Dalla
sezione ambiente e territorio di Agireverde
CONOSCERE IL TERRITORIO PER ADOTTARE UN PROGETTO:
La nostra idea è di adottare un progetto o con valenze naturalistiche e storiche in un sistema ambientale naturale o con valenze urbanistiche nell’ecosistema urbano, diretto a promuoverne lo sviluppo e la realizzazione. A tale scopo abbiamo quindi programmato una serie di uscite di ricognizione, una prima presa di contatto con l'ambiente interessato, tese a renderci conto della situazione per poi successivamente arrivare ad una scelta mirata del progetto da portare avanti, anche con interessamento pubblico.
Nel frattempo, abbiamo anche aderito
ad una iniziativa di sperimentazione
di nuove forme di partecipazione alle scelte della città (
a cui vi rimandiamo), continuando nel nostro percorso di indagine sul territorio
: il
Progetto Costernino 2020 (clic).
In più e proprio quest'anno 2011, nel tentativo di interessare l'amministrazione provinciale al Parco che essa stessa ha contribuito a far nascere, salvo poi disinteressarsene, abbiamo aderito ad un interessante progetto del wwf Livorno "Con gli Occhi sulle Colline", contando di prendere parte attiva alla sua applicazione pratica....................cliccare qui.
Queste alcune nostre uscite mirate, per far capire cosa si intenda per conoscere il territorio e adottare un progetto:
Un'idea per valorizzare un Parco ad utilità collettiva, ci è sembrato utile esporla alla Provincia di Livorno, con una proposta dettagliata. Non abbiamo ricevuto risposta alcuna, però è stata invece raccolta dal Comune, che ha parzialmente finanziato l'iniziativa, permettendoci di portarla avanti nel periodo 2010/2011, sviluppandola in un percorso teorico pratico, visionabile nella nostra programmazione ordinaria e nel link dedicato in home page "infosoci spazio aperto.
Per i dettagli vi rimandiamo al sottoelencato articolo (cliccare qui!)
Ovviamente l'associazione ha anche iniziato a percorrere il Parco, per trovare i sentieri ed eventuali manchevolezze come mancanza di manutenzione o discariche a cielo aperto....................per i particolari vi rimandiamo al link che abbiamo dedicato al Parco dei Monti Livornesi (cliccare qui).
un
mulino
rio
Sanguigna
macina
notazioni
storiche:
Sul
finire del Seicento il vallombrosano Colombino Bassi fonda a Valle Benedetta il
monastero di S.Giovanni Gualberto , avviando un processo di messa a coltura
della zona ed a quest' epoca si possono far risalire i mulini a vento che
dominano il paesaggio, visibili alla Valle Benedetta. Ad epoche più antiche
risalgono invece i mulini ad acqua , un tempo presenti in notevole numero lungo
i torrenti di Ardenza, Chioma, Sanguigna, Tora, Morra ed Unione…………....................................la
nostra visita ha interessato il complesso molitorio
dell’alta valle del Botro Sanguigna al Gabbro e l’ecosistema della zona
(ultima testimonianza fisica in apprezzabile stato di conservazione, nell’area
dei Monti Livornesi). Abbiamo visto il sistema idraulico collegato ai Mulini,
che forniva l’energia necessaria al loro funzionamento e ci ha fatto da guida
il dott. Roberto Branchetti, del gruppo archeologico del museo di Storia
Naturale che ha illustrato la storia di tali opifici ed il loro sistema di
funzionamento.
Per
chi volesse autonomamente ripercorrere l’itinerario da noi seguito, ecco il
percorso:
una
volta al Gabbro, domandare dei mulini
(venendo da Livorno si continua a seguire la strada asfaltata continuando
sulla destra) e cercare via delle Capanne, poi, da
via delle Capanne prendere la strada a destra, indicata con "Impianti
sportivi" arrivando subito dopo al parcheggio del campo sportivo. Lasciata
l'auto, dobbiamo imboccare
una stretta strada asfaltata in leggera discesa che conduce all'impianto
di depurazione del paese. Fatti pochi metri, troviamo un bel pannello
informativo che illustra lo schema della lavorazione e le principali
informazioni sul complesso molitorio. Prendiamo subito dopo il sentiero che sia
apre nel bosco (sulla destra) e scendiamo verso il rio Sanguigna e, dopo pochi
minuti, fra le chiome degli alberi, già s'intravedono i resti del Mulino di
Cima e, poco più a valle, ma più difficilmente accessibili a causa della
vegetazione invadente, quelli del Mulino di Mezzo.
