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da stella, in stella

Danzando tra stella e stella,

il mio pensiero corre a te,

e la notte diventa speciale.

Diventa trame di farfalle,

ma luccica in quei bagliori,

la malinconia

Brunella Saviozzi

dedicato

Quando tutto sembrerà perduto, come la tua identità ed il tuo stesso senso, che soccombere al dolore sarebbe l’unico sollievo, l’unica via da seguire, proprio allora pazienta e sopporta ma soprattutto cerca, cerca la tua verità che non è di nessun altro ed il tuo perché che solo tu conosci e, se non ti verrà meno il coraggio, li troverai e con essi te stesso e ciò che in realtà sei. Luca, estate 1985

 

Bagnone

A te torno o Bagnone dopo lungo esilio in terra straniera.

torno come migrante torna alle sue radici per non più lasciarle

e trascorrere a te accanto gli anni grigi del tramonto.

Da roccia fumante sgorgava il respiro della terra

quale fiume di acqua bollente.

L' arcaica sapienza raccolse la linfa della madre terra

in sacro complesso termale in cui l' antico abitante

posava il piede stanco da diuturne fatiche.

Il popolo misterioso ti vide, ti fondò e ti apprezzò,

il popolo guerriero ti conquistò agli splendori imperiali,

pure i germani ti conobbero

ma poi tu .fosti dimenticata nei secoli bui del medio evo.

A nuovo splendore sei risorta per l' ingegnosa ricerca

di giovani menti e a te è stata ora data

sopra la terra l' impronta immortale della Storia.

Marcello Pifferi

 

 

Sasso Pisano

O Borgo natio o Sasso Pisano,

il cuor mi esulta già da lontano

quando ti vedo castello avito

parmi toccar il ciel con un dito.

Sasso Pisano di gente fiera

La tua fortezza empita era,

Di genti audaci di genti astute

Tutte tue storie sono intessute.

Guerre tra bande, battaglie atroci

Han combattuto genti feroci

ai piè del colle nel medioevo

con odio e ira, senza sollievo

Da colle a colle il tragico sòno

d'armi pugnanti sentivasi solo,

ma poi sorgesti più bella che pria

tu che fidasti in Santa Maria

Che dalla Leccia con sguardo benigno

Fu per il Sasso un forte appiglio.

un canto soave dal folto del bosco

prometter parea futuro men fosco.

La villanella portò l’appello

Più non sia guerra tra frate e fratello

Dal ciel discese la benedizione

Pace fu fatta tra ogni fazione.

Al giorno d’oggi ormai risorta

Sasso Pisano più non è morta.

Ci son le terme e c’è il castello

Ed il paese è sempre più bello

O borgo antico, borgo negletto

Per sempre avrai tutto il mio affetto!

Marcello Pifferi

 

l’ombra delle cose

come il soffio di una nube

nell’alito della primavera

ti ho dimenticato.

Non mi pesi più sull’anima

e l’ombra delle cose mi fa compagnia.

Il sole del mattino ridisegna i ricordi

che non feriscono più

e adesso sono solamente cornice alla vita,

sapore che non sciupa la gioia del nuovo giorno.

Brunella Saviozzi

Nella notte

Nella notte una stella mi parla:

vedo un albero e penso all’avvicendarsi delle stagioni,

vedo una finestra che si accende

e quella luce, mentre la luna è velata dalle nubi,

mi dice come una speranza per le miserie umane.

Brunella Saviozzi

Attimi

Vivo intrisa di fantasia,

nel mondo della poesia,

ricami di parole, di versi.

Attimi ed ebbrezza dell’arte.

Brunella Saviozzi

 

E va bene così

Un ciuffo di margherite gialle

Al ciglio di una strada,

colte da mani

avide 

e carcerate in vaso.

Meglio quà o là

per voi,

mi domandavo,

sradicando il fusto.

Poi,

le parole

di un vecchio incassatore

di scommesse sui cavalli,

mi vennero a mente:

anche questa è vita.

Anche questa è vita.

diceva di sé,

consumando i giorni,

in mezzo al fumo di sigaretta dei giocatori

e alle bestemmie di chi perdeva.

