato il Piazzale Michelangelo a Firenze.Il toponimo Casciana deriva dal nome di persona latino Cassius, col significato quindi di "terreno di Cassio". La località è però citata per la prima  volta col nome di Acqui alla fine del IX secolo, con riferimento alle caratteristiche termali del posto. Il paese si chiamò Bagni di Casciana, in riferimento al centro abitato di Casciana (che divenne Alta), fino al 1956 quando assunse il nome attuale.

Sabato 19 dicembre – cena e foto proiezione - Come da tradizione ormai consolidata, viene organizzato il consueto momento di convivialità decembrina, per relazionarci tra di noi dopo un anno di escursioni ma anche nella convinzione che la “democrazia” vera sia la somma di tanti cenacoli che si aprono e riflettono sulla società che vogliamo e non l’adesione a modelli e proposte mediatiche o populiste che rendono la società una semplice somma di tribù altero guidate (come direbbe Salvatore). Oltre alla cena, ancora da definire il dove, si terrà la consueta foto proiezione strutturata in concorso, anch’esso ormai diventato “un classico”. Il nuovo regolamento è visibile sul sito di agire verde, nel link dedicato alle foto.

Info e prenotazioni per la cena: Rossano Poggi - 0586 375131 (ore serali) o 331 1131900

                               info fotografia - Sergio Casini 328 8249272 – 0586 814101 ore serali    

Concorso fotografico aperto a tutti gli iscritti di Agire Verde,              

1-Le immagini, in numero massimo di cinque ciascun concorrente, dovranno pervenire improrogabilmente entro il 30 novembre 2015 al coordinatore via mail (zerynpoly@libero.it) oppure con altra scelta dell'interessato.                       

2-Le immagini devono essere fatte in occasione di eventi organizzati da Agire Verde (gite, escursioni e altri eventi) nell'anno che va dal 30 novembre 2014 al 30 novembre 2015.  Al fine di far partecipare anche quei soci non sempre presenti alle gite, viene estesa la possibilità di presentare immagini a tema su Livorno, eseguite nel 2015. Il tema per questo anno è: "Livorno e Fortezza Nuova".                                                                                                                              

3-Le foto saranno proiettate in assoluto anonimato e votate dagli stessi autori con 3 (tre) preferenze e potranno anche dare 1 (una e solo una) preferenza ad una propria foto. Verrà fatto una classifica, dalla quale usciranno le tre immagini che avranno realizzato maggior preferenze.                                                                   La terza classificata rimarrà tale, (in caso di parità, viene deciso per alzata di mano) mentre la seconda e la prima subiranno una ulteriore selezione per alzata di mano, da tutti i presenti anche se non partecipanti, decidendo così il primo e secondo posto.                                                                                                      

4-Saranno premiati i due partecipanti che avranno realizzato maggior preferenze.                                                                                                                             

5-I partecipanti accettano senza riserve quanto sopra scritto.                     

 

Ciaspolata 2016: nella prima settimana di marzo, come ogni anno, ci sarà la ciaspolata che prelude all’avvicinarsi della primavera, questa volta in zona appennino tosco emiliano, e sarà riservata unicamente agli associati, anche per dare un senso preciso al tesseramento. I dettagli verranno precisati nel prossimo notiziario e tuttavia chi vuole informarsi per tempo, anche dando consigli per uno sviluppo ottimale dell’iniziativa, può farlo rivolgendosi già da adesso a

 

Rossano Poggi - 0586 375131 (ore serali) o 331 1131900

 

 

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Mercatini di Natale a Vienna – Klagenfurt – Graz

5-6-7-8 dicembre

 

l’iniziativa non è coordinata dall’ass. Agire Verde ma deriva da una proposta della socia silvana malevolti,  alla quale gli interessati dovranno rivolgersi per ogni info in merito - vedi sotto.  questo il programma:


Sabato 5 dicembre: LIVORNO - KLAGENFURT- VIENNA - Ritrovo dei partecipanti a Quercianella e Livorno (Ipercoop Porta a Terra ore 5,00) e partenza in Bus G.T. per l’Austria. Sosta per il pranzo libero e tempo  a disposizione per visita libera dei mercatini natalizi di Klagenfurt. Il grande mercato del Bambin Gesù che si svolge durante l’Avvento nella zona pedonale e sulla Neue Platz di Klagenfurt è una formidabile attrazione per il pubblico. Tra le note della suggestiva musica natalizia, il profumo dei biscotti e dei dolci “Lebkuchen” appena sfornati si mescola con l’aroma del vin brulé e con il profumo d’incenso. Il mercato natalizio di Klagenfurt è un’esperienza speciale per tutti i sensi. Nel pomeriggio partenza per Vienna, arrivo e sistemazione in hotel, cena e pernottamento.

Domenica 6 dicembre: VIENNA  - Prima colazione in hotel. Incontro con la guida turistica locale  per la visita della città con l’Hofburg, ex residenza della famiglia imperiale e la cattedrale di Santo Stefano, simbolo di Vienna . Si percorrerà poi la Ringstrasse, il cerchio di grandi viali, realizzati sul perimetro delle fortificazioni medioevali, su cui si affacciano gli edifici storici e monumentali della città , tra cui il nuovo Municipio (Rathaus) , il Parlamento e l’Opera. Sosta  per il pranzo libero. Nel pomeriggio proseguimento della visita  al Castello di Schonbrunn, residenza estiva degli Asburgo con  le sue  numerose sale e nel  giardino imperiale il Mercatino di Natale: artigianato, prelibatezze culinarie e circa 80 espositori provenienti dall’ Austria e dai paesi limitrofi. L’ordine delle visite potrebbe subire variazioni in relazione al calendario delle prenotazioni.  In serata rientro in hotel cena e pernottamento.

Lunedi 7 dicembre: VIENNA - Colazione in hotel. Giornata  libera a disposizione dei partecipanti per visite individuali e shopping.  Pranzo libero.  Nel tardo pomeriggio trasferimento al Grinzing per ammirare il caratteristico borgo e cena in ristorante tipico viennese. 

Martedi 8 dicembre: VIENNA – GRAZ – LIVORNO – Colazione in hotel. In mattinata partenza per Graz capoluogo della Stiria e seconda città dell’Austria, detta la “città verde” per le ricchezze di giardini e viali: il centro antico dominato dalla collina dello Schlossberg da dove si gode un bel panorama. Possiamo tranquillamente considerare Graz come la città dell'Avvento. Nessun altra città dell' Austria riesce a trasmette in questo periodo il proprio aspetto culturale e la gioia di fare shopping nel periodo pre-natalizio. Le piazze principali della città sono colme di bancarelle con oggetti, decorazioni natalizie, artigianato, idee regalo in tema natalizio e la fragranza dei biscotti, prodotti tipici e bevande calde come il punch e il vin brulè. Pranzo libero. Nel pomeriggio partenza in pullman  per il viaggio di ritorno. Soste lungo il percorso e arrivo in Italia in tarda serata nelle varie località di partenza.

Per informazioni e prenotazioni: Silvana 335 7833238 email:  silvana.malevolti@virgilio.it

 

 

 

 

Le iniziative in dettaglio: percorsi, note storiche, approfondimenti etc.etc.

Domenica 25 gennaio: percorsi della memoria. nota: qualora non si dovesse andare fino alle grotte, in zona Quarata, per motivi di tempo, l'alternativa, non meno interessante sarebbe questa, frutto di un lavoro di ricerca in ambito O.s.C e già presentata in anteprima la scorsa estate nell'escursione a Pian della Rena.

fonte Sasso Rosso

il Mausoleo a Costanzo Ciano: la costruzione del mausoleo ebbe inizio dopo la morte di Costanzo Ciano, avvenuta nel 1939. Secondo il progetto il monumento avrebbe dovuto essere costituito da un grande basamento sormontato da una statua marmorea, alta 12 metri, dello stesso gerarca e da un colossale faro a forma di fascio littorio alto più di 50 metri.

Il mausoleo fu finanziato da una sottoscrizione pubblica aperta dal Podestà di Livorno ed i lavori furono affidati a Gaetano Rapisardi per la parte architettonica e allo scultore Arturo Dazzi per quella monumentale.

La costruzione procedette rapidamente, tanto che, malgrado lo scoppio della guerra, nei primi anni quaranta era già stato realizzato il faro, che con la sua luce avrebbe dovuto ricordare lo spirito immortale di Ciano. Tuttavia, l'epilogo della dittatura fascista impedì il completamento dell'opera, che fu lasciata nella forma di un massiccio torrione alto circa 17 metri, mentre il faro fu minato dai guastatori tedeschi e abbattuto.