Dopo
la visita (con attenzione perché non è ancora prevista la visita pubblica)
tornare indietro e riprendere per circa 250m la strada asfaltata in direzione
del depuratore. Un cartello segnaletico con la dicitura MULINO ci manda a destra
su un nuovo sentiero che entra nel bosco e che ci porterà, dopo una breve
discesa, di nuovo al Sanguigna. Dovremo attraversarlo a guado su alcune pietre,
proprio in prossimità dell'antica serra e subito avremo davanti la gora del
mulino. Facendo molta attenzione ai dislivelli ed ai pericoli di crollo (allo
stato, la sicurezza del sito è carente), possiamo iniziare la visita di un
posto suggestivo, oggi silenzioso e abbandonato, ma un tempo rumoroso e pieno di
vita, dove era un continuo andirivieni di persone e animali (buoi, asini,
cavalli e barrocci) con i loro carichi di grani e farine, il mulino di Bucafonda.
nota:
conviene ammirare anche l'ambiente
circostante, il bosco innanzi tutto, che vede il pino marittimo (usato, in
passato, nei rimboschimenti della zona) resistere tenacemente al ritorno della
macchia mediterranea. Nello spazio di pochi metri, con l'avvicinarsi al botro,
le conifere sono rapidamente sostituite da sughere e da maestose piante di
alloro, segno inequivocabile che il livello di umidità sta aumentando, mentre
nel sottobosco sono abbondanti l'edera, il pungitopo ed il ciclamino. Nei mesi
caldi, l'equiseto e le grandi foglie del farfaraccio invadono il letto del
Sanguigna. Ma è l'acqua la risorsa ambientale che, più di ogni altra, è
legata alla storia e all'ecologia del botro. L'ecosistema fluviale in oggetto,
proprio nella zona dei mulini, ha rivelato la presenza di Coleotteri acquatici
di particolare interesse scientifico. In questo tratto, la qualità delle acque
correnti e, più in generale, lo stato ecologico del botro risultano buoni, meno
buoni invece a valle dell'impianto di depurazione del paese.
Perchè
abbiamo scelto di indagare questa zona?
l’intero
complesso potrebbe essere fruito in prospettiva ecoturistica (messo quindi in
sicurezza) e conservato come patrimonio storico ambientale del nostro territorio
ma attualmente versa in precarie condizioni, invaso com'è dalla vegetazione e,
lasciato a se stesso, rischia seriamente di scomparire del tutto, degradato
dall'incuria e dall'abbandono……….
Seconda iniziativa esplorativa in funzione del progetto da adottare:
Villa Maurogordato
La villa, conosciuta anche come la "Villa di Monterotondo", fu acquistata nel 1771 da Giuseppe Calamai e utilizzata come residenza di campagna. La famiglia Calamai detenne la villa fino al 1821, quando fu venduta al conte Giraud. Nel 1869 Pandely Maurogordato, d'origine greca, ne risulta proprietario. I Maurogordato tesero a dare alla villa un aspetto signorile arricchendola di un ampio giardino romantico, che occupava i due terzi della proprietà e la cui superficie era di circa otto ettari. All'epoca risale il tracciamento dei viali curvilinei che definendo uno slargo centrale tenuto a prato, tagliano il preesistente percorso colonnato in due punti. Questo venne ricostruito con colonne in muratura, sormontate da una struttura di ferro e prolungato nel tratto del giardino ad est della villa. Ad ovest, una porzione del muro di cinta fu sostituita con una ringhiera di ferro che permetteva la vista sulla città. Due elementi d'arredo, una vasca e un berceaux, furono posti nel giardino. Entrambi di forma ovale e costruiti con gli stessi materiali, furono posizionati rispettivamente uno sul retro e l'altro sul fronte in corrispondenza della sala da pranzo. Davanti alla villa, su un prato leggermente inclinato vennero disposte delle palme. Altre piante quali cedri del Libano, pini d'Aleppo, eucalipti, tigli, platani, lecci, cipressi e querce costituirono le essenze principali del parco. Facevano parte della proprietà, anche vari annessi sparsi per la maggior parte addossati al muro di cinta. Durante l'ultimo conflitto mondiale la famiglia dovette abbandonare la villa e nel 1949 gli eredi Maurogordato cedettero il complesso al Consorzio Provinciale Antitubercolare. Nel 1973 il consorzio concesse in locazione il parco e gli edifici alla Provincia di Livorno, che a sua volta cedette l'uso del giardino al Comune. Nel 1974, la villa divenne sede del Museo Provinciale di Storia Naturale e nel 1975 il giardino è stato aperto al pubblico.
riprendendo
il discorso dal
1949 ad oggi, in pratica possiamo dire di cinquant'anni di ipotesi e progetti di
riutilizzo di Villa Maurogordato ma attualmente la struttura versa in grave
stato di degrado, vogliamo che col tempo sparisca?.
Dunque:
nel 1949, il 7 giugno, gli eredi Maurogordato vendettero al Consorzio
provinciale Antitubercolare che avrebbe voluto farne un preventorio
antitubercolare per il ricovero dei minori predisposti e figli di tubercolotici,
in realtà poi questa struttura fu realizzata nella vicina Villa Rodocanacchi
che risultò più idonea al progetto.Sentiamo
parlare nuovamente di questa residenza dopo 25 anni di totale abbandono,
nel 1974, quando l'Uff. Tecnico della Provincia di Livorno la individuò come
possibile sede ideale del Museo Provinciale di Storia Naturale, anche per la
versatilità che la sua struttura comportava con un corpo di fabbrica
principale, ampio a sufficienza per ospitare esposizioni permanenti e temporanee
ed un grande parco, dove poter ubicare il giardino botanico, già ricco e
prestigioso per le essenze esotiche e locali ivi coltivate.