Anche questa è vita, diceva.  

Adesso,

li guardo i fiori,

sul terrazzo,

che sono diventati tanti,

ma domande non ne ho più,

anche ora

che il cespuglio è quasi secco

e loro,

tra poco 

andati.

Di quà o di là,

meglio o peggio?

Anche questa è vita,

mi dico,

come la mia,

e va bene così.

Silver

un amore

 

Ti ho aperto il mio cuore, 

perché  fosse per te un tappeto.

Nulla ai tuoi occhi, 

era solo il mio cuore.

 

                              Luca 

Per un momento solo

Piove a dirotto,

da stamattina presto

e i vetri del finestrone,

sono tutti appannati.

Disegno col dito un albero e una casa ed un sole,

mentre il giardino davanti,

si allaga.

Appoggio la fronte al vetro freddo e bagnato,

mentre intorno il silenzio,

ridiventa quasi sonno.

Non si rassegna a morire,

l’inverno di quest’anno,

dice Maura. 

Non sono felice,

penso io.

E’ vero,

sarà una primavera tarda a venire,

rispondo infine,

staccandomi dal vetro ed accendendo la radio.

Per un momento

il silenzio è vinto,

mentre fuori la pioggia

continua

a picchiettare le pozze del giardino, 

ma è un momento, un momento solo.

Luca

Nulla avrà più importanza

Un dito traccia un segno sulla sabbia,

mentre il mare arriva

e cancella.

Ancora un segno,

ancora un’onda

e un altro segno

ed un’altra onda.

Mi alzo e vado,

quietamente,

mentre il mare,

tutto appiana e confonde.

Quietamente vado,

E sorrido,

Avrà ragione di tutto,

il tempo,

di me e dei miei segni,

che il mare,

ostinato ignora,

del mare stesso

avrà ragione il tempo,

quando ogni traccia,

di ogni cosa,

andrà perduta

e il tempo stesso,

andrà perduto.

Sorrido.

Poi,

il sorriso si fa amaro,

bastava così poco per essere felici,

ed era questo

che in fondo contava,

quando tutto era nuovo

e la stanchezza ignota.

E intanto l’onda

confonde,

con la sua voce,

anche i pensieri,

mentre il cammino 

è ancora lì che aspetta,

come la stanchezza,    

come il dolore,

come l’illusione,

che permette un sorriso,

che subito diventa amaro.

Avrà ragione di tutto il tempo,

di me,

del mare,

del dolore stesso,

e nulla,

nulla avrà più importanza,

forse,

ma il sole è ancora alto

ed il passato lontano.

Vado, adesso,

avrà ragione di tutto il tempo

e nulla avrà più importanza,

forse.

Luca 

 

 

 

San Giorgio

Non sai quanto mi sei lontan
antico e ridente borgo natio,
terra di draghi, ville e sorrisi
ove nacquer Noschese e Troisi.
Fra i tuoi vicoli pien d’eleganza
veloce trascorse la mia infanzia
all’ombra di quell’arsa montagna
immersa nella verde campagna.

Ricordo ancor il dolor che patii
quando abbandonandoti partii,
lontane mi son le tue stradine
sempre ricoperte di vetrine,
lontani mi sono i tuoi sassi
che ricoprirono i miei passi
e quando mi giungon tuoi echi
i miei occhi non rimangon ciechi
 
 
Willy Bruschi

 

Poesia della tradizione
 
Fra le tue mura,
lontane dal tempo
e dal suo mutar,
serpeggia l’eternita’
e del tuo dolce
profumo d’antichita’
io m’appago
 
Nel tuo giardin
le radici profonde
non gelano
e staripate non son
da quel che del
mondo e’ il
perpetuo divenir
 
Sciama il gregge
con le sue chimere
e la sua legge,
ma hai ancor chi
dai tuoi ruderi,
borghi e chiese,
ancor ti sorregge
 
 Willy Bruschi

 

 

 

ROSA

Osservo le tue
foglie
che timidamente
proteggono il tuo pudore.
I tuoi petali
pietre
preziose che
brillano nell'esser
toccate dal sole.
Mi cedono le mani,
la mia forza si sottrae
al pensiero maledetto,
il coglierti.
Tu hai
reciso la mia
violenza; dissetato
con la tua pace.
Il tuo profumo,
confusione per la mia mente
sconfitta per l'oscurità
dell'anima mia.
Or tu giaci per sempre
nella profondità
dei miei ricordi
più belli
dolce rosa mia
Rosa mistica.