La statua di Ciano, incompleta, non fu mai posta in opera, ma giace ancora sull'Isola Santo Stefano nell'arcipelago della Maddalena, in Sardegna, presso la cava nella quale era in lavorazione al momento della sospensione del cantiere. Altre statue minori, che avrebbero dovuto ornare l'opera, si trovano invece sul lungomare di Forte dei Marmi.

Ciò che resta del mausoleo è incentrato attorno ad una vasta sala voltata, delimitata da colonne d'impostazione classicheggiante ed alla quale si accede mediante una severa apertura architravata; presso il corridoio d'ingresso si riconoscono inoltre i resti del vano scale e del pozzo per l'ascensore, che avrebbero dovuto condurre i visitatori alla sommità del basamento. La copertura, sopra la quale sarebbe stata innalzata la statua di Ciano, è anch'essa incompleta ed è costituita in parte dall'estradosso della volta sottostante.

Il monumento, abbandonato da oltre sessant'anni e sottoposto a vandalismi, è saltuariamente utilizzato dalla Brigata Paracadutisti Folgore e dal Tuscania per esercitazioni di discesa con la corda. Della magnificenza cui aspiravano i progettisti, il mausoleo conserva solo il panorama su Livorno, le isole dell'Arcipelago Toscano (Capraia, Gorgona, l'Isola d'Elba) e la Corsica.

Numerosi sono stati i progetti di riqualificazione dell'area (di proprietà privata), ma le ipotesi di trasformare l'edificio in un albergo o integrarlo in una struttura cimiteriale per il quartiere di Montenero non sono mai stati approvati. Alcuni, invece, hanno suggerito di abbattere il mausoleo definitivamente.

dettaglio percorso:

Dal parcheggio di Montenero si va in direzione Livorno e, quasi subito, troviamo uno sterrato a sinistra, in leggera salita. Tempo 15 minuti e siamo al monumento a Ciano. Si prende adesso lo stradello a sinistra ed al primo bivio, dopo altri 15 minuti, si va a sinistra, arrivando all’incrocio tra via Lecceta e via Vignacce, qui prendiamo a destra e saliamo per 5 minuti quando al nuovo bivio andremo a sinistra, salendo, per circa 40 minuti, arrivando al Castellaccio ed intravedendo la zona pic nic, sotto la casa Forestale. Sosta e quindi percorso di 10 minuti nella macchia accanto al posteggio.  

Al ritorno scenderemo da via Castellaccio (accanto a dove saremo sbucati e riconoscibile per il divieto di transito), via Castellaccio diventerà via Ciampi e dopo via Byron, riportandoci prima in piazza delle Carrozze e quindi nuovamente al parcheggio in circa 40 minuti.

 

 

Da Asciano a Mirteto (tempo di salita 30-40 minuti circa – tempo di discesa 20 minuti circa)
Una volta arrivati ad Asciano è necessario salire fino alla chiesa, quindi svoltare a destra e prenderete via Barachini fino alla fine. Il sentiero che conduce a Mirteto non è molto difficoltoso e anzi il tragitto è breve e soprattutto all'inizio si snoda nella parte bassa della Valle delle Fonti, dove c’è un aree di sosta attrezzata e dove si può ammirare l'antico sistema di raccolta delle acque destinate all'Acquedotto Mediceo.

Il “Cisternone” è indubbiamente l'elemento di maggior rilievo architettonico, aveva la funzione di stoccaggio delle acque da sfruttare in caso di intorbidamento per eventi meteorici particolarmente intensi e da qui l'acqua scorreva in una galleria sotterranea fino al bottino di San Rocco, per poi proseguire fino alle fonti pubbliche di Pisa. Oltrepassati diversi “bottini di raccolta idrica” troveremo un ponticello, dove si osserva un pannello esaustivo sui percorsi della valle: tra i due sentieri che si possono scegliere per arrivare a Mirteto, prendere quello di sinistra che passa sul ponte, seguendo poi i segnali di sentiero C.A.Ied iniziando. Dopo circa una mezz'ora si noteranno gli alberi da frutto e i relitti delle coltivazioni degli antichi abitanti di questi luoghi e  Mirteto spunterà dalla Macchia quasi all'improvviso, insieme ai ruderi del suo bellissimo monastero.
Il Monastero di Santa Maria di Mirteto risale all'anno 1000, il soffitto è crollato, ma le pareti, l'abside, l'altare e una parte del pavimento risultano ancora ben conservati; l'antico villaggio è invece abbandonato ormai da tempo e l'atmosfera unica che da sempre lo contraddistingue ha fatto sì che questi ruderi divenissero una delle mete più battute dagli escursionisti, gli amanti del trekking e dei boschi secolari.

 

Domenica 29 marzo: l'anello del monte Pelato, da Le Spianate (Castiglioncello) 

 

In auto si va per la S.G.C. e si esce a Castiglioncello, prendendo e la prima strada a sinistra, per tornare verso Livorno (località Spianate, ma si entra e si esce subito). Alla rotonda che immette nuovamente sulla superstrada per tornare a Livorno (fare molta attenzione) si gira subito a destra, dove si legge Casale del mare e, parcheggiata l’auto, il sentiero inizia (segnali bianco/rossi del C.A.I). Il percorso ricalca una antica strada di collegamento tra il borgo medioevale di Castelnuovo della Misericordia e le aree di pesca di Quercianella e Castiglioncello, dove si portava legna, grano e carbone per imbarcarle e trasportarle nei depositi portuali di aree limitrofe e più grandi. Un percorso storico quindi sull’utilizzo di questa viabilità ma anche naturalistico, trattandosi della SIR (sito di interesse regionale) del monte Pelato, con tipologie di habitat particolari, e paesaggistico perché da qui la vista spazia sull’intera costa della Provincia, nelle giornate terse. Il percorso inizia seguendo il segno bianco/rosso che si biforca in 188 e 188c. Saliamo per il 188c (a destra) per circa mt.45 di salita ed arriviamo proprio sotto il m.Pelato da dove, dopo che la vista ha spaziato sulle secche di Vada ed oltre, si continua per altri 15 minuti, fino ad incrociare lo 00 che a destra scenderebbe a Rosignano M.mo, a sinistra sale verso Pian dei Lupi e Nibbiaia ed a destra di questo, una terza deviazione va a Castenuovo della Misericordia. Il ritorno è per il sentiero 188 (h.1.15) tra due ali di bosco a leccio, corbezzolo e lentisco e per una carrareccia sassosa.

varianti di percorso:

1) arrivati all'incrocio con lo 00, prendendo il sentiero che va a Pian dei Lupi, si può salire sulla vetta del m.Pelato per il sentiero che sale alla nostra sinistra. Lo si trova quasi subito e non ci si può sbagliare (h.0,30 salita ed altrettanto in discesa)

2) prima di arrivare all'incrocio si può prendere il sentiero verso Rosignano M.mo e questo in circa 10 minuti ci conduce la laghetto in località Le Serre dove, costeggiandolo ed a sinistra troveremo un sentiero che scende a Castelnuovo, in discesa per h.0,45. Per risalire poi è sufficiente domandare dove prendere la carrareccia (quella per le auto) che sale al Pelato e risaremo all'incrocio di sentieri di cui si diceva in circa h.1,00.

 

Castelnuovo della Misericordia - ha una altezza media di 165 m., dista dal mare Km. 4,3 e dal Capoluogo Km. 5,3, la popolazione è di 1.402 abitanti. Il suo antico nome era Castrum Camajani, infatti ai tempi della Roma Imperiale, si trattava di una roccaforte militare. Castelnuovo della Misericordia è il risultato delle complesse vicende abitative che caratterizzarono la zona collinare in epoca medievale: qui si succedettero ed in parte convissero numerosi castelli, molti dei quali oggi scomparsi, tra cui Camaiano, Castelvecchio e Castelnuovo. Sviluppatosi ai piedi di quest’ultimo, il paese odierno comprende anche quanto resta di Castelvecchio, in gran parte distrutto dal devastante terremoto che si abbatté sulla zona nel 1846. L’appellativo ‘della Misericordia’ deriva invece dalla Pia Casa di Misericordia di Pisa, che, dal XIV secolo, possedette nella zona un’ampia tenuta in gran parte adibita a pascolo e il cui centro amministrativo era l’edificio noto come ‘Villa Santa Maria Assunta’ (o Fattoria di castello), oggetto di un recente restauro.
L’originaria parrocchia di Santo Stefano, compresa nelle mura del Castello, venne sostituita dalla chiesa attuale, edificata, in posizione più baricentrica, a metà del ‘600.
A lungo comune autonomo, fu aggregato a Rosignano Marittimo solo nel 1776.
I dintorni del centro abitato offrono paesaggi rurali e boschivi di rara bellezza, percorribili grazie alla fitta rete di sentieri di antico tracciato e ricchi di testimonianze archeologiche, quali la necropoli etrusca di Pian dei Lupi e la cinta di mura di Monte Carvoli.