A
tal fine l'UTE predispose un progetto di restauro e di adattamento della villa
fin dal 1974, redatto dal Geom. Corti e approvato dal Consiglio Provinciale con
delibera n.1524 del 29/03/74. Tale progetto prevedeva il restauro del fabbricato
principale e dell'edificio un tempo adibito ad alloggio per la servitù e alle
scuderie. Nel 1976 l'Amministrazione Provinciale di Livorno acquistò il
complesso immobiliare dal Consorzio Antitubercolare. Restò esclusa da questa
operazione la cappella gentilizia che rimase di proprietà del Consorzio.
Successivamente, nel 1978, il Museo di scienze naturali fu aperto in Villa
Henderson, nel centro cittadino e fu così che villa Maurogordato rientrò
nell'oblio. Il suo parco però fu dato in locazione al Comune di Livorno che
lo destinò a verde pubblico, aprendone i cancelli alla collettività nel 1979.
Nel 1980, il 13 dicembre, la Soprintendenza per i Beni Ambientali
Architettonici, Artistici e Storici per le province di Pisa, Livorno, Lucca,
Massa e Carrara.a seguito dei ripetuti sopralluoghi effettuati dai propri
funzionari, invitò la Provincia a voler procedere ai lavori di restauro e di
adeguata protezione di quegli immobili riconosciuti d'interesse storico
artistico in data 09/12/80, onde assicurare la conservazione ed impedirne
ulteriori deterioramenti e manomissioni. Il 29/10/85 Carlo Pìerobon,
l'Ingegnere dirigente dell'UTE, presentò al Consiglio della Provincia la
proposta di riuso della villa formulata col Prof. Pierotti, accompagnata da un
aggiornamento del costo dei lavori necessari al restauro e alla ristrutturazione
statica. Il 13/04/89 l'Amministrazione Provinciale incaricò l'Arch. Milanesi e
I’ing. Lusvardi della redazione del progetto di restauro e risanamento
igienico edilizio di questo complesso immobiliare, che fu completato nel marzo
1990. Si ipotizzava inoltre la costruzione di un auditorium, totalmente o
parzialmente interrato, dimensionato per un numero di 150/200 presenze, atto ad
ospitare convegni, manifestazioni culturali.
L'UTE
espresse parere favorevole su tale progetto, ipotizzandone la realizzazione per
lotti funzionali in più esercizi finanziari. A tutt’oggi nè quel progetto, nè
altri hanno trovato attuazione e, quello
che è stato riconosciuto come un bene di rilevante interesse culturale versa in
condizioni irreparabili di degrado, ridotto ormai ad un rudere.
Questi
i motivi che ci hanno indotto ad una visita esplorativa, sempre in funzione del
nostro discorso di salvaguardia del territorio.
22
gennaio, itinerario ciclabile alla ricerca di antichi monumenti (dal
nostro notiziario trimestrale)
Agire
Verde continua la serie di “Conoscere il territorio per adottare un
progetto”: questa volta saremo alla “Villa di Monterotondo”, che versa in
grave stato di abbandono e degrado. Ci farà da guida come esperto l’arch. F.
Cavallini che ha fra l’altro restaurato, a livello privato e con propri fondi,
la cappella gentilizia.
Ritrovo
davanti a Villa Corridi alle ore 14.30, muniti di bicicletta per i più
sportivi, a piedi gli altri
Salita
verso Villa Mauro Gordato a
Monterotondo, passando per lo Stillo, visita al Parco e spiegazione della
villa, della sua storia, del sua recupero funzionale e del perché, se non si
interviene, la struttura è destinata a morire.
alcune
immagini:
particolare della Villa, dentro il Parco
La serra
Il porticato
il gazebo
il dettaglio dell'iniziativa con la documentazione fotografica non è ancora pronto, pubblichiamo, per il momento, il dèpliant illustrativo della iniziativa del 18 maggio:
L’Associazione
Agire Verde , che opera principalmente nel settore ambientale e naturalistico,
organizzando eventi di tempo
libero e formazione, lancia per la prima volta una iniziativa in ambito urbano, un
trekking su un itinerario guidato, all’insegna della storia di Livorno……
guardando tuttavia al futuro.
Proprio
per questo l’iniziativa è stata denominata “il
futuro della Memoria” , essendo noi dell’avviso che sia venuto il
momento di stimolare una riflessione sul futuro della nostra città, osservando
come è ed immaginando invece, con pochi cambiamenti, come potrebbe essere,
convinti però che questa riflessione propositiva non possa che originare dalla
base, dal cittadino stesso insomma, da colui che la abita e quindi la vive ogni
giorno sulla propria pelle.