Davide O.

il vento fa scappare le nuvole

 

Il vento si sta calmando, mentre scarabocchio su un foglio bianco

"Sento il silenzio che mi ronza negli orecchi,

solo una nuvola, in cielo

e dietro a questo cielo, un altro e poi un altro cielo ancora.

Desiderio di tenerezza  forse,

perchè quando è buio

non si scappi via,

come quella nuvola, 

ora soffiata lontano "

Poi la penna non si agita più,

la testa è tra le mani,

i gomiti appoggiati al davanzale della finestra,

gli occhi a guardare la nuvola e il cielo e il blu,

c'è ancora luce però, adesso

e il vento fa scappare le nuvole!

                                              Matteo C.

 

Speranza  e domani 

Ho imparato che il percorso

vale almeno quanto la meta

e aspetta solo di allearsi con la nostra fantasia

per sconfiggere il presente.

Sono grata a chi mi ha regalato utopie

in cambio solo della mia inquietudine.

Ma quando è un sogno

ad unire le persone,

anche la realtà

deve arrendersi al futuro.

E se è la speranza

a guidare il cambiamento, allora

ogni nostro domani

sarà davvero migliore.

Isabella.

Icaro non sa ancora volare.

Il vento si apre per far passare il sole

volo sopra un tappeto di nuvole bianche e grigie

il vento mi tiene su

gioco a fare l’aereo che precipita

ballo nell’aria senza ricadere a terra

agito i piedi nel celeste, sono stanca

presto comincia la notte,

ora scendo nel mio letto

ma bisogna che mi tolga le ali.

Isabella

Una vita, momenti.

Nel buio della notte, il bosco è soltanto intuito.

Mi cammina accanto un uomo. Incede cauto e conferma per entrambi il percorso, nel cono di luce della sua pila. L’estate è da poco iniziata e si va a cercar lucciole. Sono infinite, piccole scintille che appaiono e scompaiono ad intermittenza zizzagando tra alberi e cespugli.

Per desiderio di compagnia si è unito a noi un cane, un meticcio nero, affettuoso ed intraprendente. Ci fa quasi da guida precedendoci sul sentiero. Di tanto in tanto ritorna indietro, verifica la nostra presenza e risparisce nell’oscurità.

Nella magia della notte, ci diciamo poco, ma, accostiamo i passi. Il piacere è nell’essere vicini e in qualche carezza.

Via via che il bosco dirada, anche le lucciole tendono a scomparire. L’amico a quattro zampe fiuta il calore della sua cuccia e se ne va verso casa accogliendo il richiamo del sonno. E’ tardi. Anche noi dobbiamo rientrare. In macchina, chiusura e silenzio. Mi fa male vedere le sue mani: una, cerca sigarette in rapida successione, l’altra tormenta il volante con colpi secchi e ritmati. Quale inganno lo fa soffrire, quale disillusione?

Avevo liberato una lucciola che si dibatteva nella tela di un ragno. Bel coraggio, contrastare il destino! La lucciola, un anonimo piccolo insetto, non pulsava più e il ragno ora è senza cena.  

  Isabella                                                        

 

 

 

 

 