Approfondimenti sull’area, dal progetto O.s.C:

http://occhisullecolline.it/index.php/centro-documentazione/aspetti-naturalistici/169-risultati-dell-indagine-preliminare-sul-sito-di-interesse-regionale-monte-pelato-rosignano-marittimo-li

 

 

Domenica 19 aprile: rivisitazione di alcune ville della lucchesia

 

Le ville lucchesi, ovvero i palazzi in villa, si ritrovano nella campagna e nella zona collinare che circonda la Piana di Lucca e rappresentano ancora oggi un patrimonio di notevole bellezza. Costruite dal XV fino al XIX secolo come residenze estive alternative a quelle invernali in città, per volere delle classi più agiate della città di Lucca, queste prestigiose residenze sono ancora per la maggior parte in mano ai privati, attraverso passaggi di generazione in generazione. La struttura delle ville lucchesi è propria di un'opera d'arte, con ampi ed arborati giardini, portici, saloni, affreschi e statue, parchi con vasche, pescherie e laghetti e sono del tutto immerse tra olivi e vigneti, permettendo ai visitatori di entrare a contatto con una pluralità di valori che spaziano tra architettura e paesaggio, agricoltura ed attività tradizionali, in un'atmosfera contemplativa e intima. La visita, non potendo comprenderle tutte, ci porterà nella tranquillità ed eleganza di alcune di queste, ancora da scegliersi (in base ad orari e distanze) tra Villa Grabau, Villa Bernardini - Vicopelago, Villa Oliva - San Pancrazio, Villa Mansi - Segromigno a Monte e Villa di Camigliano – Camigliano.

Info – Luisa Rocchi – 349 7114943

nota - in linea di massima ne vedremo due la mattina ed una il pomeriggio (con possibile inversione, in base ai tempi di visita). Per i costi relativi agli ingressi, sentire Luisa.

 

approfondimenti su:

http://www.comune.lucca.it/turismo/ville_lucca

http://www.villedilucca.com/ville-storiche-lucchesi.php

http://www.luccatourist.it/content.php?p=5.2

 

Domenica 26 aprile: da Stazzema al monte Forato

Percorrendo una bella mulattiera medioevale, quella stessa che anticamente permetteva i traffici e la transumanza tra la Versilia e la Garfagnana, da Stazzema saliremo prima nel verde di folti castagneti e poi nella zona delle faggete, più in alto, fino a fonte Moscoso, al bivio per scendere a Cardoso oppure salire al m.Forato. Pregevoli i panorami che spazieranno sia sul mare, in lontananza, che sulle rupi del monte Nona e del Procinto ad est, come pure sul gruppo delle Panie ad ovest, strapiombanti e verticali sulla sottostante vallata. Escursionismo di montagna e quindi necessarie calzarature robuste.

Dettagli:

In auto: Si prende l’autostrada per Viareggio ed all’uscita successiva, indicata con Apuane, prendiamo per Seravezza, Stazzema.

All’ultimo tornante prima del paese si segue a destra la carrozzabile con l’indicazione rifugio Forte dei Marmi, si prende una medioevale mulattiera per la Foce di Petrosciana (sentiero n°6) e si inizia il trekking percorrendo un sentiero in moderata salita, completamente immerso in un secolare bosco di castagni, arrivando, dopo circa un’oretta di cammino, al rifugio Forte dei Marmi all’Alpe della Grotta (m.865).

Il rifugio, antica abitazione pastorale è splendidamente situato al limite dei castagneti, proprio sotto le verticali pareti rocciose del m.Nona e del Gruppo del Procinto ed è il punto di partenza per l’escursione vera e propria verso il m. Forato, noi comunque oggi lo eviteremo non prendendo la deviazione che in 20 minuti ce lo farebbe raggiungere, ma proseguendo invece per il sentiero n°6.

Arrivati che saremo al bivio con il sentiero n°8 (sulla ns/destra), che ci porterebbe alla Foce delle Porchette e quindi al m.Croce, proseguiremo invece ed in circa 50 minuti, sempre seguendo il n°6, saremo alla Foce di Petrosciana (m.961).

Da qui andremo per il sentiero 131, una variante che costeggia il versante orientale garfagnino del monte con vista sul versante sud della Pania Secca ed in falsopiano, raggiungendo prima una grotta e poi Casa del Monte dove troviamo il sentiero n°12 da dove, in leggera salita (0.45 mt.), raggiungeremo il m.Forato (non prendere nell’ultimo tratto il sentiero 130 che, scendendo, ci porterebbe a Fornovolasco).

Durata del percorso: Stazzema/ Rifugio F.Marmi, 50 minuti.

Rifugio F.Marmi/Foce di Petrosciana, 60 minuti.

Foce di Petrosciana/m.Forato, ore 1.15.

In discesa i tempi più o meno si equivalgono per cui l’escursione durerà circa 6 ore, con percorso di media difficoltà adatto a sperimentati camminatori, lo spettacolo dell’Arco Naturale del m.Forato però, ripagherà ampiamente della fatica.

 

 

 

Domenica 10 maggio - Il promontorio del Caprione

Il promontorio del Caprione, dal mare al fiume.  Annoverato tra i Borghi più belli d'Italia, Montemarcello si affaccia sul mare dal punto più esposto del promontorio e girovagare per le sue viuzze dà l'impressione di entrare in un quadro naif. Nei dintorni del paese poi, la natura è protagonista con insenature splendide (punta Corvo e punta Bianca), alte scogliere, l'orto botanico, la macchia mediterranea ed estesi boschi a leccio, roverella e pino d’Aleppo. L’escursione odierna attraverserà il promontorio del Caprione, dal mare (al punto panoramico di sosta scorgeremo le isole Palmaria, Tino e Tinetto, di fronte a Porto Venere) al fiume (il ritorno costeggerà dall’alto la foce del Magra), svelandoci la porzione sud di questo insieme di paesaggi unici, anche laboratorio di progetti “certificati” di conservazione e riqualificazione ambientale.

Descrittivo: Una volta giunti a Montemarcello si parcheggia  e si entra nel paese attraverso via delle mura, in salita (guardare a destra della piazza, dalla parte opposta all’asfaltata verso Ameglia). Ancora nell’abitato troviamo subito un bivio e, trascurando l’indicazione a dx per Lerici, andiamo a sinistra (via del Corvo) sbucando sull’asfaltata che attraversiamo. Fin qui 10/15 minuti. Oltrepassata la carreggiata andiamo per il sentiero 4 (per Zanego/Tellaro) ed in breve troviamo un bivio che prendiamo a dx per punta Corvo, proseguendo fino ad un ulteriore bivio dove a sx si andrebbe alla spiaggia di punta Corvo e noi, a dx, andiamo invece verso punta Bianca/Tellaro. Inizia ora un sentiero indicato come difficile che noi prendiamo per circa h.1.00 tra muretti a secco, olivi, macchia e vista sul mare di Portovenere (seguire i segni bianco/rossi quando c'è un bivio col sentiero che scende e segue una rete metallica). Abbandoniamo poi questo sentiero quando si incontra la discesa verso la costa (si riconosce perché scende decisamente e pericolosamente, ma prima e alla nostra destra avremo scorto una casa verso la quale andiamo. Seguiamo la carrareccia – siamo in via Borea 35 - e troviamo l’asfaltata dove andiamo a sx, attraversiamo e cominciamo a salire per il sentiero n° 433 per Zanego/Lerici. Saliamo per 15 minuti, in bosco a pini d'Aleppo e lecci, lungo un’antica mulattiera e riattraversiamo l’asfaltata percorrendo una salitella ben riconoscibile col selciato in pietra e  due muri a secco che la delimitano. Sono altri 15 minuti di cammino che ci portano ad un punto panoramico, con apertura sul golfo dei poeti, la Palmaria e Porto Venere. Qui sostiamo per goderci un meritato riposo. Andando avanti si andrebbe alla località Zanego da cui si dipartono i sentieri per Ameglia e Tellaro e/o Barbazzano (ancora 15 minuti) ma noi invece, lasciando questa opzione, andiamo verso l’orto botanico col sentiero 437, seguendo sempre le indicazioni Orto Botanico/monte Murlo. La mulattiera si allarga, diventa stradello e sale, fino quasi a trovare l’orto botanico che però non raggiungiamo (sarebbe in salita ed una catena a terra ne indica la via) ma noi proseguiamo a diritto per un sentiero indicato per MTB (dal punto panoramico: complessivi 30 minuti). Bellissima adesso la macchia boschiva ed il sentiero finalmente, dopo aver trovato uno spiazzo con un manufatto e tre alti scalini, scende, diventando però molto sassoso e quindi da percorrere con attenzione. Siamo sul n°2 che discendiamo in 40 minuti, trascurando l'indicazione 411) ritrovando l’asfaltata - il nostro sentiero ad un certo punto sarà indicato con 422. Alla fine, tutto in discesa, attraversiamo la strada e siamo al cimitero, dietro il quale inizia il sentiero 411 non preso prima e torniamo a Montemarcello in ancora 30 minuti, esattamente alle auto, non prima però di averci regalato impagabili scorci sulla foce del Magra. Abbiamo percorso il promontorio del Caprione da ovest ad est e preso visione di ogni variante sentieristica della parte sud del parco naturale di interesse regionale di Montemarcello Magra.  Tot. Circa h.4.00 escluso soste, anche fotografiche, nel borgo.