La
proposta odierna:
Nota:
Questa discesa in campo della nostra associazione, anche in ambito urbano, non vuole essere una scelta occasionale, bensì l’inizio di una riflessione sulla città, vissuta come primo ambiente nel quale viviamo e che vogliamo sia veramente “casa della società”, la nostra casa…..”una bella casa”. Il che, oltre che possibile sarebbe anche fattibile se solo ci si preoccupasse un minimo delle potenzialità turistiche di Livorno, dalla restaurazione di monumenti e strutture esistenti e in abbandono, alla mappatura di percorsi turistici, in ambiente urbano e non, alla creazione di ambienti adatti al turismo nautico, a percorsi ciclabili praticabili, ad un impegno importante delle A.P.T..............insomma, il discorso è purtroppo lungo e completamente da sviluppare............questa è una delle idee possibili ed altre verranno elaborate in seguito.
Itinerario
odierno: P.zza
della Repubblica, Pontino/Fortezza, Dogana d’acqua, Chiesa Santa Caterina,
P.zza del Luogo Pio, via Borra, P.zza Grande, via Verdi e Chiesa Valdese.Nota:
l'intero percorso, in funzione
della storia medicea e lorenese, verrà spiegato sia durante la passeggiata che
poi, durante la fotoproiezione.
Sperimentazione di nuove forme di partecipazione alle scelte della città
Mentre è in atto a livello regionale un percorso teso a definire una legge quadro sulla partecipazione, che vuole essere di riferimento procedurale e di sostegno allo sviluppo di nuovi percorsi e metodi partecipativi alle scelte delle amministrazioni locali, l’Amministrazione Comunale di Livorno intende, già da ora, sperimentare nuove tecniche e percorsi per una scelta “partecipata” dai cittadini sul futuro utilizzo del Cisternino di Città.
La proposta emersa dal Laboratorio per il Futuro di Livorno (LFL1) ha l’ambizione di attuare un processo che coinvolga la città nel riflettere sul presente, rivisitando le proprie radici per immaginare in modo polifonico e partecipato gli scenari di un comune futuro desiderabile.
Il progetto parte in concomitanza con l’avvio del restauro architettonico conservativo della struttura, chiusa ormai da oltre venti anni, e si propone di fare del Cisternino di Città un luogo di ritrovo e di condivisione di spazi nell’ottica dello sviluppo futuro della città avendo come principale riferimento le esigenze di aggregazione dei giovani: un luogo, quindi, per l’intensificazione delle esperienze culturali e della comunicazione sociale. La Rete Civica fornirà puntuale informazione sullo “stato dell’arte” mettendo a disposizione l’agenda dei lavori, raccogliendo contributi ed adesioni alla partecipazione al percorso.
L’Amministrazione comunale si avvarrà della collaborazione di Marianella Sclavi, docente di Etnografia Urbana presso il Politecnico di Milano, e di Susan E. George, presidente del corso di laurea in Comunicazione Pubblica, Sociale e d’Impresa dell’Università di Pisa, studiose ed esperte nel campo della comunicazione e della sperimentazione di nuove forme partecipative, e di Gerardo de Luzenberger .
Considerazioni generali
A Livorno sono già da tempo manifesti i problemi
tipici del passaggio dalla modernità classica alla modernità della
globalizzazione e della comunicazione informatica, che si manifestano in termini
di:
un diffuso e radicale senso di sradicamento, con la necessità di costruire
sensi di appartenenza plurimi;
assenza (specie per i giovani, ma non solo) di occasioni per misurarsi con sfide
di carattere sociale che costringano a crescere e a imparare a praticare
l’arte del co-protagonismo e del confronto creativo fra diversi;
scollamento in atto fra sfera politica e privata, per cui il carattere
oppositivo dei livornesi rischia di precipitare in manifestazioni di consumismo
e/o vandalismo ai quali la città assiste impotente.
Per contro crediamo che si debbano accogliere
queste due esigenze della città:
1.esprimersi attraverso una molteplicità di “personaggi”, di singolarità
estrose, generose e oppositive;
2.darsi -come città- “una scrollata”. La città ha bisogno di modalità
organizzative e espressive che consentano all’energia creativa degli individui
e dei gruppi di divenire produttiva sul piano sociale, economico e politico
nella vita collettiva.
A partire da questa diagnosi, la nostra proposta si ricollega alle linee guida sul ripensamento della democrazia in senso partecipato già formulate dalla Regione Toscana, ma con l’idea di fare leva sui caratteri di irriverenza, anticonformismo, sarcasmo e “litigiosità” propri della città (che i conflitti è abituata a guardarli in faccia e giocarvi dentro e non a nasconderli) allo scopo di fare di Livorno una città-guida che sappia trasformare i conflitti in risorse e le crisi di cambiamento in opportunità.
Va in questa direzione la decisione della
Amministrazione della città di coinvolgere gli abitanti di Livorno,
specialmente quelli più giovani, nella definizione delle linee guida per fare
dello storico edificio detto “il Cisternino”, ex Casa della Cultura, un
laboratorio di riflessione, di iniziative e di creatività sulle sfide urbane e
generazionali del presente ed del futuro.