                 Liberate la pace       

Ra’da, Manhaz, Simona e Simona sono stati rapiti martedì 7 settembre mentre
lavoravano per i bambini dell’Iraq.
Hanno curato 70000 bambini, ristrutturato 25 scuole, portato acqua potabile
a 250000 persone, medicinali, ossigeno e acqua agli ospedali, hanno contribuito
a salvaguardare il patrimonio storico della Mesopotamia.
Pochi giorni prima del sequestro, Simona, in una lettera ad un’amica, racconta
di un appuntamento con lo sceicco, per discutere del progetto scuole.
L'incontro è molto toccante, piangono sui morti comuni, il dolore li unisce.
In serata , per tirare su il morale alle ragazze, lo sceicco regala loro
due piante di margherite, una rossa, solitaria e una rosa e carnosa. Ha
scelto questo fiore perché è l’unico che riesce a crescere nella terra salata,
vive e cresce in condizioni negative, come le due preziose ragazze.
Questa lettera ha suggerito all’associazione “ Un ponte per” un’iniziativa:
un invito a far crescere in tanti angoli le margherite, ad appenderle in
camera, a scuola, negli uffici, a metterle sul computer, sui nostri siti,
sulle automobili, sulle biciclette, sui motorini per testimoniare la nostra
solidarietà. L’associazione umanitaria invita a raccoglierle dal loro sito
( www.unponteper.it) ,  ad immaginarle e a realizzarle ( loro le hanno realizzate
con un fil di ferro) .
Facciamo crescere questo fiore forte e paziente!
Il gesto dello sceicco ha regalato un sorriso alle due Simone, la nostra
margherita regalerà una speranza di pace.

Anna P. (confidando nella liberazione delle due Simone)

testi di Leo Valeriano

Il coraggio di dire di no

Dicono sempre che tutto va male, che ci vorrebbe una rivoluzione,
ma basterebbe trovare, almeno per cominciare,
Il coraggio di dire di no alla gente che dice di Si
il coraggio di rifiutare le false etichette della società.
Il coraggio di dire di no ad un mondo che tutto ti da,
il coraggio di essere soli in mezzo alla massa tranquilla dei SI.
Il coraggio di dire di no alle offerte che il mondo ti fa,
il coraggio di saper rischiare scegliendo da solo la strada che vuoi...
ma è una favola nata così e che oggi di moda non va...
una cosa da non ascoltare perché può far male accorgersi che...
non hai coraggio di dire di no... il coraggio di dire di no.

Leo Valeriano

Padre nostro

Padre nostro che sei nel cielo
anche tra la gente
che non può più sperare niente
ogni tanto qualcuno ti chiama.
padre nostro che sei nel cielo
e anch’io t’ho chiamato
giorni interi a voce tesa
mi ha risposto soltanto il silenzio.
ma non ti chiedo riposo
non ti chiedo ricchezze,
potere o tranquillità:
dammi mio dio, quello che ti resta,
quello che nessuno chiede mai.
dammi la lotta, dammi l’inquietudine
e la disperata ansietà,
dammi il tormento, dammi la rabbia
di questa dannata realtà.
ma dammeli ora, definitivamente,
perché io non so
se avrò sempre tanto coraggio
per poterti chiedere ciò.
padre nostro che sei nel cielo
anche tra la gente
che non può più sperare niente
ogni tanto qualcuno ti chiama.
dammi mio dio, quello che ti resta,
quello che nessuno chiede mai.
ma dammi la fede, dammi il coraggio,
... la forza di essere me.
Leo Valeriano

Tempo da lupi

Tuo padre ti ha detto sii furbo figliolo
non devi rischiare perché
non serve lo sai le idee se ce l’hai
nascondile tienle per te.
Tua madre ti ha detto ti prego bambino
non prendere freddo perché
sei pallido sai, riguardati un po’
la pillola l’hai nel paltò.
Ma è un tempo da lupi , è un tempo da cani
cosa farai del tuo domani?
e’ un tempo da lupi e finiti gli eroi
questo è un tempo per noi.
La paura è una bestia che marcisce nel cuore
quella gente che non sa cosa sia l’onore.
E’ la paura che poi ti rende
un individuo prudente
che gira col vento che tira, col vento che gira
col vento che tira...
Ma che non ti accada mai come a chi non potrà
cantare più la libertà...
Leo Valeriano

alcune poesie di Stefano Medel:

Temporale

S’appressano,

gli artigli plumbei

della notte,

mentre

la pioggia

cade stancamente,

frusciando sulla terra,

qualche rombo

di tuono soffocato,

con scrosci d’acqua

improvvisa;

ascoltare la pioggia,

al tepore,

stringersi al

focolare,

guardando le gocce ,

sui vetri,

ascoltando il temporale,

e le sue voci primigenie,

che risvegliano paure e

timori,

di tempi perduti.

nebbia in strada

Strada autunnante,

una scia che si spinge

tra lati popolati di alberi,

faggi

e arbusti

con cortecce malate,

che scompaiono

tra veli

di nebbiolina,

che scivolando tra

le siepi e l’erba,

pare fluttuare

come una nuvola

nivea,

tutto

appare sbiadito

e pallido,

i colori

sfumati

e malati,

una brezza

sfuggevole,

entra nei vestiti e le pieghe,

portando

i brividi dell’inverno,

facendo stringere dentro

le giacche,

sospirando

per la brutta

stagione,

che sembra

non andarsene

più.