http://www.parcomagra.it/

Montemarcello si trova su una altura nel cuore del Caprione che domina il golfo della Spezia. Il borgo deve il suo nome alla vittoria del console Marco Claudio Marcello nel 155 a.C. sui Liguri Apuani. La struttura del paese ha conservato l’antica origine romana con dritte vie perpendicolari a ricordo del primitivo castrum. Possedimento del vescovo di Luni Enrico da Fucecchio che nel 1286 lo fece fortificare, Montemarcello nacque però nel 1474, quando venne innalzato a parrocchia. Le mura, di cui oggi restano solo alcuni tratti, lungo Via delle Mura fino all'antica porta d'entrata del paese, furono costruite nel 1485. Nel 1944 subì un bombardamento tedesco che portò alla creazione di piazza XIII Dicembre.
Nel borgo si trova la chiesa di San Pietro, del XV secolo, con un prezioso trittico del XVI secolo, profondamente ristrutturata in stile barocco nel XVII secolo. Da non perdere "La Marrana", villa di proprietà privata che nel periodo estivo diventa una galleria d'arte all'aria aperta.
Dal 1985 il paese è al centro del Parco Regionale di Montemarcello Magra, con il vicino Orto Botanico.

http://www.mondimedievali.net/castelli/Liguria/laspezia/montemarcello.htm

http://www.borghitalia.it/pg.base.php?id=4&cod_borgo=865

http://www.toltedalcassetto.it/magra_pginfo_orografia.htm

Il Parco regionale di Montemarcello Magra

Nasce nel 1995, attraverso la Legge Regionale di riordino delle Aree Protette, dall'unione del Parco Fluviale della Magra, operante dal 1982, con l'Area Protetta di Montemarcello, istituita nel 1985. L'Ente Parco ha come scopo istituzionale la tutela del fiume, la salvaguardia del patrimonio faunistico e botanico, la regolamentazione ed incentivazione dell'attività agricola. Si occupa inoltre del corretto uso delle risorse naturali da parte delle popolazioni residenti, al fine di migliorare e sviluppare le loro condizioni soci-economiche.
Il bacino fluviale comprende il tratto di fiume Magra che scorre in territorio ligure per risalire lungo il fiume Vara, suo principale affluente, fino all'altezza di Ponte Santa Margherita.
L'area collinare è rappresentata dalla porzione di parco che da Arcola si spinge verso il mare fino a Punta Bianca ( promontorio del Caprione ). Da un lato il parco è delimitato dal Golfo della Spezia ( o dei Poeti ) ed il mare aperto, dall'altro si trovano la foce del Magra, la piana di Luni e le candide Alpi Apuane. Il territorio restante forma una fascia lungo l'alveo dei due fiumi, piuttosto stretta, che raggiunge una larghezza massima di un chilometro.


I due versanti del promontorio del Caprione sono orograficamente molto diversi. Il territorio che dà sulla foce del Magra degrada molto dolcemente sulla pianura sottostante ed è fitto di boschi di pino marittimo e cadacifoglie; la zona costiera si presenta rocciosa e frastagliata ed è ricca di vegetazione a gariga, macchia mediterranea, lecceta e pinete a pino d'Aleppo. Il quadro geologico risulta decisamente complesso per la presenza di successioni sedimentarie diverse e di eventi tettonici particolari. All'interno del bacino prevalgono le formazioni appartenenti all'alloctono ligure ed in subordine quelle della falda toscana. L'autoctono metamorficoapuano e quello del basamento affiorano in aree limitate per estensione.

Il territorio umido del Magra è considerato come oasi faunistica per la sosta e lo svernamento di numerose specie avicole tra cui spiccano l'airone cenerino, l'airone rosso, la garzetta, il germano reale, il cavaliere d'Italia, il gruccione.
Nella zona di Montemarcello tra i mammiferi, sono presenti: il cinghiale, il riccio, la donnola, lo scoiattolo, il ghiro, il tasso. L'avifauna comprende uccelli di macchia come l'occhiocotto, la capinera. la magnanima; di radura ( l'upupa ed il cardellino ); di bosco ( tordo, pettirosso, fringuello, picchio rosso minore ); di pineta ( tortora e colombaccio ); rapaci ( gheppio,poiana, gufo reale ); uccelli marini ( gabbiano, sterna, sula, svasso ).

Lungo il tratto fluviale la vegetazione è caratterizzata prevalentemente da salici ed ontani. Il salice ripaiolo e quello rosso e più raramente il salice bianco e quello da ceste colonizzano il greto e le zone spondali, associandosi spesso con l'euphorbia dolce (*), il lamiastro, il geranio nodoso, il biancospino ed altre speci indicatrici di un clima piuttosto fresco.


Nella zona collinare del parco si trova una notevole varietà floristica. Di particolare interesse scientifico il cisto bianco (Cistus Albidus), mentre le condizioni climatiche particolari favoriscono lo sviluppo della macchia mediterranea con piante come il mirto, il leccio, la fillirea, il lentisco.

Da -  http://www.toltedalcassetto.it/magra_pginfo_orografia.htm

Guida all’esplorazione

http://www.altaviadeimontiliguri.it/portale/resources/cms/documents/guida_parco_montemarcello.pdf

http://www.webalice.it/gbringio/montemarcello_puntacorvo.htm

http://www.giocanatura.it/cose-degli-altri-parchi/liguria/parco-naturale-regionale-di-montemarcello-magra/

 

 

Domenica 14 giugno -  A sant'Anna di Stazzema (anello), Da Farnocchia

il M.Lieto è una cima delle Apuane meridionali vicinissima al mare, un punto panoramico di prim’ordine, non solo sulla conca di Camaiore e la Versilia ma anche sulle altre vette delle Apuane. In più, se la giornata è tersa, lo sguardo spazia tranquillamente fino al golfo di La Spezia e oltre, distinguendosi molto bene sia la Palmaria che il Tino. L’itinerario parte da Farnocchia, gira attorno al m. Lieto e ridiscende a Farnocchia, descrivendo un anello.

Descrizione percorso:

A Farnocchia (mt.646), oltrepassata la piazzetta dove si trova il monumento ai caduti della Grande Guerra, prendiamo a destra del negozio di alimentari, e, sulla nostra sinistra, prendamo per il sentiero 3, trovando le indicazioni per la Foce di Farnocchia e Sant’Anna di Stazzema. Saliamo per il castagneto e, dopo h.0.15 troviamo il bivio col sentiero 4, che trascuriamo. Altre h.0,45, sempre sul 3, e troviamo una marginetta. Continuiamo per lo stesso sentiero che diviene francamente sassoso e saliamo ancora per poi scendere, sempre seguendo i segni bianco/rossi, passando accanto ad una palestra di roccia ( con rinvii e spesso scalatori), trovando infine un ampio spiazzo erboso, dopo altre h.0,45. Siamo alla foce di S.Anna (mt.830) e qui possiamo decidere se proseguire per il sacrario (h.0.45) oppure scendere direttamente sotto la chiesa di S.Anna, prendendo per il canalone proprio davanti a noi e l’asfaltata dove finisce (h.0.30) – un bivio ci indicherà l’opzione possibile. Da Farnocchia a qui sono passate circa h.2.15/2.45 (secondo il passo). Sosta alla chiesa dell’eccidio. Il ritorno sarà dalla piazza sotto S.Anna, dove c'è il parcheggio insomma, quando prendiamo il sentiero 4 (inizia con una scaletta) e, dopo circa 30 minuti di salita, siamo sull’asfaltata voltando a destra e, in 10 minuti, passata casa Moco (con cartello commemorativo), siamo in località Case Sennari (mt.720) dove, sulla ns.sinistra, troviamo le indicazioni del sentiero 4 diretto a Farnocchia. Il sentiero, inizialmente in aspra salita, diventa poi un’ ampia mulattiera a pendenza più dolce, sempre nel bosco, con a destra ed in basso l’abitato di S. Anna ed il Monumento alle vittime della strage, ben visibile. In h.1/1,15 arriviamo ad un bivio dove il sentiero 4 sale a sinistra alla Foce di Farnocchia (quello sulla ns.destra, va invece al monte Gabberi e non lo prendiamo). Andiamo invece per il nr.4 essendo subito alla foce di Farnocchia o "Le Focette" (mt.873) dove, tra gli alberi, possiamo ammirare i monti apuani, da sinistra a destra, il m. Corchia, le Panie, il Nona, il Matanna, il Prana ed il m.Piglione. Scendiamo per un bosco a castagni e faggi, e concludiamo il nostro anello con a vista Farnocchia, in circa h.0.45.