Il processo qui proposto rientra nell’ambito delle metodologie partecipative
che incorporano al loro interno pratiche di ascolto attivo e di gestione
costruttiva dei conflitti nei rapporti sia interpersonali che istituziona.
I have a
dream
Gennaio 2008. Livorno vive come molte altre città un momento di grave difficoltà e incertezza a tutti i livelli e vede crescere al suo interno conflitti sociali e ingovernabilità. A poco più di 400 anni dalla sua fondazione si trova sul crinale di un cambiamento epocale che si presenta con l’affacciarsi contemporaneo di una molteplicità di emergenze, che potrebbero drammaticamente accelerare la disgregazione del tessuto urbano o indurre la città a unirsi in un grande impegno di rinnovamento della propria democrazia e di rinascita culturale. Con la macchina del tempo “voliamo” avanti di 20 anni per capire come si è evoluto lo scenario mondiale e quello labronico.
Gennaio 2028:
la Terra ha visto negli ultimi anni la crescita della sua temperatura media con
gravi danni alle persone, agli ecosistemi e alle economie. Sono in pieno
svolgimento le guerre per il controllo delle residue risorse fossili e per
l’accesso e il controllo dell’acqua. Lo sbarco su Marte è imminente e la
terza rivoluzione basata sulle energie rinnovabili e sulle e-communication, è
nella sua fase matura. Vi sono, in questo scenario del mondo del 2028, città
dove con immaginazione, coraggio e tenacia si sono percorse strade nuove e poco
prevedibili, dove si è colto per tempo il nesso fra la capacità di coltivare i
saperi della convivenza e dell’ accoglienza reciproca e di rispondere
efficacemente alle sfide climatiche, energetiche e di sviluppo economico. Vi
sono città che si stanno distinguendo nel difficile gioco di restare in
equilibrio col proprio ambiente e la propria storia e sanno galleggiare nel mare
dell’economia mondiale in modo equo e sostenibile. Tra queste città c’è
Livorno.
Com’è stato possibile?
Torniamo a noi.
Il 14 gennaio 2008 nella sede del Palazzo Comunale di Livorno, un, piccolo gruppo di uomini e di donne di estrazione la più varia, si sono incontrate per discutere del presente e del futuro di Livorno: cosa e come fare per stimolare coloro che - per nascita, per caso, per scelta, per bisogno vivono in questa città, a pensare anche l’improbabile, a scoprire interesse reciproco fra settori che solitamente si ignorano, a immaginare futuri desiderabili in modi così vividi da far venire il desiderio di assumersi la responsabilità di attuarli?
A partire dall’uso dell’edificio “il Cisternino” di via Grande, ex casa della cultura, messo a disposizione dei e delle giovani dal Comune, si è deciso di invitare le giovani generazioni a partecipare a tutte le fasi di un dialogo sui futuri probabili e quelli desiderabili inteso a fare da sfondo alle decisioni su:
Che fare al Cisternino? Abbiamo a
disposizione circa 700 metri quadrati al centro della città. Cosa ci vogliamo
mettere dentro?
Quali servizi, informazioni, quali iniziative i giovani e le giovani di Livorno
desidererebbero trovare (ed eventualmente anche gestire) in questo edificio (e
anche negli altri spazi della città che verranno individuati) per essere più
pienamente protagonisti e protagoniste delle proprie scelte di vita e per dare
un contributo a un futuro desiderabile della città e del mondo ? Quali desideri
e quali energie i giovani e le giovani sono disposti/e a giocare?
I sottoscritti e le sottoscritte componenti del Comitato Promotore si impegnano
a “mettersi in prima linea”, in questo processo partecipativo scegliendo,
come tutti/e gli/le altri/e cittadini/e, i modi per dare il loro contributo: a.
partecipando al corso per facilitatori e/o b. intervendo nel Forum con brevi
racconti autobiografici e con racconti sugli aspetti positivi e negativi della
vita quotidiana a Livorno e con idee sull’uso del Cisternino, c. dando un
contributo alla mappatura degli spazi per i giovani e le giovani nelle varie
circoscrizioni, d. e nella organizzazione della mostra sulle giovani generazioni
e le città nel mondo del 29 marzo, e. e certamente essendo presenti il 19
aprile alla giornata dell’Open Space dove tutti coloro che lo vorranno
potranno avanzare e discutere le proprie proposte per gli spazi del Cisternino.
f. mettendo a disposizione le proprie competenze sia umane che professionali per
dare, se invitati, dei contributi negli incontri che si terranno fra tutti e
tutte coloro che sono interessati/e nella indagine e nelle decisioni.
Firme dei e delle componenti del Comitato Promotore: Elena Batazzi Daniela Bertelli Renato Butta Rosangela Carvalho Amorim Paolo Castignoli Simona Cerrai Paolo Dario Stefano De Ranieri Fiorenza Dini Maurizio Giacobbe Lamberto Giannini Mauro Grossi Valentina Lucchini Darya Majidi Andrea Pellegrini Paolino Ruffini
è stata inoltrata una proposta alla Provincia di Livorno per un Corso di formazione sul “Parco dei Monti Livornesi”, articolato in lezioni con foto-proiezioni e trekking di conoscenza ambientale.