Aurora

Aurora spuntata,

con lenta cadenza,

a passi lenti,

non frettolosi,

in cui il tempo

si è rincorso,

nel quadrante,

giocando con

i minuti,

ed il giorno è

sorto

all’improvvivo,

un nuovo giorno,

ancora,

con mille rumori di città,

clacson, stridii,

vita sulla strada,

e profumo di caffè,

e la giornata, parte.

Sotto la pioggia

Sotto la pioggia

Si rannicchia la gente,

sotto piccoli ombrelli

grondanti e lacrimanti,

qualcuno col bavero alzato,

e la testa piegata,

scappa,sotto il frusciare

della pioggia,

un passante col cappuccio,

s’infagotta nell’impermeabile,

correndo,battendo le suole

bagnate ,nell’asfalto

annerito dal temporale;

d’improvviso una vampa

di luce,

un fulmine rischiara,

per un secondo,

la natura rabbuiata,

e fa stupire

le persone,

per la sorpresa,

che aumentano il passo,

verso casa.

Parco inaridito

Parco inaridito,

scarno ed imbrullito,

tra odore d’erba bagnata,

piena di stille,

nubi gravide d’acqua;

un vento cattivo agita

i rami ignudi;

sentieri con mattonelle,

pieni  di foglie

giallastre bagnate,

come coriandoli

abbandonati,

giacciono

alla rinfusa,

mentre minuscola fitta,

cade

una pioggerella,

seminando

gocce solitarie,

negli abiti;

si cerca

un sole,

che non viene,

nascosto,

da branchi di nuvole,

paurenti e scure

dopo il temporale

dopo il temporale

Nubi staccate,

alla deriva

nello spazio,

si spostano

a rilento,

tra lembi

di cielo,

che

mostrano di nuovo

l’azzurro,

dopo il

temporale,

passato,

che sta passando,

sta andando,

scemando,

sospinto

dall’alito del 

vento alto;

un tenue

tepore,

d’un sole

debole,

si spande,

portando

un po’ d’allegria,

allo sguardo,

abituato alla

pioggia

battente.

piante

Piante

Ed alberi dei viali,

carichi di pioggia,

gocce pesanti,

aggrappate agli steli,

e le punte delle foglie,

come lacrime di

rugiada;

rigagnoli piovani,

corrono lungo i tombini,

conche d’acqua buia,

si raccolgono negli spazi

e alle falde dei parchi;

siepi spazzate di pioggia,

mandide ed infangate,

dove il passo affonda,

si sente il niente,

della natura sonnolenta,

che ci ha abbandonato,

al morire delle foglie,

e alle spire del vento,

da cui si scappa,

infagottati.-

Ali della notte

Ali plumbee e scure, della sera;

il vetro pieno di nero;

fuori,

la notte,

amica,

tua,

che arriva,

a darti un po’ di pausa,

mentre il tempo pare nicchiare 

e non passa,

non passa;

e tu vuoi solo la quiete,

notturna,

ed un sogno,

un sonno,

tutto tuo.

Bilancia

Bilancia,

nella vita,

bilancia sempre,

ad una cosa golosa,

giusta,

ad una cosa,

che va bene,

che volevi,

ne segue una

deleteria,

qualche guaio,

qualche intoppo,

qualche incidente,

bilancia,

in bilico,

tra male e bene,

giusto e sbagliato,

verità  e menzogna;

tutto quanto,

è un po’ una bilancia,

e sopra,

c’è solo

il tempo,

dio crudele,

che non bada,

a nessuno.

Stefano Medel

 

 

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