Totale, con passo lento e fotografando, andata h.2.45/ritorno h.2.45. Dislivelli: Farnocchia mt.646/Foce S.Anna mt.830/S.Anna mt.660/Casa Sennari mt.720/Le Focette mt.873/ Farnocchia mt.646. Media difficoltà con 200 metri di salita due volte ed altrettante in discesa. nota: scarpe robuste, utili bastoncini e tenere di conto le ore di luce possibili.
 

La memoria

Ai primi di agosto 1944 Sant'Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco “zona bianca” ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in quell'estate, aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all'alba del 12 agosto '44, tre reparti di SS salirono a Sant'Anna mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant'Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati mentre donne, vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.

In poco più di tre ore vennero massacrati 560 civili, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Sebbene fosse viva era gravemente ferita. A trovare la piccola fu una sorella che, miracolosamente superstite, la rinvenne tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Infine fu il fuoco a distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare di La Spezia si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.

La ricostruzione degli avvenimenti, l'attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l'Eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare di La Spezia e conclusosi nel 2005 con la condanna all'ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto, grazie al Pm Marco de Paolis, un imponente lavoro investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò centinaia di persone a Sant'Anna. Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi “Armadio della vergogna”, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle straginazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra.

Precedentemente l'eccidio di S. Anna di Stazzema, nel giugno dello stesso anno, SS Tedesche coadiuvate da reparti della X MAS, furono autori del massacro di 72 persone a Forno. Il 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spingevano in comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca, nella zona diSan Terenzo. Nel giro di cinque giorni uccisero oltre 340 persone mitragliate, impiccate, addirittura bruciate con ilanciafiamme.

Nella prima metà di settembre, con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portarono avanti la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido furono fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano (Lucca), a Bergiola i nazisti fecero 72 vittime. Avrebbero continuato la strage con ilmassacro di Marzabotto.

 

 Da http://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Sant%27Anna_di_Stazzema

 Info dettaglio  http://www.santannadistazzema.org/sezioni/LA%20MEMORIA/

 

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Iniziative in cantiere, perchè rinviate a causa del maltempo oppure progettate e non ancora proposte:

Da Colonnata al borgo fantasma di Vergheto e ritorno

note di viaggio: telefonare il venerdi per essere certi di un meteo favorevole e comunicare sia le eventuali presenze che un numero telefonico per imprevisti dell'ultima ora.

Dal borgo di Colonnata, situato in un bacino montano tra i più sfruttati per l'estrazione marmifera nella storia delle Apuane, ci avventureremo verso i boschi soprastanti, entrando in contatto con la vita e le tradizioni di queste valli, dall'uomo cavatore e pastore alle coltivazioni dei boschi di castagno. Godremo dall'alpeggio di Vergheto, adesso in abbandono ma anticamente sede delle attività silvo-pastorali del comprensorio e qui potremo sostare. Splendido il panorama, uno dei più suggestivi del versante a mare delle Alpi Apuane, situato com’è davanti allo splendido spigolo nord-est del Sagro ed all’intera catena apuana, dal Cavallo all’Altissimo. Trekking di media difficoltà (dislivello mt.300) di circa h. 3/3.30 Pranzo al sacco, scarponcini da trekking e bastoncini da montagna utilissimi.

Arriviamo a Colonnata dove ci fermiamo presso il parcheggio all’inizio del paese (meglio sotto il borgo però, prendendo una comoda bus/navetta che ci porta tranquillamente su) Arrivati alla piazzetta principale di Colonnata sarà possibile riempire la borraccia. Qua sono presenti le indicazioni dei due sentieri 38 e 195 (nelle cartine indicato con la vecchia numerazione come 48) che percorreremo nella nostra escursione. Noi prendiamo a destra per seguire il 38. Esso è all’inizio un strada asfaltata, superiamo una larderia e, salendo ancora per la strada ancora asfaltata e stretta, in 7’ arriviamo a una chiesetta con campanile: è la Cappella della famiglia Cattani. Saliamo ancora qualche minuto e la strada diventa un sentiero cementato. A 13’ abbiamo a sinistra una captazione d’acqua, il sentiero diventa una agevole mulattiera nel bosco e costeggia il Canale del Vento che scorre molto più in basso. A 22’ tralasciamo la mulattiera che continua in avanti e prendiamo a destra, superando il canale su un ponte metallico che di recente ha sostituito il vecchio ponte di tavole.
Presso il ponte c’è una piccola costruzione che può servire da riparo. Ora inizia la salita ripida e dopo un centinaio di metri il sentiero curva decisamente a sinistra per un tratto scalinato: esiste un evidente cartello per il Vergheto per evitare di proseguire e arrivare a un edificio usato dai pastori che è ben visibile dal sentiero che abbiamo appena fatto.
Dopo il primo tratto un po’ ripido il sentiero prosegue nel castagneto ameno con lunghi tornanti non faticosi. A 48’ il panorama si apre sulle Cave di Gioia verso mare. A 53’ siamo sul crinale presso un grosso castagno, qua arriva, da destra, un sentiero, sempre numerato 38, dalla strada che sale dal borgo di Forno, nel comune di Massa, al Vergheto-Pianello.
Saliamo e incontriamo le prime case del Vergheto. Questo è un piccolo borgo costituito da un gruppo di case, alcune in abbandono, altre invece restaurate e saltuariamente abitate dai proprietari, esso era sede di attività silvo-pastorali. A 59’ siamo presso una bella maestà (Maria Santissima del Bon Consiglio) restaurata di recente e di fronte c’è il nucleo principale delle case del borgo. Il panorama è splendido sul monte Sagro e sull’intera catena apuana dal Cavallo all’Altissimo e al Folgorito. Qui noi fermiamo l’escursione, con sosta pranzo e ci prepariamo al ritorno, prima con la castagnata e poi con la visita al borgo di Colonnata e, volendo, alle larderie. Totale percorrenza h.1,30/2 di salita ed 1,30 in discesa – dislivello c.a mt.300.

Nota per chi volesse proseguire, NON OGGI, e con l’avvertenza di andare avanti con estrema prudenza per alcuni tratti franosi ed esposti che si evidenziano a vista, si può prevedere una sosta di circa 10’, per poi continuare il cammino ed uscire da Vergheto con a sinistra la Cima d’Uomo e il monte Maggiore.
A 01h 11’ c’è un bivio: il sentiero 195 (ex 48) va a sinistra diretto al crinale della Cima d’Uomo e poi a Colonnata, mentre il 38, che prendiamo, va a destra per la Foce Luccica.
Continuiamo mantenendo il bosco a sinistra, mentre in alto a destra c’è il crinale. Salendo il panorama si apre su Maggiore, Cima d’Uomo e Sagro e, verso mare, la Cava dei Campanili che ha ormai distrutto la cresta spartiacque tra il bacino marmifero di Colonnata e quello di Miseglia. Il sentiero a tratti è costeggiato da ginestroni e nel tratto finale sale più ripido.
A 01h 37’ c’è un bivio: a sinistra si stacca il sentiero 172 per i Vallini e Foce della Faggiola, da cui si può salire al monte Sagro, mentre il 38 prosegue a destra.
Saliamo e, subito dopo, abbiamo lo stesso bivio per percorso diverso. A 01h 42’ siamo a Foce Luccica che è un intaglio alla base del cresta est del monte Spallone.
È presente un’icona marmorea dedicata alla Madonna. Il luogo è ameno e molto panoramico sulle Apuane, dal Sagro fino al monte Sella con, in primo piano, il monte Rasóri e il Poggio di Navola, qua è anche presente una ricca fioritura di crochi quando è il periodo adatto. Il sentiero prosegue per le Case dei Pisani ben visibili e per la Foce di Vinca, noi sostiamo17’poi torniamo indietro e prendiamo il sentiero 172 verso destra, in decisa salita. Il panorama adesso si apre decisamente sulle Cave dei Campanili, sulla cresta della Cima d’Uomo mentre a destra abbiamo le pendici dello Spallone. A 02h 13’ è ben evidente la via di lizza del padre Nostro che seguiamo verso sinistra.
La via di lizza a tratti è ben tenuta, mentre il panorama è sempre interessantissimo sulle Apuane e, in particolare, sulla cresta della Cima d’Uomo che abbiamo di fronte.
A 02h 25’ la via di lizza gira decisamente verso sinistra presso un interessantissimo forte: questo è un masso di marmo nel quale sono scavati molti fori per piri e sono rimasti i segni che le corde hanno lasciato sul marmo stesso. Infatti il marmo scendeva verso valle trattenuto da corde che venivano avvolte nei piri di legno. Superiamo alcuni ruderi a destra e seguiamo il crinale del monte molto panoramico: a destra ci sono le cave dei Campanili e il monte Maggiore. Mentre a sinistra la corona delle Apuane.
A 02h 39’ arriva dalla sinistra il sentiero 195 e cominciano ad apparire i segni sul crinale. Dopo qualche minuto il tracciato si sposta verso sinistra e a 02h 52’ siamo alla vetta, essa è priva di indicazioni ma è chiaramente il punto più alto da cui comincia una discesa abbastanza ripida. Pur essendo molto bassa essa permette di avere un panorama a 360°, in senso orario: Cava dei Campanili, monte Maggiore, Spallone e Sagro, foce Luccica, monte Rasori e poggio di Navola, Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura, Sella, Macina, Altissimo, Folgorito, cave di Gioia. Sostiamo per 15’ poi scendiamo verso Colonnata. La discesa è ben segnata e piuttosto ripida. A 03h 18’ seguiamo una cresta piuttosto larga, poi ci spostiamo verso sinistra tra rari alberi e continuiamo a scendere su tratti di roccia. A 03h 42’ curviamo decisamente verso destra, costeggiando il monte con qualche tratto su roccia da fare con un minimo di attenzione, poi riprendiamo a scendere in direzione di una pinetina. A 03h 59’ siamo nel boschetto da cui usciamo a 04h 15’, sempre su lastroni di roccia che ci portano in breve al paese e a una fontana dove ci dissetiamo. Arriviamo alla piazzetta della mattina e a 04h 29’ siamo all’auto.