Viene richiesto il patrocinio e la collaborazione per l’organizzazione di un corso-evento sul parco dei Monti Livornesi e sui territori circostanti, finalizzato alla conoscenza e valorizzazione di tale patrimonio naturalistico, avendo letto dell’approvazione del regolamento del parco (Luglio 2008) ma non avendo ancora visto sul terreno gli effetti di tale normativa e desiderando invece che la conoscenza del parco si estenda, diventando esso una presenza viva per i tre Comuni interessati Livorno, Rosignano e Collesalvetti.
La nostra proposta va quindi, oltre che in tale direzione, anche in quella di :
§ individuare collettivamente delle proposte praticabili per migliorare lo stato dei nostri territori naturali in termini di maggiore fruibilità (cartellonistica, sentieri, carta del parco), di turismo ambientale e didattico (porte del parco);
§ di protezione del territorio da pratiche che a nostro parere sono da evitare ( moto-cross e scarico di rifiuti);
§ di diffondere anche in ambito regionale e nazionale tale territorio promuovendo iniziative ed itinerari.
Riteniamo auspicabile, in definitiva, la creazione di una “Comunità del Parco” che collabori alla gestione di tale territorio, alla sua promozione e che valorizzi la partecipazione dei cittadini.
Questo il progetto per un corso/evento annuale:
La proposta si rivolge alla Provincia di Livorno per una fertile collaborazione da parte della nostra associazione e del gruppo archeologico del Museo di “Storia Naturale” del Mediterraneo. In itinere potrebbero aggregarsi altri soggetti che lavorano sulle tematiche. L’idea è quella di abbinare una lezione con foto-proiezioni in una serata settimanale con un evento trekking di conoscenza e studio domenicale.
Una possibile articolazione potrebbe essere quella di seguito individuata; il tutto ovviamente con possibilità di ricalibrazione non avendo per ora contattato nemmeno tutti i relatori proposti:
1- Il parco dei “Monti Livornesi” Stato attuale dei regolamenti, normative e prospettive;
Inquadramento del parco nell’ambito delle aree protette regionali.
possibile relatore : dott.ssa Francesca Ruggeri (Provincia di Livorno);
2- Testimonianze dal passato: dalla Preistoria all’Età contemporanea, emergenze da tutelare e valorizzare;
possibili relatori: Preistoria (F. Sammartino);
Medioevo, Età moderna e contemporanea (R. Branchetti);
3- Minerali e paesaggi geologici
possibile relatore : F. Sammartino;
4- Particolarità floristiche e faunistiche
possibili relatori: Mairo Mannocci, Bruno Quochi, R. Branchetti
5- Il parco e la città : paesaggi, relazioni e sinergie;
possibili relatori prof. arch. Pizziolo Università di Firenze;
ing. Picardi S. presidente AgV..
Le prime quattro conferenze con foto-proiezioni dovrebbero essere seguite da 4 trekking interessanti le zone di maggiore interesse del parco, guidate da esperti e aperte ad un massimo di 30 cittadini, con la possibile opzione di una loro reiterazione. I trekking dovrebbero riguardare i territori dei Comuni interessati al Parco, Livorno, Rosignano e Collesalvetti. Essi dovrebbero avere rimandi e collegamenti alle conferenze ma anche una loro autonomia finalizzata alla conoscenza generale del parco ed in generale del territorio naturale.
f.to:
Roberto Branchetti
(presidente gruppo archeologico
Museo Storia Naturale del Mediterraneo)
Salvatore Picardi
(presidente Agire Verde)
Livorno 28.09.2009
TITOLO DEL PROGETTO: abbiamo dato l'adesione e collaboreremo in merito allo specifico
Con gli Occhi sulle Colline
FINALITA’ DEL PROGETTO:
Creare una comunità di associazioni, enti, aziende, persone che collaborino per promuovere la
conoscenza, la tutela e la fruizione del territorio delle Colline Livornesi e nello stesso tempo si
adoperino per monitorare e segnalare alla cittadinanza e alle autorità competenti ogni eventuale
abuso.
Per “territorio delle Colline Livornesi” non intenderemo esclusivamente il piccolo e frammentato
Parco Provinciale ma tutto il “Sistema delle Aree protette delle Colline Livornesi” come era
auspicato e “sognato” da coloro che fin dagli anni ’80 lavorarono per la nascita del parco (in primis
lo studioso Gianfranco Barsotti). Un Parco ben più esteso, progettato con un’opportuna zonizzazione
(aree a diverso regime di tutela e regolamentazione) che consenta la massima conservazione della
natura e che promuova allo stesso tempo tutte le attività sostenibili* che possano attingere alle
risorse fornite dal Parco.