(da http://www.escursioniapuane.com/itinerari/itinerario.aspx?Id_Itinerario=154) -

Foto Alessandro Vecchi - dettagli su http://it.wikipedia.org/wiki/Colonnata_(Carrara)

Dal Passo Croce, per Fociomboli, al rif.del Freo (anello)

(In auto) Si seguono le indicazioni per Seravezza, raggiunta la quale si prosegue lungo la SP10 del Cipollaio, fino ad oltrepassare le deviazioni per Levigliani e per Terrinca, poi, poco dopo (1Km circa), si prende la strada sulla destra, che, salendo tortuosamente, ci porta in circa 6 km, dapprima, al Passo Croce, e quindi allo sterrato, dove, in uno degli spiazzi che si trovano ogni tanto sulla sinistra, si può lasciare l'auto. h.1.45 da Livorno. Dal traliccio, se non si vedono troppe auto, si può percorrere lo strabello fin dove è possibile.
escursione

Si sale lungo lo sterrato dove si è parcheggiato la macchina, sotto le guglie del Monte Corchia ed in breve si arriva al passo Croce (mt.1147).
Un palo con le indicazioni dei sentieri ed i tempi di percorrenza ci indica sulla sinistra lo stradello della forestale che scende in comune con il sentiero nr.11, tra il versante Sud-Est del Monte Freddone e quello Nord del Corchia.
Si percorrono alcune decine di metri, finchè, appena oltrepassata una marginetta sulla sinistra, notiamo, sulla destra, il segnale biancorosso del sentiero 11, una scorciatoia per evitare i tornanti dello stradello. Poco più in basso si trova ,sulla nostra destra, una seconda marginetta ed a questo punto abbandoniamo definitivamente lo sterrato che prosegue dritto e prenderemo al ritorno, per scendere sulla sinistra, sempre seguendo il segnavia nr.11, arrivando alla torbiera di Fociomboli (m.1150), unica area umida delle Apuane che, grazie agli strati impermeabili del suo sottosuolo, raccoglie e trattiene le acque reflue dai monti intorno. Sempre seguendo il sentiero 11, scendiamo ancora fino ai prati di Puntato (m.1050), borgo ora abbandonato ed un tempo pascolo estivo dei pastori di Terrinca, vasto declivio erboso e soleggiato da cui si gode la vista del Pizzo delle Saette, della Pania della Croce e del Corchia. Arrivati alla chiesina del Puntato si svolta a destra e, percorso un sentiero alberato per circa 10 minuti e lasciato definitivamente il sentiero 11, che prosegue per col di Favilla e poi per Isola Santa, prendiamo il 128 in salita, arrivando al rifugio del Freo (mt.1180).

Una volta al rifugio, dove è splendida la vista sulla Pania della Croce, dopo una meritata sosta, torneremo per il sentiero 129 e quindi, seguendo delle tracce di vernice gialla, ben evidenti e frequenti, saremo di nuovo ai declivi erbosi di Fociomboli prima e allo sterrato della forestale, che avevamo lasciato prima di scendere per il sentiero 11, poi.

Tempi di percorrenza: la salita al passo Croce, dalle auto, 0.30/0.45 minuti (variabile per dove si lascia l’auto).

Dal Passo Croce a Puntato h.1.30 (discesa). Da Puntato al rifugio x il n°128 h.1.15 (salita). Dal rifugio ai prati di Fociomboli h.0.30 (discesa).Per lo sterrato fino alla marginetta (leggera salita) h.0.45 poi, dalla marginetta, per lo sterrato, al Passo Croce (salita) h.0.30 e h.0.30 (discesa) per arrivare alle auto (variabile). Tot. circa 4 ore, da passo Croce a passo Croce.

Da Farnocchia a sant'Anna di Stazzema (anello)

il M.Lieto è una cima delle Apuane meridionali vicinissima al mare, un punto panoramico di prim’ordine, non solo sulla conca di Camaiore e la Versilia ma anche sulle altre vette delle Apuane. In più, se la giornata è tersa, lo sguardo spazia tranquillamente fino al golfo di La Spezia e oltre, distinguendosi molto bene sia la Palmaria che il Tino. L’itinerario parte da Farnocchia, gira attorno al m. Lieto e ridiscende a Farnocchia, descrivendo un anello.

Descrizione percorso:

A Farnocchia (mt.646), oltrepassata la piazzetta dove si trova il monumento ai caduti della Grande Guerra, prendiamo a destra del negozio di alimentari, e, sulla nostra sinistra, prendamo per il sentiero 3, trovando le indicazioni per la Foce di Farnocchia e Sant’Anna di Stazzema. Saliamo per il castagneto e, dopo h.0.15 troviamo il bivio col sentiero 4, che trascuriamo. Altre h.0,45, sempre sul 3, e troviamo una marginetta. Continuiamo per lo stesso sentiero che diviene francamente sassoso e saliamo ancora per poi scendere, sempre seguendo i segni bianco/rossi, passando accanto ad una palestra di roccia ( con rinvii e spesso scalatori), trovando infine un ampio spiazzo erboso, dopo altre h.0,45. Siamo alla foce di S.Anna (mt.830) e qui possiamo decidere se proseguire per il sacrario (h.0.45) oppure scendere direttamente sotto la chiesa di S.Anna, prendendo per il canalone proprio davanti a noi e l’asfaltata dove finisce (h.0.30) – un bivio ci indicherà l’opzione possibile. Da Farnocchia a qui sono passate circa h.2.15/2.45 (secondo il passo). Sosta alla chiesa dell’eccidio. Il ritorno sarà dalla piazza sotto S.Anna, dove c'è il parcheggio insomma, quando prendiamo il sentiero 4 (inizia con una scaletta) e, dopo circa 30 minuti di salita, siamo sull’asfaltata voltando a destra e, in 10 minuti, passata casa Moco (con cartello commemorativo), siamo in località Case Sennari (mt.720) dove, sulla ns.sinistra, troviamo le indicazioni del sentiero 4 diretto a Farnocchia. Il sentiero, inizialmente in aspra salita, diventa poi un’ ampia mulattiera a pendenza più dolce, sempre nel bosco, con a destra ed in basso l’abitato di S. Anna ed il Monumento alle vittime della strage, ben visibile. In h.1/1,15 arriviamo ad un bivio dove il sentiero 4 sale a sinistra alla Foce di Farnocchia (quello sulla ns.destra, va invece al monte Gabberi e non lo prendiamo). Andiamo invece per il nr.4 essendo subito alla foce di Farnocchia o "Le Focette" (mt.873) dove, tra gli alberi, possiamo ammirare i monti apuani, da sinistra a destra, il m. Corchia, le Panie, il Nona, il Matanna, il Prana ed il m.Piglione. Scendiamo per un bosco a castagni e faggi, e concludiamo il nostro anello con a vista Farnocchia, in circa h.0.45.

Totale, con passo lento e fotografando, andata h.2.45/ritorno h.2.45. Dislivelli: Farnocchia mt.646/Foce S.Anna mt.830/S.Anna mt.660/Casa Sennari mt.720/Le Focette mt.873/ Farnocchia mt.646. Media difficoltà con 200 metri di salita due volte ed altrettante in discesa. nota: scarpe robuste, utili bastoncini e tenere di conto le ore di luce possibili.
 

Da Pomezzana al rifugio Forte dei Marmi

La strada asfaltata ci porta a un parcheggio non molto distante dalla chiesa principale di Pomezzana, dedicata a S. Sisto, col suo grande campanile.
Il luogo è panoramico su Farnocchia, Stazzema e il Monte Lieto e il Gabberi.
Il sentiero 106, ben segnato, inizia da questa piazzetta: saliamo pochi scalini lasciandoci alle spalle la chiesa e siamo nel paese.
Percorriamo alcune strade salendo prima lievemente poi più decisamente.
A 10’ inizia una mulattiera lastricata con ardesia che corre parallela all’abitato di Pomezzana, il quale si allunga sul crinale ben esposto al sole.
A 17’ siamo su una strada e il sentiero si dirige a sinistra.
C’è una casa e il sentiero continua in lieve discesa (evitare la salita verso destra), tra gli alberi si scorgono, verso sinistra, Stazzema e di fronte il gruppo del Procinto.
Il sentiero poi prende a salire e a 30’ siamo presso una zona di cave di ardesia, di tentativi di cave e di ripari sotto roccia.
A 37’ incontriamo una casa in muratura e subito dopo l’edificio principale delle cave, ormai semi distrutto. Dietro esso ci sono gli ingressi della miniera parzialmente coperti da edere che formano una cortina discendente, diamo un’occhiata e poi proseguiamo il cammino.
A 50’ siamo a un luogo molto panoramico, anche se ci sono rami di alberi a ostacolare la visibilità, su Procinto, Nona, Matanna e la zona delle Panie.
Continuiamo con saliscendi mantenendo sulla sinistra Procinto e Nona mentre il Matanna rimane di fronte. A 01h a destra c’è un’altra miniera presso la quale c’è un immenso blocco di ardesia coperto in parte da edere.
Subito dopo superiamo un canalino e poi riprendiamo a salire.
A 01h 08’ troviamo dei ruderi, forse di un’antica maestà e a 01h 16’ superiamo un altro ruscello che scende dai monti scavando un ripido canale.
Subito dopo un’altra antica costruzione che sembra una calchera (struttura per produrre calce).
Il sentiero prende a salire e per qualche minuto la salita si fa più ripida per strette voltoline per poi addolcirsi e a 01h 41’ siamo presso il Rifugio Forte dei Marmi.

Sosta e ritorno per la stessa via.

da Montemarcello a Tellaro (anello)

Dalla cima del promontorio del Caprione, immerso nella vegetazione mediterranea, lascia senza fiato il panorama del golfo di La Spezia a ovest e della fertile piana del fiume Magra, a est. Apprezzata dai Romani, che vi fondarono l'insediamento di Luni, l'area fluviale alterna coltivazioni e zone umide, ove nidificano uccelli acquatici, a settori assai compromessi. Il parco, nato dalla fusione del precedente parco fluviale e dell'area protetta di Montemarcello, rappresenta quindi un esperimento (riuscito!) di riqualificazione di zone degradate, tant’è che la porzione di Parco in cui andremo è veramente bella. Dal borgo di Montemarcello, con le sue viuzze strette che s'intersecano ad angolo retto, ricordano un "castrum" romano, saliremo verso l’orto botanico, splendidamente collocato sulla sommità di Monte Murlo, e sosteremo a Tellaro, piccolo borgo marinaro abbarbicato sopra una penisoletta rocciosa digradante ed ultimo abitato della riva orientale del Golfo dei Poeti. Il ritorno sarà per un sentiero a mezza costa, solo recentemente riaperto, attraverso tratti di macchia mediterranea che si alternano alla folta lecceta. Trekking di media difficoltà ma abbastanza lungo, con tratti segnalati come esposti in cui fare attenzione e salite/discese su terreni sconnessi (in particolare per Tellaro da Zanego). Tempo occorrente circa 5/5,30 ore.

Descrittivo: Una volta giunti a Montemarcello si parcheggia e si entra nel paese attraverso l'antica porta (scegliendo il parcheggio che incontriamo seguendo l'indicazione stradale a destra. A sinistra ne troveremmo un altro che per adesso trascuriamo). Proseguiamo a destra della chiesa parrocchiale dove si scende lungo una scalinata, al termine della quale si attraversa la strada asfaltata, percorrendo circa 100 metri in una stradina tra le case. Attraversata che avremo la strada e trovato un altro parcheggio, quello di cui si diceva prima e che però ci priverebbe della visita al borgo ed anche ai punti panoramici su punta Corvo, si scenderà l’asfaltata in direzione Lerici per 5 minuti, trovando un sentiero segnato ( a destra) che seguiremo fino a Tellaro (n°433).Nota - da adesso seguire sempre il n°433.

Saliamo a destra e ci inoltriamo per 30 minuti in una folta macchia a leccio, uscendone per ritrovare l’asfaltata e, dopo 5 minuti e sempre alla nostra destra, troviamo la continuazione del sentiero 433 per Zanego/Lerici, salendo per altri 15 minuti, in un bosco a pini d'Aleppo e lecci. Altro attraversamento dell’asfaltata ed altri 15 minuti, di salitella col selciato in pietra e due muri a secco che lo delimitano, ed arriviamo ad un punto panoramico, con apertura sul golfo dei poeti, la Palmaria e Porto Venere (siamo ad un bivio col sentiero 437, per l’orto botanico). Noi andiamo a diritto ed in altri 15 minuti siamo a Zanego, nella zona dei coltivi e degli orti e poi tra le case della piccola frazione.

Siamo adesso nuovamente sull’asfaltata che attraversiamo, col ristorante Pescarino davanti a noi, dove, seguendo i segni bianco/rossi tracciati sul muro ( alla nostra destra) scendiamo per 20 minuti il sentiero, tra le abitazioni, arrivando alla segnalazione per Tellaro, davanti a noi ed in discesa ed Ameglia, in discesa ma alla nostra destra. Fin qui sono passate circa h.1.45/2.

Scendiamo per Tellaro, facendo attenzione al fondo sconnesso ed a alcuni punti franati e non troppo larghi. Altri 60 minuti e, passato il bivio per Portesone e Lerici, infine arrivati a Tellaro (borgo incantevole!)in altri 10 minuti, torniamo indietro per il sentiero 444, recentemente riaperto dal CAI di Sarzana e segnalato come con tratti potenzialmente pericolosi e da percorrere con molta attenzione, ed in altre h.1,45 a mezza costa torniamo a Montemarcello e volendo a punta Corvo (bellissimo promontorio ma cui si arriva dopo una scalinata con ben 700 gradini!). Trekking di media difficoltà ma abbastanza lungo, con tratti segnalati come esposti ed in cui fare attenzione. Salite/discese su terreni sconnessi (in particolare per Tellaro da Zanego). Tempo occorrente circa 5/5,30 ore.

L’area S.I.R del monte Pelato, da Le Spianate (Castiglioncello) a Castelnuovo della Misericordia

In auto si va per la S.G.C. e si esce a Castiglioncello, prendendo e la prima strada a sinistra, per tornare verso Livorno (località Spianate, ma si entra e si esce subito). Alla rotonda che immette nuovamente sulla superstrada per tornare a Livorno (fare molta attenzione) si gira subito a destra, dove si legge Casale del mare e, parcheggiata l’auto, il sentiero inizia (segnali bianco/rossi del C.A.I). Il percorso ricalca una antica strada di collegamento tra il borgo medioevale di Castelnuovo della Misericordia e le aree di pesca di Quercianella e Castiglioncello, dove si portava legna, grano e carbone per imbarcarle e trasportarle nei depositi portuali di aree limitrofe e più grandi. Un percorso storico quindi sull’utilizzo di questa viabilità ma anche naturalistico, trattandosi della SIR (sito di interesse regionale) del monte Pelato, con tipologie di habitat particolari, e paesaggistico perché da qui la vista spazia sull’intera costa della Provincia, nelle giornate terse. Il percorso inizia seguendo il segno bianco/rosso che si biforca in 188 e 188c. Saliamo per il 188c (a destra) per circa mt.45 di salita ed arriviamo proprio sotto il m.Pelato da dove, dopo che la vista ha spaziato sulle secche di Vada ed oltre, si continua per altri 15 minuti, fino ad incrociare lo 00 che a destra scenderebbe a Rosignano M.mo, a sinistra sale verso Pian dei Lupi e Nibbiaia ed una terza deviazione che prendiamo va a Castenuovo della Misericordia.

Il ritorno per il sentiero 188 (h.1.15) tra due ali di bosco a leccio, corbezzolo e lentisco e per una carrareccia sassosa.