Nella figura a sinistra si riporta l’estensione attuale del parco e delle ANPIL (Aree naturali protette
di interesse locale) limitrofe mentre nella figura a destra sono evidenziati gli ipotetici confini
dell’area considerata in questo progetto. Nella pagina successiva la mappa dell’area in esame tratta
dal libro di G. Barsotti “Storia Naturale dei Monti Livornesi”(Belforte & C. Editori, 2000).
figura 1
figura 2
figura 3
RESPONSABILI DEL PROGETTO:
Il WWF Livorno si propone come capofila di questo progetto ma la completa realizzazione delle
attività previste dipenderà dal numero di partner che potranno collaborare attivamente.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
La comunità deve “crearsi”, “collaborare”, “discutere” attorno a 4 progetti specifici illustrati di
seguito. Ogni progetto dovrà produrre materiale condivisibile e il più possibile interattivo su una
piattaforma web appositamente creata.
1) Mappatura e monitoraggio dei sentieri. Costituzione del gruppo di volontariato per la
segnaletica e per l’esplorazione.
- STEP 1.1 : creazione di uno spazio web amatoriale dove gli utenti possono caricare da
subito mappe di percorsi da realizzare nel territorio (esclusivamente a piedi, in bicicletta o a
cavallo) con descrizione dettagliata e possibilmente con allegato il file con la traccia GPS da
utilizzare con navigatori satellitari.
- STEP 1.2 : creazione all’interno dello spazio web di una “bacheca” (per esempio sotto
forma di forum o blog) dove gli escursionisti possono incontrarsi e organizzare insieme
esplorazioni del territorio (esclusivamente a piedi, in bicicletta o a cavallo).
- STEP 1.3 (con eventuale finanziamento): con l’assistenza e l’autorizzazione della
Provincia, creazione di un gruppo di volontari che possa compiere semplici operazioni di
manutenzione della sentieristica e della segnaletica. Un finanziamento potrebbe essere utile
per fornire il gruppo di idoneo materiale per apporre la segnaletica e di un navigatore GPS.
- STEP 1.4 (con finanziamento): implementazione dello spazio web amatoriale con software
professionali che permettano la creazione o l’inserimento di una mappa interattiva che
raccolga tutte le tracce GPS e le informazioni sui percorsi (vedi come esempio il sito
dell’Alta Valtellina: http://www.altavaltellina.eu/Altavaltellina/outdoor.cfm).
2) La segnalazione degli abusi e delle infrazioni.
- STEP 2.1 : creazione di una mappa specifica all’interno dello spazio web, per esempio sotto
forma di geoblog, dove inserire tutte le segnalazioni pervenute (ora e data, descrizione ed
eventuale foto, nome del segnalatore) riguardanti infrazioni nel parco come sentieri inagibili,
sentieri chiusi, caccia illegale, discariche abusive, opere edilizie non autorizzate, distruzione
di habitat ecc…
- STEP 2.2 : contatto con enti provinciali e comunali, Polizia Provinciale e Guardie
Ambientali Volontarie delle Associazioni Ambientaliste a cui far pervenire le segnalazioni
accertate, eventualmente con utilizzo di posta elettronica certificata.
3) Centro di documentazione sul Territorio delle Colline Livornesi: lo spazio dedicato a chi
già opera studia vive e lavora nel Parco.
- STEP 3.1 (con eventuale finanziamento): creazione di un database pubblico consultabile
dallo spazio web in cui inserire elenchi di documenti o indirizzi utili che riguardano il
territorio o iniziative e attività di coloro che operano nelle Colline Livornesi in modo
sostenibile. L’accuratezza del database dipenderà anche dalle risorse e dalle competenze
disponibili per la sua creazione.
Creazione di una mailing list di divulgazione o di un piccolo ufficio stampa che diffonda il
calendario delle iniziative delle associazioni e degli operatori coinvolti.
Ecco alcuni esempi suddivisi in tre categorie principali:
• FRUIZIONE DEL TERRITORIO E TURISMO: iniziative di Associazioni
Ambientaliste, servizi offerti da Associazioni, Guide Ambientali Escursionistiche e
Agenzie turistiche, Agriturismi e strutture ricettive. Servizi per bikers. Maneggi. Servizi
di trasporto pubblico.
• ALTRE ATTIVITA’ ECONOMICHE SOSTENIBILI : agricoltura e allevamento animali
con tecniche biologiche sostenibili, selvicoltura sostenibile, produzione di energie
rinnovabili.
• STUDIO DEL TERRITORIO E CONSERVAZIONE DELLA NATURA : Associazioni,
musei, Università o gruppi informali che si occupano dello studio del territorio (scienze
naturali e storico-archeologiche); documenti di Associazioni Ambientaliste. Biblioteche,
libri e documenti utili.
- STEP 3.2 : agevolare l’apertura di un canale di comunicazione tra tutte le realtà, con
interviste e momenti di incontro.
- STEP 3.3 : creazione di almeno tre principali gruppi di studio (vedi categorie dello STEP
3.1) che si occupino di studiare possibili strategie per analizzare e migliorare la situazione
attuale con il duplice scopo:
• di aumentare la tutela del territorio
• di promuovere la nascita di opportunità economiche che ne utilizzino in maniera
sostenibile le risorse.