Il promontorio del Caprione, dal mare al fiume (zona a sud). Annoverato tra i Borghi più belli d'Italia, Montemarcello si affaccia sul mare dal punto più esposto del promontorio e girovagare per le sue viuzze dà l'impressione di entrare in un quadro naif. Nei dintorni del paese poi, la natura è protagonista con insenature splendide (punta Corvo e punta Bianca), alte scogliere, l'orto botanico, la macchia mediterranea ed estesi boschi a leccio, roverella e pino d’Aleppo. L’escursione odierna attraverserà il promontorio del Caprione, dal mare (al punto panoramico di sosta scorgeremo le isole Palmaria, Tino e Tinetto, di fronte a Porto Venere) al fiume (il ritorno costeggerà dall’alto la foce del Magra).

Descrittivo: Una volta giunti a Montemarcello si parcheggia e si entra nel paese attraverso via delle mura, in salita (guardare a destra della piazza, dalla parte opposta all’asfaltata verso Ameglia). Ancora nell’abitato troviamo subito un bivio e, trascurando l’indicazione a dx per Lerici, andiamo a sinistra (via del Corvo) sbucando sull’asfaltata che attraversiamo. Fin qui 10/15 minuti. Oltrepassata la carreggiata andiamo per il sentiero 4 (per Zanego/Tellaro) ed in breve troviamo un bivio che prendiamo a dx per punta Corvo, proseguendo fino ad un ulteriore bivio dove a sx si andrebbe alla spiaggia di punta Corvo e noi, a dx, andiamo invece verso punta Bianca/Tellaro. Inizia ora un sentiero indicato come difficile che noi prendiamo per circa h.1.00, tra muretti a secco, olivi, macchia e vista sul mare di Portovenere. Abbandoniamo questo sentiero quando si incontra la discesa verso la costa (si riconosce perché scende decisamente e pericolosamente, ma prima, alla nostra destra, avremo scorto una casa verso la quale andiamo. Seguiamo la carrareccia – siamo in via Borea 35 - e troviamo l’asfaltata dove andiamo a sx, attraversiamo e cominciamo a salire per il sentiero n° 433 per Zanego/Lerici. Saliamo per 15 minuti, in bosco a pini d'Aleppo e lecci, lungo un’antica mulattiera e riattraversiamo l’asfaltata percorrendo una salitella ben riconoscibile col selciato in pietra e due muri a secco che la delimitano. Sono altri 15 minuti di cammino che ci portano ad un punto panoramico, con apertura sul golfo dei poeti, la Palmaria e Porto Venere. Qui sostiamo per goderci un meritato riposo. Andando avanti si andrebbe alla località Zanego da cui si dipartono i sentieri per Ameglia e Tellaro e/o Barbazzano (ancora 15 minuti) ma noi , lasciando invece questa opzione, andiamo verso l’orto botanico col sentiero 437, seguendo sempre le indicazioni Orto Botanico/monte Murlo. La mulattiera si allarga, diventa stradello e sale, fino quasi a trovare l’orto botanico che però non raggiungiamo perchè noi deviamo a dx per un sentiero indicato per MTB (dal punto panoramico: complessivi 30 minuti). Bellissima adesso la macchia boschiva ed il sentiero, finalmente, dopo aver trovato uno spiazzo con un manufatto e tre alti scalini, scende, diventando però molto sassoso e quindi da percorrere con attenzione. Siamo sul n°1 per Montemarcello che discendiamo in 30 minuti, ritrovando l’asfaltata. Attraversiamo e siamo al cimitero, dietro il quale inizia il sentiero 411 per Montemarcello che, in ancora 30 minuti, ci riporta esattamente alle auto, non prima di averci regalato impagabili scorci sulla foce del Magra. Abbiamo percorso il promontorio del Caprione da ovest ad est e preso visione di ogni variante sentieristica della parte sud del parco naturale di interesse regionale di Montemarcello Magra. Tot. Circa h.3.00 escluso soste, anche fotografiche, nel borgo.

La valle del Fosso del Molino nuovo e Pian della Rena

Con molta probabilità il termine Pian della Rena deriva dal fatto che il disfacimento naturale delle rocce gabbriche della zona fa assumere alla superficie del terreno un aspetto sabbioso. La denominazione “Cava delle matite” invece, deriva dagli scavi per l'estrazione della steatite (varietà compatta di talco) che aveva vari utilizzi ma, in particolare, veniva usata in sartoria per disegnare i tagli di stoffa (gesso da sarti). La steatite dunque, serviva anche per....scrivere e disegnare ed i livornesi iniziarono a chiamarla... “Cava delle matite”. Nella zona si trovano anche alcuni edifici, un ponte ed una strada, che furono costruiti a seguito dello sfruttamento della steatite. Interessante è poi la presenza di una sorgente, del “Sassorosso”, che conserva ancora delle strutture, attualmente fatiscenti, la cui acqua iniziò ad essere messa in vendita già dal 1843. La vallata è coperta da una fitta macchia mediterranea con interessanti aspetti botanici, in particolare lungo il corso del Botro Molino.

percorso

dall’area di sosta al Castellaccio si scende a visitare la fonte del Sasso Rosso (primo sentiero a sinistra del parcheggio). Si scende poi, con molta attenzione, alla tagliafuoco sottostante (sentiero n°138) e lo si percorre in discesa per h.0,30, fino a Pian della Rena. A vista della costruzione si prosegue per il sentiero 138, in salita per h.0,15, fino all’intersezione col n°140, girando qui a sinistra a trovare, sempre sulla ns/sx il sentiero 134. Questo bellissimo sentiero nella macchia scende per h.1.45, in zona “cava matite” ed arriva a un evidente bivio dove noi, lasciando il 134, scendiamo per la bretella di raccordo 134 a, altre h.0.15 e, terminata la discesa, talora difficoltosa, siamo sul sentiero 136 che costeggia il botro Molino. Passando adesso un paio di ponti in muratura, in leggera salita per h.0.45, e torniamo a Pian della Rena, prendendo il sentiero 138 a destra, al contrario dell’andata, per essere in h.0,45 all’asfaltata ed in altri h.0.10 alle auto.

Totale escursione, escluso soste e visita alla fonte del Sasso Rosso, h.4.30 circa.

Escursione di media difficoltà, per lunghezza e saliscendi, molto utili i bastoncini ed obbligo di scarponcini robusti.

variante: il percorso può anche essere affrontato in senso inverso e con l'utilizzo di una variante nel bosco, molto interessante, ombreggiata ed in discesa. Questo itinerario tuttavia è leggermente più faticoso del precedente: si parte dal solito punto, il parcheggio del Castellaccio, si scende lungo la carreggiata stradale per 5 minuti e si trova una carrareccia a destra, con una sbarra che superiamo continuando a scendere per h.0,30. Quando sulla ns/sinistra troviamo un sentiero che si inoltra in discesa nel bosco, contraddistinto da un segno arancione/verde su una pietra, lo si prende, facendo attenzione a dove si mettono i piedi perchè il fondo è molto pietroso ed accidentato (40 minuti). Alla fine di questo sentiero poi, trovando una staccionata in legno che seguiamo per circa 10 minuti, arriviamo al ponte in pietra sul botro Molino e qui giriamo a sinistra (trascurando il sentiero a destra) per trovare l'inizio della bretella di raccordo 134 a (nota: adesso siamo sul sentiero 136). La bretella, in salita, ci porta via altre h.0,15 e ci guida al sentiero 134 che prendiamo alla nostra destra. Percorriamo adesso, interamente, il sentiero 134 (in falsopiano e salita) per circa h.2 ed alla fine e finalmente svoltiamo a destra per il 138 che, in circa 40 minuti, ci porta ad una sbarra dove, poco avanti, troviamo un sentiero a scendere a destra, per 5 minuti, e risiamo alle auto. Tot. h.4.30.

Escursione di media difficoltà, per lunghezza e saliscendi, molto utili i bastoncini ed obbligo di scarponcini robusti.

 

l’esito del 1° concorso fotografico Agire Verde, dedicato a don Andrea Gallo, è stato:

1° Rossano Poggi – 2° Florenzo Gambaccini – 3° ° Florenzo Gambaccini.

le immagini sono visibili nel link dedicato - http://www.agireverde.it/fotoambienti%202.htm

 

l’esito del 2° concorso fotografico Agire Verde, dedicato a don Andrea Gallo, è stato:

                          1° Massimo degl'innocenti 2° Fabio Paltrinieri

Informiamo che a partire dalla prima escursione del 2015 avrà inizio il secondo, con il suo epilogo nell’ormai tradizionale incontro di dicembre, con ammessi fotoscatti  del corrente anno solare, effettuati durante le iniziative dell’associazione.

Le 5 foto da presentare saranno poi inviate a Sergio Casini entro il 30 novembre 2015- a questa e mail: zerynpoly@libero.it