I gruppi di studio dovranno da una parte analizzare la situazione attuale, visionare le proposte
presenti nel Piano del Parco dei Monti Livornesi e i regolamenti delle ANPIL e dall’altra
ipotizzare modi per allargare la tutela del Parco ai territori attualmente non inclusi nei confini
dell’area protetta, studiando strategie virtuose già utilizzate con successo in altre aree
protette.
4) Creazione di una Mappa di Comunità.
- STEP 4.1 (con finanziamento): attraverso le esperienze e i risultati ottenuti da tutte le
attività precedenti sarà possibile creare una cosiddetta “Mappa di Comunità” che riassuma in
una carta tutte le “bellezze” e le “bruttezze” del territorio, tutte le “opportunità” e tutti i
“difetti”, e che inoltre rappresenti il legame uomo-ambiente e l’aspetto emozionale che ne
deriva.
La Mappa di Comunità dovrà contenere le invarianti strutturali del territorio delle Colline,
ovvero gli elementi costitutivi dell’identità dell’area dal punto di vista storico, economico,
ambientale e percettivo, che siano di riferimento per valutare ogni tipo di proposta di
trasformazione, per creare una sorta di carta costituzionale del territorio (vedi come esempio
il sito http://www.casentino.toscana.it/ecomuseo/mappe.htm)
Esistono varie modalità per attuare questa parte del progetto (processi partecipativi più o
meno strutturati, utilizzo di software, mappe on-line o cartacee, ecc…) la cui scelta dipenderà
esclusivamente dalle risorse e dalle competenze disponibili.
TEMPI DI REALIZZAZIONE:
· Scrittura condivisa del Progetto e contatti con esperti e partner (entro Marzo 2011)
· Ideazione di una piattaforma web (3 mesi) che possa rappresentare il substrato per partire con gli
STEP 1.1, 1.2, 2.1, 2.2, 3.1 (6 mesi).
A questo punto i tempi dipenderanno dalla crescita della comunità che aderirà all’iniziativa (attività
trasversale costante di monitoraggio T1).
Nel caso la risposta sia positiva si potrà passare agli step successivi:
· Creazione del gruppo di volontari per la segnaletica, dei gruppi di studio e dei momenti di
incontro (STEP 1.3, STEP 3.2 e 3.3) - (6 mesi)
A questo punto in caso di successo delle iniziative e possibilità di accedere a finanziamenti (attività
trasversale costante di ricerca finanziamenti T2) potranno essere apportati miglioramenti agli step
precedenti e infine passare agli ultimi STEP:
· STEP 1.4: mappa professionale on-line dei percorsi (4 mesi)
· STEP 4.1: creazione di una “Mappa di Comunità” (6 mesi)
Progetto a regime
0.1 Scrittura del progetto e ricerca partner
0.2 Ideazione piattaforma web
1.1 Raccolta itinerari e tracce GPS
1.2 “Bacheca” degli escursionisti
1.3 Creazione gruppo volontari per la segnaletica
1.4 Implementazione sito web e mappa professionale dei percorsi on-line
2.1 Geoblog segnalazione abusi
2.2 Canale di segnalazione abusi alle autorità competenti
3.1 Database di attività e indirizzi di chi opera nel parco
3.2 Rete di comunicazione
tra tutti coloro che operano nel parco
3.3 Gruppi di studio
4.1 Mappa di Comunità
T.1 Monitoraggio
T.2 Ricerca finanziamenti
RISULTATI ATTESI DEL PROGETTO/AZIONE:
· Spingere i cittadini a “vivere” il Territorio delle Colline e a tutelarlo
· Aumentare gli “occhi” che possano segnalare abusi nel Parco
· Ampliare la conoscenza naturalistica e storica dell’area
· Creare rete tra le associazioni e tutti coloro che operano nel Parco senza impattare negativamente
sul suo ecosistema
· Promuovere nella cittadinanza l’idea che un’area protetta ben gestita può determinare
opportunità e benefici duraturi e non solo regole
· Suggerire idee e spingere le Istituzioni ad investire nell’Area per favorire attività ecosostenibili e
turismo verde
FINANZIAMENTI:
E’ fondamentale che il progetto si affidi ai contributi e alle attività di VOLONTARI. Gli eventuali
finanziamenti dovranno essere utilizzati per:
• materiale tecnico o tecnologico
• corsi di formazione per i volontari
I finanziamenti ad esempio non dovranno essere utilizzati per il pagamento di servizi specifici di
tecnici per la creazione di siti web professionali ma esclusivamente per corsi di formazione per
INSEGNARE ai volontari l’utilizzo e la gestione di siti web professionali o software geografici.
In molti step iniziali le spese potranno essere ridotte al minimo e in parte autofinanziate da coloro
che partecipano al progetto.
Possibili fonti di finanziamento:
• Da valutare se nell’ambito dell’Associazione di Associazioni Livornesi per la Scienza e la
Tecnologia (di cui il WWF Livorno fa parte) potrebbero nascere opportunità di finanziamenti.
• Finanziamenti di Enti Locali o Fondazioni.
• Sponsorizzazioni di coloro che operano nel parco.
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